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     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


  


 Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. LE EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


Monastero di Lorsch [4]

Lorsch, l’importante monastero del Santo Nazario, fu un luogo esemplare per la Germania e per il nord o est dell’Europa centrale in generale, per la continuità di un’istituzione religiosa tra tarda Antichità ed alto Medioevo.

Lorsch si trova ad est del fiume Reno che funge come una frontiera tra la civiltà gallo-romanica e la regione sottosviluppata della Germania, inondata dai predecessori delle trasmigrazioni barbariche.

Il complesso monastico di Lorsch (incisione del 1615)

Solo all’VIII secolo risalgono le prime testimonianze di vita monastica in Assia che, godendo di una notevole varietà culturale e tradizione religiosa, contribuisce allo sviluppo del monachesimo occidentale.

Nel territorio del posteriore regno dei Franchi si svolgevano le tappe essenziali per quanto riguarda il passaggio del monachesimo ad una istituzione che possedeva una specie di monopolio dell’istruzione.

I monasteri di questo genere non sono istituzioni religiose ascetiche ma centri dell’istruzione, centri della vita economica e politica: i monasteri nell’impero dei Franchi s’incaricavano sostanzialmente dell’organizzazione del regno essendo molti abati funzionari della dinastia regnante, simili ai vescovi in età merovingia.

In età carolingia il re esercitava la sua influenza sull’organizzazione e sull’efficienza dei monasteri: la riforma monastica dei tempi di Carlomagno e Ludovico il Pio lo mostra alla stessa evidenza con cui lo confermano i tentativi del sovrano di diffondere programmi di studio nei monasteri.

Il monastero di Lorsch fu fondato negli anni sessanta dell’ottavo secolo e fu, sin dalle sue origini, un grande monastero del nascente Medioevo, da parte di un importante funzionario carolingio, il conte Cancor.

La cosiddetta Sala Reale (a. 774)

Nel 764, anno in cui l’esistenza di questo monastero viene documentata per la prima volta, il conte Cancor donò il monastero di Lorsch al suo parente Chrodegang, vescovo di Metz.

Chrodegang, il primo abate di Lorsch, aveva una particolare importanza per lo sviluppo dei rapporti tra il giovane reame carolingio ed il papato, soprattutto per la sua collaborazione alla legittimazione ecclesiastica-papale del regno carolingio stesso.

Rimane il dubbio se Chrodegang abbia mai visitato il suo monastero, anche se incaricò suo fratello Gundeland, quale suo sostituto e successore.

Nel 765 Chrodegang fece pervenire a Lorsch le reliquie del santo Nazario, attribuitegli dal papa come simbolo del nuovo legame tra reame e papato. Di conseguenza ebbe molte donazioni e già attorno l’anno 800, Lorsch disponeva di proprietà che si estendevano delle zone costiere del mare del Nord fino in Svizzera, ad est ed ovest del Reno: uno dei più grandi e ricchi monasteri del regno dei Franchi, luogo di venerazione del santo.

Nell’anno 772 Lorsch diventa monastero reale e Carlomagno gli conferisce l’immunità ed il diritto di eleggere gli abati che lo dovevano guidare. Il 1° settembre 774 il sovrano, nella sua qualità di rex Langobardorum, assistette personalmente alla consacrazione della basilica che gli era stata donata due anni prima da Gundeland.

Un documento dell’anno 819 ci fa sapere che Lorsch non solo doveva pregare per il re e la sua dinastia, ma che era anche soggetto ad imposte annuali e costretto ad incaricarsi di doveri militari.

L’abate Richbod, nello stesso tempo vescovo di Treviri, guidando la sorte di Lorsch tra 788 e 804, coltivava stretti rapporti con la corte: era un amico di Alcuino, che dirigeva gli studi alla corte ed organizzava la scuola palatina. Sappiamo che era un grande teologo che partecipava ad importanti sinodi, rappresentante del Rinascimento Carolingio, ma anche seguace leale della dinastia.

Sotto l’abate Richbod inizia la storia dello scrittorio e della biblioteca di Lorsch, tra le più importanti dell’Europa centrale.

Negli anni 788-789 una circolare di Carlomagno (De litteris colendis) sottolinea l’importanza delle septem artes liberales come fondamento della saggezza. In quasi tutte le fonti rilevanti per l’istruzione della fine dell’VIII secolo si fanno riferimenti ad una disciplina, che non faceva parte delle classiche artes liberales, e che però era già diventata, verso il 795, un elemento del canone di studi monastici-clericali: la medicina.

Il poema di Alcuino ne è la prima testimonianza, seguita da un capitolare di Carlomagno dell’anno 805 e da un trattato di Hrabanus Maurus, l’abate di Fulda, intitolato De institutione clericorum dell’anno 819:  in tutti questi documenti si cita anche la medicina.

Si può presumere che la stabilizzazione della medicina, favoreggiata dalla volontà del re, sia stata inserita negli studi nei monasteri e nelle cattedrali e non si può spiegare diversamente l’enorme aumento di manoscritti di contenuto medico durante l’ultimo decennio dell’VIII secolo.

1. porta principale -  2. atrio - 3. portico - 4. portico -  5. cosiddetta Sala Reale - 
6. facciata romanesca - 7 .vestibolo - 8 .westwerk - 9. basilica del monastero - 
10. chiostro - 11. chiesa funerale

Tutto quello che era utile per l’istruzione del chierico era accettabile; tutto quello che era considerato inutile, meritava invece di essere scordato. La medicina accademica fece una strada molto simile.

Pharmacopoeia (795), frammento

A Lorsch, invece, disponiamo della prima testimonianza che dimostri che l’élite intellettuale del tempo trovò nonostante tutto un modo di rendere la medicina, oltre ad una disciplina scientifica, persino un’opera cara a Dio.

Lo prova il ricettario di Lorsch, che fu redatto da Alcuino quasi contemporaneamente alla prima dimostrazione di una pratica scolastica della medicina alla corte di Carlomagno.

Con scientifica precisione l’ampia parte introduttiva del ricettario sviluppa il concetto di una motivazione cristiana con cui si possono affrontare gli studi della medicina.

Il ricettario di Lorsch, che nella parte principale è composto di una compilazione di ricette tardo antiche, merita senza dubbio di essere considerato uno dei testi chiave della storia scientifica europea del periodo post-antico.

 


4 W. Kaiser, Architettura romanica in Germania, Il Romanico, Ed. Koenemann, Milano 1999, p. 32.

 

©2004 Raimondo G. Russo

 


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