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TUTTE LE FORTIFICAZIONI DELLA PROVINCIA DI BOLZANO

in sintesi

I castelli della provincia trattati da collaboratori del sito sono esaminati nelle rispettive schede. I testi presentati nella pagina presente sono tratti invece da altri siti internet: della correttezza dei dati riportati, castello per castello, sono responsabili i rispettivi siti.

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Bolzano (Castel Firmiano - Schloss Sigmundskron)

a cura di Stefano Favero

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesca Villa (https://www.facebook.com/francesca.villa.357)   Foto di Francesca Villa (https://www.facebook.com/francesca.villa.357)


Bolzano (Castel Firmiano - Schloss Sigmundskron) 2

a cura di Marta Tinor


Bolzano (Castel Flavon)

a cura di Stefano Favero


Bolzano (Castel Mareccio)

a cura di Luca Baradello


Bolzano (Castel Mareccio) - 2

a cura di Stefano Favero


Bolzano (Castel Roncolo - Runkelstein)

Dal sito www.alto-adige.com   Dal sito www.comune.bolzano.it

(segnalato da Max Siller)

«La parte più antica del castello, in gran parte conservatasi, fu fatta costruire dai signori di Vanga: i fratelli Beraldo e Federico, sostenitori del Principe Vescovo di Trento. Per questo motivo Castel Roncolo entrò nella sfera politica del vescovado Tridentino. Lo sperone roccioso sul quale sorge il castello era denominato „runchenstayn“ e godeva di una posizione strategicamente favorevole in quanto permetteva di controllare la strada che dalla città di Bolzano attraversava, verso nord, la Val Sarentino. Essendo sostenitori del Principe Vescovo i Vanga furono coinvolti nelle liti tra il vescovo di Trento Enrico e il Conte del Tirolo, Mainardo II. Nel 1276/77 Castel Roncolo fu assediato ed espugnato dalle truppe di quest’ultimo. Ai signori di Vanga, spodestati, non furono più restituiti i loro possedimenti e Castel Roncolo fu concesso, quale feudo, a vari amministratori. Particolarmente interessante fu la figura di Gottschalk Knoger che ricevette il castello agli inizi del XV secolo e che ne fece modificare l’architettura. Knoger, grazie al favore del principe territoriale Mainardo II, era riuscito, da servo della gleba, ad assurgere alla carica di giudice distrettuale di Egna. Nel 1385 il castello fu comprato dai fratelli Franz e Niklaus Vintler. Questi erano ricchi mercanti bolzanini. Niklaus era un uomo di fiducia, un finanziatore e soprattutto un consigliere del conte del Tirolo Leopoldo III d’Austria. Con l’acquisto del castello i Vintler poterono concretizzare le proprie aspirazioni e, grazie alle loro ricchezze, intraprendere uno stile di vita prettamente nobiliare. I Vintler ritenevano però che ciò non fosse sufficiente e fecero decorare i locali del Palazzo Occidentale, Orientale e della Casa d’Estate con affreschi di carattere profano. Il maniero era dotato di strutture che agevolavano, in un certo qual modo, la vita di coloro che vi risiedevano, come ad esempio la presenza di servizi igienici, che garantivano una certa pulizia del castello e di una cisterna, ancora oggi conservata, nella quale si raccoglieva l’acqua che veniva in caso di necessità. Nel 1390 Niklaus Vintler fece erigere la “Casa d’Estate” e ne fece affrescare i locali con soggetti di carattere letterario. Sulle pareti furono rappresentate le leggende di re Artù e la Tavola Rotonda, di Tristano ed Isotta, di Garello di Vallefiorita e di Vigalois. Nel 1406 salì al potere il duca Federico IV, detto "Tascavuota". Egli fu contrastato da una forte opposizione nobiliare, che diede vita alla “Lega dell’Elefante e del Falco”. In queste liti politiche furono coinvolti anche i Vintler. Niklaus Vintler, capostipite della famiglia, morì in completa povertà, nel 1413. Nella secondo metà del secolo il castello entrò in possesso del Duca Sigismondo “il Danaroso” e successivamente divenne proprietà dell’Imperatore Massimiliano I. Questi lo fece restaurare e nella “Casa d´Estate” volle allestire il proprio appartamento e vi fece apporre, tra l´altro, lo stemma di famiglia collocandolo sia sopra la porta d’entrata della stanza dedicata a Tristano sia sulla cappa del camino nella stanza detta di Garello. Nel 1493 Massimiliano affidò la cura del castello al cancelliere Cyprian von Northeim e nel 1500, a Georg von Frundsberg, ricordato come “il padre dei Lanzichenecchi“.

Nel 1520 la polveriera situata al pianterreno del mastio esplose danneggiando seriamente parti della cinta muraria e del palazzo Orientale. Dal 1538 il castello divenne proprietà dei conti Liechtenstein – Castelcorno, che apportarono delle modifiche negli elementi architettonici del Palazzo Occidentale. Nel 1672, a causa di un fulmine, scoppiò un incendio che incenerì il Palazzo Orientale, il quale non venne più ricostruito. Gli anni successivi videro il castello cadere sempre più in rovina. Il XIX secolo rappresenta per Castel Roncolo il secolo della rinascita. Josef von Görres, per primo, riconobbe il valore artistico degli affreschi e richiamò, su questo ciclo pittorico, l´attenzione di Lodovico I di Baviera. Su ordine di quest’ultimo architetti e pittori di corte realizzarono alcuni disegni “dal vero” di Castel Roncolo e ne studiarono le caratteristiche a Monaco di Baviera. Nel 1868, in seguito alla costruzione della nuova strada per la Val Sarentino, crollò una porzione della parete settentrionale della Casa d´Estate e ciò provocò la perdita di una parte considerevole del ciclo di affreschi ivi conservato. Gli affreschi rimanenti furono asportati e riapplicati sulla parete a nord che, nel 1870 fu completamente ricostruita. Nel 1880 l´arciduca d´Austria Giovanni Salvatore Asburgo-Toscana acquistò Castel Roncolo dal vescovo di Trento, e nel 1882 lo donò all’imperatore austriaco Francesco Giuseppe I. Quest' ultimo, nel corso degli anni ottanta, incaricò Friedrich von Schmidt di restaurare il castello. É grazie a questi lavori, durati circa quattro anni, dal 1884 al 1888, che si deve il consolidamento del Palazzo Occidentale, la ricostruzione del mastio, crollato nel 1850, e la configurazione attuale del Palazzo Orientale. L’opera di restauro compiuta dall’architetto Friedrich von Schmidt ha restituito al castello la sua originale facciata. In questo modo Castel Roncolo viene a costituire non solo un insieme di costruzioni medievali ma anche una testimonianza delle tecniche di restauro impiegate nel XIX secolo. Nel 1893 lo stesso imperatore Francesco Giuseppe cedette Castel Roncolo alla città di Bolzano che così si arricchì di un ulteriore attrazione turistica».

http://www.roncolo.info/roncolo_it/storia.asp


Bolzano (Castel Sarentino o Rafenstein - Schloss Rafenstein)

a cura di Stefano Favero


Bolzano (ruderi di Castel Fingeller)

