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TUTTE LE FORTIFICAZIONI DELLA PROVINCIA DI PERUGIA

in sintesi

I castelli della provincia trattati da collaboratori del sito sono esaminati nelle rispettive schede. I testi presentati nella pagina presente sono tratti invece da altri siti internet: della correttezza dei dati riportati, castello per castello, sono responsabili i rispettivi siti.

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MACERETO (castello)

Dal sito www.frescodiweb.it   Dal sito www.comune.piegaro.pg.it

«Piccolo castello di poggio a 301 metri s.l.m., a breve distanza dall'importante via Pievaiola, che collega Perugia con Città della Pieve. Sconosciuto il periodo in cui avvenne il primitivo insediamento. Nell'elencazione del 1282 la località è indicata come villa, con una popolazione di 20 focolari; in quella del 1370 è ancora classificata tale. Soltanto negli estimi della seconda metà del quindicesimo secolo è classificata come castello. Ma le mura quasi sicuramente furono costruite in precedenza perché, quando nel 1443 Ciarpellone, luogotenente del Piccinino, dopo aver preso e saccheggiato Piegaro, costringendo gli abitanti ad emigrare in massa, assalì e conquistò pure Macereto, la località, secondo il Pellini, era già castello. Nel 1444 il papa Eugenio IV contribuì alla sua ricostruzione non solo dichiarando estinto un grosso debito che gli abitanti, insieme a quelli di Piegaro, avevano contratto con la Curia, ma esentandoli anche per tre anni da ogni tassa. Nel 1452 anche il pontefice Niccolò V intervenne con larghi aiuti e privilegi in favore della comunità. ...».

http://www.comune.piegaro.pg.it/macereto.html


Magione (castello dei Cavalieri di Malta)

a c. di Sonia Merli

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)   Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)   Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)   Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)   Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)   Foto di Ilenia Panicucci (https://www.facebook.com/ilenia.panicucci)


MAGIONE (castello di Zocco)

Dal sito www.colonialvoyage.com   Dal sito www.fortezze.it

«Contesto: isolato nel contesto agricolo. Datazione: XIII secolo. Proprietà: famiglia Palombaro. Edificato nei pressi di Magione, il castello di Zocco domina dall’alto il Lago Trasimeno. Nei secoli rappresentò il più possente insediamento militare della zona, disponendo di ben sette torri, di cui oggi ne rimangono cinque, di tre porte e di una poderosa cinta muraria. Fu costruito nel 1274 accanto ad un convento francescano, e gli fu dato il nome di Zocco probabilmente per la sua forma, molto simile ad un "zoccolo di cavallo". Nel 1403 furono fatte le prime modifiche, infatti prima di questa data il castello era chiamato “villa” e contava centocinquanta abitanti, una volta rafforzato l’apparato difensivo assunse la denominazione di “castrum” e già nel 1456 ospitò centinaia di perugini fuggiti da una grave epidemia che imperversava la città. Nel 1479 subì un violento assedio da parte delle truppe fiorentine, come lo subirono numerose rocche della zona, tra cui anche la vicina rocca Monaldi. Pochi anni dopo, nel 1486, con la spesa di venticinque fiorini, fu costruito all’interno del castello un pozzo per il presidio insediato a difesa. Dal XVI secolo cominciò una lenta decadenza per il castello, male amministrato dai camerlenghi del lago. A questo contribuì anche l’innalzarsi delle acque, facendo sì che Zocco si trovasse, nel giro di pochi anni, in riva al lago. Collegato al castello un piccolo porto, si creò subito un’operosa comunità di pescatori, che però, con il passare del tempo, diminuì gradualmente. Nei primi anni del Novecento era abitato da una piccola comunità di contadini, ma ormai da decenni appartiene alla famiglia Palombaro, di Roma, la quale si dedica alla produzione di un rinomato olio extravergine di oliva. Da notare è la sua chiesa di San Macario, sulle cui pareti, si leggeva un’antica scritta latina a fianco di un dipinto raffigurante una dama».

http://www.itinerari.regioneumbria.eu/default.aspx?IDCont=200155


MAGIONE (torre dei Lambardi)

Foto di kerrick (Renato P.), dal sito www.panoramio.com   Dal sito www.fortezze.it

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Carlo Bizzarri (https://www.facebook.com/profile.php?id=100009937545173)

«Eretta a cavallo dei secoli XII e XIII dai Cavalieri Gerosolimitani, la Torre dei Lambardi si eleva in alto a ridosso del paese. Di pianta quadrangolare era dotata di un corpo avanzato a difesa della porta d'ingresso. La base della Torre presenta un alto zoccolo foggiato a bastione; è alta circa 30 metri con l'originaria merlatura ormai scomparsa. Nel '300 costituiva un avamposto di avvistamento e di difesa strategico per i Cavalieri Gerosolimitani. Caduta in abbandono, è oggi proprietà del Comune di Magione; il recente restauro la riconduce alla pubblica fruibilità».

http://www.lamiaumbria.it/scheda_comuni.asp?pag=2516


Magrano (castello)

a c. di Daniele Amoni


MARCELLANO (castello)

Dal sito http://penelope.uchicago.edu   Dal sito www.camprossoneri.com

«Colonizzato al tempo di Augusto da tal Marcello o discendente della gens Marcella, da cui il nome, il primo nucleo di questo castello sorse agli inizi del sec. XII. Cintosi di mura di lì a poco, ha, agli albori del successivo sec. XIII, una struttura ben consolidata. Dopo aver seguito le alterne vicende connesse alle lotte tra Guelfi e Ghibellini, rimase a lungo nella sfera degli interessi della città di Todi. Già inserito, temporaneamente, nel territorio gualdese, ne fece definitivamente parte dal 1860, anno dell'unificazione al regno d'Italia».

http://www.dalcacciatore.it/dintorni/marcellano.html


MARSCIANO (resti del castello, torri)

Dal sito www.oasivillaggio.com   Dal sito www.100ambiente.it

«Marsciano e il suo territorio rappresentano pienamente i tratti tipici del paesaggio umbro: fertili campagne e dolci colline disseminate di piccoli borghi dove il filo della storia si dipana con insolita continuità permettendo una variegata stratificazione di culture e stili. Il territorio, già abitato dall'età del bronzo e in epoca etrusca, conosce il massimo splendore a partire dal Medioevo, grazie alla sua posizione centrale rispetto alle potenti città di Perugia, Todi, Orvieto e in epoca rinascimentale come testimoniato dagli importanti affreschi che arricchiscono le chiese dei vari borghi. Per comprenderne l'importanza basta citare fra tutti l'affresco del Perugino raffigurante San Sebastiano con San Rocco e San Pietro custodito nella chiesa parrocchiale di Cerqueto. Marsciano, il centro più importante della Media Valle del Tevere, è una città dinamica, moderna e ricca di numerosi insediamenti industriali e aziendali. Dell'antico castello fortificato che Ottone II infeudò ai Bulgarelli di Monreale nel 975 d.c. e che nel XIII secolo venne sottomesso a Perugia per riceverne protezione, restano tratti delle vecchie mura e le antiche torri, Bolli e Boccali, l'antica porta d'accesso chiamata Porta Vecchia, interamente ricostruita nonché il groviglio di strette vie e piazze tipico dei borghi medioevali. ...».

http://www.comune.marsciano.pg.it/index.php?option=com_content&task=view&id=69&Itemid=66


MASSA MARTANA (borgo, palazzo Comunale, rocca di Bonaccorso)

Le mura esterne, dal sito www.stradadeivinidelcantico.it   Il palazzo Comunale, dal sito www.umbriabike.eu   Il palazzo Comunale, dal sito www.umbriabike.eu   Resti della rocca di Bonaccorso, dal sito www.comune.massamartana.pg.it

«Antico borgo medievale di incantevole fascino, sorge in un contesto ambientale di grande rilevanza e di forte impatto visivo. Protetta dalle montagne circostanti che sembrano disegnare un anfiteatro naturale, il castello si presenta chiuso dalle possenti mura della fine del XIII secolo. Garanzia di sicurezza ma anche espressione di prestigio, la cinta muraria si arricchisce dei caratteristici bastioni e di porte che assicuravano accesso al borgo. L’ingresso principale, dalle forme monumentali, presenta incastonate sul lato destro una serie di stemmi e pietre incise. Tra queste, compare l’iscrizione romana che ricorda il restauro della via Flaminia fatto eseguire dall’imperatore Adriano mentre, per quanto riguarda gli stemmi, interessante quello della nobile famiglia Fonzi e quello di Massa Martana con un fiore a cinque petali e la mezzaluna. Varcata la porta, si entra nella piazza principale del borgo, Piazza Umberto I, piuttosto ampia e regolare, definita da alcuni degli edifici più rappresentativi della sua identità storica e culturale. ... Di fronte all’edificio sacro [chiesa di San Sebastiano] si eleva la mole del palazzo comunale, costruito nella seconda meta del XVI secolo sul sito dell’antico ospedale di Sant'Antonio, documentato sin dal XIV secolo. L’aspetto attuale dell’edificio pubblico, riconoscibile dalla caratteristica torre campanaria, è derivato dagli interventi di restauro compiuti alla fine del XIX secolo» - «La Rocca di Bonaccorso si crede eretta verso la fine dell’anno 1000 dal capostipite della nobile famiglia massetana dei Bonaccorsi-Fonzi. Si ergeva sul colle antistante l’omonima sorgente e molto probabilmente era un fortilizio adibito al controllo delle vie montane che confluivano all’importante valico di Acqua Canale. Se ne ha conferma da un documento del 1397 nel quale il pontefice Bonifacio IX concedeva a Lello Bonaccorsi dei nobili di Massa la facoltà di riscuotere pedaggi e dazi da tutti coloro che con merci passavano nelle pertinenze della Rocca».

http://www.massamartanaturismo.it/il-borgo#!005_Massa_Martana_2_marzo_13 - http://www.comune.massamartana.pg.it/Mediacenter...


Massa Martana (resti del castello di Gagliole)

Dal sito www.google.com/maps/d/viewer?mid=zYnhXh7O4bEo.kteJTDtzogiY&hl=en_US   Dal sito www.massamartanaturismo.it

«Sulla sommità del Torraccio si ergeva nel medioevo il castello di Gagliole la cui costruzione viene attribuita ad un certo Galliolo che lo avrebbe edificato nel 1035 dandogli anche il suo nome. Più probabilmente il nome del castello deriva dalla parola longobarda gahagi = recinto, e forse fu costruito tra il VII e l’VIII secolo come avamposto difensivo del Ducato Longobardo di Spoleto. Nel 1290 era di proprietà dei nobili di Massa Raniero e Galgano Bonaccorsi e vi risiedevano 14 famiglie. Inespugnabile roccaforte guelfa fu più volte inutilmente assalito dai ghibellini di Todi finché, nel 1307, acquistato dal comune di Todi fu distrutto e raso al suolo. Il castello di Gagliole, del quale restano poche rovine soffocate dalla vegetazione, aveva nelle sue pertinenze le chiese di San Bartolomeo e di San Giacomo».

http://www.comune.massamartana.pg.it/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=228&explicit=SI


MATIGGE (torre)

Foto Silvio 1953, dal sito www.trekearth.com   Dal sito www.protrevi.com

«La torre fu eretta da Trevi, nel 1395, per controllare i confini con Foligno. Si presenta ben allineata con le torri di Fabbri di Montefalco, allora ancora frazione del comune di Trevi, e della Morcicchia. Secondo la leggenda esisteva un camminamento sotterraneo a collegamento tra le stesse. La Torre di Matigge fu costruita dal mastro muratore Gregorio da Cerreto, artefice anche della menzionata Torre di Fabbri. Nella cima vi furono fabbricati una cisterna, un molino e un forno; inoltre, fu realizzato un ingresso segreto sotto alla vecchia strada romana (antica via Flaminia). I merli furono costruiti nel 1427. Successivamente fu dotata di comoda scala di legno e quindi di “una campana di 300 libbre per avere il segno nei bisogni”. Intorno v’era un largo fossato che secondo le storie dell’epoca costò molto sudore agli abitanti del luogo. Ora questa torre necessita di un urgente restauro».

http://www.treviambiente.it/01_treviambiente/downloads/itn01.pdf


Mezzanelli (resti del castello)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.massamartanaturismo.it   Dal sito www.massamartanaturismo.it

«Il castello di Mezzanelli, che sorge in posizione strategica, ha seguito le sorti dei vari dominatori che ne hanno gestito la vita politica; un tempo parte del feudo degli Arnolfi, il castello è stato citato in alcuni documenti del 1115 e 1118 con i quali i conti Ridolfo, Saraceno, Guillelmus, Hugolino, Tebaldo e Bulgarello cedevano parte di Mezzanelli e di altri loro possedimenti all’abate Beraldo di Farfa. Appartenne poi ai conti di Baschi quindi passò in parte sotto il dominio dei duchi Cesi. Situato in posizione ottinale fu più volte assalito da Spoleto e da Todi nel corso delle lotte tra guelfi e ghibellini. Subì distruzioni nel 1447 e nel 1451. Nel 1467 fu restaurato con il concorso di tutti i suoi abitanti che per l’occasione si autotassarono. Nel 1500 circa fu nuovamente assalito dalle truppe del papa Alessandro VI che distrussero la rocca. Quest’ultima rimane ancora a dominio del borgo, e conserva una vistosa torre in pietra e le mura perimetrali; si può raggiungere con una piacevole passeggiata che sale dal borgo fino alla cima del colle, dove, immersi in un contesto paesaggistico molto suggestivo, appaiono i resti della struttura fortificata».

http://www.massamartanaturismo.it/en/?option=com_content&view=article&id=157


Migianella dei Marchesi (castello)

a c. di Daniele Amoni


Migiana di Monte Tezio (castello di Procoio o Procopio)

Foto dell'Associazione Culturale Monti del Tezio, dal sito www.geosearch.it   Foto dell'Associazione Culturale Monti del Tezio, dal sito www.geosearch.it

«Castel Procoio o Procopio. Castello di pendio situato sulle falde di Monte Tezio a m. 580 di altitudine. Come altri castelli dell'Umbria, nasce villaggio rurale aperto (senza recinzione); successivamente, allo scopo di difendere i raccolti, gli armenti e gli abitanti della zona, viene fortificato da spesse mura e torri di fiancheggiamento. Da ricerche storiche effettuate da Giovanna Casagrande, è provato che nel 1258 esistevano nella zona due distinte ville denominate rispettivamente Migiana superiore di Monte Tezio e Migiana San Pietro di Monte Tezio, entrambe tassate per 9 focolari (cioè famiglie), mentre la chiesa parrocchiale di San Pietro è menzionata sin dal 1163. La stessa località viene ancora citata come villa negli anni 1282, 1380, 1410, 1438 e solo nel 1496 e 1499 viene menzionata come castrum (castello). Dalle stesse ricerche risulta infatti che la costruzione del fortilizio ebbe inizio nel 1455; nel 1473, non essendo ancora ultimata, gli abitanti di Migiana chiesero ed ottennero dal Comune di Perugia, 30 fiorini per poterla completare. Nel 1480 la comunità di Migiana tornò a supplicare il Comune di Perugia per una sovvenzione di altri 30 fiorini alfine di poter "mettere in quadro" il castello con una torre per ogni angolo; Priori e Camerari delle arti ne concessero soltanto 25. Nel 1481 si richiese altra sovvenzione per costruire un pozzo o una cisterna ma, nonostante la spesa di 600 fiorini sostenuta dagli abitanti della zona ed i 55 elargiti dal Comune, il castello rimase incompiuto; ancora oggi, in corrispondenza degli angoli nord - est e nord - ovest, si osservano le predisposte ammorsature per le due torri mai costruite.

