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     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo



    Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


III. LA LEBBRA NEL MEDIOEVO

Contro il contagio furono messe in atto misure severe: sonagli e abiti speciali che il lebbroso doveva indossare; allontanamento da qualsiasi forma di vita civile e confinamento nei lazzaretti.

Qui si trovarono tutti coloro che presentavano lesioni della pelle gravi e visibili, e ciò spiega in parte il terrore che la lebbra suscitò sempre, legato più alla deturpazione della figura umana che all'effettivo rischio di contagio; questo, in effetti, non è affatto facile, se non in una delle prime fasi che si manifesta peraltro con una apparentemente innocua rinite.

Quale conseguenza della diffusione della lebbra in Europa, divennero operative le leggi per impedirla (in quanto ritenuta contagiosa), analogamente ai regolamenti per impedire il matrimonio di gente lebbrosa, la loro segregazione e detenzione in istituti che erano più caritatevoli e filantropici che medici.

Le ricerche di R. L. K. Virchow relative ai lebbrosari indicano che tali centri esistevano in Francia dal VII secolo a Verdun, Metz, Maestricht, ecc., e ciononostante la lebbra si diffondeva.

Nell’VIII secolo sant'Othmar in Germania e san Nicholas di Corbis in Francia fondarono lebbrosari, e molti ne esistevano in Italia [21].

   

Il Signore e Satana (Nicolas Le Rouge, Troyes 1496)

Leggi contro il matrimonio dei lebbrosi e per la loro segregazione furono emanate da Rotari, da Pepino (757) e da Carlomagno (789). I primi investimenti per la fondazione di lebbrosari furono in Germania nell’VIII e IX secolo; in Irlanda (Innisfallen), 869; Inghiterra, 950; Spagna, 1007 (Malaga) e 1008 (Valencia); Scozia, 1170 (Aldnestun); Olanda, 1147 (Ghent). 

Tali edifici non vennero costruiti prima che la malattia fosse diffusa considerevolmente e divenuta un rischio per la salute della popolazione. Se ne sono stimate 2000 solo in Francia, al tempo di Luigi IX, e complessivamente non meno di 19.000 [22].

In Italia valse la definizione del Muratori: «Vix ulla civitas quæ non aliquem locum leprosis destinatum haberet» [23].

Ci sono comunque dei buoni motivi per dubitare della precisione dei dati riportati (19.000 lazzaretti?), anche in considerazione del fatto che col termine lebbra si intendevano molteplici affezioni cutanee e che la segregazione non fu voluta dai medici ma da profani.

   

Impero Romano d’Oriente

1183 – Baldovino IV depone il reggente Guido di Lusignano per incapacità, e pur devastato dalla lebbra assume la reggenza per il nipote di sei anni Baldovino V.

16.3.1185 – Baldovino IV muore di lebbra a 24 anni.

   

La forma più grave veniva denominata lepra arabica o morbus elepha o elephas sacer, che corrompeva e deformava grandemente i corpi coprendoli di piaghe. Veniva attutita la sensibilità, alterata la fisionomia, cadevano a pezzi le dita delle mani e dei piedi. Una tale malattia rendeva ributtanti e l’anestesia delle parti era tale che ci si poteva bruciare un arto senza accorgersene.

Si credette che la lebbra fosse estremamente contagiosa, sebbene oggi si sappia che non lo sia per nulla.

I lebbrosi erano classificati al pari degli eretici, dei giudei, degli omosessuali, delle prostitute, dei mezzani e di chiunque altro fosse ai margini della società.

STORIA RECENTE DELLA LEBBRA

Anno

 

43

Galeno scrisse della lebbra in Germania

380

636 lebbrosari in Italia, Verdun, e Maestricht.

625

625/638 AD: Primo lebbrosario conosciuto in Inghilterra, a Nottingham (Blyth Leper Hospital)

757

Pipino, in Francia, stabilisce per decreto l’illegalità del matrimonio fra lebbrosi  e la malattia è ragione per il divorzio.

868

Lebbrosario in Irlanda.

950

La lebbra è conosciuta nel Galles.

1000

1000-1400: Lebbra endemica in Europa, dopo le Crociate.

1000

Albergaria dos Mirléus in Coimbra, Portogallo, diviene un lebbrosario.

1000

Settantacinque lebbrosari in Portogallo.

1067

Primo lebbrosario in Spagna, a Palenca, per decisione del Cid.

1100

Primo lebbrosario in Islanda.

1101

Lebbrosario a  St Giles, vicino Londra.

1139

Gafarias (villaggi per lebbrosi) sono fondati in Portogallo, al tempo di Dom Alfonso Henriques.

1200

Ventisei lebbrosari in Provenza, Francia.

1223

Re Alfonso II del Portogallo, ammalato di lebbra, muore all’età di 38 anni.

1248

1248 – Fondazione dell’Ospedale di San Lázaro a Siviglia, che sarà attivo fino al 1930 circa. Servì quale esempio e prototipo per tutti i lazzaretti spagnoli nel Nuovo Mondo.

