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GLOSSARIO RAGIONATO DELLE OPERE DI FORTIFICAZIONE

a cura di Ester Lorusso, con la collaborazione di Alfredo Magnatta

Fig. 1. Castelmola (Taormina, provincia di Messina) vista dall'alto.


Significato

Insieme di apprestamenti difensivi, identificabili quasi esclusivamente con le mura e le difese naturali dei principali centri abitati, atto a garantire la protezione da pericoli sia esterni che interni.


 Origini ed evoluzione storica

Caratteristica peculiare delle fortificazioni di età bizantina è l’essere non tanto un nuovo apparato difensivo adeguato alle esigenze politico-militari contingenti, quanto, piuttosto, un potenziamento della maglia distributiva delle antiche cittadine che, sfruttando il ridimensionamento da queste subìto a partire dal XIV secolo a. C., mira all’incastellamento diffuso dell’abitato e quindi al suo diretto controllo da parte dell’autorità.

Nella quasi totalità dei casi, infatti, si assiste ad un intimo legame fra strutture urbane e funzioni difensive, per cui le principali fortezze bizantine sono già importanti città greche e romane, accanto alle quali vengono realizzate costruzioni di carattere esclusivamente militare, come piccoli fortilizi arroccati su alture in posizioni geografiche strategiche o semplici posti di vedetta e di segnalazione.

Ispirandosi alla ferma ed esplicita volontà di distinguere il signore dal suddito, il borgo viene, quindi, solitamente diviso in misura piuttosto netta dalla fortezza mediante una cerchia di mura interne che, in alcuni casi, può arrivare a circondare anche l’ultimo avamposto difensivo, una rupe inospitale e quasi inaccessibile. Inoltre non esistono fortezze private, e complessi muniti apparentemente “spontanei” vanno intesi anch’essi come iniziativa diretta del potere centrale, l’unico in grado di autorizzare la realizzazione di costruzioni difensive in zone non direttamente esposte al rischio di attacchi nemici, ma soggette ad agitazioni interne e razzie.


Caratteristiche costruttive

L’opera più rappresentativa del complesso delle fortificazioni bizantine, così importante da rendere la sua manutenzione un obbligo per ogni città, è la cinta muraria urbana, realizzata prevalentemente con blocchi lapidei di forma regolare e spesso arricchita di torri.

Le mura, di spessore costante (talvolta pari a circa 3 metri), nei casi migliori sono costituite da due paramenti di conci calcarei grossolanamente sbozzati, di piccole e medie dimensioni, disposti secondo corsi irregolari e prevalentemente in direzione ortogonale all’andamento del muro. La malta è di scarsa qualità, spesso perché impastata con poca sabbia, ed il “sacco” - vale a dire il materiale contenuto fra i due rivestimenti esterni - consiste in un impasto di sola terra e pietrame.

Talvolta si riscontra la presenza di una sorta di telaio interno alla cortina costituito da monoliti grezzi posti in opera verticalmente e da specchiature murarie riempite con pietre o frammenti di laterizio di varia dimensione, quasi sempre materiali di spoglio provenienti da edifici antichi, secondo una prassi molto diffusa durante la dominazione bizantina.

Per quanto riguarda, invece, i rifugi rupestri la tendenza è quella di sfruttare la naturale scarsa attaccabilità del luogo, garantita dal fatto che qualunque cavità, naturale o artificiale, ricavata in formazioni di gesso, tufo o calcare tenero è di per sé nascosto e quindi non esposto al rischio del fuoco, per cui gli interventi consistono nella realizzazione di collegamenti tra le varie grotte rappresentati da stretti corridoi e scalette scavate nella roccia, ispezionabili e difendibili da più punti.


Esempi

I principali resti di fortificazioni bizantine sono relativi a circuiti murari, mentre più insolite e rare sono le tracce relative ai siti rupestri ed ipogeici con caratteristiche prevalentemente militari.

Poiché l’attività fortificatoria di Bisanzio, in Italia, si è manifestata ampiamente a Sud, nei tratti in cui il suo dominio si contrappone ai nuovi occupanti longobardi, numerosi gli esempi siciliani, tra i quali Taormina (figg. 1 e 2-4) e Ragusa Ibla (figg. 7-8) conservano numerose tracce di difese bizantine contro i Musulmani tanto nel circuito murario quanto nel centro antico (e vedi anche i resti dei castelli di Capo Sant'Alessio e Castiglione di Sicilia, figg. 5-6). La fortificazione del monte Cassar, presso Castronovo di Sicilia (figg. 9-10), mostra, invece, i resti di uno dei più suggestivi casi di cinta muraria arricchita con torri dell’epoca.

Note sono anche le fortificazioni della Puglia settentrionale, in provincia di Foggia, quali Sant’Agata di Puglia (figg. 15-17), Bovino, Fiorentino, Troia (fig. 14) e Lucera, dove ruderi di costruzioni bizantine sono osservabili in diversi punti del castello, mentre a Dragonara (figg. 11-13) torri angolari cilindriche ed alcuni corpi di fabbrica bizantini costituiscono il nucleo più antico del castello.

Particolari sono anche gli esempi di Bitonto e Conversano, in provincia di Bari, nonché, nel Salento, tra Otranto e Taranto, la catena di castra imperniati su una muraglia (il cosiddetto “limitone dei Greci”) che ha consentito ai Bizantini di bloccare l’espansione dei Longobardi beneventani.


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Figg. 2-4. Castelmola (Messina): il castello antisaraceno è sul monte Veneretta (l'ultima foto, Taormina, è di Giambattista Scivoletto).

 

Figg. 5-6. A sinistra il castello di Capo Sant'Alessio, nella Valle d'Agrò; a destra i ruderi del castello di Castiglione di Sicilia (Catania).

     

Fig. 7-10. Nelle prime due foto Ragusa Ibla; nelle altre Castronovo di Sicilia (Palermo) (l'ultima, con i resti della Torre Castella, è di P. Portera).

   

Figg. 11-13. Il castello di Dragonara: oggi, alla metà del secolo scorso, e in un disegno che ne ipotizza l'aspetto nel tardo Medioevo.

  

Fig. 14. Una rara immagine del castello bizantino (poi normanno e svevo) di Troia, demolito definitivamente negli anni '70 del secolo scorso per far posto ad una scuola.

   

Figg. 15-17. Sant'Agata di Puglia; il palazzo baronale ha inglobato i resti di precedenti strutture.


Indicazioni bibliografiche

aa. vv., Castelli torri ed opere fortificate di Puglia, a cura di R. De Vita, Bari 1974.

Gay G., L’Italia meridionale e l’impero bizantino. Dall’avvento di Basilio I alla resa di Bari ai Normanni (867-1071), Sala Bolognese 1980 (rist.).

LICINIO R., Castelli medievali. Puglia e Basilicata dai Normanni a Federico II e Carlo I d’Angiò, Bari 1994.

Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992.

SETTIA A.A., Castelli e villaggi nell'Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza fra il IX e XIII secolo, Napoli 1990.

      

     

©2002 Ester Lorusso 

    


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