Di recente, dopo decenni in completo abbandono, sono iniziati lavori per la messa in sicurezza e la ristrutturazione del castello. Una "lettura" esterna di esso ne rivela comunque le fasi costruttive. Il nucleo primitivo è quello corrispondente all'angolo nord - ovest, nato probabilmente come casa - forte alla quale, successivamente, sono state aggiunte su tre lati le cortine e le due cilindriche torri angolari. L'ingresso originale era quello situato sul lato est, la cui porta rimaneggiata e semisepolta da macerie, era sormontata da alcuni beccatelli dei quali si scorge traccia, realizzati a sostegno dell'apparato di difesa piombante (beccatelli, merli e caditoie). L'attuale porta situata sul lato ovest, unitamente al portico e alla loggia soprastante, sono stati realizzati in epoca successiva come pure tutte le finestre esterne aperte mediante taglio in breccia delle murature. La secolare mancata manutenzione del manufatto, indispensabile per arginare l'azione aggressiva degli agenti atmosferici, combinata con l'estrema povertà delle malte impiegate nella costruzione, hanno prodotto in più punti la caduta di cospicue quantità di materiale lapideo; un tratto di parete prospiciente il vicolo interno è crollata come pure quasi tutte le coperture. In occasione dei lavori di restauro iniziati a metà degli anni 80 del '900 e successivamente bloccati dalla Soprintendenza, è stata aggiunta la prima arcata di sinistra del portico e forse in tale occasione è stata demolita la piccola chiesa, dedicata a Santa Eurasia, protettrice delle messi, che era situata all'esterno del castello in prossimità dell'angolo nord - ovest (da "I Quaderni del Monte", collana edita dalla Associazione Culturale Monti del Tezio,  n. 4 anno 2004: Il Romitorio e Castel Procoio, prof. A. Frittelli). Recentemente, la struttura è stata recuperata: una parte a scopo ricettivo e una parte a residenza privata».

http://itinerari2013.comune.perugia.it/poi/castello-di-procoio


MIGLIANO (castello)

Dal sito www.regioneumbria.eu   Dal sito www.oasivillaggio.com

«Migliano è un sito incastellato sovrastante la profonda gola del fiume Fersinone, al confine tra i contadi medievali di Perugia e di Orvieto. La sua prima menzione nei documenti risale al 1131, come pertinenza del territorio di Marsciano. Appartenne sin dal XIII secolo ai Conti Bulgarelli, signori di Marsciano, e nel 1440 Perugia lo incluse fra i castelli sotto il suo diretto controllo. Qui nacque il capitano di ventura Antonio da Migliano, della famiglia Bulgarelli, che combatté a fianco di Erasmo da Narni detto il Gattamelata al soldo della Repubblica di Venezia. Morì nel 1484. Recenti lavori di risistemazione del piazzale antistante la parte ancora in uso del Castello di Migliano hanno suggerito all’Amministrazione Comunale di Marsciano di eseguire con immediatezza un intervento conoscitivo di scavo. Quest’ultimo, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato affidato all’Università degli Studi di Perugia. Lo scavo, inziato nel 2003, è valso, a tutt’oggi, a mettere in luce una serie di ambienti a schiera e una cisterna. I vani, convenzionalmente designati con le lettere A, B e D, rispettivamente, sono impostati sul muro di cinta del Castello e risultano nettamente condizionati nella loro stessa dimensione e forma dal disegno ariosamente curvilineo di quest’ultimo. I piani di calpestio dei tre ambienti risultano edificati su livelli diversi in progressiva perdita di quota, sostanzialmente replicando il disegno di sezione del versante che prospetta il Fersinone. Gli affioramenti naturali di roccia sono stati, allo scopo, dapprima artificialmente intagliati in piano e quindi rivestiti di terra battuta e calce. Il raccordo fra ambienti diversi avveniva mediante strette ed erte rampe di scale. In un caso (vano B) una canaletta aderente ad uno dei muri laterali valeva a raccogliere e convogliare verso l’esterno le acque di espluvio. Gli alzati in pietra presentano ancora residui di pellicola d’intonaco. Le nicchie che talora si aprono nello spessore dei muri hanno un evidente scopo funzionale e di arredo. I numerosi crolli individuati e asportati in fase di scavo documentano coperture miste di tegole e coppi. Nel loro insieme gli ambienti possono farsi risalire alla fase originaria d’incastellamento del sito, ma lo scavo, rimarcandone la vitalità e, dunque, la stessa continuità di vita, ha documentato risarcimenti e interventi di ristrutturazione e di restauro occorsi a più riprese e in circostanze diverse. I materiali restituiti dagli strati di crollo testimoniano una cronologia d’abbandono che non sembra oltrepassare la metà del XVI secolo. In seguito, il livellamento graduale e generalizzato delle macerie ha progressivamente cancellato pressoché ogni memoria di questa parte del Castello, lasciando a vista solo porzioni smozzicate di murature perimetrali. Piace, infine, ricordare che il materiale ceramico recuperato nello scavo sembra assumere una rilevanza del tutto particolare in quanto offre un panorama del tutto inedito sulle produzioni medievali, tardo-gotiche e rinascimentali, sulla circolazione di queste ultime e sulla loro stessa commercializzazione non solo ovviamente a Migliano ma, più in generale, nell’ambito assolutamente più esteso del comprensorio marscianese, da sempre terra di confine fra Perugia e Orvieto».

http://dipartimenti.unipg.it/scienzestoriche/sezioni/91-migliano-di-marsciano-perugia


MONGIOVINO VECCHIO (castello, torre)

Dal sito www.fortezze.it   Dal sito www.torremongiovino.it

  

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«L'edificazione del Castello di Mongiovino fu decisa dal governo popolare di Perugia nel 1312, preoccupato della vicinanza del Castello di Montalera, la cui influenza nemica si estendeva fin sotto l'antico borgo: attorno a questo Castello si estende una tenuta di oltre 140 ettari tra boschi,campi coltivati ed uliveti,con cinque case coloniche ricostruite all fine del settecento, due delle quali all'interno del castello stesso, che fu parzialmente danneggiato nella battaglia del 1643 tra le truppe papali dei Barberini e Perugia».

http://www.parcogeominerario.eu/index.php?id=344


Montalera (castello)

Foto di guidodelta, dal sito www.panoramio.com   Dal sito www.panicaledintorni.altervista.org

  

«La villa-castello è situata sopra un colle in posizione panoramica, sui versanti che si affacciano a sud del lago Trasimeno con vista sul lago e immersa in un bosco di elci e querce. L’impianto è racchiuso entro una cinta bastionata, con torri merlate, su una struttura difensiva medievale ed è composto dal palazzo, da una cappella, dalla limonaia e da altri annessi, costruiti in epoche diverse. La forma della cinta segue la naturale morfologia della sommità del colle, disegnando un esagono con due lati più lunghi (sul versante sud-occidentale) e quattro più brevi (sul versante nord-orientale, verso Perugia), difesi da bastioni e salienti, Il perimetro è di oltre 300 metri ed in alcuni tratti la cortina muraria supera i dieci metri: sono ancora visibili resti del fossato e del ponte levatoio. Nel rispetto delle realizzazioni cinquecentesche le mura sono a scarpa per gran parte dell’altezza, racchiudono il terrapieno e sono di grande spessore per poter sopportare i colpi di cannone; le uniche aperture sono costituite da feritoie orizzontali donde bersagliare gli assedianti. L’ingresso alla fortezza avviene attraverso un arco bugnato che immette alla corte interna dopo aver percorso una galleria ed una breve rampa. Tra i vari edifici addossati alla cinta muraria, la mole maggiore è data dal maschio, a pianta rettangolare, con finestre ogivali, in parte murate, e bucature difensive. Il torrione medievale, “donjon”, è l’elemento meglio conservato dell’impianto primitivo. Il palazzo residenziale è disposto di fianco al “donjon”, con una lunga e bassa facciata ad L, risultante dalle svariate modifiche succedutesi nel tempo. Dell’impianto cinquecentesco restano le finestre rinascimentali che si aprono sulla facciata posteriore, verso il giardino di tramontana. Il palazzo all’interno presenta un fronte molto frastagliato essendo il risultato di ampliamenti avvenuti in epoche diverse. Il giardino è attualmente di gusto romantico con fontane, alberature secolari ed aiuole sinuose. Originariamente il giardino era diviso in sei aiuole dal viale principale e da due secondari, queste erano bordate da siepi di bosso squadrate e vasi di agrumi negli angoli. Nel bastione settentrionale era situato il giardino del labirinto, con un ninfeo; un altro piccolo giardino, senza i disegni delle aiuole, era posto dietro al palazzo ed era diviso dal primo dalla limonaia. Ulteriori giardini senza disegno di aiuole erano all’esterno della cinta, dal bastione meridionale a quello settentrionale ed antistanti l’ingresso.

Il castello fu probabilmente costruito nel XII secolo. Nel 1200 apparteneva a Giacomo ed Andrea Montemelini. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1393 fu acquisito da Biordo Michelotti come acconto per la riconquista di Castiglione del Lago. Nel 1416, ne entrò in possesso la famiglia degli Oddi che lo tenne fino al 1488, quando venne cacciata dai Baglioni. Leone X ne legittimò il possesso a Braccio II Baglioni che nel 1534 eseguì numerosi e significativi lavori su progetto di Antonio da Sangallo il giovane: la fortezza divenne così una delle strutture militari di concezione più moderna del territorio perugino. Nel 1535 il castello fu requisito e solo nel 1552 Carlo II Baglioni ne rientrò in possesso e completò i lavori di costruzione della cittadella. Nel 1600, Montalera passò ai potenti duchi della Corgna che lo possedettero fino al 1643; un ventennio dopo, fu acquistato dal cardinale senese Francesco Cennini. Con l’estinzione dell’asse ereditario maschile pervenne, nell’Ottocento, alla marchesa Eleonora Cennini, moglie del conte perugino Cesare Montesperelli. L’intero impianto fu reso più confortevole, venne costruita la cappella in stile neoclassico ed intorno alla metà del secolo vennero rialzate le cortine medievali, ampliata la limonaia, costruiti gli edifici sul bastione meridionale e la torre loggiata sovrastante l’ingresso. La fortezza assunse così l’aspetto di un sontuoso palazzo. Gli eredi Montesperelli lo rivendettero, nel 1873, a cavaliere Ferdinando Cesaroni, dal quale lo acquistò il conte Agostino Oddi Baglioni, nel 1912, che trasformò la tenuta in una delle aziende agricole più importanti della zona. Nel 1970 fu venduto all’architetto Aladino Minciaroni di Roma che ne ha curato per anni il restauro».

http://www.panicaledintorni.altervista.org/Castello_di_Montalera.htm


MONTALI (castello)

Dal sito http://casa.umbriaonline.com   Dal sito www.toscanaestate.com   Dal sito http://casa.umbriaonline.com

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«...Castello di Montali, località posta su un punto strategico di grande importanza tra i centri di Tavernelle, Paciano, Montalera, Fontignano e S. Arcangelo, controllando la strada di Chiusi-Perugia. Circondato da uliveti secolari,immerso nella quiete delle verdi colline umbre, il Castello dei Montali domina dall'alto uno dei più suggestivi scorci del Lago Trasimeno. Sito nel territorio del Comune di Panicale, questo insediamento medievale deve il suo nome ai feudatari che anticamente lo abitarono; esso divenne una chiave di volta del sistema difensivo perugino poiché era il più elevato ed inespugnabile castello del circondario. ... Senza alterare in alcun modo l’antica preziosità architettonica, un sapiente lavoro di restauro e recupero ha saputo riportare agli antichi splendori il borgo medievale. ... La proprietà è tutelata dalla Sovrintendenza delle Belle Arti».

http://casa.umbriaonline.com/immobili/panicale/933.html


MONTALTO (castello)

Dal sito www.umbertide.it   Dal sito www.umbertide.it

«Il castello di Montalto, posto in cima ad una verde collina, con la sua maestosa torre domina la valle del Niccone. Anticamente fu una fortezza di grande importanza tattica per la difesa di Fratta (l'attuale Umbertide) e per frenare le mire espansionistiche della vicina Città di Castello. La prima notizia storica del castello risale al 1385, anno in cui venne fortificato dai Perugini» - «Fu una fortezza di grande importanza tattica per la difesa di Fratta e per frenare le mire espansionistiche di Città di Castello. Nella collina dove sorge il castello di Montalto san Pier Damiani afferma di aver fondato nel 1053 un monastero per eremiti camaldolesi dedicato a San Bartolomeo. Nel 1366 la chiesa di San Bartolomeo era ancora esistente ed il monastero venne unito, die­tro ordine di papa Martino V, all'eremo di San Pietro di Gubbio. Montalto s'incontra nella storia quando nel 1385 venne fortificato dai Perugini. Più tardi, nel 1394, Biordo Michelotti recuperò Fratta e Montalto per la città di Perugia e i magistrati di quella città, nel predisporre un piano di difesa dei confini, dettero incarico (a Matteo da Pisa?) di munire il castello per impedire al papa di rimettere a Perugia il governo dei nobili. Morto assassinato Biordo Michelotti (1398), i nobili ripresero animo. Nel 1403, in piena lotta fra le fazioni dei raspanti e dei beccherini, gli abitanti di Montalto furono costretti a lasciare le loro abitazioni poiché gra­vati da forti tasse, finalizzate al mantenimento della numerosa guarnigione. I nobili ripresero così molti castelli e nel 1407 riconquista­rono anche Montalto, che fu presidiato dalle truppe di Ridolfo da Perugía. Nel 1482 e successivamente nel 1518 i Perugini accorda­rono a Montalto dei contributi per restauri. Nonostante la pace ferrea imposta dal papa, dal XVI secolo in avanti gli abitanti di Montalto videro ancora passare soldati, ma non soffrirono ulteriori gravi danni fino al 1643, quando il territorio di Fratta fu in parte occupato dalle truppe fiorentine in lotta con il papa Urbano VIII. Il giorno 9 novembre cinquecento fanti toscani assalirono Montalto difeso da sessanta soldati perugini, che, dopo un'ora e mezza di sanguinosa resistenza, dovettero cedere. Tra i difensori rimasero uccisi dodici militari ed il capitano Giu­seppe Secoli, mentre perirono cento toscani. Il castello ed i possedimenti dei dintorni furono per lungo tempo proprietà della famiglia Mavarelli, poi, nel 1934, andarono alla famiglia Gnoni cui attualmente appartengono (dal libro di Bruno Porrozzi, Umbertide e il suo territorio. Storia e immagini, ed. Pro Loco, Umbertide 1983)».

http://www.valledelniccone.it/CASTELLO%20DI%20MONTALTO.htm - http://www.umbertideturismo.it/Storia-History...


