Sei in: Mondi medievali ® REC - Recensioni Elzeviri Commenti



NEL SITO:
L'album fotografico del convegno di Barletta "Puglia in-difesa" (28/03/2007)
Hi-tech Cnr per i Beni Culturali. Lo spazio tecnologico della ricerca sui beni culturali
Lucania: dai satelliti la scoperta di siti archeologici
Il futuro è cura del passato
Chi ruba pietre ruba l'anima
Puglia, chi sta uccidendo i centri storici?
Aiuto, abbiamo perso l'arte del Medioevo
Un pezzo di patrimonio rupestre schiacciato dalle ruspe
Salvate il Museo archeologico!
Santa Scolastica, il museo sospeso sugli scavi archeologici
Così l'artista volle mettersi in bella vista

MARCO BRANDO

 

«Puglia in-difesa»? Per un trattino la Regione può non perdere la faccia 

   

Dopo il convegno del 28 marzo, a Barletta, sul tema "Puglia in-difesa. L'abbazia di Kàlena, il fiume Ofanto, il mosaico di Otranto", una lettera al "Corriere"

   

      

    
LA LETTERA

Purtroppo non ho potuto partecipare al convegno svoltosi l'altro giorno a Barletta sulla «Puglia indifesa». Condivido quello che ho letto sul «Corriere del Mezzogiorno»: «C'è una Puglia da salvare. E bisogna far presto. Ci sono emergenze per le quali il tempo sta scadendo». Al centro c'erano tre casi eclatanti: il mosaico pavimentale di Otranto, l'abbazia benedettina di Kàlena a Peschici e il fiume Ofanto. Mi ha sollecitato molto soprattutto la preoccupazione per il destino del mosaico di Pantaleone nella Cattedrale di Otranto: non tanto perché è il più famoso tra quelli cui stato dedicato simbolicamente il dibattito, quanto perché mi ha colpito fin da bambino, quando, negli anni Sessanta, tenendo per mano mio padre, mi capitò di vederlo per la prima volta. E mio papà mi raccontò quanto era antico, quanto era legato ad un evento tragico e anche quanto evocava, con i suoi disegni, tante storie fantastiche, che io allora pensavo potessero esserci solo nella favole. Non ho mai cancellato quei ricordi. Se si riuscisse a salvarlo i nostri figli e i nostri nipoti potrebbero in futuro provare la stessa sconvolgente meraviglia che provai io quando avevo 8 anni. E sarebbe per loro un regalo bellissimo.

Angelo Bruno, Bari

LA RISPOSTA di Marco Brando


Gentile signor Bruno, 
io ho assai apprezzato quel convegno. Prima di tutto per il titolo, che non era semplicemente «Puglia indifesa». La seconda parola era «in-difesa», col trattino. È importante? Certo. Come i punti. Pensi, a proposito di favole, al proverbio «Per un punto Martin perse la cappa». La storia è questa: fra' Martino aspirava a diventare priore e a meritarsi la relativa cappa. Un giorno fu incaricato di scrivere sul frontone del suo convento questa epigrafe: «Porta patens esto. Nulli claudator honesto». Significa: «La porta sia aperta. Non sia chiusa ad alcun uomo onesto». Martino sbagliò e mise il punto dopo la parola «nulli». Scrisse: «Porta patens esto nulli. Claudator honesto». Traduzione: «La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa all'uomo onesto». Per quel punto fuori posto Martino non fece carriera. Il rischio è che oggi molti importanti beni ambientali, artistici e culturali pugliesi malgrado i tanti proclami perché siano aperti a sempre maggiori flussi di turisti forestieri e pugliesi restino chiusi o inagibili oppure rischino il degrado. Il «punto» sbagliato? Spesso in Puglia (e non solo, ovvio), non si riescono ad attivare concreti progetti di tutela e di promozione. Il messaggio reale che arriva agli aspiranti visitatori è quello che, involontariamente, fra' Martino scrisse sul portone del convento.

Passando dai proverbi alla realtà, l'antichissima abbazia di Kàlena è chiusa da tempo immemorabile, il fiume Ofanto è ridotto ad un rigagnolo maleodorante, il mosaico di Otranto si sta consumando, dato che la gente vi scalpita sopra da secoli. Sono alcuni esempi scelti dagli organizzatori del convegno (il Centro di studi normanno svevi diretto dal professor Raffaele Licinio, il Comune di Barletta e lo storico medievista Franco Cardini), ma se ne potrebbero citare molti altri. Così tornando al punto, anzi al trattino, «Puglia in-difesa» può significare sia che è senza difesa ma pure che è in posizione di difesa. In un convegno come quello dell'altro giorno, in cui alcuni professori universitari hanno scelto di «fare politica» nel senso migliore del termine, lascia ben sperare sulla seconda interpretazione. Di certo difendere il nostro patrimonio culturale è legittimo. Alzare un po' la voce, di fronte all'overdose di notizie su vallettopoli e dintorni pure. Tanto è vero che a Barletta alla fine si sono alzati due assessori di Otranto pronti a darsi da fare per salvare, come ha suggerito Cardini, quel favoloso mosaico che vorremmo lasciare ai nostri figli, nipoti e pronipoti.

 

  Marco Brando

 

 

da "Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno", 30/03/2007

 

  

 

 

Su

REC-Indice

Home