1256

La lebbra diviene nota in Crimea.

1266

La lebbra diviene nota a Bergen, Norvegia.

1300

XIV e XV secolo: declino della lebbra in Europa.

1300

Vengono stimati 19.000 lebbrosari in Europa.

1355

Fondazione di un lebbrosario in Finlandia.

1400

1400-1410: Fondazione dell’Ospedale St Jørgen’s a Bergen, Norvegia.

1500

XVI secolo: I Portoghesi vengono ritenuti responsabili dell’introduzione della lebbra in Brasile, principalmente a Rio de Janeiro, Salvador e Recife.

1500

XVI – XVII secolo: la lebbra si diffonde dalla Spagna a Colombia, Equador, Cuba, Messico e bassi Stati Uniti.

1500

1500-1591 – La lebbra fu importata nell’America latina dagli immigranti Europei e da circa 50.000 schiavi africani. 

1868

Scoperta del bacillo dal norvergese G.A. Hansen (la lebbra è anche nota come Morbo di Hansen)

1945

Introduzione dei solfoni, primi farmaci attivi sulla lebbra: ottengono qualche effetto se somministrati per molti anni.

2001

Nel mese di gennaio, Stewart Cole ha determinato la sequenza del genoma del Mycobacterium leprae. Tale conoscenza permetterà di sviluppare nuovi strumenti per la prevenzione, la diagnosi e la cura.

     

L'unico modo per ottenere i bacilli in laboratorio è quello di inocularli in animali come il topo e l'armadillo, ed aspettare settimane e mesi, per la loro crescita.

Così come il nome pestis comprendeva tutte le più grandi e più gravi  epidemie, analogamente il nome lepra comprendeva tutte le maggiori e peggiori malattie della pelle [24].

   

Un lebbroso ed uno storpio (si notino il sonaglio del lebbroso e la ciotola del mendicante)

Appariva infatti una gran varietà di macchie cutanee che si differenziavano nel colore o nella apparenza morfologica, che determinavano la prima manifestazione del processo morboso della lebbra. Potevano però confondersi e mimetizzarsi altre patologie: la scabbia e la psoriasi, patologie meno gravi.

Limitazioni comuni ad altri gruppi:

·        Dovevano vestire abiti specifici per essere distinti, al pari di Ebrei e prostitute.

·        Erano costretti a vivere fuori dalla città in aree separate. Lo stesso trattamento era vero per Ebrei e prostitute.

·        Essi erano tutti considerati sporchi e peccatori, analogamente ad omosessuali, Ebrei e streghe [25].

·        I lebbrosi erano spesso accusati di deviazioni sessuali. Alcuni lebbrosi erano perfino costretti a prendere i voti di castità. 

Quando erano in pubblico i lebbrosi annunciavano alla gente il loro arrivo con il suono di campanelli e sonagli. La lebbra portava il malato a gravi devastazioni fisiche che causavano un puzzo insopportabile ed è per queste ragioni che i malati venivano allontanati dalla comunità e confinati nei lebbrosari o nelle colonie.

Non era loro permesso di toccare il cibo ai mercati: dovevano indicare le loro scelte alimentari indicandole agli addetti. Una persona sospettata di avere la lebbra doveva rinunciare al mondo "normale" e doveva promettere di sottostare a molte restrizioni. Tali restrizioni includevano il non toccare niente o nessuno, eccetto il o la coniuge. In migliaia vennero inviati alle colonie dei lebbrosi diffuse in tutta Europa.      

Tali lebbrosari erano gestiti da religiosi e autorità cittadine ed alcuni non erano totalmente inospitali.

I lebbrosi che avevano denaro potevano convivere con moglie e figli. Ricchi mercanti spesso lasciarono donazioni a lebbrosari nel loro testamento.

La lebbra rimase la malattia più temuta nel Medioevo, fino alla cosiddetta Morte Nera. Tale malattia crebbe nell’Europa occidentale, e colonie di lebbrosi potevano essere trovate ovunque. Solo in Francia se ne contarono 2.000 nei secoli XI-XIII.

Lebbrosari sorsero nelle città a partire dal XII secolo, spesso per l’iniziativa congiunta del vescovo e del Comune.

   I peccati dei lebbrosi

Poiché la lebbra fu particolarmente presente durante il Medioevo, lo stato dei lebbrosi cambiò. Lungi dall’essere compatiti essi vennero sempre più oltraggiati e ingiuriati dalla popolazione. Il vocabolario legava il peccato con la lebbra sempre con maggior frequenza. Questa idea può essere stata favorita dal crescente potere della Chiesa la cui retorica legava la sporcizia con il peccato ed era riconosciuta a tutti i livelli della popolazione. Tale associazione inevitabilmente congiunse i lebbrosi al peccato ed alla punizione.

La Cristianità ebbe grande influenza sul trattamento dei lebbrosi nel Medioevo. La Bibbia nel Nuovo e specie nel vecchio Testamento influenzò la percezione che i lebbrosi fossero peccatori e sporchi. Il Nuovo Testamento mostrò la santità e la compassione di Gesù verso i più bassi nella scala sociale.