MONTE CASTELLO DI VIBIO (torre di Porta di Maggio, borgo)

Dal sito www.comune.montecastellodivibio.pg.it   Dal sito www.borghitalia.it

«...L'aspetto più rilevante dal punto di vista monumentale del paese è certamente rappresentato dalla sua struttura urbanistica, che riproduce abbastanza fedelmente quella di un castrum medievale che, visto dall'alto, è fatto a forma di cuore. Uno sguardo alla antica Porta di Maggio con la torre merlata posta a sentinella sulla vallata verso Todi, da cui un tempo Monte Castello si difendeva per le continue incursioni della città Tuderte. E tra le curiosità che la storia ci narra c'è la vicenda in cui i Montecastellesi nel 1565 da abili politici, pur di restare sotto il diretto dominio pontificio anziché con la vicina Todi, furono disposti a pagare alla Camera Apostolica la somma di ventitremila fiorini, la medesima cifra che la città Tuderte aveva già versato allo stesso governo della Chiesa. Nel centro storico, vi è la chiesa di Santa Illuminata, dove si venera un crocifisso ligneo del 1400; la Torre campanaria, eretta nel 1850 nel luogo in cui sorgeva l'antica chiesa di S. Rocco; piazza V. Emanuele II con la sua terrazza dove si può ammirare l'ampio panorama a sud dell'Umbria fino a scorgere i monti del Lazio e dell'Abruzzo. Sulla stessa piazza insiste la chiesa parrocchiale dei S.S. Filippo e Giacomo del XVIII sec. e un pozzo-cisterna del XVI sec. recentemente restaurato. Girando per le caratteristiche vie di Monte Castello non si possono non notare "le porte del morto" (di epoca medievale); sono situate sempre accanto alla porta principale, erano sempre murate, non arrivavano al livello stradale e venivano aperte soltanto nell'occasione dell'uscita dalla casa della bara col morto. ...».

http://www.comune.montecastellodivibio.pg.it/main.php?page=vicende


MONTE SANTA MARIA TIBERINA (castello di Bourbon del Monte, castello Boncompagni Ludovisi)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito it.wikipedia.org

«Nel corso dei secoli e degli avvenimenti l’antico castello, eretto nel 1250 dal marchese Guido, è stato trasformato nel XVI-XVII secolo in quattro edifici, dimore di altrettanti rami della famiglia dei Marchesi Bourbon del Monte. Palazzo Boncompagni Ludovisi, con i suoi merli guelfi e portali in pietra concia, sembra provenire dal nucleo originario del castello. Affacciandosi al parapetto della piazza davanti al palazzo si può vedere un'altro suo ingresso, di aspetto medioevale. L’interno dell'edificio, di notevole interesse artistico ed architettonico, non è visitabile, essendo dimora privata dei principi Boncompagni Ludovisi, ultimi eredi dei Marchesi Bourbon del Monte. Di fronte al Palazzo Boncompagni Ludovisi si estende il Palazzo Principale, residenza un tempo dei marchesi reggenti e quindi centro politico del piccolo stato. Sorto anch’esso alla fine del Medioevo, in seguito alla trasformazione del vecchio castello, fu abitato fino all’ultima Guerra Mondiale, ma i danni subiti con i bombardamenti lo hanno ridotto in pessime condizioni. Il suo restauro è ancora in corso, pertanto non può essere visitato. Un vero peccato!.. Sopra il suo bel portone centrale cinquecentesco vi è un grazioso balconcino in ferro battuto del XVII secolo da dove in passato venivano proclamate le leggi, le volontà e le decisioni del padrone. A sinistra del balcone, sotto la terza finestra, c'era una buca per le denunce anonime. Il rifacimento dell’edificio, avvenuto all’inizio del 1500, gli ha dato un aspetto tipicamente rinascimentale. Nell’interno vi erano grandi e splendidi saloni affrescati. Nei sotterranei c'erano le prigioni, collegate mediante condotte d’aria alla sala del tribunale, in modo che si potesse sentire tutto ciò che i prigionieri si dicevano. Infine alcune scale a chiocciola servivano da trabocchetti; chi ci si avventurava veniva infilzato dalle lame sporgenti dalle pareti. Il palazzo è sormontato da un’alta torre medioevale con campanone, residuo del primitivo castello. Essa serviva in passato per avvistamento e per scambio di segnali ottici con le altre torri militari di Marzano, Gioiello, Elci e Lippiano. Lungo la stessa via, praticamente attaccati al Palazzo Principale, si individuano le facciate cinquecentesche dei rimanenti due palazzi marchionali - erano residenza dei restanti rami della famiglia Bourbon del Monte. Si nota la curiosa differenza d’altezza delle file di finestre delle loro facciate. Infatti i due edifici hanno livelli sfalsati tra di loro, per evitare ogni atto ostile tra i bellicosi abitanti. Oggi questi due palazzi sono divisi in abitazioni private che conservano ancora adesso interessanti resti di affreschi nei propri interni. Merita un’occhiata l’ultimo portone della fila, del cinquecento, tutto ricoperto di chiodi in ferro battuto».

http://www.agriturismoevacanzeinumbria.com/umbria/monte-santa-maria-tiberina/cosa-visitare-a-monte-santa-maria-tiberina.html


MONTE VIBIANO (castello)

Dal sito www.oasivillaggio.com   Dal sito www.comune.marsciano.pg.it

«Il castello di Monte Vibiano Nuovo, è un altro piccolo gioiello che rende interessante quest’area. Fu costruito nel 1394 per ordine dei magistrati perugini dopo la distruzione di Monte Vibiano Vecchio. È caratterizzato dalla presenza al suo interno di Palazzo della Penna, un’imponente struttura del XIV secolo già appartenuta ai Vibi, con una torre circolare ed elementi architettonici in laterizio di stile Quattrocentesco; praticamente annessa alla residenza c’è una piccola cappella gentilizia del XVI secolo intitolata a Sant’Andrea. Monte Vibiano Vecchio è un complesso di edifici, tra cui Palazzo Fasola Bologna, della metà del XIII secolo ai quali si accede da una sola porta d’ingresso con arco in pietra a tutto sesto, fatto costruire dai Vibi che lo vollero come caposaldo militare. Dopo essere passato ai Rossi-Leoni di Perugia, che lo tennero fino al 1794, e ai conti Cesarei di Perugia, che ne furono i padroni fino al 1892, ne divennero proprietari i Sereni. L’attuale aspetto del Castello porta la firma dell’architetto Ugo Tarchi e la supervisione di Antonio Sereni, allora proprietario, che tra il 1915 e il 1940 attesero sia alla realizzazione dell’opera di restauro; sia del giardino, organizzato a labirinto con siepi da basso e una piscina».

http://www.comune.marsciano.pg.it/index.php?option=com_content&task=view&id=81&Itemid=66


MONTEBIBICO (castello)

Foto di gianfo, dal sito www.panoramio.com/   Foto di Duple74, dal sito www.panoramio.com/

«Tra il dolce intercalare delle colline umbre,a quattro passi da Spoleto, si erge il Castello di Montebibico, costruito nel XII secolo, come alloggio e difesa agli armati che presidiavano le terre del Ducato spoletino. La costruzione e il paesaggio che la circonda, vi proietteranno in un viaggio a ritroso nel tempo e magiche suggestioni vi accompagneranno silenziose alla riscoperta di sensazioni dimenticate. La proprietà è stata sapientemente restaurata di recente. ...».

http://www.agriclub.it/elenco-agriturismo.asp?agriturismo=06059#


Montecastelli (resti del castello o Castelaccio)

Foto di Carlos1971, dal sito www.montecastelli.net   Foto di Carlos1971, dal sito www.montecastelli.net

«Si può risalire alla storia di Montecastelli (Umbro) e del suo castello fino al secolo XI. Questo castello probabilmente voluto dai marchesi di Colle di Montemigiano era una delle sentinelle costruite per controllare parte del loro territorio e presidiava il punto dove la valle si stringe e dove quindi era maggiore il flusso militare. Era uno dei tanti castelli posti sui colli dell’alta valle del Tevere e vista la sua comoda e utile posizione venne spesso conteso, combattuto, ceduto e poi ripreso. Il tempo ormai lo ha logorato e di questo maestoso simbolo di forza non rimangono che alcune mura instabili ed è rimasto ben poco di quelli che erano i bellissimi affreschi che adornavano le stanze reali. ...».

http://www.montecastelli.net/chi-siamo.html (a cura di Carlo Robellini)


MONTECOLOGNOLA (resti del castello, borgo fortificato)

Foto di kerrick (Renato P.), dal sito www.panoramio.com   Dal sito www.minube.it

«Montecolognola è un piccolo borgo affacciato sul lago Trasimeno in posizione panoramica che conserva quasi intatto l’aspetto medievale con le sue mura di cinta e le porte d’ingresso. Il castello fu costruito nel XIII sec. quando gli abitanti della sottostante Pian di Carpine si ribellarono ai cavalieri Gerosolimitani che avevano il controllo di una parte del territorio intorno al lago. Il borgo originario venne distrutto dal comune di Perugia, ma ciò non servì a sedare la rivolta che continuò per molti anni ancora fino a quando lo stesso comune permise la costruzione di un insediamento fortificato in questo luogo. Tra il XIII ed il XIV secolo iniziò la costruzione del castello di Montecolognola che divenne così un borgo indipendente dall’influenza dei cavalieri Gerosolimitani. ...».

http://www.paesaggi.regioneumbria.eu/default.aspx?IDCont=226644


MONTELAGELLO (castello)

Dal sito www.lagotrasimeno.net   Dal sito www.oasivillaggio.com

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«Montelagello è uno dei castelli medievali che si affacciano sull’antica Via Orvietana. Il castello, frontiera tra i territori marscianesi e perugini, ospita al suo interno una chiesa anch’essa interamente restaurata: si tratta della chiesa parrocchiale di San Pietro poi San Biagio, un edificio in pietra in stile romanico costruito nel 1266. Proprio sotto il castello incontriamo la chiesa di Santa Maria della Neve, costruita nel 1452 e restaurata successivamente nel 1492, come testimonia un mattone posto sulla facciata. Sulla strada che porta a Migliano si trova il bivio che conduce a Monte Lagello. Il castello, situato sul crinale che dà sulla valle dove scorre il torrente Rigo, mostra un aspetto solitario, da cui si gode un ampio panorama. Questo è stato costruito per difendere il territorio di confine perugino da quello orvietano. Del castello abbiamo notizia in un diploma di Corrado Il del 1027 e da una bolla di Benedetto VII che illustra l'attività di Pietro Vincioli che qui ebbe i suoi natali. Monte Lagello o "Mons Agellionis", cadde tra il 1394 e il 1395, in mano del nobili fuoriusciti da Perugia. Questi stabilirono che il castello sarebbe stato distrutto o ricostruito completamente. In seguito si scelse la seconda ipotesi, rinforzando le mura, che furono ritoccate più volte nel corso della sua storia. Per eseguire questi lavori i cittadini, furono esonerati, per alcuni anni, dal pagare le tasse, purché i fondi fossero spesi per rinforzare le mura. La fortezza faceva parte del contado di Porta Eburnea e i cittadini pagavano un fiorino a testa per stipendiare il capitano del contado. Fino al XVIII secolo il castello appartenne ai Vincioli, nobili perugini, chiamati anche "ex Nobilibus de Monte Ugello"».

http://www.comune.marsciano.pg.it/index.php?option=com_content&task=view&id=82&Itemid=66


Monteleone di Spoleto (borgo fortificato, mura, torre dell'Orologio)

Dal sito www.piazzaumbria.com   Dal sito www.turismovalnerina.it

«...Il castello di Brufa, ora Monteleone di Spoleto, fu edificato nell’anno 880 da un nobile romano di nome Attone o Arrone figlio del conte Lupone. Successivamente, distrutto il castello di Brufa, intorno al 1100, Tiberio, figlio di Attone II, riedificò sulle rovine l'attuale Monteleone e, verso la fine del secolo, i suoi figli lo donarono a Spoleto. Nel 1228 Bertoldo di Ursilingen, con truppe saracene, incendiò e distrusse il castello di Monteleone ma i Tiberti, nel 1265, lo riedificarono e lo donarono definitivamente a Spoleto insieme ad altri castelli. Dopo anni di guerre, distruzioni e ricostruzioni, i monteleonesi, aspirando al titolo di "Repubblica Montis Leonis", nel 1535 si ribellarono a Spoleto e cacciarono il Podestà che era stato loro imposto. La reazione di Spoleto fu terribile e mise Monteleone a ferro e fuoco. Nel 1559 Pio VI poneva la cittadina sotto le dirette dipendenze di Perugia sottraendola a Spoleto. Da questo momento in poi cominciò l’epoca d’oro per Monteleone grazie soprattutta alla ricchezza delle sue miniere di ferro e il benessere testimoniato dai bei palazzi signorili perdurò fino al terribile terremoto che la sconvolse nel 1703. Da questo momento in poi iniziò il periodo dell'emigrazione. Monumenti principali. All’ingresso dell’abitato - che conserva ancora l’aspetto originario di castello fortificato - si apre uno spiazzo dove sorge il Palazzo Bernabò edificato nel XV secolo, proseguendo sulla destra si raggiunge la Torre dell’Orologio che sorge dove si elevava l’antica porta del castello. Il complesso di San Francesco fu costruito alla fine del Duecento e rappresenta il nucleo architettonico più significativo del paese. Da vedere anche la chiesa parrocchiale di San Nicola del XVIII secolo, la quattrocentesca chiesa di San Giovanni e la chiesa di San Gilberto. I dintorni molto suggestivi invitano ad escursioni».

http://www.cemir.it/easyne2/LYT.aspx?Code=CEMIR&IDLYT=3086&ST=SQL&SQL=ID_Documento=639


MONTEMIGIANO (borgo, castello)

Dal sito www.umbertide.it   Dal sito www.borgodimontemigiano.com

«Dell´antico castello e borgo medioevale di Montemigiano si ha notizia già nel 1210. Nelle antiche carte questa località viene anche chiamata "Montemixano" o "Monte Mezzano". Centro di notevole importanza, fu sottoposto al dominio di Città di Castello e di Perugia. Negli anni Cinquanta il borgo, a causa dello spopolamento, rimase abbandonato e in quel periodo incominciò un lento degrado. Ristrutturato in tempi recenti, è ora possibile ammirare il suo castello, la sua antica chiesetta e le sue case medioevali. Posto in posizione alta, sulla sinistra del corso del torrente Niccone, lungo i lati della strada collinare che conduceva a Civitella-S. Anna e a Comunaglia, è facilmente raggiungibile dalla frazione di Niccone».

http://www.lisciano.org/borgo_di_montemigiano.htm


Montemolino (resti del castello)

Dal sito http://italyhomeluxury.com   Dal sito www.homeaway.it   Dal sito www.homeaway.it

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«Protagonista è il fiume: il Borgo con la chiesa dell’Angelo, il Castello di difesa, il Ponte Romano, la “barca”, i mulini, la centrale elettrica. Come in molte altre frazioni del tuderte, il territorio di Montemolino ha zone pianeggianti e collinari, ma in più possiede un particolarissimo costone roccioso, a picco sul Tevere! Questo avamposto naturale chiude il territorio di Todi con la sponda sinistra del fiume, di fronte a Monte Castello di Vibio. Contempalre ed ascoltare il Tevere in questo punto è esperienza unica. Per decine di secoli via d’acqua interna con sandoli, chiode, navicelli e barche, ha approvvigionato Roma di alimenti… Il ponte di Montemolendinum… è citato da Quirino colono nell’assedio di Porsenna a Todi. Nel I secolo a.C. è documentato in questo luogo l’insediamento della Gens Aufidena. Re Desiderio e papa Paolo I qui fissano il confine del territorio tuderte, 757 d.C. Il ponte è luogo di scontri e distrutto, poi ricostruito, nel 1190 e 1282. Nella battaglia del 1310 la vittoria dei Perugini si completa con il trasferimento dei conci a Corciano, dove ostentare la realizzazione delle mura come trofeo di guerra: il ponte così smontato non verrà più rialzato. Per vederne traccia bisogna aspettare le secche estive! Furono autorizzate “barche” tirate da funi (e gabelle a favore di Todi e Monte Castello). Doveva esserci quotidinana tensione se le donne di Montemolino una notte tagliarono il canapo alla barca di Monte Castello… Era il tempo dello Stato Pontificio. La cura dei luoghi, il censimento, il primo catasto… tutto per volontà del papa. ... Proprio nella piazza interna al Castello, il 16 agosto 1496, veniva firmata da Agamennone Stefanucci, Signore del luogo e rappresentante dei Guelfi, la pace con gli avversari Cristoforo Leoni e Nicola Todeschini, per i Ghibellini. Di poco anteriore è l’affresco, all’interno e sopra la porta, realizzato per voto su incarico di “Messer Francesco salvato dalle acque”. Sul costone stretto, sinuoso e lungo, il Castello sta a difesa del transito sul fiume, più indietro la Comunità sta arroccata sotto la chiesa, sul versante a Sud, tra gli ulivi, limoni, melograni, e fichi d’India. ...» (testo di Anna Maria Ferri).

