Sei in: Mondi medievali ® Medioevo e Medicina ® Per una storia della medicina antica e medievale ® La medicina nell'alto Medioevo ® 4. La medicina e la chirurgia


     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


  


Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. LE EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


4.3 LA CHIRURGIA NELL'ALTO MEDIOEVO

 

Praticata quale extrema ratio, la chirurgia poteva essere solutoria in casi di cancro mammario, fistole, emorroidi, gangrena e cataratta, come per la tubercolosi e la scrofola, ghiandole linfatiche al collo.

La forma più comune di chirurgia era il prelievo del sangue; era considerato quale rimedio per ristabilire l’equilibrio tra i fluidi del corpo.

All’epoca si era in grado di arrestare un’emorragia con i legacci, operare e contenere in bende un’ernia, ricucire le estremità dei nervi recisi e operare l’idrocefalo infantile, praticando una piccola apertura nel cranio.

Alcune pozioni utilizzate per ridurre il dolore o indurre il sonno durante gli interventi chirurgici erano essi stessi potenzialmente letali.

Uno di essi consisteva in lattuga, cistifellea da un cinghiale castrato, brionia, oppio, giusquiamo, succo di cicuta (che di per sé poteva essere mortale).

Fino al 1270 non veniva usato il bisturi ma il ferro rovente introdotto dagli arabi.

   

Subito disprezzati per quel contatto eccessivamente intimo con il corpo umano; manipolatori di carne e sangue, posti sullo stesso piano dei macellai e dei carnefici; tacciati di essere degli omicidi ingannatori, i chirurghi furono a lungo considerati medici inferiori, guardati con sospetto sia da una Chiesa che considerava la chirurgia una pratica abominevole in contrasto con il credo cristiano, sia dai loro stessi colleghi medici.

Alcuni interventi chirurgici venivano poi delegati ad un subalterno, il barbiere ad esempio, il quale non si limitava ad operare in un ambito prettamente estetico, ma si dedicava a vere e proprie operazioni come ad esempio l'estrazione dei denti, i salassi, la cura degli ascessi.

Henry de Mondeville, il grande chirurgo francese medico di Filippo il Bello, riteneva i barbieri: «chirurghi orgogliosi e illetterati, stupidi e completamente ignoranti», insomma dei veri e propri concorrenti dei medici capaci di condividere con questi ultimi sì la pratica, ma non certamente il sapere teorico.

La figura del barbiere, così come quella del chirurgo, era poi accomunata a quella del fabbro del quale condivideva determinate conoscenze specifiche del settore artigianale: una testimonianza risalente al XV secolo riferisce che ad un candidato barbiere era stato chiesto di forgiare delle punte di lancia utili in caso di salasso.

Le operazioni delegate ai barbieri erano sicuramente quelle più umili e a più diretto contatto con il sangue che, se da una parte poteva essere considerato oggetto di culto rappresentando il sangue di Cristo, dall'altra era disprezzato e anzi ritenuto pericoloso e velenoso, tanto che la legge imponeva di gettarlo via immediatamente dopo gli interventi.

Trapano per interventi chirurgici

Pochi i riferimenti all’epoca: conosciuti erano alcuni Leech-books o libri omnicomprensivi di medicina e chirurgia e di tali pochi ne rimangono.

Bald's Leechbook, tra di essi, propone una curiosa struttura per l’analisi del corpo umano.

Il Libro I di tale opera descrive le cure contro affezioni della testa e di seguito gli occhi, le orecchie, la gola fino ai polpacci, le gambe ed i piedi. Contiene le procedure per un gran numero di malattie, quali  «tumori o ascessi, affezioni cutanee, paralisi, febbri, morsi di serpenti, ferite, vermi intestinali, ecc.».

Il secondo libro tratta del «riconoscimento dei segni della malattia e dei tentativi di diagnosi».


NOTA: LEECHBOOKS

   Medieval English Leechbook, XV secolo

Consistevano in manoscritti ed incunaboli, originati in centri, quali Hereford, Winchester, e Oxford, che coprivano l’intero spettro della medicina medievale. Leechcraft (dall’anglo-sassone laece = medico) corrispondeva alla primitiva arte della guarigione, comprendendo ricette, prevalentemente a base di erbe, conosciute in tempi pre-moderni come materia medica.

Questi testi erano una specie di ponte tra gli scritti medici anglo-sassoni dei secoli IX e X e quelli erboristici del Rinascimento. "Physick" corrisponde all'Arte ragionata, basata sulla conoscenza della Natura (physica) e raffigura una gran varietà di trattati ben focalizzati e strutturati, scritti in middle english e in latino. Testi vernacolari, quali la versione in inglese del Treasuri of Helth di Pietro di Spagna, riflettono una popolarità delle diagnosi emesse con l’uroscopia, pronostici astrologici, prevenzione con la dieta e trattamento con salassi. Le traduzioni dal latino, assieme con gli scritti in latino, composti o copiati in Inghilterra, attestano le costanti comunicazioni con il continente, l’influenza dalla Scuola Salernitana o araba e l’incremento della cultura libresca.


CHIRURGIA E DISSEZIONE

   Il chirurgo


Esistono pochi riferimenti alle operazioni chirurgiche, ad eccezione dei salassi. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che non si sono conosciute procedure anestetiche efficaci fino al XIX secolo. Ciò non significa che l’anestesia non sia stata tentata nel Medioevo. Molte pozioni erano conosciute dai chirurghi medievali ed erano utilizzate durante la chirurgia.

Alcune di esse, usate per lenire il dolore o per indurre il sonno, erano di per se stesse potenzialmente letali.

Per esempio: una consisteva in lattuga, bile di un cinghiale castrato, brionia, oppio, giusquiamo, e succo di cicuta: tale ultimo ingrediente avrebbe potuto facilmente causare la morte.

La dissezione anatomica su cadaveri era rara nel Medio Evo, soprattutto a causa di scrupoli religiosi ed intellettuali.

Dissezione anatomica

 Presenza contemporanea di un chirurgo e di un monaco (c. 1300).

Conviene menzionare che la parola utilizzata per descrivere la pozione da assumere per l’anestesia è ”belladonna”, che nell’accezione della Media Inghilterra (ad esempio) poteva significare inganno, delusione, male; o una condizione inebetita o inconscia; o una pazzia, o una pianta specifica: Atropa belladonna, o una bevanda narcotica.

Atropa bea belladonna LINN

Come si può capire: il margine di sicurezza era pericolosamente ristretto tra una anestesia efficace e la morte per depressione respiratoria.

Di conseguenza la chirurgia non era tentata tranne che per i casi di danni da pericolo di vita.  

 
         

   

©2005 Raimondo G. Russo

     


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