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Vittorio Stagnani

 

Chi ruba pietre ruba l'anima

 

Dopo gli ulivi e i muretti a secco, il terzo amaro 
capitolo. Basole, scalinate, edicole: spogliata la Puglia della memoria. Partono subito per arredare ville di lusso (non solo al Nord)

   

  

    
  
Intanto la notizia: due antiche ville in contrada «Misericordia» nel territorio di Giovinazzo, sono state prese d'assalto qualche notte fa. Il passaggio dei predoni è stato simile a quello delle cavallette. In una delle abitazioni hanno smantellato due grandi rampe di scale in pietra. Nell'altra le mattonelle in cotto dei pavimenti e molte «chianche» (basole) nel giardino. I ladri hanno caricato il tutto su un camion e, assai verosimilmente, sono subito partiti per il Nord Italia, in Francia o in Svizzera. È da lì che pare partano le richieste di basole, mensole, vere di pozzo, scalinate e quant'altro serve di pietre antiche per arredare la villa o condomini di lusso. È improbabile che i predoni, una volta fatta la razzia, accumulino la refurtiva in qualche deposito clandestino: è troppo rischioso. È più conveniente partire subito per la consegna al committente di quanto hanno prelevato nel supermercato delle ville, le masserie (meglio se fortificate), trulli, «pagghjari» (ricoveri provvisori) sparsi in tutta la Puglia, abbandonati o abitati solo qualche settimana l'anno, oltre a muretti a secco, edicole votive e tant'altro.

Sempre nelle contrade di Giovinazzo, la torre nota come «Don Ciccio» del XVII secolo, è stata più volte attaccata dai predoni e ne hanno divelto tutte le pietre richieste dal mercato. Da un'altra casa di campagna hanno prelevato in più riprese le scalinate e gli infissi in pietra di porte e finestre e le assai richieste basole. A sentire le storie dei depredati c' è da riempire un volume. Il proprietario di una casa di campagna a Castellana Grotte (preferisce non essere identificato), fu depredato di un centinaio di basole. I carabinieri gliele recuperarono a tambur battente e per evitare altre sorprese preferì seppellirle in luogo segreto ricoprendole con una gettata di cemento.

Segnalazioni di assalti anche dal Foggiano dove sono state rubate intere scalinate, comignoli, caminetti. «Il mercato è assai florido - rileva l'architetto Michela Picella di Bari - m'è capitato che mi chiedessero arredamenti con pietre antiche perché si vuole la storia a tutti i costi nel proprio giardino. Ho sempre rifiutato di accontentare questi capricci e ricorro a quei pochi marmisti, come quelli di Mola di Bari, e scalpellini che fanno chianche antichizzate molto belle». Secondo l'architetto Picella, le pietre non sono sempre esportate al Nord, molte rimangono in Puglia per nuove ville da arredare anche con muretti a secco depredati nelle campagne e rimontati con il cemento. Un nonsenso.

Un metro quadro di basole costa dai 100 ai 140 euro. Molto variegato il listino prezzi degli altri reperti prelevati dai ladri di pietre. Un emblema in bassorilievo di media grandezza costa anche 300 euro sempre che non ci siano intermediari che trasformano in oro i prezzi sapendo bene come usare la... pietra filosofale. Offerte di «lastricati in basole vecchie rilavorate a scalpello sulla faccia e negli assetti», sono abbastanza comuni su Internet. Ogni tentativo, per telefono, di saperne di più allerta l'interlocutore che fa cadere la linea di... sasso.

Più disponibile Ferdinando Borrelli della Bieffe Marmi di Trani: «Noi combattiamo i furti di pietre, non ne abbiamo mai proposte a nostri committenti tanto più che abbiamo una buona produzione di basole antichizzate che nulla hanno a che invidiare alle antiche». Leonardo Petrosino, architetto di Noicattaro, si occupa di restauro proprio nell'ambito ambientale, è sussidiario alla didattica del laboratorio di restauro a Roma con Cesare Feifer. «Ne ho visti di scempi delle nostre pietre. Averle spostate dal loro sito naturale per arredare una villa in altro territorio ha fatto smarrire la loro storia».

Antonio Dell'Aquila, pure lui vittima della visita di ladri di pietra, avverte, anche in nome dell'Associazione Dimore Storiche, che centinaia di metri di muretti a secco stanno scomparendo. «Di solito sono rubate le pietre al vertice e così comincia la fine del muretto perché poco alla volta crolla e le tipicità del nostro territorio scompaiono». I ladri non si fermano neppure davanti agli ingressi murati delle ville o delle masserie. Li sfondano e prelevano. Difficili le indagini per i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. «Non sempre i derubati denunciano lo scempio. Abbiamo fatto più recuperi delle denunce ricevute - afferma il tenente Michele Miulli, comandante del Nucleo - il che non ci aiuta anche perché i ladri, appena portato a termine il furto, partono con il carico del quale si perde ogni traccia».

«È auspicabile redigere una mappa delle case di campagna in provincia di Bari e un maggior controllo presso i rivenditori. Tanto per cominciare basterebbe vedere la loro fatturazione - dice Antonio Dell'Aquila - di denunce io ne ho fatte almeno sei senza alcun risultato».

    

   Vittorio Stagnani

 
 
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dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", 3/8/2006; segnalato da Vito Ricci

 

  

 

 

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