http://www.umbriaecultura.it/passeggiata-montemolino


Montenero (castello)

Dal sito www.iltamtam.it   Dal sito http://tuttoggi.info

«Il complesso denominato “Castello di Montenero” comprende un insieme di beni di elevato valore storico e paesaggistico, costituito da un nucleo centrale - il Castello, di circa 2.000 mq. - e da alcune unità abitative che costituiscono parte del borgo medievale, oltre che da un antico granaio strutturato su un piano interrato di circa 350 mq. (utilizzato come cantina) e su due piani soprastanti, ognuno dei quali di circa mq. 500. Il terreno circostante con destinazione d’uso di tipo agricolo si estende in totale per circa 1.300 ettari. Di questi, oltre 30 ettari sono ad uso esclusivo del Castello, altri 34 ettari, che insistono su un’area situata intorno alla struttura principale, potrebbero essere utilizzabili, anche con gli annessi e le cubature in essi presenti, nell’ottica di un progetto imprenditoriale complessivo. Il Castello di Montenero, risalente al XV secolo, è uno dei tanti castelli medioevali diffusi nel territorio comunale, si tratta di uno tra i più suggestivi e meglio conservati dell’intero territorio. Presenta una struttura intatta nelle sue linee ed è sito al termine di un viale alberato al centro di un’ampia corte. Nel 1618 passando alla proprietà dei Cortesi Accursi, fu ristrutturato con trasformazioni varie e con corpi aggiunti ancora ben visibili. Attorno al castello rimane quasi intatta la corte medievale e la chiesetta di S. Antonio, la cui facciata è stata restaurata recentemente. Situato nella frazione di Montenero, si trova sulla strada provinciale a sud di Todi a circa 10 km, ed è a breve distanza da altri centri storici quali Perugia e Assisi (circa 60 Km), Orvieto e Spoleto 50 km, Roma150 Km, Firenze 200 km e Terni 45 km. Ben collegato alle principali vie stradali, si raggiunge dalla strada provinciale che, a sud di Todi, prosegue per Montecastrilli ed Acquasparta e qui si collega con la Superstrada E45 Orte - Ravenna. ... Il Castello è stato recentemente oggetto di importanti opere di recupero e di ristrutturazione volte alla conservazione del bene».

http://www.pietredumbria.it/italiano/ge_mostraoggetto.asp?id=544


MONTESPERELLO (castello)

Dal sito www.montesperello.it/   Foto di kerrick (Renato P.), dal sito www.panoramio.com

«Il Castello di Montesperello ha origini antichissime in quanto il suo primo nucleo risulta sia stato eretto da Bernardo Montesperelli nel 608. Nel 997 il grande Marchese Ugo di Toscana (+1001) Ottone III lo confermò nei possedimenti dell'abbazia di Campoleone (oggi la Capolona in provincia di Arezzo) per volere di Ugo, abate e marchese di Toscana, figlio della contessa Wilma. Il castello di Montesperello ha da sempre rivestito un ruolo di primaria importanza con numerosi assedi, conquiste e battaglie e lunghi periodi, specie dopo le distruzioni, in cui era solo una villa. Montesperello era villa nel 1282 con 30 abitanti. Il castello fu di nuovo raso al suolo nel 1380, tornando allo stato di semplice villa. Nel 1439 il castello fu ricostruito a spese di Perugia che considerava Montesperello uno dei suoi capisaldi difensivi verso il Trasimeno e l'Aretino. Dopo la guerra del 1479 tra Firenze e lo Stato pontificio il castello fu quasi distrutto. Nel 1495 ci è nota l'ultima ricostruzione "a castello" secondo gli schemi dato dall'avvento delle nuove armi da fuoco. Oggi, dopo le ristrutturazioni ottocentesche, il Castello ha l'aspetto di villa residenziale. Peccato che le sue condizioni esterne siano quanto meno deprecabili. Il Castello di Montesperello è di proprietà della famiglia Pesciarelli e non ci risulta visitabile».

http://www.fortezze.it/castello_montesperello_it.html


MONTICELLI (castello)

Dal sito www.oasivillaggio.com   Dal sito www.tripadvisor.in

«Le parti più antiche di Monticelli sono costituite da tre torri difensive e di avvistamento sulla valle sottostante con mura dallo spessore di oltre un metro. Esaurita una probabile funzione difensiva, suggerita dalla originaria struttura a torre, i cambiamenti architettonici apportati successivamente indicano una destinazione dell’edificio a residenza estiva. Il catasto di Andrea Chiesa (1720-29) permette di ricostruire tutto l’assetto proprietario del sito di Monticelli, che è stato proprietà dei conti Aureli, importante famiglia perugina, che abitava in città il palazzo attuale sede della Facoltà di Lettere e aveva numerose proprietà con dimore nel territorio a sud-ovest di Perugia (con le ville di S. Martino Delfico e di Castel del Piano); agli inizi dell’800 Borgo Monticelli passa alla famiglia Alfani e alla fine dello stesso secolo a Vincenzo Sereni. Successivamente, da questi ultimi, tramite l’erede Lucia de Renzi la proprietà passò ai Fasola, ultimi prima degli attuali proprietari. Il borgo, distante solo 650 metri dal paese di Castiglione della Valle, sorge su di un colle in mezzo a una vasta pianura con vista che si estende a 360° per chilometri in tutte le direzioni sulla valle sottostante, da dove è possibile vedere tutta la parte alta della città di Perugia. Nella seconda metà del XIII la villa è sottoposta al regime fiscale di Perugia ed è censita nel comprensorio del contado del Rione di Santa Susanna; successivamente risulta accatastata nel Rione di Porte Eburnea. In ogni caso essa era compresa nell’ambito territoriale di Perugia, che alla fine del XIII secolo controllava politicamente tutta l’Umbria settentrionale. L’antico borgo comprende anche la chiesetta di S. Paolo e S. Ubaldo (1315-19), affrescata da Meo da Siena. Nel Settecento Monticelli faceva parte delle proprietà della famiglia Aureli, assieme a Villa Aureli e alla Villa di Montefreddo. Il nucleo antico del borgo e la chiesetta sono monumenti di interesse storico-artistico nazionale e sono protetti dal Ministero per i Beni e per le Attività Culturali. Oggi Monticelli è in parte dedicato all'attività ricettiva».

http://www.contadoportaeburnea.it/beni%20e%20minacce/borgo_monticelli.htm


Montignano (castello)

Dal sito www.residenzedepoca.it   Dal sito www.minube.it   Dal sito www.minube.it

«Le origini del Castello di Montignano risalgono al 962, quando Ottone I di Sassonia venne incoronato a Milano imperatore di Germania e re d’Italia da papa Giovanni XII e cercò subito di creare un gruppo di feudatari fedeli a lui nell’Italia centro-meridionale. Al conte Arnolfo, tedesco, cortigiano e famigliare dell’imperatore, fu assegnata in fuedo una parte dell’Umbria e la contea, denominata Arnolfa, che comprendeva anche Montignano. Nei primi anni del 1500 gli Atti, feudatari del Castello di Casigliano, estesero i loro possedimenti fino ai confini di Montignano, proprietà fino al XV secolo della famiglia Matalucci, guelfa, alleata ed imparentata con gli Atti. Il Castello subì gravi danni per il passaggio dell’esercito francese e il consiglio generale del comune di Todi, 27 agosto 1577, deliberò l’esenzione dal pagamento delle tasse alla popolazione di Montignano per “i danni patiti”. I Priori di Todi inviarono un ordine, nel 1602, perché venissero restaurate le mura castellane e la porta fosse “sicura di catenacci”. Nella prima metà del Settecento gli eserciti spagnoli, imperiali e francesi scesi in Italia a causa delle guerre di successione, turbarono la tranquillità di quel luogo. Nel XVIII secolo i Matalucci ristrutturarono il Castello, le mura servirono da facciata per il nuovo palazzo, gli ambienti interni furono ampliati, così il castello divenne una dimora signorile, con un elegante loggiato, una cappella privata ed un giardino. La famiglia Matalucci si estinse nella linea maschile e nel 1775, Lavinia, figlia di Giacinto Matalucci, sposò il conte Francesco Francisci di Todi, la cui famiglia proveniva da Collesecco, vicino ad Avigliano Umbro. La nobile famiglia si distinse nella vicenda risorgimentale di Todi con il conte Federico e il fratello Giuseppe, entrambi volontari nelle guerre di indipendenza. Federico, impegnato in politica, consegnò personalmente i risultati elettorali del Comune di Todi nel plebiscito del 1860 al re Vittorio Emanuele II a Napoli. Dopo circa 4 secoli, il 28 novembre 1887, i Francisci cedettero il Castello di Montignano ad Angelo e Vincenzo Tacchi, commercianti di Foligno con rogito del notaio tuderte Sebastiano Antonimi. I Tacchi tennero Montignano per 20 anni e non mostrarono interesse alla proprietà. La famiglia Alcini di Massa, acquistò il castello nel 1908 e la tenuta, compreso il mulino a grano. Enrico Alcini, morto nel 1940, uno dei più noti personaggi della famiglia, fu Sindaco di Massa Martana ed è ricordato per le numerose iniziative mirate al miglioramento del Comune, come la costruzione del Cimitero urbano».

http://www.montignano.com/index_ita.php


MONTONE (rocca di Braccio)

Dal sito www.montone.info   Dal sito www.comunemontone.it

«Edificato sulla parte più alta di un colle che domina la confluenza dei fiumi Tevere e Carpina, Montone è un piccolo borgo medioevale, perfettamente conservato ed immutato nei secoli. Possenti mura circondano l'abitato, vie strette e tortuose, si snodano e si alternano alle ampie scalinate che percorrono il centro, e che dire delle imponenti torri campanarie e della magnifica rocca di Braccio, i cui resti sapientemente restaurati, a seguito della distruzione compiuta da papa Sisto IV nel 1478, ci forniscono l'idea della sua importanza. Le origini di Montone risalgono al X sec., o almeno è solo da questo momento che si hanno notizie certe della sua esistenza. Già nel 1121 il borgo fortificato, seppur sotto il diretto controllo di Perugia, aveva la possibilità di darsi degli statuti e di amministrare la cosa pubblica attraverso i propri magistrati. il protagonista di uno dei più audaci tentativi di creare, all'interno dell'Italia Centrale, uno stato indipendente dal potere dello Stato Pontificio. Le vicende di Montone seguono l'alterna sorte della famiglia Fortebracci e nel XV sec. la città raggiunge il suo massimo lustro, grazie alla figura di Braccio da Montone, grande capitano di ventura, famoso per le sue abilità di stratega e per la sua spregiudicatezza politica. Il 28 agosto 1414 Montone viene elevato a contea da quel Giovanni XXIII considerato antipapa e Braccio ne ricevette l'investitura, per lui e per i suoi discendenti. Dieci anni dopo l'investitura di Braccio, Martino V, papa riconosciuto da tutti come legittimo, ripete l'investitura a favore di Carlo, figlio di Braccio il quale muore nel 1424 nella battaglia dell'Aquila. L'avventurosa parabola di questo condottiero è stata per il piccolo abitato di Montone fonte di intensa produzione artistica grazie anche alle capacità con cui Braccio è riuscito ad intrecciare rapporti rilevanti con importanti nomi del tempo: numerosi sono stati gli artisti che hanno realizzato opere per questo piccolo paese (Fioravante Fioravanti, architetto bolognese, per la progettazione della Rocca, Antonio Alberti, pittore ferrarese, per decorare le case di Braccio e molti altri ancora). Della Rocca, distrutta nel 1478 per volere dell'allora papa Sisto IV, si conserva l'immagine del gonfalone che Bartolomeo Caporali dipinse nel 1482 per la chiesa di San Francesco, e che oggi è conservato nella pinacoteca attigua alla chiesa. è infatti Montone, uno dei rari casi in cui il museo trova posto in un insediamento francescano. ...».

http://www.comunemontone.it/storia-e-territorio-del-comune.htm


NOGNA (castello Cortevecchio)

Dal sito www.icastelli.it   Dal sito www.verdidea.com

«A 12 km dal centro di Gubbio, dalle rovine del "Castrum Nognae", antico maniero medievale, nasce il Castello Cortevecchio. Costruzione fortificata fin dal XI secolo, era una delle roccaforti in difesa del comune di Gubbio ed abitata attraverso i secoli da grandi famiglie e nobili condottieri. Ora incastonato in un parco di piante secolari, Cortevecchio rappresenta un mirabile esempio di struttura ricettiva...».

http://castellocortevecchio.blogspot.it/


NORCIA (la Castellina)

Dal sito www.fotoeweb.it   Dal sito www.naturamediterraneo.com

«ESTERNO. La Rocca che occupa l'intero lato occidentale della Piazza San Benedetto, non fu mai un vero e proprio fortilizio quanto piuttosto una sorta di residenza fortificata ad uso dei governatori apostolici. La sua costruzione fu determinata dal cruento tumulto del 1554 e lo stesso anno Giulio III incaricò del progetto Jacopo Barozzi detto il Vignola il quale si recò sul posto il 28 agosto 1554 e alla presenza del governatore e dei consoli tracciò la pianta. L'edificio è formato da un piano terra e da un piano nobile. La pianta è quadrata con baluardi angolari fortemente scarpati e sghembi alla base, in cui le ragioni militari sono sommate alle ragioni antisismiche. Il complesso è solido ed omogeneo nel suo isolamento e tutto il corpo è fasciato da una cordonatura al di sopra della quale si aprono le finestre munite di robuste inferiate. Il portale aperto sulla piazza è circondato da una bugnatura e sormontato da tre stemmi. Ai lati sono sistemati due leoni che già ornavano la cripta di San Benedetto. Gran parte dei materiali lapidei usati provengono da edifici distrutti anche antichi.