Foto di Mai-Sachme, dal sito it.wikipedia.org   Dal sito http://www.burgen-adi.at/ruine_fingeller_schloessl/   Dal sito www.burgenseite.com 

  

«Castel Fingeller (in tedesco Walbenstein o anche Fingeller Schlössl) è una rovina sulla strada che da Bolzano sale verso Sarentino. Del castello si sa molto poco, e perlopiù si ha a che fare con congetture. Secondo Friedrich-Wilhelm Krahe si tratta di una costruzione della metà del XII secolo. La costruzione è difficilmente raggiungibile. Restano visibili un muro principale (spesso 180 centimetri) con le feritoie, e parte del muro di cinta (120 cm). La costruzione non doveva essere molto grande e - secondo Südtiroler Burgenkarte - doveva comporsi di un seminterrato, un primo piano e, probabilmente, una soffitta. Sia Krahe che Caminiti concordano nell'ipotizzare che il castello sia stato abbandonato sin dal 1300. Tuttavia ad una analisi più approfondita, le feritoie rivelano di essere state progettate per armi da fuoco, e quindi la loro costruzione sarebbe successiva. Ad ulteriore conferma di questa ipotesi interviene poi lo stesso Krahe: secondo lui, infatti, il castello sarebbe quel castel Walbenstein di cui non si hanno notizie. Tuttavia quel castello viene raffigurato (perfettamente in piedi) in un affresco di Castel Roncolo del 1390. Del sentiero che portava al castello non c'è più traccia, per raggiungere le rovine bisogna affrontare una breve arrampicata».

https://it.wikipedia.org/wiki/Castel_Fingeller


Bressanone (Palazzo vescovile o castello)

a cura di Stefano Favero


Brunico (castello)

a cura di Stefano Favero

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Carmen Iadevaia (https://www.facebook.com/carmen.iadevaia.7)


Burgusio (Castel Principe, abbazia benedettina di Monte Maria)

a cura di Stefano Favero


Caldaro sulla strada del vino (ruderi del Castelchiaro / Leuchtenburg)

Dal sito https://luftschubser.de   Dal sito www.kalterersee.com   Dal sito www.suedtirolerland.it 

  

«Castelchiaro s’innalza sulla cima di un colle del Monte di Mezzo sopra il Lago di Caldaro. Anche se sembra far parte di Caldaro, il castello si trova sul territorio del comune di Vadena. Probabilmente la rocca fu costruita nel 1250 dai Signori di Rottenburg. La data esatta della costruzione fino al giorno d’oggi è ancora incerta. L’associazione dei castelli dell’Alto Adige (Südtiroler Burgeninstitut) presume persino una costruzione prima del 1200. Grazie alla sua posizione ed il grande muro di cinta, il maniero era protetto da attacchi di nemici. Ma comunque Castelchiaro non si trovava in una posizione molto protetta e quindi si presume che la struttura fu costruita come simbolo di prestigio. Vari castelli dei Signori di Rottenburg dopo un conflitto con Federico IV d’Asburgo vennero in possesso del Tirolo, ma non Castelchiaro. Questo venne dato ai sovrani dello stato, i quali infine lo affidarono ai Signori di Caldaro. Dopo 1610 purtroppo il castello non era più abitato e cadde in rovina. Solo nel XX secolo le mura sono state conservate. Il castello era costituito da un muro di cinta rotondo con alcuni edifici abitabili all’interno. Oggi si può solo riconoscere dove all’incirca c’era un edificio. All’interno troviamo però anche alcune tracce su una parte di un palazzo di ciclo di affreschi risalenti al XV secolo».

http://www.suedtirolerland.it/it/cultura-e-territorio/castelli/castelchiaro-castel-leuchtenburg/


Campo Tures (Castel Taufers)

a cura di Simone Brusca


Cardano (Castel Cornedo / Schloss Karneid)

a cura di Stefano Favero


Castel Novale (Castel Ried / Schloss Ried)

a cura di Stefano Favero


Castelbadia (Castel Badia)

a cura di Stefano Favero


Castelbello (castello)

a cura di Stefano Favero


Castelbello-Ciardes (Castel Juval)

a cura di Stefano Favero


Casteldarne (castello)

a cura di Stefano Favero


Cengles (castello / Schloss Fuchsburg)

a cura di Stefano Favero


Cermes (Castel Lebenberg o Monteleone)

a cura di Marta Tinor


Chiusa (castello Branzollo o Torre del Capitano)

a cura di Stefano Favero


Coldrano (castello)

a cura di Stefano Favero


Dobbiaco (castel Herbstenburg o castello degli Herbst / Schloss Herbstenburg)

a cura di Stefano Favero


Foiana (rovine di Castel Maggio / Mayenburg)

a cura di Stefano Favero


FORESTA (Castel Foresta)

Dal sito www.alto-adige.com   Dal sito www.burggrafenamt.com

«Nel territorio comunale di Lagundo, sulla statale che conduce in Val Venosta sorge Castel Foresta (Schloss Forst o Vorst), proprio accanto alla nota fabbrica di birra Forst. Nonostante la posizione poco atta alla difesa, esso aveva una certa importanza militare come unico fortilizio in sponda destra dell'Adige per un buon tratto di valle. Costruito nella prima metà del '200 da una famiglia ministeriale dei conti di Tirolo e dotato di cospicui beni fondiari, il castello mutò poi varie volte i possessori. La sua storia non registra fatti notevoli, all'infuori del temporaneo e forzato soggiorno in esso del cavaliere d'avventura e trovatore Oswald di Wolkenstein nel 1421, dopo la sua cattura da parte di alcuni avversari che lo consegnarono poi al duca Federico il Tascavuota, con il quale egli fu in lungo ed aspro conflitto. Ristrutturato nelle forme attuali al principio del '500 dai Fuchs di Fuchsberg, il maniero passò poco dopo ai Brandis che lo tennero fino al 1860. Danneggiato da un incendio nel 1803 e restaurato verso la fine del secolo scorso, esso venne acquistato nel secondo dopoguerra da un imprenditore locale che ne fece un albergo di carattere storico (ora chiuso). Il cortiletto a logge è assai pittoresco e gli ambienti conservano molti arredi e quadri di epoca barocca. Il castello non è visitabile».

http://www.tangram.it/merano/icastelli.php?url=c-04


Gais (Castel Casanova)

a cura di Stefano Favero


Glorenza (castello)

a cura di Stefano Favero


Gudon (borgo e castel Summersberg)

a cura di Stefano Favero


La Villa (fraz. di Badia, Castel Colz)

a cura di Stefano Favero


Lana (castel Leone / Leonburg)

a cura di Stefano Favero


Lana (castel Montebruno / Schloss Braunsberg)

Dal sito http://schloss-braunsberg.org   Dal sito www.sentres.com

  

