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IL SITO DEL CENTRO

IL PROGRAMMA DEI SEMINARI

Dopo le XVI «Giornate normanno-sveve» dedicate ai caratteri originari della conquista nell'XI secolo, un ciclo di seminari- laboratorio sull'insegnamento della storia medievale e sul ruolo del Mezzogiorno normanno-svevo.

Il «Centro di studi normanno-svevi» è stato fondato nel
1963. Dal 1973 organizza convegni
biennali noti come «giornate normanno -sveve». I risultati di questa quarantennale attività di promozione della ricerca storica
costituiscono un punto di riferimento
insostituibile per storici, docenti, studiosi del Mezzogiorno
medievale, grazie
soprattutto al
contributo di studi e di relazioni di studiosi di varia
specializzazione
disciplinare. Questa ha prodotto sino ad oggi quindici volumi contenenti gli Atti dei convegni, per un totale di 226 relazioni di 106 diversi relatori italiani e stranieri. In sostanza, rappresentano il più ampio e organico
corpus di studi sul Mezzogiorno di età normanno-sveva. L'ultimo volume, Le eredità normanno-
sveve nell'età angioina. Persistenze
e mutamenti nel Mezzogiorno
, Atti delle XV giornate, è
stato distribuito nel corso del convegno.

ANTONIO DI GIACOMO

 

Il Mezzogiorno nella storia medievale: nuova ricerca e nuova didattica

 

5 seminari-laboratorio organizzati dal Centro di Studi normanno-svevi dell'Università di Bari in collaborazione con il C.I.D.I e Historia ludens

 


  

Diceva Eduardo, e non a torto, che «gli esami non finiscono mai». Ma neanche le lezioni, a quanto pare, visto che un esercito di prof baresi sta per tornare fra i banchi di scuola. Per imparare l’arte d’insegnare la storia del Mezzogiorno e dunque di Puglia. L’inedito invito giunge dal Centro di studi normanno-svevi dell’Università di Bari che, insieme al Cidi e Historia Ludens, vara il ciclo di seminari laboratoriali “Il Mezzogiorno nella storia medievale: nuove ricerche e nuova didattica”. «L’obiettivo che ci siamo proposti – chiarisce lo storico Raffaele Licinio, direttore del Centro di studi normanno-svevi – è letteralmente come far rientrare la complessità della storia del nostro Sud nelle scuole. E dico rientrare perché, nella manualistica scolastica tradizionale, la Puglia e il Mezzogiorno escono di scena con la morte di Federico II».

Da qui l’architettura di cinque incontri seminariali che, dal prossimo 25 gennaio, si terranno, a cadenza mensile, all’Istituto tecnico “Giulio Cesare” di Bari (l’orario d’inizio è fissato alle 16, le iscrizioni sul posto, il programma sul Web: www.cnsbari.net/progetti.htm). Indirizzati ai docenti della scuola media e secondaria, i seminari toccheranno la “Metodologia e gli obiettivi dell’insegnamento della storia medievale”, temi sviscerati dopodomani da Antonio Brusa e Franz Impellizzeri, piuttosto che “Il Regno di Federico II”, raccontato il 21 febbraio da Cosimo Damiano Fonseca, e “L’Islam e il Mediterraneo”, a marzo secondo la ricostruzione di Franco Cardini. Ma si parlerà anche del feudalesimo meridionale, ad aprile con Gabriella Piccinni, e, a conclusione del ciclo, a maggio, dei segni che il Medioevo ha lasciato sul territorio pugliese: castelli, chiese e masserie che verranno contestualizzati dagli interventi di Licinio e Clelia Iacobone.

L’iniziativa nasce però all’interno di un dibattito che, nella didattica della scuola che cambia, vede la storia regionale acquisire un peso prima quasi inconsistente. Tanto più, evidenzia Tommaso Montefusco - docente nelle superiori e coordinatore didattico dei seminari del Centro di studi normanno-svevi – «che c’è stata una tendenza dominante a relegare il passato medievale della Puglia, e dello stesso Mezzogiorno, in una posizione di secondo piano rispetto alla stagione del Medioevo del Nord. Detto questo ci siamo proposti una duplice operazione: creare un raccordo fra la comunità accademica e il mondo della scuola, cercando di trasferirvi i risultati della ricerca, e, in seconda istanza, tentare di restituire al Sud il ruolo che merita nel disegno complessivo della storia medievale». Una sfida che, evidenzia Licinio, sarà paritaria: «I seminari non si risolveranno in lezioni dall’alto ma serviranno a costruire percorsi didattici comuni, in grado di offrire una risposta a quella domanda forte di storia del Mezzogiorno, evidente già nella cultura diffusa».

Finalità che trovano un punto di raccordo anche nell’analisi di Fonseca, accademico dei Lincei. «Mi sembra di estrema importanza – osserva lo studioso – questa forma di ritrovata attenzione su un’età così centrale, come il Medioevo, che vede proprio fondarsi gli elementi originari del nostro sistema delle istituzioni e della cultura. Quanto al Mezzogiorno, poi, sono troppe le pagine del suo passato che vengono dimenticate e non posso quindi che dire sì alla riscoperta della storia locale purché, s’intende, sia sempre messa in relazione alla storia generale».

Intanto, nel quadro di questo processo di rivalutazione delle età storiche su base territoriale, l’editoria scolastica non resta a guardare e gioca la sua partita offrendo strumenti integrativi alla manualistica tradizionale. L’ha fatto la barese Adda, dando alle stampe una Storia della Puglia per le medie, ma anche Edipuglia ha messo in catalogo, curato da Clelia Iacobone, un manuale per le superiori in due volumi (Puglia. Dalla Preistoria al Medioevo” e Dal Quattrocento al Novecento).

Un disegno ancora più organico, e in qualche misura pionieristico, perché iniziato già nella seconda metà degli anni ’90, per casa Laterza che, su questo versante, ha costruito la collana “Storie regionali”, dove trova posto, fin dal 1999, una Storia della Puglia per le superiori, articolata in cinque volumi. «Si tratta di libri “parascolastici” che - spiega l’editore Alessandro Laterza – rappresentano un elemento di supporto per una scommessa didattica obiettivamente complessa, com’è appunto l’intreccio fra storia regionale e generale. Ben vengano, allora, i seminari del Centro di studi normanno-svevi sul Medioevo. Anzi mi auguro che, in futuro, ne vengano realizzati altri che possano mettere a fuoco, dall’antichità ai giorni nostri, ogni età della storia».

 

 


Antonio Di Giacomo

 
  NEL SITO:
  Gli ebrei e la Puglia
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  I Normanni tornano a conquistarci
  Le eredità normanno-sveve nell’età angioina. Persistenze e mutamenti nel Mezzogiorno
  PICCINNI, I mille anni del Medioevo
  VITOLO, Medioevo
  MONTANARI, Storia medievale
 
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da "la Repubblica" del 23/1/2005

 

  

 

 

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