INTERNO. Oltre la porta principale si apre un piccolo atrio su cui si affiancano tre porte: quelle laterali immettono nelle ex cancellerie; quella centrale immette con il cortile chiuso da un quadriportico di dodici archi che sostengono il ballatoio coperto da tettoia. Sotto le volte a vela, si aprono delle porte cinquecentesche della cancelleria criminale, delle prigioni, delle scuderie, degli alloggi della guarnigione. Sulla piccola fontana è collocata la statua composta da due frammenti romani eterogenei che la tradizione indica come Vespasiana Polla Nursina e madre dell'imperatore Vespasiano. Sull'ala nord, una doppia scalinata immette sia ai locali seminterrati che al piano nobile. Quest'ultimo ospita uno splendido museo diocesano dal 1967; da queste sale si arriva alla Cappella, una piccola stanza quadrata precedente la torre sud, recentemente restaurata e completamente affrescata».

http://www.bimcascia.com/Norcia.aspx


NORCIA (mura)

Dal sito www.naturamediterraneo.com   Dal sito www.naturamediterraneo.com

«La cerchia muraria di Norcia racchiude interamente la città per uno sviluppo di 2 km. circa, lungo i quali sono collocate otto porte e diciassette torrioni dei venti originali. Tutto l’impianto risale a duemila anni fa, ma le forme attuali sono dovute alla riedificazione del XIII secolo e a successivi interventi del ‘700-’800. Le mura mostrano feritoie, contrafforti, frammenti antichi e parti più recenti; dopo il 1979 sono state sottoposte a nuovi interventi di consolidamento».

http://www.sibillini.net/il_parco/Cultura_Territorio/Castelli/norcia.htm


NORCIA (palazzo Comunale)

Dal sito www.naturamediterraneo.com   Dal sito www.fotoeweb.it

«ESTERNO. La sua datazione risale al XIII secolo. L'aspetto odierno è risultato del rifacimento portato a termine nel 1876 dal perugino Domenico Mollajoli, progettista anche del Teatro Civico. Si debbono a lui l'intero prospetto superiore distrutto dal terremoto del 1859, composto da quattro grandi finestroni a sesto tondo, affiancati da colonne ed intercalati da lesene in pietra bianca e rosa; i leoni in marmo di fattura canoviana e la scalinata esterna in sostituzione delle preesistenze del XVII secolo. Anche la torre con l'orologio è un rifacimento successivo al terremoto del 1703 che la distrusse completamente mentre l'elegante portale ai piedi della torre si rifà ad un modello preciso tratto "dall'Extraordinario libro di architettura" di Sebastiano Serlio e fu posto in loco nel 1582 dal Maestro Benedetto di Paolo da Como e terminato da Francesco Marinucci da Norcia. Nei locali che si aprono sotto il portico furono ospitati l'archivio, la "grascia" o annona e la gabella di piazza. La porta fu risparmiata nel contrafforte settecentesco con una felice soluzione.

INTERNO. Interessante è la visita della Sala del Consiglio che occupa l'intero fronte del palazzo ed un tempo ospitava l'assemblea in cui si dibattevano le questioni di interesse pubblico e si votavano le delibere. Degli affreschi di vita nursina che ornavano le pareti laterali della sala, non è rimasto nulla; oggi restano solo i sei stalli lignei cinquecenteschi del priore e dei consoli ed un orologio collegato a quello della torre del 1705 oltre a tre stemmi quattrocenteschi del Comune. Il soffitto a cassettoni ed il pavimento, sono stati recentemente restaurati. Di seguito si può visitare la Sala Sertoriana e dei Quaranta Conservatori della Pace, un connesso istituito nel 1532 dal Cardinale de' Medici. Sulle pareti laterali splendidi arazzi del XVIII secolo realizzati con finte essenze vegetali con allegorie delle quattro parti del mondo. Da questa sala che un tempo ospitava l'archivio segreto, si accede alla vicina Cappella dei Priori, struttura settecentesca con altare in stucco che un tempo conservava il ricco reliquario gotico con il dente di San Benedetto portato in processione per le vie di Norcia».

http://www.bimcascia.com/Norcia.aspx


Paciano (borgo, resti del castello di Paciano Vecchio, torre)

Dal sito www.dreamholidaysumbria.com   Dal sito www.fortezze.it

«La Torre di Paciano è ciò che resta dell'antichissimo Castello di Paciano Vecchio, tra i più importanti del comprensorio a sud ovest del Lago Trasimeno (dal quale dista circa 6 km), posto sull'antichissima via che da Perugia, attraverso Panicale, porta a Chiusi. Anche in alcuni testi antichi presenti nella Biblioteca di Città del Vaticano si fa cenno alla Torre, con il suo nome originario e storico “Torre d’Orlando”. Primi cenni della Torre si hanno nel 917 quando l'imperatore Berengario I (850-924), marchese del Friuli e re d'Italia, concesse il feudo a Uguccione II, marchese di Toscana. Nel 1312 era già menzionato un Paciano nuovo per cui si può ipotizzare che gli abitanti, abbandonata la vecchia struttura, avessero provveduto a ricostruire l'insediamento più in basso, vicino al torrente Tresa. Significativa era l'importanza strategica del castello quale punto di una direttrice di collegamento con Montali e Agello che permetteva di effettuare una serie di segnalazioni fino alla dominante Perugia. Nei primi anni del Quattrocento vi possedeva estese proprietà (ca. 70 ettari) Bartolomeo I di Felcino Armanni, marito di Sismonda di Cola Bartolini, la quale gli aveva recato in dote ben 800 fiorini d'oro invistiti nell'acquisto di terreni agricoli. Nel 1434 passò sotto il dominio pontificio e Eugenio IV (1431-47) concesse a Tancredi I Bourbon di Sorbello di riedificare il Castello, nominandolo conte di Paciano Vecchio. Questo privilegio fu invocato nel 1672 da Giovan Battista della Staffa con titolo trasmissibile ereditariamente. Nel 1789 Anna Maria Della Staffa si unì in matrimonio con Giovanni Conestabile di Terni per cui la famiglia assunse il doppio cognome di Conestabile Della Staffa. Da Francesco I Conestabile Della Staffa, marito della principessa Vittoria Odescalchi, il Castello passò nell'Ottocento ai Misciatelli che lo adibirono a ricovero di bestiame e a rimessa di attrezzi agricoli. Nel 1919-20 tutto il complesso e la tenuta furono acquistati dal notaio perugino Antonio I Biavati di Filippo I che lo trasmise a Filippo II il quale morì senza eredi; il Castello passò quindi al figlio del fratello Pio, Antonio II, che ne è l'attuale proprietario. I Biavati, nei primi anni del Novecento acquistarono anche il palazzo Conestabile Della Staffa in Piazza Danti a Perugia, che aveva ospitato l'imperatore Francesco I di Borbone (1777-1830) di ritorno da Roma. Da tempo struttura fortificata, circondata da un parco lussureggiante e affiancata da un corpo di fabbrica settecentesco adibito a nucleo abitativo, è stata sapientemente ristrutturata, restituendola all'antico splendore, ed è, oggi, denominata “Torre di Paciano”».

http://www.dreamholidaysumbria.com/Storia.htm


Palazzo (castello dei Figli di Cambio)

a c. di Daniele Amoni


PANICALE (borgo fortificato, torri)

Foto di masscar, dal sito www.comune-italia.it   Dal sito www.benvenutiapanicale.it

«Panicale conserva ancora oggi le caratteristiche del borgo medievale. Castello di importanza strategia per la difesa di Perugia, con la sua posizione dominante sulla pianura del Trasimeno e sulla valle del Nestore, da un'altitudine di 440 m s.l.m, rappresentava uno degli ultimi baluardi di difesa dalle invasioni dei nobili Toscani. Per molti anni Panicale ha legato la sua storia a quella di Perugia, lo stemma araldico ne è testimonianza che rappresenta oltre al castello il grifo Perugino. Panicale è stato uno dei primi comuni liberi d'Italia il suo statuto risale al 1316, scritto in latino dal notaro Ser. Pietro di Vannuccio, tradotto successivamente in volgare nel 1484 al fine renderlo più popolare. particolare interesse per Panicale è il periodo rinascimentale quando conobbe un forte sviluppo economico,culturale e artistico. Vide la realizzazione di pregevoli opere d'arte da parte di artisti come Pietro Vannucci detto il "Perugino". Nel 1543 riceve il riconoscimento di "terra Insigne" dal pontefice Paolo II. .... La posizione di media collina a 441 m s.l.m. adagiato su uno sperone del Monte Petrarvella (631 s.l.m.) consentì a Panicale di resistere a numerosi assalti e assedi. In epoca medievale la sua struttura originaria sembra fosse caratterizzata da ben 6 o 7 torri di guardia posizionate negli angoli strategici del castello, torri che ancora oggi possono essere ben individuate nella cinta muraria del paese. Si racconta che le torri vennero abbattute da un esercito invasore dopo un lungo assedio portato dalle truppe di un nobile toscano, assedio verso il quale il castello di Panicale si oppose con fierezza per molto tempo» - «... [Si tratta di] una dimora storica a pianta complessa, che segue la curvatura della cinta muraria della città, caratterizzata da un torrione quasi circolare, di notevole sporgenza, e da una torre rettangolare fortemente speronata, con due feritoie, grande stemma fiorentino e loggia ad archi a tutto sesto, poggiante su base possente a beccatelli. Fatto costruire nel 1419 dal notaio perugino Diomede Gigliani, dei Marchesi Venuti, l'edificio fu da sempre residenza di famiglie nobili: Conti Mancini, Patrizi di Cortona, Conti Donini Ferretti, Patrizi di Perugia, ancora oggi è abitato da famiglia nobile. Il prestigioso castello, di mq 1.380 lordi, e 945 calpestabili, si sviluppa su 5 livelli ed è caratterizzato da due torri, una quadrata ed una tonda, originali dell’epoca. Al piano terra, dove erano situate le antiche scuderie, oggi è in gran parte adibito ad autorimessa e saloni espositivi; inoltre vi troviamo l’ingresso principale con la scala in pietra serena che conduce ai piani superiori. Il primo piano ospita, da un lato del palazzo, un ampio salone e dei locali di servizio, dall’altro lato un appartamento con ingresso indipendente. Al terzo piano troviamo un salotto, un grande soggiorno con camino dal quale si accede a due camere, l’ampia biblioteca con stanze archivio - nella torre rotonda - con vano guardaroba, bagno ed un ampio vano con scala in legno che conduce al livello della torre quadrata; la stessa è composta da una stanza, che si apre a soppalco sul vano inferiore e, all’esterno, da una bella terrazza a loggia con panorama sulla valle e sul Lago Trasimeno. Il quarto piano è costituito dalle soffitte, quattro grandi ambienti, con caratteristici pavimenti in cotto e grandi travi in legno».

http://panicale.altervista.org - http://castelliere.blogspot.it/2016/09/il-castello-di-giovedi-15-settembre.html


PANICALE (casa di Boldrino Paneri)

Dal sito www.pankalon.altervista.org   Dal sito www.guideinumbria.com

«Prima di immettersi in piazza San Michele, imbocchiamo via Boldrino Paneri. Qui si erge un edificio del XIII secolo che vide i natali del grande capitano di ventura Boldrino Paneri vissuto nella seconda metà del Trecento. Grazie alle numerose vittorie conseguite a difesa di Perugia,ebbe in dono le chiavi della città. L'episodio venne "immortalato" su un telone da Mariano Piervittori, custodito nel Teatro Caporali. Il palazzo Paneri realizzato in cotto e arenaria nel corso degli anni ha subito varie modifiche. La facciata del palazzo presenta tre stemmi: due da far risalire alla famiglia di Boldrino, il terzo ha origine incerta. Il primo stemma rappresenta una tavola con tre pani (emblema dei Paneri) ed un ferro di cavallo con un chiodo al centro in cui compare anche la lettera B (lo stemma gentilizio di Boldrino). L'emblema dei Paneri appare per la seconda volta sulla destra di una finestra, alla sinistra invece compare un'altra formella in pietra serena, raffigurante una pianticella che cresce sui monti. L'interpretazione di questo stemma è certa: altro non è che lo stemma dei Della Corgna che abitarono il palazzo. Lo stemma rappresenta un monte a tre cime sormontato da un albero di corniolo».

http://www.comune.panicale.pg.it/it/cultura_territorio/visita_di_panicale/casa_di_boldrino_paneri


PANICALE (palazzo del Podestà)

Foto di Ilario Balestro, dal sito http://rete.comuni-italiani.it   Dal sito http://panicale.altervista.org

«Appena passato il palazzo di Boldrino troviamo uno degli angoli più caratteristici di Panicale, piazza Masolino dominata dall'imponente mole del palazzo del Podestà, eretto tra la fine del XIII ed i primi del XIV secolo ad opera dei Maestri Comacini. Piazza Masolino è il punto più alto del centro storico ed offre pertanto un privilegiato posto di "osservazione" panoramica. L'edificio, interamente in pietra, presenta finestre bifore e ogivate. Un tempo il palazzo era la residenza dei vari Podestà che nel corso degli anni ressero e governarono Panicale, citiamo ad esempio: ser Cristoforo di Pietro Vannucci e Marsilio Mancini. Il palazzo ospita la sede dell'Accademia Masoliniana, l'archivio storico e notarile del comune di Panicale e al piano secondo l'archivio notarile».

http://www.comune.panicale.pg.it/it/cultura_territorio/visita_di_panicale/palazzo_del_podesta


PAPIANO (borgo fortificato)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito www.umbrianotizie.com

«...Un cartello sulla destra ci indica il bivio per Papiano; imbocchiamo senz’altro la nuova via che scendendo con alcuni tornanti, ci conduce verso la più popolosa frazione del Comune di Marsciano. Di Papiano si ha traccia a partire dal 1027, quando un breve dell’imperatore Corrado II indica tra le chiese confermate al monastero di San Pietro “sub castro Papiniano ecclesia di santi Silvestri cum sua pertinentia”, che purtroppo oggi non esiste più. Del 1163 è il diploma di Federico Barbarossa che attribuisce la chiesa di Sant’Angelo ai benedettini di San Pietro, a conferma del fatto che, già a partire dal Mille, questo è uno dei luoghi da cui si diparte e dove si concentra l’opera di colonizzazione dei benedettini dell’abbazia perugina. Ma il dato più significativo relativo al castello è del 1277 ed è derivato dalla Historia di Perugia di Pompeo Pellini. A quella data corrisponde l’inizio della costruzione del castello, che verrà edificato nel luogo in cui sorge su indicazione di Fra’ Bevignate, all’epoca impegnato nella costruzione dell’acquedotto, ma soprattutto sulla base di una mediazione tra gli abitanti delle due ville che sorgevano sulle due colline sovrastanti, ai quali spettava, secondo gli Statuti, la costruzione della struttura fortificata. A detta del Pellini il luogo scelto era “alquanto in sinistro loco posto”, “basso e dirupato”. Disposto sul pendio della collina, il castello appare a noi contemporanei piuttosto grazioso, e il restauro delle vie operato di recente dall’Amministrazione comunale lo rende addirittura incantevole. Su tutto il castello, chiamato dagli abitanti del luogo “su dentro”, svetta imponente la torre campanaria che, costruita nel punto più alto di Papiano, è interamente in pietra e possiede un grande orologio e due campane, il tutto mosso da un congegno meccanico; delle altre quattro torri che costituivano la fortificazione del castello sono rimasti alcuni resti ben visibili. Da “su dentro” si scende e si arriva a Piazza della Vittoria, il fulcro della vita economica e sociale del paese. ...».

http://www.oasivillaggio.com/2010/10/strada-della-collina-itinerario-storico-artistico/


Passignano sul Trasimeno (castello Borgia)

Dal sito www.homeaway.it   Dal sito www.facebook.com/CastelloBorgiaCastle   Dal sito www.homeaway.it   Dal sito www.homeaway.it

  

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Maurizio Triggiani (https://www.facebook.com/maurizio.triggiani

«Il castello Borgia, o Borgia Sulpizi, o di Belvedere, o villa Miralago, è situato su un colle boscoso nel territorio comunale di Passignano sul Trasimeno, circondato da un parco di nove ettari con alberi secolari. Appartenuto a un ramo dei Borgia (per via femminile), i Sulpizi Mandolini, fu trasformato in residenza signorile alla fine del Settecento ampliando una grande torre medievale di fondazione militare. Lo si raggiunge attraverso un lungo viale alberato. Negli anni venti del Novecento i proprietari di quel periodo lo denominavano villa Miralago o castello di Belvedere, ma per gli abitanti del luogo era sempre il castello Borgia e così tuttora. Il castello è costituito da un massiccio corpo centrale, in cotto e pietra, protetto da una snella torre cilindrica e da due più bassi torrioni quadrangolari. Un'ampia corte neorinascimentale ingentilisce il complesso ed evidenzia una monumentale scalea che conduce all'interno. Questo è composto da molte stanze caratterizzate da archi e volte a cassettoni, tra cui il salone di rappresentanza con pavimentazione in mattoni d'epoca e un pregevole camino con stemmi. Il piano nobile è decorato da affreschi, arredato con mobilia originale, interessanti arazzi e dipinti, lampadari in legno e ferro battuto. Dai terrazzini delle torri si estende la veduta del Trasimeno con, di fronte, l'isola Polvese, fino al promontorio di Castiglione del Lago. I primi edifici castellani, di origine medievale, erano composti da una torre e da minori costruzioni (anche un mulino) aventi un chiaro significato militare e di avvistamento sul lago, considerando il vicino confine dello Stato Pontificio con il Granducato di Toscana. La struttura veniva soprattutto impiegata quale avanguardia per gli eserciti.