«Ben visibile sulla strada che porta in Val d’Ultimo, sopra l’abitato di Lana, si erge Castel Montebruno eretto presumibilmente nel 1231 da Ulrich von Braunsberg. Nel 1361 la residenza passò ai conti di Tirolo e successivamente ai conti Trapp, che lo gestirono dal 1492 al 1969 quando per questioni ereditarie passò al Christopher Hamilton Strachwitz. Nel 1510 parte della struttura crollò nella sottostante gola, ma per fortuna la parte signorile e l’importante cappella con coro poligonale e i suoi affreschi del XVII secolo si salvarono. Il castello non è visitabile» - «Originariamente in possesso di Ulrich von Braunsberg, nel XIV secolo il castello passò nelle mani dei Mareider di Appiano (Eppan). Nel 1492 l'edificio andò infine ai conti di Trapp, restando loro possedimento fino al vicino 1968. Una cinta muraria con merli a coda di rondine, un cortile interno, una Palas (parte residenziale di una rocca) e una cappella con le armi dei conti di Trapp, Tirolo e Austria, caratterizzano il borgo di Montebruno. Aquile di metallo e stemmi dei Trapp adornano finanche le sedi della cappella. Particolarmente pregiato è il calice d’argento, ivi conservato, del XIII secolo. Nel 1510 una parte della rocca scivolò nella sottostante gola di Gaulschlucht. Oggi il borgo di Montebruno è di proprietà privata dei conti di Trapp e non può essere visitato».

http://www.tangram.it/guida-merano/altri-castelli - https://www.sentres.com/it/castel-montebruno-burg-braunsberg


Lana (rovine del castello Brandis)

a cura di Stefano Favero


Lazfons (castello Branzollo o Torre del Capitano)

a cura di Stefano Favero


Malles Venosta (Torre Fröhlich)

a cura di Stefano Favero


Mareta (Castel Wolfsthurn)

redazionale


Mareta (Castel Wolfsthurn) scheda 2

a cura di Marta Tinor


Merano (Castel del Gatto / Katzenzungen)

Dal sito www.burggrafenamt.com   Dal sito http://guidaaltoadige.blogspot.it   Dal sito www.suedtirol.info

«Fu costruito dalla famiglia Katzenzungen, i ministeriali che lo fecero presumibilmente costruire prima del 1200, in un luogo dove già sorgeva una torre recintata. Secondo gli esperti (Tabarelli, Caminiti), poco probabile appare che sia stata la famiglia a prendere il nome dal castello, che a sua volta avrebbe preso il nome dalle caratteristiche caditoie a "lingua di gatto". Nel 1244 passò - ed è la prima testimonianza scritta - ai signori di Schlandersberg, e per la leggenda furono gli ultimi esponenti di quella famiglia a piantare Versoaln, la vite più grande e vecchia d'Europa, che si trova nei pressi del ponte di pietra. Passò poi ai Thun e ai Fuchs, finché nel 1535 passò ai Breisach, che gli diedero ancora nel corso del XVI secolo la forma attuale, tipicamente rinascimentale. Con la fine della famiglia, il castello perse importanza e cominciò a declinare. Nel corso del tempo fu abitato da famiglie contadine, finché nel 1978 fu acquistato dai Pobitzer, che lo restaurarono completamente. Oggi è uno spazio utilizzato per congressi, convegni e banchetti».

http://www.plantitscherhof.com/it/vacanza-a-merano/i-castelli-in-alto-adige


Merano (Castel di Nova - Trauttmansdorff)

a cura di Hannes Obermair

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesca Villa (https://www.facebook.com/francesca.villa.357)


Merano (Castel Fragsburg / Verruca)

Dal sito www.jpmoser.com   Dal sito http://fragsburg.s1.moving-pictures.biz

«Alto e isolato su un rilievo roccioso che si stacca dal monte sulla sinistra della val d'Adige a sud di Merano sorge Fragsburg, in un sito naturalmente difeso dalla natura e frequentato sin dall'epoca preistorica. Il supposto collegamento tra il prefisso tedesco "frag" e il latino saxa fracta, con cui sono indicate in qualche caso le rovine di una fortificazione indicherebbero una frequentazione in età romana. Costruito da Otto von Auer nel 1357, appartenne a questa famiglia presumibilmente fino all'epoca in cui essa si trovò coinvolta nelle lotte della nobiltà locale contro le mire di Federico il Tascavuota. Il castello originariamente consisteva in una costruzione assai semplice a nord, sulla quale in epoca posteriore sorse il palazzo, e nella torre isolata a sud, che doveva un tempo superare in Mitezza gli altri edifici. Il palazzo conserva cinque caditoie che sporgono sotto la linea di gronda, che trovano confronto con il non lontano Katzenzungen di Prissiano. Sul lato rivolto verso il cortile esso fu arricchito, all'epoca dei Niederthor di Bolzano, che ebbero in proprietà il castello dal 1479 al 1558, di una loggia in stile rinascimentale a due piani con tre arcate a terra e sei arcatelle al primo piano, entrambe a tutto sesto, volte a crociera e colonne in marmo. Sulla loggia e all'interno si affacciano nume rose porte con eleganti cornici in marmo e in pietra. La bella stufa di maiolica con la leggenda di Giasone e Medea, opera del 1547 di Bartholomaus Dill - Riemenschneider, è ora al Castello del Buonconsiglio. Nel lato settentrionale si apre la cappella a due piani consacrata nel 1376 e dedicata alla Santa Croce. Durante la moda romantica dell'Ottocento anche Fragsburg ha subito numerose e arbitrarie modifiche, sulle quali si è intervenuto durante i lavori di restauro del 1969, quando il castello è stato trasformato in un lussuoso albergo».

http://www.tangram.it/merano/icastelli.php?url=c-06


Merano (Castel Rubein)

Dal sito www.rolbox.it   Dal sito www.rolbox.it

«Il castello, legato alla nobile famiglia dei Ruvina o Rubein (il più antico personaggio attestato è Bertoldo di Ruvina, nel 1220), risale agli inizi del XIII secolo. Situato ai margini del quartiere di Maia Alta, all'imbocco della val Passiria, il castello, che risale al XIII secolo, costituisce uno dei rari esempi in regione di architettura militare rinascimentale. La torre originaria, già possesso dei Greifen, attestati nel 1284, fu infatti ristrutturata e inserità in un'ampia cinta con torrioni angolari. Ciò avvenne, secondo alcuni studiosi, per opera dei Vols nel corso del 1500 (Giovanni Jacopo Vols fu burgravio del Tirolo e capitano dell'Adige tra il 1545 e il 1551) oppure, secondo altri, per volontà dei Planta, nobili svizzeri che furono proprietari del castello nella prima metà del 1600. L'incertezza della datazione dell'impianto fortificato è dovuta principalmente alla struttura della fortificazione, che manca della robustezza che già esigevano le nuove armi usate nell'assalto, il cannone e la mina. L'impianto risponderebbe quindi ad una tardiva e provinciale applicazione di moduli ormai sorpassati. Il fatto che nell'impianto ancora notevole preminenza abbia il mastio potrebbe altresì indicare, come sembra più probabile, la datazione più bassa, per cui l'esile cortina muraria costituirebbe solo una prima barriera nella difesa, accentrata ancora sul mastio. I confronti più vicini con il complesso fortificato sono costituiti da Glorenza, costruita alI'inizio del 1500 per volere dell'imperatore Massimiliano, dai castelli Annenberg e Coldrano, tutti situati in val Venosta e databili tra gli inizi e la fine del 1500. Negli interventi posteriori grande attenzione fu rivolta alla facciata del mastio rivolta verso il cortile, inglobato in una più ampia struttura. Archetti pensili ad arco ribassato decorano il sottotetto, tre Erker triangolari (quattro prima della sostituzione di quello inferiore con una finestra ad inferriate) e la porta a piano terra ad arco acuto articolano la superficie muraria. Recentemente nella loggia sud sono stati portati alla luce affreschi della metà del 1500 (scene bibliche e motivi decorativi) forse della mano di Bartholomaus Dill-Riemenschneider. Nella seconda metà dell'Ottocento la contessa von Reyer condusse altri vasti lavori di ristrutturazione. All'interno, riccamente arredato, la cosiddetta sala della musica possiede una bella stufa settecentesca in maiolica dipinta proveniente da Presano (val di Non) con la rappresentazione delle storie di Noè e Abramo e scene del vecchio Testamento».

