Sei in: Mondi medievali ® Medioevo e Medicina ® Per una storia della medicina antica e medievale ® La medicina nell'alto Medioevo ® 4. La medicina e la chirurgia


     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


  


  Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. LE EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


La grande attività dei chirurghi medievali aumentava durante le guerre e le epidemie di peste.

L’eplorazione del corpo umano affascinava i chirurghi medievali. La necessità di scoprire cosa c’è all’interno di un corpo umano spinse pochi coraggiosi, con forte stomaco, a dissezionare i cadaveri.

Un'immagine proveniente da un Leech book, libro medievale di medicina e chirurgia, che illustra “l’uomo ferito”: le possibili ferite che un chirurgo avrebbe potuto trattare durante la sua carriera.

 

Sfortunatamente tale pratica era fortemente osteggiata dalla Chiesa cattolica. La Chiesa era contraria infatti ad ogni forma di manipolazione dei morti. Durante le Crociate era, comunque, pratica comune cuocere ossa umane, per facilitare il il ritorno dei resti alla terra di origine, per adeguata tumulazione.

Molti papi non solo condannarono la dissezione dei corpi, ma talvolta addirittura si impegnarono personalmente per fermarla. I papi che più agirono contro la dissezione furono Innocenzo III, Gregorio IX, Sisto VI e Bonifacio VIII.

Alcuni di loro minacciarono di scomunica chiunque avesse dissezionato un corpo umano o cotto le ossa umane. Inoltre, una speciale inquisizione stabilì che chiunque fosse stato colpevole di molestare i morti, sarebbe stato arso al palo o comunque punito severamente.

Sebbene guardassero sdegnosamente alla dissezione, i papi non si curavano della ispezione delle ferite fatali, operata da medici di rinomata esperienza. «Sebbene la necroscopia non fosse necessariamente implicata in questi casi, una certa indagine anatomica doveva essere fatta». Tali ispezioni erano solitamente effettuate (e concesse) in casi di circostanze particolari, per la morte di preti altolocati, papi o nobili.

Un fatto importante da menzionare è che la Chiesa non solo permetteva ma effettivamente ordinava i parti cesarei in donne morte, nel tentativo di salvare l’anima degli infanti non nati.

La medicina, durante il Medioevo, si basava sulle capacità di diverse classi di operatori: gli anziani erano trattati da medici con istruzione universitaria, da monaci, o guaritori popolari, a seconda della classe socio-economica.

Sebbene la pratica e le procedure mediche medievali possano oggi generalmente essere ritenute obsolete e basate su rimedi tribali, preghiere, formule magiche, ed incantamenti, esistevano anche interventi chirurgici e cure adeguate che sono simili alle procedure moderne.

Rimozione della cataratta

           

L’insegnamento della medicina

I medici credevano anche in quella che divenne nota come la Dottrina delle Segnature per cui il colore dei fiori ed altre proprietà delle piante potevano risultare utili per il trattamento di particolari malattie.

I pochi medici esistenti, risiedevano principalmente nelle città, dove potevano ottenere salari e privilegi consistenti.

Solo i più benestanti potevano, peraltro, avere le cure adeguate, per cui la Chiesa si fece carico di ciò che era remunerato dalla ricompensa divina. I pellegrinaggi avevano appunto lo scopo di riappacificarsi con Dio.

I monaci, i più acculturati della popolazione in generale, applicarono le conoscenze tratte dagli antichi testi medici, di cui avevano fatto le copie.

John Arderne, 1307?-1390?, Opera chirurgica (1380 circa).

John Arderne era conosciuto specialmente per la chirurgia correttiva delle fistole anali, un disturbo abbastanza frequente presso gli Inglesi.

Tutti i “medici” utilizzavano grosso modo gli stessi rimedi erboristici, ma operavano in gruppi socio-economici nettamente distinti e con grande sfiducia e/o disprezzo l’un per l’altro. 

La situazione si ampliò nei secoli, risultando nelle persecuzioni religiose e caccia alle streghe, che, alla fine, portarono alla esecuzione di migliaia di guaritori popolari, così abili da essere ritenuti avere un patto col diavolo.

 

Strumenti chirurgici … e ginecologici

Le bacheche allineate e i grandi armadi alle pareti debordavano di una miriade di oggetti: strumenti chirurgici ordinati nelle loro cassette di legno, ferri per la trapanazione del cranio, lancette per salassi, seghe per amputazioni, strumenti di ortopedia, traumatologia e ginecologia come forcipi e dilatatori.

Non mancavano veri prototipi come microscopi da tavolo e portatili.

Fornitissima era la bacheca fin dai tempi di Pompei ed Ercolano: cucchiai d’avorio, strumenti chirurgici, ampolle, una serie di ex voto di terracotta romani, con riproduzione di varie parti anatomiche del corpo, con prevalenza degli organi interni: fegato, reni e intestini.

In una tomba di Tarquinia è stato ritrovato anche un cinto ernario etrusco in bronzo del VII secolo.

  

   

©2005 Raimondo G. Russo

     


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