Nel Cinquecento i nipoti di Ippolita Borgia, primogenita di Isabella Pizzabernani e di Girolamo, figlio naturale di Cesare, vissuto a Ferrara nella corte della zia Lucrezia, acquisirono la tenuta, provenienti da Velletri, dando vita a un vero e proprio castello. La famiglia, detta Borgia dei Sulpizi, aggiunse nel Seicento al proprio patronimico quello dei Meniconi, allorché Tiberio, ultimo rappresentante di tale progenie perugina, nominò erede universale del suo ingente patrimonio Ippolito, discendente per via femminile dal duca Valentino. Dopo circa un secolo, Camillo Borgia Sulpizi Meniconi venne affiliato dalla congiunta Colomba, coniugata Mandolini, che gli lasciò beni e cognome maritali. I Borgia Sulpizi Mandolini risiedevano soprattutto a Perugia nel palazzo gentilizio ubicato nella medievale via della Cupa: il castello con vista sul Trasimeno era utilizzato come residenza estiva, come il palazzetto presso la chiesa di Mongiovino. Alla fine del secolo XVIII, i Borgia Mandolini, a cui il Papa aveva concesso il rango comitale, ristrutturarono il maniero lacustre secondo lo stile architettonico diffuso in quel periodo, dandogli un'impronta un po' eclettica, in cui predominava l'elemento neogotico che ancora oggi si può notare. L'ultimo esponente dei Borgia Sulpizi Mandolini fu Tiberio che lasciò nella cappella del castello un ex voto per ringraziare la Madonna di averlo salvato da un sicuro annegamento nel lago. La rocca fu dunque ceduta ai fiorentini Massini Niccolai che decisero di ampliarla seguendo il gusto medievale toscano. Nel 1933 Filippo Massini vendette la proprietà con l'azienda agricola al romano Giorgio Palombaro, al quale fu restituita dopo la seconda guerra mondiale, poiché era stata confiscata dai nazisti, poi dagli alleati. ...».

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Borgia_(Trasimeno)


Passignano sul Trasimeno (resti della rocca)

Dal sito www.bellaumbria.net   Dal sito http://foto.umbriaonline.com   Dal sito www.umbria.ws

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Maurizio Triggiani (https://www.facebook.com/maurizio.triggiani  ---  Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«La rocca di Passignano è ubicata all’interno del paese, in posizione leggermente sopraelevata rispetto all’abitato, sviluppatosi successivamente lungo la riva del lago. Ciò che rimane oggi della Rocca di Passignano è misera testimonianza della sua imponenza originaria e della solidità che la mantenne a lungo nei secoli. Rimangono le mura quadrate, un torrione semidistrutto e la parte settentrionale del castello medievale, con la torre triangolare. Oltre a ciò una serie di viuzze si inerpicano all’interno del centro storico. L'origine della rocca è da ascrivere al V-VI secolo, tuttavia le mura quadrate sorsero, probabilmente, tra l’820 e l’850 e furono edificate dai marchesi di Toscana, proprietari fino al XI secolo. Nel 1187 la rocca passò sotto il capitolo della cattedrale di San Lorenzo (Perugia) e nel 1202 iniziarono i lavori di ampliamento, per la necessità dei perugini di avere una roccaforte capace di difendere e offendere i vicini toscani. Fu così trasformato in un vero e proprio castello fortificato. Le case di Passignano furono circondate da alte e possenti mura interrotte da due porte: una in direzione della Toscana, chiamata Porta di Piazza o Aretina; e l'altra in direzione di Perugia, detta Porta Valle. Nella parte più alta della cinta muraria fu costruita anche una torre triangolare ed un cassero sopraelevato. Passignano fu il primo castello del lago Trasimeno ad ottenere uno statuto ed un proprio podestà alla fine del XIII secolo. Alterne vicende lo vedono conteso tra l'Umbria e la Toscana: attaccato da eserciti regolari e da capitani di ventura. La rocca resistette intatta fino agli ultimi decenni del Settecento, quando fu necessario modificarne l'architettura per adattarla ai "nuovi tempi": nuove armi richiedevano diverse aperture e nuovi mezzi, le carrozze, necessitavano dei vie più larghe. Tra il 1816 ed il 1817, infine, il Governo Pontificio decise la demolizione di tutto il complesso, ordinando che il materiale proveniente dalle torri e dalle mura venisse usato per sollevare il livello stradale. Infatti, più volte, il lago aveva straripato, inondando e danneggiando le case sulla riva».

http://www.umbria.ws/content/rocca-di-passignano-passignano-sul-trasimeno


PERCHIA (castello)

Dal sito www.ilcastellodiperchia.it   Dal sito www.ilcastellodiperchia.it

«Il Castello di Perchia è situato in una splendida posizione collinare, a circa 8 km da Spoleto, conserva ancora intatte le mura, le porte, e varie torri. Il “castrum” risale al XIV sec. Da una pergamena del 1380, sembra che il castello, prima, si chiamasse “Villa di S. Giovanni di Panaria”.  Tutto il piccolo nucleo è di pianta quadrangolare, attraversato da un unico asse stradale interno, sul quale si affacciano le abitazioni. Le case-mura addossate l’una con l’altra, proteggono tutto l’edificio. La prima porta di ingresso era rafforzata e si possono notare ancora i fori e i perni in ferro. Altre due porte consecutive permettono l’accesso al castello e sull’architrave di una di esse è conservato uno stemma. Ci sono ancora delle feritoie di avvistamento da dove i soldati contraccambiavano gli attacchi nemici con armi da fuoco piccole, come le balestre. Salendo lungo la strada che porta al Castello si può vedere la chiesa di San Giovanni di Panaria. ...».

http://www.ilcastellodiperchia.it/il-castello-di-perchia-casa-e-appartamenti-per-vacanze/il-castello/la-storia.aspx


Perugia (cassero di Porta Sant'Angelo)

Dal sito www.umbria24.it   Dal sito www.vacanzelandia.com   Dal sito www.tipicamenteumbria.it

«Anche se della torre ha tutte le caratteristiche strutturali, con il suo profilo merlato in conci e laterizi, il Cassero di Porta Sant’Angelo potrebbe definirsi in realtà un piccolo forte. Nato come porta urbica, inserito nella cinta muraria medievale di Perugia (di cui rappresenta la più grande delle porte), la struttura militare fu eretta nel XIII secolo, per dotare la città di un baluardo a controllo e difesa dei confini settentrionali. Molteplici quindi furono i momenti della costruzione, testimoniati dai materiali utilizzati: per lo strato inferiore venne utilizzata la locale arenaria, mentre quando fu sopraelevata di due ulteriori livelli, si utilizzò la pietra calcarea e il laterizio. Nel 1326, durante il completamento delle mura medievali, curato nel trecento, venne aggiunto il torrione e fu anche utilizzato come caserma. Nel secolo successivo la porta venne ricostruita e Braccio Fortebracci, l’allora signore di Perugia, diede ordine all’architetto Fioravante Fioravanti di innalzare il Cassero. Originariamente un fossato ed un ponte perfezionavano la torre, che presentava anche botole e feritoie. Sia l’edificio che le mura circostanti sono ben conservate e rappresentano la cornice ideale per rimmergersi in un ambiente medievale. È possibile salire in cima alla torre e visitare il Museo delle Porte e delle Mura Urbiche allestito proprio all’interno del Cassero che offre un interessante percorso didattico che illustra lo sviluppo urbanistico della città attraverso il progressivo inglobarsi di tre cinte murarie: etrusca, medioevale, rinascimentale».

http://www.tipicamenteumbria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=638%3Ail-cassero-di-porta-santangelo...


PERUGIA (castello di Monterone)

Dal sito www.residenzedepoca.it   Dal sito gallery.panorama.it   Dal sito www.castellomonterone.com/

  

«Situato sopra un colle con vista panoramica sulla valle tra Assisi e Perugia, risale agli inizi del XIII secolo, come documentano le prime notizie storiche. Infatti si parla del nobile assisiate fuoriuscito Gerardo di Ghislero di Alberico che, nel dichiararsi desideroso di diventare cittadino perugino, denunciò davanti al notaio Bertramus di possedere tra suoi beni una proprietà in località Monterone. Circa sessant'anni più tardi, a meno di un chilometro da dove sorge ora il castello, venne costruita dai Templari la chiesa di San Bevignate con annesso il convento, il più importante insediamento templare dell'Umbria. Secondo una tradizione diffusa e supportata da alcuni importanti storici ed eruditi dell'Ottocento, il Castello di Monterone divenne parte integrante delle proprietà templari, come luogo di accoglienza o per alloggiare i servitori laici. Questa idilliaca dimora immersa nella campagna umbra è un vero gioiello, una tesoreria d’arte con splendide sale affrescate e riccamente ornate. Alcune di esse infatti possiedono insegne di capitani di ventura del tardo Medioevo, altre invece sono costruite interamente con pietra a vista ed hanno antichi camini, preservando l'atmosfera suggestiva del castello merlato, detto di “Piceller”. Gli affascinanti esterni esaltano l’atmosfera accogliente e romantica con giardini rigogliosi, il “roseto delle signore”, con oltre duecento rose, ed una splendida corte con un maestoso cipresso che troneggia accanto al caratteristico pozzo. Pini e lecci secolari circondano la dimora storica, il parco e la bella piscina scoperta. Oggi l’edificio ospita un albergo di lusso, dotato di ristorante e 18 stanze per la clientela. Ha un sito internet che è il seguente: http://www.castellomonterone.it».

http://castelliere.blogspot.it/2012/02/il-castello-di-lunedi-20-febbraio.html


PERUGIA (castello di San Marino)

Dal sito http://turismo.comune.perugia.it   Dal sito http://www.bed-and-breakfast.it/

«L'insediamento di San Marino, che si trova su di un colle appena fuori le mura di Perugia, esisteva già alla fine del XIII secolo: è del 1297, infatti, l'ordine del magistrato di Perugia di effettuare dei lavori di manutenzione della strada che conduceva da porta Sant'Angelo a San Marino. Il piccolo complesso divenne poi, in epoca non precisata, una villa che fu di proprietà, nella seconda metà dell'Ottocento, della famiglia Baldeschi. In tale periodo vengono in essa inglobate la chiesa ed una torre medievale. È oggi proprietà privata ed in fase di ristrutturazione».

http://turismo.comune.perugia.it/sentieri/VIEW/POI.aspx?id=1&guid=FA2ECAAC-967B-46D7-9A5C-5E5C07401ACC


PERUGIA (mura, porte)

Dal sito www.rivistasitiunesco.it   Dal sito www.bellitalie.org

«Perugia, posta tra i territori etruschi e umbri in posizione dominante sul Tevere che ne delimitava i confini, nasce da insediamenti villanoviani (fin dal IX secolo a.C.) riunitisi nel VI sec a.C. sui Colle Landone e Colle del Sole, separate da una sella, strutturandosi come città etrusca, sede di lucumonia e membro della Dodecapoli Etrusca. La costruzione delle sue mura in blocchi di travertino a secco avviene tra il VI e il III secolo a.C. Del loro perimetro di circa 3 km, creato in simbiosi con i colli, lunghi tratti sono ancora oggi ben conservati e ben visibili, specie sui versanti ovest e nord. La cinta muraria si presentava in pianta a forma di trifoglio ed era munita da almeno 7 porte d’accesso, di cui 6 sono tuttora esistenti e riconoscibili nelle loro impostazioni e strutture originarie etrusche, anche se modificate in parte dai Romani e nel medioevo. Le principali aperture lungo la prima cinta muraria etrusca (circa 3 km) furono: l'Arco di Augusto (verso nord), Porta Marzia (verso sud) e Porta Trasimena (verso ovest). Questo, non solo in considerazione della forma a "trifoglio" che assumeva la pianta della città, ma anche nel rispetto di un un'antica legge etrusca che prevedeva, appunto, tre accessi principali. In epoca medievale, poi, con l'espansione della città, le vecchie mura etrusche (e anche alcune porte) vennero inglobate nelle varie costruzioni o, addirittura, smantellate, per recuperare materiale da utilizzare per la costruzione della cinta esterna. è anche per questo motivo che, spesso, alcune porte "esterne" prendevano il nome delle corrispettive più interne (corrispondenti per orientamento). Questo processo di costruzione medievale fu, comunque, un'opera articolata (XIII-XIV secolo), e portò la città a dotarsi di una cinta muraria di circa 6 km, che assolveva, oltre ad una funzione difensiva, anche una di contenimento del terreno (franoso in alcuni punti, visto anche la morfologia del territorio, caratterizzato da una serie di rilievi ed avvallamenti che separano i rioni). Si deve considerare, infine, che accanto agli accessi principali, spesso venivano aperte delle "porte secondarie" dette Postierle (poste dietro), aperte in prossimità delle rientranze delle mura, per consentire il passaggio pedonale nei punti più ripidi. Potevano trovare spazio anche le c.d. porte Libitine, dalle quali transitavano i defunti. Infatti, Libitina era la dea dei funerali e, anche in epoca medievale, accanto alle porte d'ingresso delle principali case, ve ne era un più piccola, per la quale usciva la salma e che, per l'appunto, era detta "porticina del morto". Prima di passare ad analizzare le singole porte è bene ricordare che solitamente, accanto al nome originario della porta, se ne riscontrano altri, di solito presi dal nome della chiesa più vicina o da quello di antiche e potenti famiglie che abitavano nelle vicinanze della porta. N.B. Nel corso dei secoli (XVI-XIX) la cinta muraria di Perugia ha subito restauri e manutenzioni tali da non recare più traccia dell'aspetto originario. ...».

http://guide.travelitalia.com/it/guide/perugia/mura-e-porte-perugia/


PERUGIA (palazzo dei Priori)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito it.wikipedia.org

«Superbo edificio comunale di epoca gotica, tra i più importanti d’Italia, il Palazzo dei Priori s’erge imponente su Piazza IV Novembre. La sua massa severa, tutta chiusa nella veste di pietra squadrata e appena illeggiadrita dai due ordini di bellissime trifore gotiche che si prolungano sul lato più lungo, s'immette nella piazza come un enorme bastione. Gli fa riscontro con la sua grigia e grezza muraglia il fianco della Cattedrale, che si leva di fronte alla sua alta gradinata. Il Palazzo fu progettato nella seconda metà del XIII secolo. Il corpo primitivo, formato da tre trifore verso la piazza e dieci trifore verso Corso Vannucci , fu realizzato tra il 1293 e il 1297. Nel corso di un primo ampliamento (1333-37) furono aggiunte le altre due trifore verso la piazza e la scalinata sulla stessa (la scalinata semicircolare che la precede risale invece al 1902). Il secondo ampliamento - posteriore al 1353 - aggiunse sul lato del Corso altre sei trifore, il grande portale e la torre, originariamente merlata, sormontando l’accesso alla Via dei Priori. Il terzo ampliamento (1429-1443) portò infine all’aggiunta di altre tre trifore ed il sottostante Collegio del Cambio. Un quarto ed ultimo ampliamento, sul versante posteriore, avvenne nel Cinquecento. La sua realizzazione per gradi e per sovrapposizione a edifici precedenti spiegano l’andamento asimmetrico della facciata. Il perimetro merlato del tetto - simbolo del potere indipendente comunale - non piacque ai pontefici che lo fecero demolire nel 1610: i merli riappariranno solo con l’Unità d’Italia, nel 1860.