http://www.tangram.it/merano/icastelli.php?url=c-07


Merano (Castel Zeno o San Zeno - Zenoburg)

Dal sito www.holidaycheck.it   Dal sito www.meranomaiaalta.net/

«Scendendo da Tirolo per la vecchia strada del Passo Giovo si trova a sinistra, un chilometro prima di arrivare a Merano, il castello San Zeno con i resti dell'antico santuario. Il colle è in posizione strategica di prim'ordine, dominando la strada di accesso a Merano dal Nord; è questa sua peculiarità fu sempre apprezzata. Nel periodo anteriore alla venuta dei romani si ritiene sia sorto in quel luogo un castelliere, mentre i romani, successivamente, vi costruirono il "castrum maiense", vero caposaldo di difesa della rete stradale da loro realizzata. La cappella, che nel periodo medioevale assunse il carattere di cappella palatina, ha peraltro per molti secoli, una sua storia distinta da quella del castello. San Zeno, infatti, nei primi secoli dell'era cristiana, fu anzitutto un celebre santuario, meta di pellegrini, la cappella - di interessante fattura romanica - accolse fra il 470 e il 474, le spoglie di san Valentino, mentre nel 725 vi veniva sepolto anche San Corbiniano. è questo il periodo di maggior notorietà del santuario, la cui decadenza, peraltro, si inizia verso la metà del 700, allorché vengono asportate a pochi anni di distanza l'una dall'altra, le spoglie mortali di San Valentino (750) e di San Corbiniano (758). L'importanza religiosa del luogo viene gradualmente a scadere, e non riesce ad essere ripristinata nemmeno dalla concessione del beneficio di una indulgenza (1288) che avrebbe dovuto consentire - con l'obolo dei fedeli - la ricostruzione del fabbricato ormai cadente. Si aggiunga la considerazione che Mainardo II di Tirolo aveva interesse a impadronirsi di quel nodo strategico e faceva vive pressioni sui Suppan, che avevano costruito due fortificazioni a nord e ad ovest dell'antica cappella, per ottenere la cessione. Così fra il 1285 e il 1290 il colle, i fortilizi e il santuario vennero acquistati dal duca Mainardo il quale vi costruì la propria residenza. Da questo momento l'importanza di Monte san Zeno come luogo sacro cessa quasi del tutto, essendo il santuario diventato una semplice cappella palatina a due piani, come quella delle altre residenze signorili. Mainardo compì opere importanti di ricostruzione, modifiche e ampliamenti; fra queste vanno annoverate anche quelle riguardanti la cappella e l'interessante portale in pietra colorata, con stemma e insegna scolpiti; nell'arco del detto portale, si ammira la più antica raffigurazione dell'aquila tirolese. Castel San Zeno fu una delle residenze più care alla famiglia dei Tirolo fino a quando Carlo di Lussemburgo, nella guerra contro Margherita Maultasch - più volte ricordata - lo distrusse nel 1347. Questo evento doveva essere fatale all'esistenza del maniero, che nonostante molte proposte avanzate da varie parti nel corso dei secoli successivi, non venne più ricostruito, né gli Asburgo, successori dei Tirolo, vollero mai cederlo a chi sarebbe stato disposto a ripristinarlo a proprie spese. L'edificio andò totalmente in rovina, e soltanto la chiesetta sembra aver goduto di una certa manutenzione. Si arriva così all'anno 1782, nel quale il rudere viene messo all'asta e acquistato dal meranese Veit Jordan; costui provvede ad un infelice rimaneggiamento della cappella secondo il gusto dell'epoca. Infine, il castello viene comperato nel 1800 da Leopoldo Braitenberg, i cui discendenti ne sono tuttora i proprietari. In questi ultimi tempi, peraltro, il senatore Carl von Braitenberg ha compiuto un attento e ammirevole restauro all'intero corpo edificale della torre, rendendola abitabile ed arredandola con gusto da intenditore».

http://www.meranomaiaalta.net/Portale/CastelSanZeno/index.htm


Merano (Castello Principesco)

Dal sito de.wikipedia.org   Dal sito www.suedtirolerland.it

«Il Castello Principesco, chiamato in tedesco Landesfürstliche Burg, non è una fortificazione, ma una residenza signorile risalente alla seconda metà del '400. L'edificio inizialmente costituiva un annesso alle cantine del principe, situate nei portici di sinistra, e portava il nome di "palatium posterius", cioè casa posteriore. Il primo riferimento storicamente provato risale ad un documento dell'8 gennaio 1328, in cui si accenna all'edificio con le parole "Merani in domo domini principis, quae vocatur casaba". Fu attorno al 1470 che venne interamente rifatto nello stile tardogotico di quei tempi e nuovamente arredato per opera del duca Sigismondo "il Ricco". La sua ricostruzione era stata decisa per agevolare i frequenti soggiorni del principe territoriale, in quanto l'accesso a Castel Tirolo era divenuto troppo faticoso ed il soggiorno nel vecchio e malandato maniero era alquanto scomodo. In seguito vi dimorarono, in particolari occasioni, gli imperatori Massimiliano I e Ferdinando I (quest'ultimo, nel 1564, con l'intera famiglia per sottrarsi ad un'epidemia che infieriva ad Innsbruck). Rimasto sempre immutato nelle sue strutture ma trascurato e spogliato nel secolo scorso, il castelletto venne acquistato nel 1875 dalla città di Merano, che intendeva demolirlo per far posto a nuove scuole. Furono il dott. Gottfried Putz, il dott. Josef Wassler nonché il presidente del distretto, Arthur conte Enzenberg, a organizzare una petizione popolare per impedire che il castelletto venisse raso al suolo. L'azione ebbe successo e finalmente intorno al 1880 l'edificio venne definitivamente recuperato. Oltre che ai necessari restauri, l'amministrazione cittadina ha provveduto anche al ripristino dell'arredamento del Castello principesco, acquistando, sulla scorta dei antichi inventari del 1518 e del 1528, mobili d'epoca e opere d'arte onde restituire al castello un assetto per quanto possibile conforme a quello originario. All'interno si possono osservare il pittoresco cortiletto, il corpo di guardia con armi, antiche cassepanche e altre opere d'arte dei secoli XV-XVI collocate nelle altre stanze. Da osservare vi sono inoltre la cappella, la stanza dell'imperatore con una grande e preziosa stufa di maiolica del '400 (forse la più antica esistente) e la stanza da letto».

