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PAOLO LA ROTONDA

 

Mille anni di storia

   

Kàlena, magari è la volta buona. Primi segnali di apertura da parte dei proprietari della millenaria abbazia

  

           

    

L'8 settembre potrebbe aver costituito una data importante, storica per certi versi, in merito alla vicenda riguardante l'abbazia dì Kalena. è vero, le stesse cose si dicevano anche l'anno scorso e quelli addietro senza però approdare a qualcosa di concreto, ma quest'anno pare che qualche elemento in più ci sia per sperare in una soluzione positiva della faccenda in grado di soddisfare le diverse parti in causa, dalla famiglia Martucci alla Diocesi e al Comune. «Io sono un inguaribile ottimista, sapete qual è il mio sogno, non l'ho fatto ma ve lo dico: che la buona volontà degli uomini, e mi appello agli eredi Martucci, ci farà un regalo. Poniamo fine a tutta questa diatriba: regalateci le chiese, mettetele a disposizione della comunità, il Signore che è Provvidenza vi restituirà il centuplo". Questo il sogno di monsignor Domenico D'Ambrosio, espresso in occasione della ricorrenza di S. Maria delle Grazie l'8 settembre, unico giorno in cui l'antica abbazia è aperta alla pubblica fruizione.

Un appello che pare non sia destinato a cadere nel vuoto, come nel recente passato. Anche se su questo vige la massima cautela tra i diversi soggetti interessati. Tanto dal Municipio della città garganica quanto dalla famiglia Martucci proprietaria dei terreni su cui sorgono i resti dell'antica abbazia trapelano segnali improntati all'attesa e alla riflessione. «Non ho ancora parlato con i miei fratelli» ha ammesso l'ingegner Vincenzo Martucci, unico rappresentante della famiglia ad essere presente al discorso di monsignor D'Ambrosio. Anche la sua sola semplice presenza è pur sempre un segnale, forse questo potrebbe essere l'anno giusto per registrare la disponibilità dei proprietari a trovare un'intesa. La faccenda è complessa, ma una via d'uscita dopo una querelle che si trascina da una decina d'anni potrebbe finalmente iniziare ad intravedersi. 

Preferisce mantenersi cauto anche l'assessore al Turismo del Comune di Peschici, Donato Di Milo, ribadendo comunque "la disponibilità" dell'ente a trovare una soluzione in grado di valorizzare l'antica abbazia, che rappresenta un "fiore all'occhiello per la popolazione". Il punto principale riguarda la fruizione pubblica del l'abbazia, come sottolinea Teresa Rauzino, presidente del Centro studi Martella: «Auspichiamo una soluzione che consenta di trovare il modo più opportuno per consentire la fruizione dell'abbazia». Diverse le ipotesi allo studio, tra queste sullo sfondo anche l'idea di assicurare la fruizione della struttura alla pubblica cittadinanza rispettandone gli scopi religiosi in ossequio alla tradizione del luogo mantenendo la proprietà dei terreni in mano alla famiglia Martucci. Più probabile invece che alla fine si arrivi ad un esproprio concordato con i proprietari dei terreni che, rifacendosi alle parole di monsignor D'Ambrosio, saranno ricompensati dal Signore. 

Alle porte dovrebbe esserci un incontro chiarificatore tra le diverse parti in causa, anche se al momento pare incerta non solo la data ma anche la presenza stessa dei convenuti. «Io apprendo da lei - ammette l'ingegner Vincenzo Martucci - sulle voci di un vis-a-vis tra Comune, Diocesi, famiglia proprietaria e Sovrintendenza dei Beni culturali». Fonti attendibili assicurano che dovrebbe tenersi entro la fine del mese di settembre ma è chiaro che deve esserne data comunicazione ai diretti interessati. E in ogni caso a breve il rebus dell'incontro dovrebbe essere risolto. «Desideriamo che in questo luogo così bello, così caro, così ricco di secoli di preghiera e di lavoro, in qualche modo almeno le chiese possano tornare ad essere luogo di preghiera dove venerare questa stupenda statua della Madonna di S. Maria di Kàlena. Ecco questa, è l'intenzione del Rosario che abbiamo recitato questa sera, questa è l'intenzione dell'Ave Maria che concluderà questa nostra preghiera» ha ricordato l'arcivescovo, monsignor Domenico D'Ambrosio, verso la conclusione dell'incontro con i fedeli in occasione della festività di S. Maria delle Grazie. «Questa sera queste pietre stanno parlando» ha aggiunto D'Ambrosio, rivolgendosi in particolare alla famiglia Martucci nel tentativo di lanciare un ulteriore segnale di pacificazione con l'auspicio di raggiungere un accordo di buona volontà.

Sono quindi riprese con slancio dopo l'8 settembre le relazioni tra le parti in causa: Diocesi, famiglia Martucci e Comune. Rimarrà utopia vederli tutti assieme seduti in torno ad un tavolo entro la fine del mese di settembre? Vedremo.

 Paolo La Rotonda

 

 

da "L'Attacco", 11 settembre 2007, segnalato da M.T. Rauzino

 

  

 

 

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