Dalla scalinata su Piazza IV Novembre si sale al portale gotico, sormontato da mensoloni con il grifo e il leone (copie, gli originali si trovano alla Galleria Nazionale), simboli di Perugia e dei Guelfi: fuse nel 1274, probabilmente a Venezia, sono le più antiche opere in bronzo, di grandi dimensioni, realizzate nel Medioevo. Il portale immette nella Sala dei Notari. Dal portale più piccolo, in cima alle scale che sormontano un porticato, si accede alla sala del Consiglio Comunale: un tempo, dal pulpito che sporge dal balcone, venivano divulgati al popolo i decreti e gli atti emanati dal Consiglio. Il lato del palazzo che si affaccia su Corso Vannucci è solcato da archi a sesto acuto: qui si apre il magnifico portale gotico del 1326, decorato come quello di una cattedrale, con fitte allegorie. Le tre statuette nella lunetta rappresentano San Lorenzo e Sant’Ercolano, patroni di Perugia, e San Ludovico di Tolosa, patrono del palazzo. I pilastri esterni poggiano su dei leoni, mentre alla loro sommità vegliano su dei mensoloni due grifoni con un vitello fra le loro grinfie (emblema della Corporazione dei Macellai). Il portale conduce ad un incantevole cortile interno: di qui si accede ad un atrio di spiccato sapore medievale, buio, con volte a croce gotiche, stemmi sui muri scuri e una gigantesca cassapanca, la cassaforte del Comune di Perugia. Dall’atrio, una scala conduce al terzo piano dell’edificio che ospita la Galleria Nazionale dell’Umbria. Al piano terra, con accesso da Corso Vannucci, si trovano, a destra del portale principale, il Collegio della Mercanzia e, oltre il passaggio di Via dei Priori, il Collegio del Cambio».

http://guide.travelitalia.com/it/guide/perugia/palazzo-dei-priori-perugia


PERUGIA (palazzo del Capitano del Popolo)

Dal sito it.wikipedia.org   Dal sito www.trivago.it

«Il Palazzo del Bargello (detto anche "Palazzo del Capitano del Popolo") è situato in Piazza Matteotti. Era la sede del Capitano del popolo, detentore dei poteri giudiziari e amministrativi della Perugia rinascimentale. Fu costruito tra il 1472 ed il 1481 dai lombardi Gasparino di Antonio e Leone di Matteo. In seguito al terremoto del 1741 fu abbattuta la merlatura superiore originaria e fu ristrutturato e consolidato da Luigi Vanvitelli. All'inizio del XIX secolo il Palazzo divenne sede degli uffici giudiziari di Perugia. Oggi si presenta in tutta la sua fierezza di edificio rinascimentale con venature di stile gotico, con quattro bifore ornate (al primo piano) e la loggia dei banditori, dalla quale venivano declamati editti ed ordinanze. Il portale è ornato di piccole colonne ritorte e sovrastato da due grifi nell'atto di artigliare un vitello ed un montone. Al centro di una lunetta vi è una scultura della Giustizia: una donna armata di spada con la scritta Iustitia virtutum domina».

http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Perugia/Palazzo_del_Bargello


Perugia (rocca Paolina)

a c. di Daniele Amoni


Perugia (torre degli Sciri)

Dal sito http://tuttoggi.info   Dal sito www.ater.umbria.it

«Sono quasi tutte scomparse, ma quelle che sono sopravvissute si ergono grandiose sulle strade e sui vicoli di Perugia. Le torri disseminate nei percorsi battuti quotidianamente dai cittadini e dai turisti sono silenziose, e spesso nascoste dall'edilizia del Rinascimento. In tempi passati, Perugia aveva ricevuto l'epiteto di Turrena, proprio per la quantità elevata di torri. Alcune di queste servivano come postazioni di guardia, mentre altre si sono evolute nel loro uso comune, diventando parti integranti di abitazioni, spesso appartenenti a nobili casate.  Successivamente, le torri di Perugia furono demolite gradatamente: la colpa è da attribuire ai terremoti - che ne distrussero alcune - e alle guerre interne cittadine. Inoltre, nel 1500 Perugia subì una importante ristrutturazione edilizia a seguito della Guerra del Sale, che portò alla scomparsa di molte torri. Torre degli Sciri. In assoluto la più conosciuta tra le torri ancora presenti a Perugia. Prende il nome dalla famiglia degli Sciri, ed è l'unica torre di controllo sugli isolati gentilizi che è rimasta ancora in piedi. Alta 46 metri e caratterizzata da una forma squadrata, ha subito recentemente una ristrutturazione che ha riportato alle sue antiche tonalità anche il particolare colore della pietra di costruzione. Nel 1680, la torre fu inglobata all'interno del Conservatorio di Terziarie Francescane di Suor Lucia. Per giungere presso la torre basta percorrere via dei Priori, una delle traverse più famose di Corso Vannucci».

http://www.perugiacity.com/2012/03/torre-del-cassero-sono-quasi-tutte.html


Perugia (torre dei Donati)

Dal sito www.kijiji.it   Dal sito www.keytoumbria.com

«Torre dei Donati. Uno dei pochi edifici che non sono stati distrutti a seguito della costruzione della Rocca Paolina, nel 1540. La Torre dei Donati e la Chiesa di Sant'Ercolano non furono toccate. Solo la parte inferiore della torre è originale, mentre il resto è stato ricostruito e ristrutturato nell'Ottocento. La visuale migliore per ammirare la torre è quella che si vede attraversando Porta delle Mandorle: torre dei Donati vi apparirà proprio davanti. ... Passeggiando per le viuzze si può andare alla scoperta di diverse case-torri medievali, una ricerca che vi porterà a camminare con il naso all'insù.  Tra le tante case-torri, ve ne segnaliamo due. La prima - una delle più conservate di Perugia - si trova all'angolo tra via Fratti e via Stella. L'altra è la torre di Madonna Dialdana in via della Gabbia, a pochi passi da piazza IV Novembre».

http://www.perugiacity.com/2012/03/torre-del-cassero-sono-quasi-tutte.html


Petrignano di Assisi (borgo e castello)

a c. di Stefano Favero


Petroro (castello o borgo fortificato)

Dal sito www.agenziademanio.it   Dal sito wwww.villeecasali.com   Dal sito www.villeecasali.com

«A soli cinque chilometri dalla città di Todi, procedendo lungo la strada che conduce a Foligno, in cima ad un colle la cui rigogliosa vegetazione ne cela in parte l’edificato, si erge il “Castello di Petroro”, splendido borgo di origine antichissima. Antiche le origini: presente all’epoca dei Romani Il complesso, infatti, è documentato fin dall’epoca romana come “Castrum Petrorum” e rivestiva una notevole importanza strategica nei collegamenti con Roma, essendo situato in posizione dominante lungo una deviazione della Flaminia. Alla fine del 1200, l’antico “castrum” contava ben 300 abitanti ed essendo sulla linea di confine tra le città di Todi, Foligno e Spoleto (all’epoca in frequente conflitto tra di loro) fu fortificato e trasformato in baluardo difensivo. Nel 1499 – caduta la città di Todi in mano alla parte Guelfa capitanata dalla potente famiglia degli Atti – i Ghibellini seguaci di Altobello Chiaravalle si rifugiarono nel castello di Petroro, ma assediati dalle truppe di Cesare Borgia, degli Orsini, e degli Atti, furono tutti orrendamente massacrati e il castello messo a ferro e fuoco. Il castello fu salvato dalla totale distruzione solo perché i 28 abitanti superstiti ebbero riconosciuta la cittadinanza tuderte dietro l’esborso di ben 93 ducati d’oro. Secondo il censimento del 1571 gli abitanti erano già risaliti a 150, per poi scendere a 112 nel 1810. L’impianto tardo medievale del castello (con il cassero centrale, il circuito delle mura e la stupenda porta d’accesso) è ben visibile e splendidamente evidenziato dall’impeccabile intervento di restauro. Il palazzo che domina il complesso fu sede dell’amministrazione agricola della “Congregazione di carità”, oggi divenuta “La Consolazione E.T.A.B. ...».

http://www.villeecasali.com/country-living/luoghi/incanto-nel-castello-di-petroro/


PIAGGIA (borgo medievale, porta "Lu Coperto")

La porta "Lu Coperto", dal sito http://iluoghidelcuore.it   La porta "Lu Coperto", dal sito http://iluoghidelcuore.it   Il borgo, dal sito www.cosedelposto.it

Le foto degli amici di Castelli medievali

Da Sergio Sergiorm (https://www.facebook.com/sergio.sergiorm)

«Borgo medievale. Descrizione. Intorno all'anno 1300 Andreuccio di Petrone ne divenne "Castellanus". Nel XXV canto de "L'Inferno" di Dante Alighieri viene recitato questo verso: "Ripresi via per La Piaggia". Situata nella bella vallata dei Monti Sibillini, tra Norcia e Spoleto, in provincia di Perugia» - «Il forte terremoto che ha colpito il Centro Italia diversi mesi fa ha lasciato inferte numerose ferite e a distanza di quasi un anno alcuni borghi risultano ancora parzialmente inagibili. È il caso ad esempio di Piaggia di Sellano, un piccolo paese situato sui Monti Sibillini ad un’altezza di 1000 metri sul livello del mare. Qui tantissime abitazioni sono al momento inagibili e tutto sembra bloccato; il borgo non riesce quindi a rinascere, anche per via delle continue, piccole scosse che ormai vanno avanti da settimane. A differenza di oggi, Piaggia appare isolata e lontana da importanti vie di comunicazione, mentre addirittura nel medioevo la situazione era migliore, poiché si trovava al centro di una fitta rete viaria e di sentieri che collegavano Sellano e tutta la Valle del Vigi con la Valnerina e con le Marche, da dove era possibile raggiungere sia la zona di Visso e Norcia, sia l’altopiano di Colfiorito attraverso la valle di Percanestro nel comune di Serravalle del Chienti. Questo altopiano di confine è stato in passato motivo di contesa tra Spoleto, Norcia e il ducato dei Varano di Camerino e il suo controllo è stato più volte motivo di aspre dispute. Piaggia, come detto, si trova sui Monti Sibillini a circa 1000 slm, è una frazione del comune di Sellano di origine medioevale ed è circondata da molti borghi. Qui molto importante è la sorgente dell’acqua Tullia, che si trova a 4/5 km di distanza. Attraversando i boschi, con una bella passeggiata, si può arrivare alle bellissime cascate delle Rote che alimentano il lago del fiume Vigi».

http://iluoghidelcuore.it/luoghi/16026 - http://www.neveappennino.it/news/monti-sibillini-piaggia-sellano-terremoto-borgo-cerca-ripartire/


Pian di Nese (castello del Bisciaro)

Dal sito www.rimbambike.it   Dal sito http://it.wikiloc.com   Dal sito www.perugiatoday.it

«Viaggio alla scoperta dell’Umbria nascosta: il castello dei "figli illegittimi", ... l’antico castello del Bisciaro, pigramente adagiato nel silenzio di uno dei luoghi più suggestivi dell’Umbria, Pian di Nese. Ubicato a 532 metri d’altezza, giace ubbidiente alle rovine del tempo, consapevole del turbinio misterioso di leggende, che per secoli hanno avvolto le sue mura. Di epoca medievale, si hanno notizie del castello solo dal 1577, in seguito alla fama che all’interno ne venissero ospitati i figli illegittimi. Dal dialetto perugino, i bisci, cioè i figli di padri ignoti, venivano accolti nel castello, mentre le madri, macchiate dal disonore, venivano rinchiuse in una vicina villa chiamata “Racchiusole”. È probabilmente esistita una certa correlazione tra Bisciaro, Racchiusole ed il vicino Palazzo dell’Inquisitore, dove vigeva una speciale magistratura. Racchiusevole deve il suo nome al fatto che ospitò prostitute del territorio perugino, che dopo il Concilio di Trento (1545), vi furono relegate. Ignazio Danti, autore delle piante topografiche dello Stato della Chiesa e della città di Perugia pubblicate nel 1580, lo riporta invece con il nome di Solbicciaio. Intorno alla metà del XVI secolo vi abitavano nove famiglie. Appartenne al contado di Perugia. Il castello, ancora ben visibile e con la torre ristrutturata recentemente, rimane avvolto da ombre e segreti, che il tempo, non è riuscito a dissipare».

http://www.perugiatoday.it/cronaca/itinerari-umbria-nascosta-castello-del-bisciaro.html


Pian di Nese (ruderi del castello Gualterotta)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito http://it.wikiloc.com   Dal sito http://itinerari2013.comune.perugia.it

«L'edificio, da secoli allo stato di rudere, emerge dalla boscaglia proiettandosi in un bel paesaggio pressoché incontaminato, poco lungi dal toponimo "Villa Faggeto", di fronte al Monte Acuto e a dominio della sottostante valle del Torrente Nese. Verosimilmente edificato nel XIV secolo, presenta un perimetro lievemente trapezoidale, dal quale sporge verso l'esterno (Iato sud) una torre a base quadrata; quest'ultima risulta essere alquanto più antica della rimanente costruzione, come conferma la modesta rotazione planimetrica del volume edificato in secondo tempo e la discontinuità del suo tessuto murario semplicemente addossato alla costruzione più elevata. L'arcuata porta principale del castello, configurata a sesto acuto e ubicata accanto alla torre, dava accesso a un cortile definito, sul lato orientale, da un altro corpo di fabbrica oggi scomparso. Di esse rimane l'alta muraglia di basamento nascosta nella macchia (lato est) unitamente ai segni della sua copertura, un tempo addossata sulla facciata orientale della torre. Il castello era costituito da un seminterrato, da un piano terreno, da un primo e da un secondo piano. Tutti i solai sono crollati; scomparsa ogni traccia della copertura. Soltanto la torre lascia intravedere, tra la vegetazione, residui del manto del tetto probabilmente in lastre lapidee».

http://itinerari2013.comune.perugia.it/poi/torre-gualterotta


PIANELLO (castello di San Gregorio)

Dal sito www.cittadifiume.it   Dal sito it.wikipedia.org

«Posto ai confini del contado assisano e vicino alla riva sinistra del Chiascio, è un tipico esempio di agglomerato rurale sorto nel tardo Medioevo, cinto successivamente da mura a scopo difensivo. Sorse nel X secolo e venne fortificato due secoli più tardi, data la sua funzione strategica, divenendo pertanto importante sentinella della valle e del borgo. La prima menzione che si abbia, nei documenti assisani, della località di S. Gregorio è del 1114 e proviene dall'Archivio della Cattedrale di Assisi, da cui si apprende che un certo Bonconte, figlio del fu Lupo, donò a Letone, priore di S. Rufino, in suffragio dell'anima del fratello, tre pezzi di terra situati in quel vocabolo. Fu una piccola cittadella autarchica con propria guarnigione militare, abitata da circa 150 persone nel 1232. Anticamente era circondato da un fossato e servito da un ponte levatoio. Il nome del castello e della chiesa presero origine da San Gregorio, martire di Spoleto morto durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano (ca. 310 d.c.). Esistono soltanto pochi resti della chiesa a lui dedicata(consacrata nel 1120), che fu proprietà della cattedrale di S. Rufino. Alcuni pregevoli affreschi di Francesco Tartaglia sono oggi conservati nella pinacoteca comunale di Assisi. Per quanto concerne le vicende storiche del castello di S. Gregorio, si ricorda che esso, trovandosi nei pressi del Chiascio, lungo il confine tra i territori comunali di Assisi e Perugia, fu spesso al centro delle lotte tra queste due città.