http://www.tangram.it/merano/icastelli.php?url=c-00


Merano (Maia Alta, Castel Planta / Greifen)

Dal sito www.burggrafenamt.com   Dal sito www.sentres.com

«Dove finisce Maia Alta, all'imbocco della Val Passiria, sorge la vasta mole di Castel Planta, le cui mura lunghe 250 metri sono completamente ricoperte d'edera, con le torrette circolari agli estremi. Nel cortile, su di una pietra arenaria, sta scolpito un grifone: lo stemma dei signori del castello, i Greifen, dai quali la rocca si chiamò Greifenstein. Eretto come fortilizio abitabile intorno al secolo XIII, venne successivamente ampliato e abbellito in maniera sensibile grazie all'impegno del proprietario svizzero Freiherr Planta von Wildenberg. Da quel momento il castello prende il suo nome. Oggi è di proprietà privata».

http://www.meran.eu/it/castello-planta.html


Merano (Maia Alta, Castel Rundegg)

Dal sito www.italytraveller.com   Dal sito www.rundegg.com

«A Maia Alta tra le residenze nobiliari Reichenbach e Rosenstein, immerso in un sito botanico e tra i frutteti profumati che costeggiano via Scena, si erge maestoso il romantico Castel Rundegg. Purtroppo le documentazioni sulla storia della casa rivelano poco sui primi proprietari. Si presume che fu costruita nel 1154. La casa di lusso, dove oggi si respira pura bellezza, benessere e tradizione, era sempre stata in passato un importante possedimento feudatario. Dopo Beda Weber e Granichstädten, Christoph Maminger comprò la proprietà nel 1564. Fino a quel momento era sempre stata nelle mani di agricoltori in vista, i Talhacker, che nel periodo tra il 1495 e il 1550 ricoprirono a Merano per ben nove volte la carica dei giudici. Secondo lo storico Weingartner, il vigneto circostante era in origine marcato da quattro piccole torrette rotonde, mentre nella cronaca locale di Atz e Schatz si fa cenno anche a una cappella del castello. La prima testimonianza grafica, un’incisione su rame datata 1645 che raffigura Merano, mostra una grande torre affiancata da un’ala abitabile con la scritta “Rundeck”. Nel 1621 Christoph Maminger cedette la residenza al nobiluomo dei Grigioni Jakob von Mohr. L’arciduca Leopoldo conferì il 3 marzo 1625 a von Mohr tutti i diritti e le libertà di una residenza nobiliare per Rundegg e il permesso di portare il nome della stessa. Il nobile a quell’epoca era tuttavia vescovo di Strasburgo e Passau. Nel 1684 il castello passò a Ferdinand von Kiebach zu Ried, la cui vedova Dorothea nel 1714 lo cedette a sua volta al barone Bernhardus Paravizini von Capelli von Trahora, Signore a Rundegg, Rametz e Moerling. Il leggendario personaggio fu ufficiale nell’esercito e dovette lasciare il servizio dopo aver ucciso in duello un suo rivale. Nel 1714 si trasferì in Tirolo a Castel Rundegg, dove il 29 aprile 1770 morì all’età di 104 anni. Nel trattato Fertilità nell’età avanzata e nell’opuscolo L’arte di rimanere giovani si parla di Bernhardus, la cui vedova partorì ancora una figlia dopo la sua morte, mentre la primogenita aveva già 80 anni! Il barone leggeva sempre senza occhiali, faceva quotidianamente- anche il giorno della sua morte- una passeggiata di due ore, si sposò ben quattro volte e da tre di questi matrimoni ebbe oltre 10 bambini, alcuni morti in tenera età. Come testimonia una lapide, venne sepolto a fianco del duomo di Merano.  Ed infine Johannes Franziskus Nepomuk Sales Maria, barone Paravizini di Capelli, Signore a Rundegg e Rametz, nato il 29 gennaio 1765, morto a Merano il 17 gennaio 1813 e sepolto nella tomba di famiglia. Nel 1792 sposò la nobildonna Maria Theresia von Battaglia, Pontealto e Sopramonte. Dei nove figli di Johannes, solo due figlie raggiunsero l’età adulta ed entrambe, una dopo l’altra sposarono il sindaco di Innsbruck, il dott. Felix Adam von Riccabona zu Reichenfels. La seconda vedova morì il 19 febbraio 1878 a Castel Rundegg. L’erede del castello, Josepha von Riccabona, nata Paravizini, lo lasciò a sua volta in eredità a sua nipote, Maria von Riccabona, vedova Kostner. Nel Vademecum per il turista, edito a Bolzano nel 1851, si consigliò Castel Rundegg come sito per alloggiare a Maia Alta. L’eredità nel 1901 passò alla figlia Josepha, che si trovò in serie difficoltà per il mantenimento della proprietà, dovette cedere definitivamente il castello a fratelli Spitaler nel 1935. L’imprenditore altoatesino Paul Sinn rilevò il castello in stato di completo abbandono e cominciò a rinnovarlo e a trasformarlo in un albergo di lusso che cominciò la sua attività nel 1978. L’albergo venne poi acquisito dalla famiglia imprenditoriale Spögler».

http://www.rundegg.com/it/castel-rundegg/storia/14-0.html ss.


Merano (Tirolo, Castel Tirolo)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito http://mobile.agriturismo.agraria.org

