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                                                     FRANCO
                                                    CARDINI  | 
                                                 
                                                
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                                                     Il Medioevo cavalleresco va oltre le mode 
                                                   | 
                                                 
                                                
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                                                     La civiltà cavalleresca e
                                                    l'Europa  
                                                   | 
                                                 
                                                
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                                A San Gimignano si è appena concluso un convegno internazionale di
                                studi dedicato a «La civiltà cavalleresca e l'Europa». Fin qui,
                                nulla di strano: si fanno continuamente congressi e convegni, e le
                                nostre città d'arte stanno d'altra parte cercando in ogni modo di
                                ritessere le vicende delle loro origini e della loro storia. 
                                Non c'è
                                dubbio che la cavalleria medievale sia uno dei pilastri della
                                società e della cultura europee, almeno tra XI e XIII secolo: ma, in
                                realtà, anche più tardi, e in pratica ben oltre il Medioevo. Che poi
                                si sia tenuto un convegno dedicato alla cavalleria, quindi a una
                                delle dimensioni fondamentali del Medioevo, in una città come San
                                Gimignano - che offre uno scenario urbano "medievale" (in parte
                                tuttavia restaurato o inventato) noto in tutto il mondo e a modo suo
                                unico -, stupirà ancora meno. 
                                Oggi il Medioevo «tira», il
                                Medioevo «vende»; ed è un Medioevo ch'è in fondo rimasto quello
                                delle tradizioni romantiche e dei gusti esoterici: un Medioevo
                                tutto «swords and sorcery», spade e magia. Eppure, è evidente che se
                                si vuol per esempio vendere il Medioevo ai turisti è al richiamo del
                                mistero (i famosi "segreti dei Templari", o "del Graal") e magari ai
                                gadget e ai giochi di ruolo che bisogna rivolgerci, non certo ai
                                severi studi e ai ricercatori universitari. Ma qui sta proprio il
                                nucleo della sfida lanciata a San Gimignano. Il convegno
                                sangimignanese è stato al tempo stesso atto inaugurale e biglietto
                                da visita di un nuovissimo Centro europeo di studi sulla civiltà
                                cavalleresca, promotori del quale sono i sindaci delle tre città
                                toscane di San Gimignano, Certaldo e Volterra ma che
                                programmaticamente si apre a tutti gli altri centri italiani ed
                                europei che vantano, nel loro passato, una specifica e spiccata
                                dimensione cavalleresca. 
                                Possiamo citare, per «par condicio», due
                                esempi, tratti - rispettivamente - dalla tradizione settentrionale e
                                meridionale. Da una parte Saluzzo, la nobile città piemontese dove
                                sorge il castello della Manta celebre per i suoi
                                affreschi "cavallereschi"; dall'altra Ariano Irpino, centro nel
                                quale l'ancor vivissima eredità normanna è stata di recente
                                valorizzata da un attivo e qualificato Centro di studi. Dai lavori
                                sangimignanesi è emerso un quadro della cavalleria medievale tanto
                                denso quanto articolato, che per un verso affonda le sue origini
                                nell'antichità non solo germanica e comunque "barbarica" (come fin
                                troppo si è sostenuto fino ad oggi), bensì anche greca e romana - lo
                                ha ricordato molto opportunamente Alessandro Barbero -, per un altro
                                si proietta nell'età moderna e perfino contemporanea attraverso una
                                serie infinita di istituzioni oggetto di una complessa evoluzione
                                (gli Ordini cavallereschi moderni) e di continui revival
                                controllabili ad esempio nell'etica militare degli eserciti moderni
                                e perfino nelle convenzioni civili (dall'etica cavalleresca, fissata
                                anche da trattati di personaggi illustri come Raimondo
                                Lullo, all'"etichetta" - cioè, letteralmente, "piccola etica" borghese). 
                                I
                                prossimi convegni si svolgeranno significativamente ogni anno, tra
                                la fine di maggio e i primi di giugno: una scelta evidentemente
                                simbolica, dal momento che si è scelto il periodo pentecostale. La
                                Pentecoste, la "Pasqua di Rose", era infatti il giorno privilegiato
                                delle cerimonie cavalleresche durante l'età d'oro della civiltà
                                cortese. 
                                     
                                Franco
                                Cardini 
                  
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