“Becket Mazar”, la ciotola del mendicante con l’anello (sul fondo) di san Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury. Canterbury stessa fu la destinazione di un pellegrinaggio popolare per gli affetti da lebbra.

 

Nel Medioevo la lebbra probabilmente si diffuse in Africa dal Medio Oriente, lungo le vie commerciali.

Venne introdotta nelle Americhe intorno al XVI secolo da immigranti europei. In seguito gli schiavi dall’Africa la portarono in Brasile. Nelle Hawaii venne introdotta probabilmente da immigranti cinesi: infatti il vocabolo hawaiano “Mai Pake” usato per la lebbra indica la malattia cinese. 

    

COMMENTI  E  ALTRE  INFORMAZIONI

Il Mycobacterium leprae è stretto parente del batterio della tubercolosi.

Probabilmente i batteri della lebbra si propagarono da persona a persona con la stessa frequenza della tubercolosi, ma la malattia ne seguì più raramente, sia perché i batteri sono meno virulenti, sia perché esistevano alti livelli di resistenza nella maggior parte delle persone. 

Ma allora, come mai vi fu un tale panico nel Medioevo?

Non possiamo essere certi che ciò che viene indicato come lebbra nel Medioevo fosse realmente tale malattia. Sembra che quel nome fosse dato spesso alle altre malattie che portavano ad essere sfigurati: è un esempio del mondo nascosto del Medioevo in cui la diagnosi di malattie sfiguranti non veniva fatta da medici istruiti, ma piuttosto da preti o anche da gente comune che diventava arbitro della malattia. La cura della lebbra non era conosciuta e quindi il trattamento principe consisteva nell’isolamento.

Nell’Europa medievale le somme delle iscrizioni, i regali, i balzelli e le tasse servivano anche a supportare i lebbrosari, sebbene la loro ricchezza derivasse soprattutto da indebitamenti. 

In molti casi i lebbrosari ospitavano anche i poveri insieme ad altri malati che non avevano sufficiente timore della lebbra, ma erano sufficientemente affamati da rischiare l’infezione.

Gentile da Fabriano (1370-1427): Storpio e lebbroso curati sulla tomba di san Nicola

   

     

 

Danza Macabra (Lione 1538)

 

Spesso la lebbra significava la separazione dalla famiglia, dal marito o dalla moglie. In alcuni Paesi europei veniva loro concesso di seguire il/la malato/a oppure il divorzio era la soluzione.

Questa era una difficile decisione, poiché per legge un lebbroso non aveva diritti e per la Chiesa un lebbroso era considerato morto. Il/la coniuge di una persona lebbrosa doveva decidere se abbandonare il/la partner di una vita o unirsi in una non-esistenza.

Inoltre se una moglie e marito decidevano di vivere assieme, potevano avere delle grandi difficoltà  per trovare un lebbrosario che accettasse sia maschi sia femmine, poiché in tali colonie si era separati per secco.

Un lebbroso in un lebbrosario soffriva spesso di depressione per l’improvviso abbandono da parte dei famigliari e degli amici e per il nuovo ambiente non sempre adeguato.

Inoltre un lebbroso, al contrario di ogni altro ammalato nel Medioevo, non poteva aspettarsi visite, essendo ritenuto estremamente contagioso.

Passando il tempo le colonie dei lebbrosi e i lebbrosari diminuirono. All’inizio del XVI secolo la popolazione dei lebbrosi era praticamente scomparsa. Ciò fu principalmente a causa della Morte Nera che uccise gran parte della popolazione, inclusi i lebbrosi, già malati e forse più inclini al nuovo contagio.


21  R.L.K. Virchow, in «Archiv für pathologische Anatomie», XVIII-XX, Leipzig 1860.

22  Hirsch, Handbook of Geographical and Historical Pathology, tr. Creighton, London 1885, p. 7, note. Cfr. Raymund, Histoire de l'Eléphantiasis, Lausanne 1767, p. 106.

23   Antiquitates Italicae Medii Ævi, a c. di L. A. Muratori, III, 53.

24  Giorgio Cosmacini, Storia della medicina dall’antichità a oggi, Laterza Ed., Roma-Bari 2001, pp. 109-114.

25  Vedi anche Vanna De Angelis, Le Streghe, PIEMME Ed., Casale Monferrato 2002, pp. 189 e 257: «La figura decomposta e ripugnante del lebbroso … era … la prova che i mostri diabolici potevano vivere anche in superficie, sotto gli occhi di questo mondo …Così la lebbra e ogni altra malattia ignobile trovò l’origine nella sessualità colpevole o imputabile al peccato dei genitori». «Una ricetta di sicura efficacia (per i lebbrosi) prescriveva di preparare due volte al giorno a questi cadaveri viventi un brodo di biscia nera, catturata sulle pietraie».

   

   

©2006 Raimondo G. Russo

         


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