«Castel Tirolo è il più importante castello dell'Alto Adige e, si può dire, dell'intera regione alla quale la famiglia gentilizia del Tirolo ha dato il nome. Dominante sulla conca di Merano ma anche sull'imboccatura della Val Venosta e sulla Val d'Adige, il maniero avito dei Conti di Tirolo fu edificato a partire dal 1138, probabilmente su strutture precedenti, in quella che fu una delle posizioni più strategiche per il controllo del passaggio di truppe e convogli. L'insolita forma architettonica lasciava intendere già da lontano la potenza della casata che lo abitava e che aveva riunito sotto di sé i vari territori compresi tra la valle dell'Adige e quella dell'Inn. Questa rocca principesca, che i Tirolesi chiamarono "das Herz des Landes" (il cuore del Paese), fu costruita su di un colle morenico che, da un lato, precipita a picco, nella prima metà del sec. XII, dai Conti della Val Venosta, i quali in quell'epoca, si trasferirono stabilmente a monte di Merano. Famiglia potente, dotata di uomini tenaci e intraprendenti, i conti di Tirolo, dopo lunghe e sanguinose lotte, finirono per diventare il casato più importante di tutta la regione. Sulla zolla morenica il complesso di Castel Tirolo è costituito a nord dal possente mastio difensivo, affiancato da ciò che rimane dell'edificio residenziale crollato nella forra dei castagni nel XVI secolo; a sud dal palazzo di rappresentanza a due piani e culminante a est nella cappella gentilizia, anch'essa a due piani, tipica architettura concessa solo ai signori territoriali d'Impero; ancora a est il palazzo residenziale.  Nel 1347 la guerra portata da Carlo di Lussemburgo, re di Boemia, mette a dura prova le capacità di resistenza del castello che, difeso ad oltranza dall'arciduchessa Margherita (la Maultasch), subisce gravi danni, pur senza venire espugnato dagli assalitori. Con l'abdicazione di Margherita, avvenuta nel 1363 termina il periodo aureo di Castel Tirolo. Già sul finire del 1300 i Conti tirolesi avevano cominciato a frequentare altre residenze, come Castel San Zeno; e con l'andar del tempo, essi amarono soggiornare a lungo anche in altri castelli, finché non trasferirono, in via definitiva, la capitale della contea da Merano ad Innsbruck. Così alla fine del secolo XVI il castello è in piena decadenza, ha ormai posto solo per un castellano, un cappellano e un cacciatore. Nella prima metà del 1600, l'angolo nord-est, dove sorgeva l'appartamento principesco, venne abbattuto per evitare un franamento più grave, dovuto alla natura friabile della morena su cui sorge la costruzione. Forse in quello stesso periodo viene dimezzata la torre, ed il materiale ricavato fu utilizzato altrove. Infatti solo la parte inferiore della torre è originaria, mentre la sua sopraelevazione è dovuta ad un restauro del 1904. Altri restauri furono compiuti dal 1887 al 1898 e nel 1912, con i quali venne rimaneggiata tutta la parte meridionale della costruzione e la cappella. Avvenuta l'annessione dell'Alto Adige alla Baviera (1806), Castel Tirolo venne venduto all'asta dal governo dell'epoca e acquistato per 2.000 fiorini. Nel 1816 divenne proprietà della civica amministrazione di Merano, che ne fece dono all'imperatore Francesco I d'Austria, dal quale veniva ceduto allo Stato. Da questo il castello passò allo Stato italiano, che ne curò la conservazione ed il restauro fino al 1973. Il castello è oggi proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano, che lo ha completamente ristrutturato, ed ospita una raccolta culturale d'interesse storico, una documentazione della storia provinciale e una esposizione di reperti archeologici (Museo storico-culturale della Provincia)».

http://www.suedtirol-it.com/tirolo/casteltirolo.htm


Missiano (castel Corba, castel d'Appiano, torre Kreideturm, ruderi di Castel Boymond)

a cura di Stefano Favero

  


Monguelfo (Castel Welsberg)

a cura di Stefano Favero


Montagna (Castelfeder)

a cura di Michele Tessadri


Montechiaro (castello)

a cura di Stefano Favero


Mules (Castel Guelfo)

a cura di Stefano Favero


Nalles (Castel del Cigno / Castel Schwanburg)

 a cura di Stefano Favero


Nalles (Castel Payersberg)

a cura di Stefano Favero


Nalles (Castel Stachelburg)

a cura di Stefano Favero


Palù (Castel San Michele)

a cura di Stefano Favero


Parcines (Castel Gaudententhurm)

Dal sito www.siegi.it   Dal sito www.partschins.com

«Il Gaudententurm, che ha subito varie modifiche architettoniche nel tempo, ha preso il suo nome da un certo Gaudenz, menzionato nel 1357. Questa residenza fu costruita all’incirca nel 1200. Oggi ci vive la famiglia dei Sölder, discendenti dello scrittore comunale Anton Isser che acquistò la Residenza nel 1794».

http://www.siegi.it/it/sehenswertes.php


Parcines (Castel Spauregg)

Dal sito www.siegi.it   Dal sito http://castelliere.blogspot.it

«Risale al XII secolo. Nel 1737 fu acquisito, tramite matrimonio, dal cavaliere Franz Ferdinand von und zu Goldegg und Lindenburg. Ancora oggi è proprietà dei suoi discendenti, i quali abitano qui. L’edificio, in ottimo stato di conservazione anche grazie agli ultimi lavori di restauro del 1876, non è quindi visitabile internamente. Caratteristico è il suo parco, con vegetazione mediterranea, dove spiccano un tasso, un cedro e una sequoia di 45 m e con ben 150 anni di vita».

http://castelliere.blogspot.it/2012/09/il-castello-di-sabato-8-settembre.html


Parcines (Castel Stachelburg)

Dal sito www.siegi.it   Dal sito www.burggrafenamt.com

«Tra queste vecchie mura al centro di Parcines vive oggi il Barone Sigmund von Kripp, un vignaiolo e cantiniere di fama. Durante una degustazione al castello, che fu costruito prima del 13esimo secolo, potrà farsi un’idea delle capacità vinicole del padrone del castello».

http://www.siegi.it/it/sehenswertes.php


Ponte Gardena / Waidbruck (Castel Forte / Castel Trostburg)

a cura di Marta Tinor


Presule (Castel Presule/Prösels o castel Colonna)

Dal sito it.wikipedia.org

a cura di Marta Tinor


Prissiano (Castel del Gatto / Katzenzungen)

a cura di Stefano Favero


Prissiano (Castel Fahlburg)

a cura di Stefano Favero


Prissiano (Castel Wehrburg)

a cura di Stefano Favero


Prissiano Castel Zwigenburg)

a cura di Stefano Favero


Rio di Pusteria / Muhlbach Klausen (chiusa degli Aslago)

a cura di Stefano Favero


Rodengo / Rodeneck (castello)

Dal sito www.comune.rodengo.bz.it

a cura di Marta Tinor


Salorno (castello Salurn / Haderburg)

a cura di Stefano Favero

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Sonia Gelmetti (https://www.facebook.com/sonia.gelmetti.14)


San Leonardo in Passiria (rovine di Castel del Giovo / Jaufenburg)

Dal sito www.sentres.com   Dal sito www.sentres.com

«L'imponente torre de castello e gli ultimi resti del muro di quello che fu il punto d'incontro della società cortese, ricordano il periodo di lusso del Duecento. Dal XIII fino al XVI secolo, Merano è stata un luogo di mercato molto considerato. Numerosi commercianti circolavano e trafficavano tra la Val Passiria e il Brennerweg. Fu in questo periodo che venne costruito il borgo di Castel Giovo (Jaufenburg), allo scopo di difendere le rotte commerciali. Su una collina al di sopra di San Leonardo in Passiria, visibile a occhio nudo già da lontano, si erge l’alta torre di quello che una volta fu un magnifico castello a cinque piani. Il borgo venne costruito nel XIII. secolo dai Signori di Passiria, e utilizzato come sede per le sedute di giustizia dai ministeriali, che amministravano la giustizia per conto di questi ultimi. In seguito, i Fuchs di Montevolpe, vassalli del conte di Appiano, acquisirono il castello. Lusso sfrenato, feste pressoché interminabili e sperpero, portarono i Fuchs in un’inesorabile rovina, che culminò nel 1788. Oggi, la torre principale del castello è stata restaurata ed è visitabile. Qui, sono ancora visibili lo stemma dei Signori di Passiria, l’emblema sbiadito dei Fuchs e alcuni affreschi. Nell’ingresso principale vi resistono murate, tre palle di cannone francesi del 1809».

http://www.sentres.com/it/castel-giovo-jaufenburg


San Martino in Badia (castello de Tor / Thurn)

Dal sito www.suedtirolerland.it   Dal sito www.museumladin.it

«Attorno al 1230 ministeriali dei vescovi di Bressanone edificano una torre abitativa isolata ed articolata su tre piani. Essa viene documentata per la prima volta nel 1290 come "turris in Geder" e rappresenta il cuore del giudizio di "Torre in Quadra" (come andrebbe tradotto correttamente). Questo feudo dei vescovi di Bressanone viene affidato sino al 1331 ai signori di Rodank-Schöneck. Negli anni successivi si fanno costruire un muro di cinta merlato con camminamento di ronda e un nuovo edificio d'abitazione (palazzo) di piccole dimensioni. La torre, rialzata di due piani, viene utilizzata come granaio. Nel 1426 il vescovo Berthold sottopone il giudizio direttamente all'amministrazione principesco-vescovile, insediandovi dei funzionari in qualità di amministratori e giudici.  Dopo il 1580 hanno luogo ulteriori integrazioni: viene ampliato il palazzo romanico, il quale assume la sua forma odierna, e vengono addossate al muro di cinta due torri circolari. Appena i vescovi di Bressanone perdono il dominio secolare sul giudizio di Torre in Gader nel 1803, il castello viene acquistato da famiglie contadine. I loro discendenti lo abitano sino alla sua trasformazione in museo».

http://www.museumladin.it/castello/schlossgeschichte-it.htm


San Michele (Castel Aichberg)

a cura di Stefano Favero


Santa Cristina Valgardena (castel Gardena / Fischburg)

Dal sito www.burgen-adi.at   Dal sito http://isolafelice.forumcommunity.net

  

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Ruggiero Balducci (https://www.facebook.com/ruggiero.balducci1)   Foto di Ruggiero Balducci (https://www.facebook.com/ruggiero.balducci1)

«Il Castel Gardena (in tedesco Fischburg o in gardenese 'I Ciastèl), è un castello che si trova ai piedi del Sassolungo a Santa Cristina Valgardena, in Alto Adige. Il nome originario del castello, Fischburg, significa "castello della pesca". Il nome deriva dai tanti laghetti che il proprietario del castello aveva fatto scavare per allevare delle trote. Il castello fu costruito nel 1641 dai conti di Wolkenstein verosimilmente con l'intervento progettuale nel 1625 dello scultore-architetto Hans Reichle del Schongau, allievo del Gianbologna, allo scopo abitativo e come castello da caccia in stile rinascimentale, pur mostrando alcune caratteristiche di fortificazione. Il nome tedesco Fischburg deriva dal fatto che il conte aveva costruito nei paraggi una serie di laghetti nei quali allevava le trote che si dilettava a pescare. Il castello è situato a ridosso del pendio boschivo sul quale sono tracciati gli impianti sciistici Saslong di Selva e di Santa Cristina. Il castello appartiene attualmente alla famiglia del Barone Andrea Franchetti, che lo abita nel periodo estivo. Per questo motivo il castello non è visitabile, seppur d'estate in occasione del Valgardenamusika, si tengano dei concerti nel suo cortile».

http://it.wikipedia.org/wiki/Castel_Gardena


Sarentino (Castel Regino o Reinegg)

Dal sito www.fotost.eu   Dal sito www.sentres.com   Dal sito www.suedtirol-it.com

  

«Il castello sorge sulla sommità di un declivio, a nord est di Sarentino. Il doppio recinto, all'esterno triangolare, all'interno circolare, trova giustificazione nella quasi inesistente difesa naturale del sito. All'interno sorgono il mastio, il primitivo edificio residenziale, la cappella, e una costruzione annessa al palazzo, che fu eretto nello spazio tra i due recinti. Nel castro Sarentine, per la prima volta menzionato nel 1263, ebbe luogo la grande festa di matrimonio tra Sofia di Velturno, figlia del ricco e potente Ugo feudataorio del principe vescovo di Bressanone e di Elisabetta di Appiano-Sarentino, con il nobile Alberto di Mazia, benedetto dal vescovo trentino Egno di Appiano. A parte gli anni in cui vi risiedette Eugenia, la vedova di Ottone, fratello del re Enrico (1311-1374), detta la "duchessa di Sarentino", il castello fu abitato dai ministeriali dei conti di Tirolo, che vi amministravano la giustizia, e andò lentamente in rovina. Alcuni locali furono restaurati alla fine del XV secolo, altri lavori furono intrapresi nel corso del XVI secolo. Castel Reinegg costituisce una rara testimonianza dell'architettura castellana tardoromanica nella regione. A partire dal 1938, quando il castello venne acquistato dai conti Vergerio di Cesana, si è proceduto al restauro del complesso. La cappella, situata tra il più antico edificio residenziale e il mastio, a pianta pentagonale ha un'alta porta di accesso sul lato ovest, raggiungibile con una scala di legno. Sopra la porta si riconoscono i pochi resti di un affresco gotico rappresentante S. Cristoforo. Dell'originaria decorazione affrescata della metà del XIII secolo è la rappresentazione della Madonna con il Bambino in trono tra due Sante, purtroppo rovinata nella parte inferiore dalla fiamma secolare delle candele. Il palazzo, originariamente a due piani, si affaccia verso valle sul lato ovest con tre finestre quadrate a doppia strombatura e ampie trifore incorniciate. Un'ampia sala di rappresentanza occupava tutto il primo piano prima della sua suddivisione in più locali, simile alle sale dei castelli di Tirolo e Boymont».

http://guidaaltoadige.blogspot.it/2011/08/castel-reineggregino.html (a c. di Lina Montan)


Scena/Schenna (castel Schenna)

a cura di Marta Tinor


Schernag (rovine del castello)

a cura di Stefano Favero


SILANDRO (Castel Schlandersberg)

Dal sito wwww.sentres.com   Dal sito www.venosta.net

  

«Il nucleo del complesso è una torre abitativa che risale al XIII secolo. I resti di questo edificio, all’ingresso della biblioteca, sono riconoscibili ancor oggi. Agli inizi del ‘500 l’edificio è ormai salito al rango di residenza nobiliare, godendo dei relativi benefici. Nel 1600 i conti von Hendl acquistano il complesso trasformandolo nel castello rinascimentale che ancor oggi possiamo ammirare. Le logge distribuite su due piani e abbellite da numerose colonne ed i caminetti decorati con la tecnica del graffito sono particolari caratteristici. All’inizio del XIX secolo la sala del pretore viene dipinta da Josef Strickner ispiratosi ai modelli dell’artista francese Watteau. Nel 1854 il castello di Silandro viene venduto dai conti Trapp, che ne erano venuti in possesso per via indiretta, cioè tramite matrimoni, al dott. Johann Wallnöfer. Quest’ultimo lo vende a sua volta al medico meranese Bernhard Mazegger nel 1878. Dal 1859 al 1989 il castello di Silandro è sede di pretura. La porta di una cella all’interno del cortile ci rammenta l’esistenza della prigione della circoscrizione, collocata al pianterreno. Nel 1906 il castello di Silandro viene acquistato da Matthias Bachmann, che nel 1935 lo lascia in ereditá ai suoi 10 figli. A partire dal 1980 il comune di Silandro si impegna ad acquistare le singole quote. Gli altissimi costi preventivati per un urgente risanamento comportano la vendita del complesso alla regione Trentino Alto-Adige, che nel 1985 lo trasferisce alla provincia, tramite permuta. L´intero castello viene sottoposto adopera di restauro dal 1993 al 1999. A partire dalla primavera del 1998 e rispettivamente del 1999 diversi uffici periferici della Provincia Autonoma di Bolzano come anche la Biblioteca Centrale sono alloggiati nel castello di Silandro».

http://www.schlanders.it/system/web/zusatzseite.aspx?menuonr=224926974&detailonr=224921608&sprache=3


Sluderno (Castel Coira)

a cura di Stefano Favero


Stanghe (resti di castel Reifenegg)

a cura di Marta Tinor


Terlano (ruderi di Castel Neuhaus / Maultash)

a cura di Stefano Favero


Tubre (Castel Rotund e Castel Reichenberg)

a cura di Stefano Favero


Vadena (rovine di Castel Varco / Laimburg)

a cura di Stefano Favero

  


Vanga (Castel Vanga / Schloss Wangen-Bellermont)

a cura di Stefano Favero


Varna (abbazia di Novacella e Castello degli Angeli)

a cura di Stefano Favero


Velturno (Castel Velturno / Schloss Velthurns) - 1

a cura di Marta Tinor


Velturno (Castel Velturno / Schloss Velthurns) - 2

a cura di Stefano Favero


Villa di Mezzo (Castel Sallegg)

a cura di Stefano Favero


Vipiteno (Castel Pietra)

Dal sito www.regione.taa.it   Dal sito www.regione.taa.it

«Il castello è posto in posizione più elevata rispetto a Castel Reifenstein a sud-est di Vipiteno; esso apparteneva alla famiglia Trautson ed è composto di una fortezza inferiore e una superiore con mastio e palazzo più volte restaurato. In uno scritto del 1241 si parla del castello ricostruito. Nel 1775 questo passò per via ereditaria alla famiglia Auersperg. Durante la seconda guerra mondiale il castello fu gravemente danneggiato dai bombardamenti, ma grazie alla famiglia dei proprietari e alla sovrintendenza per i beni storico artistici di Trento venne in seguito ristrutturato con molta cura. Il castello si può vedere dall’esterno».

http://www.vipiteno.com/it/arte-e-cultura-a-vipiteno-in-alto-adige/castelli/31-castel-pietra-a-vipiteno.html


Vipiteno (Castel Tasso / Reifenstein)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito it.wikipedia.org

«Un paio di chilometri a sud di Vipiteno, sui lati opposti della valle, due castelli dominano la grande piana. Si tratta di Castel Pietra Sprechenstein la cui costruzione ebbe inizio nel 1241, con il caratteristico mastio circolare, attualmente chiuso al pubblico. Lo fronteggia Castel Tasso Reifenstein risalente al XII secolo, suggestivo esempio di fortezza medievale. Castel Tasso è a ragione considerato uno dei castelli più belli di tutto l'Alto Adige. Ha conservato buona parte dell'arredamento tardogotico. Per duecento anni il castello fu sottoposto alla sovranità del Tirolo che nel corso degli anni lo diedero in feudo a diverse famiglie nobiliari. nel 1470 fu ceduto all'Ordine Teutonico, al quale è dovuto il suo aspetto attuale e gran parte dell'arredamento. Dal 1813 divenne proprietà dei Conti Thurn un Taxis. All'interno del castello è possibile visitare la grande cucina duecentesca in uno straordinario stato di conservazione. Impressionante è anche la vecchia torre d'abitazione ancora intatta con il dormitorio per gli scudieri a scomparti che ha la forma di un grande cassone di legno. Preziose testimonianze della ristrutturazione quattrocentesca sono la splendida sala Verde, così chiamata per il colore della decorazione pittorica che simula un rilievo, e l'elegante preziosa cappella di San Zeno, preceduta da un eccezionale cancello di legno abilmente intagliato e traforato con raffinati motivi geometrici. Alla fine del quattrocento risale anche la cosiddetta 'camera del Capitolo' che conserva l'originale arredamento gotico».

http://www.altemontagne.it/Castelli/castel%20Tasso.htm


Vipiteno (palazzo Comunale, palazzo Jöchl)

Il palazzo comunale, dal sito www.trivago.it   Palazzo Jöchl, dal sito www.lamiglioreofferta.com

«Palazzo Comunale. Situato nella Città Nuova, il palazzo venne costruito tra il 1468 ed il 1473. All’interno, da vedere la sala Vigil Raber, una delle sale di teatro più antiche del Tirolo, e, nel cortile interno, una copia in marmo della lapide del dio persiano Mitra risalente all’ epoca romana. Notevoli i rivestimenti in legno e la stube gotica con la lumiera a forma di donna. Palazzo Jöchl o Jöchlsthurn. Situato vicino alla Torre delle Dodici, Palazzo Jöchl è una residenza signorile risalente al XV secolo; nata come casa-torre, fu più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Originariamente era sede amministrativa degli Jöchl, un’eminente famiglia originaria di Stegola; nel 1643 divenne possesso dei conti di Enzenberg, proprietari attuali. All’interno, notevoli gli affreschi, i soffitti tardogotici in legno e la cappella. Il castello è attualmente sede del Museo provinciale delle miniere, con testimonianze della vita nelle miniere della zona dal medioevo all’epoca moderna».

http://www.sdamy.com/vipiteno-luoghi-da-visitare-itinerari-e-tradizione-gastronomica-2523.html


Vipiteno (torre Civica o delle Dodici)

Dal sito http://spazio.libero.it   Dal sito www.sentres.com

«La torre civica di Vipiteno, alta 46 m, conosciuta da tutti come “Torre delle dodici”, segna il confine verso nord tra città nuova e città vecchia. Fu costruita negli anni 1468-1472 e pare che il Duca Sigmund von Tirol abbia posato di persona la prima pietra. Dopo l’incendio che distrusse nel 1867 la parte alta della torre, nel 1868 la precedente cupola a cuspide venne sostituita con un frontone merlato. La “Torre delle dodici” che era la sede della guardia del fuoco, è considerata il simbolo della città».

http://www.vipiteno.com/it/localita-ed-aree/vipiteno/arte-cultura/18-torre-delle-dodici-torre-civica-di-vipiteno.html


 

  

 

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