Nel 1320 troviamo il castello, insieme con Valfabbrica e la Torranca, disertare la parte assisana e passare a quella perugina. La stessa cosa si ripeté nel 1383, al tempo della signoria di Guglielmo di Carlo su Assisi e della lotta tra questi e Perugia. Ma sempre San Gregorio, con la forza o con le trattative, tornò agli Assisani. Un'altra notizia riguardante questo castello all'alba dell'età moderna è che nel 1479 esso viene ulteriormente fortificato, al pari di quelli di Rocca S. Angelo, Mora e Beviglie. Oggi il maniero si può ancora ammirare nella sua originaria struttura in pietra arenaria, ciottoli di fiume e cotto, in soddisfacente stato di conservazione, anche se in qualche punto si sono verificati dei crolli e su qualche lato le mura sono state trasformate e adattate ad abitazione. La porta d'accesso, con arco ogivale, sapientemente restaurata, appare come doveva essere un tempo. Al di sopra di essa, nel torrione, si notano ancora le fenditure delle calatoie del ponte levatoio. A poca distanza, in posizione dominante e suggestiva, si eleva un castello ottocentesco costruito dalla famiglia Bosco di Roveto. La fortificazione quadrilatera con alte torri angolari a merlatura guelfa, di forma circolare era l'antica residenza signorile tipica dell'epoca medievale; oggi è stata adibita a confortevole e suggestivo albergo ristorante».

http://castelliere.blogspot.it/2011/05/il-castello-di-venerdi-13-maggio.html


PIETRAFITTA (castello)

Dal sito http://digilander.libero.it/cyberserker0   Dal sito http://digilander.libero.it/cyberserker0

«La località prende il nome dalla conformazione geologica del luogo, caratterizzato dalla presenza di pietre arenarie particolarmente morbide, da cui il nome di Petraficta inteso come finta, poco compatta. Nel XII secolo si ebbe il primo insediamento del luogo, che portò all'edificazione di alcune abitazioni e di una chiesa. Verso la fine del Duecento il numero di case era ancora scarso e il borgo veniva indicato con il termine di Villa. Nella prima metà del Trecento, invece, venne già nominato Castello in seguito alla costruzione della cinta muraria e di una massiccia torre angolare. A metà del Trecento, durante la battaglia tra i guelfi perugini e l'esercito dell'arcivescovo Giovanni Visconti, il Castello venne conquistato dai ghibellini guidati dal conte Nolfo di Urbino. Finita la battaglia venne collocata una targa a ricordo di questa vicenda. Successivamente il Castello venne utilizzato come ricovero per pellegrini o per i malati, gestito da un priore e mantenuto grazie ai prodotti dei terreni di pertinenza e ai contributi di alcuni fedeli. Attualmente il Castello è di proprietà privata».

http://www.ipalazzi.it/palazzo/p_2033.html


PIEVE SAN QUIRICO (castello di San Quirico)

Dal sito www.geosearch.it   Dal sito www.originalitaly.it

«Il castello di San Quirico si trova alle falde di una collina boscosa, poco distante da Monte Tezio e vicino al fiume Tevere. L'insediamento sorse a difesa della Pieve di San Quirico, divenuta poi parrocchia, tra il 1100 e il 1200. Nel 1411 conobbe la stessa sorte di altri castelli che, nel timore che venissero conquistati dai nobili fuoriusciti di Perugia, furono distrutti per ordine dei magistrati della città. Anche questo castello, come altri distrutti, fu poi ricostruito a spese dei suoi abitanti. L'antichissima chiesa dedicata a San Quirico risale almeno al XII secolo; viene infatti nominata nel diploma dell'imperatore Federico I nel 1163. La rocca è invece nominata negli statuti perugini nel XIII e XIV secolo. All'inizio del 1900 diviene proprietà della nobile famiglia Giunta-Tremi discendente di Napoleone Bonaparte I. Nelle immediate vicinanze vi è Bagnara, interessante esempio di fattoria-fortezza che risale al XV secolo. Del suo impianto originario rimane una corte circondata da torri recentemente restaurate».

http://turismo.comune.perugia.it/sentieri/VIEW/POI.aspx?id=1&guid=D39BCCAA-0499-46D7-876C-FE5890F69F6D


PIEVE SAN QUIRICO (torre di Bagnara)

Dal sito www.perugiaonline.com   Dal sito http://turismo.comune.perugia.it

«Dimora storica costituita da una Torre medioevale in pietra del XII secolo con annesso fabbricato, si trova in cima a un colle, a 300 m s.l.m., e domina un ampio tratto dell’Alta Valle del Tevere. Anticamente, aveva la funzione di torre di avvistamento e di difesa dei vicini Pieve San Quirico (centro storico del XI sec.) e del Castello della Pieve (rocca fortificata, centro storico del XI sec.). Gode di una splendida vista sulla valle del Tevere e sui boschi circostanti ed è circondata da un ampio giardino terrazzato (500 m²), con alberi di ulivo e fichi, e cespugli di ginestre e lavanda. è stata interamente ristrutturata nel rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza alle Belle Arti, con l’impiego di vecchi materiali e tecniche tradizionali di lavorazione. Al suo interno si possono notare particolari architettonici di pregio quali archi, finestre romaniche e feritoie. Dall’esterno della Torre sono tuttora visibili le feritoie dove si agganciavano le catene di apertura dell’antico ponte levatoio».

http://www.icastelli.it/castle-1267453457-torre_di_bagnara-it.php (a cura di Marco Orlando).


Pila (resti del castello, villa Umbra)

Dal sito www.umbriadomani.it   Dal sito www.valnerinaoggi.it

«Le origini di Pila risalgono ad epoca etrusca e romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici ritrovati, tra i quali la famosa statua etrusca in bronzo detta "L'Arringatore" conservata oggi nel museo archeologico di Firenze. Molte tombe di epoca romana furono rinvenute in questa località e l'etimologia stessa di Pila pare che derivi dal nome latino che veniva dato a delle piccole colonie o tumuli di pietra posti sia sopra le tombe che agli incroci tra più strade. L'attuale Villa Umbra sorge sui resti del castello che nel secolo XIV fu eretto a difesa dell'antico insediamento di Pila. Il castello, le cui tracce sono ancora visibili nel prospetto orientale, fu più volte distrutto e riedificato per essere poi trasformato in villa dal Cardinale Armellini che ne aveva acquisito la proprietà agli inizi del sec. XVI. Risale a quell'epoca la costruzione della grande loggia nella facciata a ponente della loggetta nel cortile e del pozzo in travertino. Nel secolo XVIII, per iniziativa del nuovo proprietario; Adriano della Penna, fu costruita la cappella mentre la villa fu decorata con dipinti a fresco e a tempera secondo il gusto dell'epoca. Delle decorazioni murarie e delle porte dipinte non restano più tracce dopo la trasformazione in sanatorio subita dal complesso nel 1948. Agli inizi degli anni '80 la villa è stata acquistata dalla Provincia di Perugia che ha realizzato un intervento di restauro per destinarla a Centro Studi. Dal 1997 Villa Umbra è sede della Scuola di Amministrazione Pubblica nata dall'accordo tra la Regione dell'Umbria, le Province di Perugia e di Terni, i Comuni di Perugia e di Terni, l'Università degli Studi di Perugia e la Federazione delle Associazioni delle Autonomie Locali».

http://www.villaumbra.gov.it/categorie/la-sede


Pila (villa Torre di Pila)

Dal sito www.latorredipila.com   Dal sito www.facebook.com/LA-TORRE-DI-PILA-136054013165702

«La proprietà si trova nel cuore dell'Umbria, a Pila, una frazione nelle immediate vicinanze di Perugia; la zona in cui è ubicata è molto suggestiva ed è strategica per raggiungere città come Assisi, Spoleto, Siena, Firenze e Roma. Il fulcro di tutto il complesso è senza dubbio la Villa "Torre di Pila" che si trova al centro, in posizione dominante, con i terreni e i vari annessi che la circondano, la proteggono e ne accrescono la bellezza ed il prestigio.  L'aspetto attuale della villa è quello dovuto al progetto dell'architetto Tarchi che si ispirò a modelli sei e settecenteschi romani e toscani utilizzandoli e reinventandoli completamente. La torre in pietra faccia vista, che fu unita all'edificio preesistente, è sormontata da un belvedere dal quale si scopre un panorama suggestivo, a tratti magico, che mostra in tutta la sua bellezza la pianura circostante, le colline fino ad Assisi, Perugia ed il lago Trasimeno. ... La costruzione originaria sorse intorno ad una torre di avvistamento del xv secolo. Nel 1700 era di proprietà della nobile famiglia dei marchesi Monaldi che fecero costruire una grande casa con giardino. All'inizio del XX secolo passò alla famiglia Bartoccini e in seguito alla Congregazione di Carità di Perugia. Nel 1930 il conte Francesco Maria Guardabassi, poliedrico artista, acquistò la proprietà e ne affido la ricostruzione all'architetto Ugo Tarchi di Roma. Nel 1989, dopo un periodo di abbandono durato circa quarant'anni, la prorpietà fu acquisitata dall'attuale proprietario Maurizio Petrini che le ha restituito l'antico splendore provvedendo al ripristino della villa, del giardino e del parco».

http://www.latorredipila.com/storia - ...dimora-storica


PILONICO PATERNO (resti del castello)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.umbriatouring.it

«...Nel 1059 [Pilonico Paterno] fu donato da papa Niccolò II a Bonizone, abate del monastero di San Pietro. Nei repertori dei secoli XIII (con 23 fuochi) e XIV appare come villa del contado di Porta Sole; in quelli del secolo XV come castrum (nel 1469 contava 18 fuochi, nel 1499 28 fuochi). Il 26 giugno 1348 Andrutius quondam Filipputii domini Andree fondò un ospedale a Pilonico che sarà gestito dalle monache di santa Chiara di Assisi. Le motivazioni devozionali che portarono alla costruzione dell’ospedale, derivavano dalla grande epidemia di peste che da quell’anno stava affliggendo Perugia e tutto il territorio, dove aveva fatto circa centomila morti. La peste non risparmiò nemmeno i medici: il 18 giugno 1348 trovò la morte il celebre Gentile da Foligno attivo a Perugia dal 1325. Nel 1371, dopo i sanguinosi eventi della rivolta dei popolari, si trovano nominati a Perugia come nobili alcuni abitanti di Pilonico: Nicola e Matteo Villani, Pietro e Simone Ceccoli, Tancio Rufini. La chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria, accatastata già nel 1350, finì nel 1467 sotto la giurisdizione dell’abbazia di san Giustino. La chiesa sorgeva su un’edicola raffigurante la Madonna delle Croci che nel 1602 cominciò a compiere miracoli, tanto che il 13 maggio 1607 fu benedetta dal vescovo di Perugia Napoleone Comitoli (1591 – 1624) che vi cresimò 549 persone; da allora fu dedicata alla Madonna di Loreto. Fu la residenza della nobile famiglia Villano di Perugia. Nel 1603 qui visse Carlo Giacinto Villano, figlio di Adorno, molto stimato e conosciuto per aver ricoperto importanti cariche militari. Nel censimento dello Stato pontificio del 1853 contava 390 abitanti. In seguito il nucleo abitato si spostò più in alto, a 200 metri, e il toponimo assunse il nome di castellaccio. Il complesso è attualmente diviso in due parti: la torre antica con annesso un fabbricato, appartenuta alla Curia vescovile di Perugia, è di proprietà della famiglia Bazzucchi di Ponte Felcino, mentre il nucleo abitativo che affianca il complesso fortificato, di epoca ottocentesca, era di Freddio Pio nel 1902 che lo trasmise poi ai suoi eredi. Imponenti ruderi testimoniano la grandiosità del complesso che meriterebbe un approfondito restauro».

http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-pilonico-paterno-perugia/


Poggio Morico (resti del castello)

Dal sito http://turismo.comune.valfabbrica.pg.it   Dal sito http://turismo.comune.valfabbrica.pg.it

«Il nome “Morico” quale figlio di Guido, si trova citato già nel 1066 quale testimone in una donazione fatta da un certo Goffredo di Aldebrando alla Badia di Campolongo. Inizialmente il nome del castello è stato "Poggio dei figli di Morico". Potrebbe darsi che un suo lontano nipote sia quel cittadino assisano che aveva l’abitazione lungo la strada di S. Giacomo in Assisi e che fosse anche Console della Città nel 1212. Sembra che i castelli di Poggio Morico e Monte Luciano, dei quali restano buone vestigia, fossero stati distrutti dal vicino bellicoso signore di Casacastalda, Monaldo, in contrasto coi figli di Morico, proprietari dei due castelli. Nel 1232 risulta che avesse 57 famiglie e questo porta a ritenere che i colli, una volta, fossero abitati più della pianura: nel sec. XVI contava 30 famiglie. Il “Poggio dei figli di Morico” è stato sempre fedele ad Assisi, ed Assisi lo ha difeso come, ad esempio, nel 1380, allorché rinforzò il castello per mezzo di Bartoletto di Techia di Assisi per paura di Carlo di Durazzo, stanziato a Torchiagina al servizio di Perugia. Tra i castelli più danneggiati nel 1497 da parte dei Baglioni, contro Assisi, si trova il nostro Poggio, che è restato nella giurisdizione comunale di Assisi fino al 1929, anno in cui è entrato a far parte del territorio di Valfabbrica».

http://turismo.comune.valfabbrica.pg.it/pagine/poggio-morico


Poggio San Dionisio (torre civica, mura)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it

«Poggio S. Dionisio sorge a 508 m. slm., esposto ad ogni vento, con buona apertura di orizzonte. Il nome di Poggio S. Dionisio o Dionigi deriva dal fatto che la chiesa parrocchiale è dedicata al Santo Areopagita.  È stato ed è anche chiamato Poggio di Sotto o Inferiore per distinguerlo da Poggio Morico o Superiore. Nel Medioevo ha spesso avuto il nome di Poggio del Priore in conseguenza del suo appartenere al priorato benedettino di Valfabbrica. Ma nella stessa epoca era anche chiamato Poggio dei Porcelli, per il fatto che i Benedettini vi tenevano grandi allevamenti di maiali. È stato ed è tuttora detto, Poggio di Valfabbrìca per distinguerlo dal Poggio Morico che fino al 1929 apparteneva al comune diAssisi. Tra i luoghi visibili nel panorama si ricordano: Monte Catria, Monte Pennino, Monte Ingino col santuario dedicato a S. Ubaldo, frazioni dei comuni di Gubbio, di Perugia, di Assisi.  Riguardo la "torre civica", alcuni testimoni hanno dichiarato di avervi conosciuto un imbocco dalla parte verso la valle, sotto il piede della torre stessa. L’imbocco fa intravedere un corridoio sotterraneo con direzione verso il pozzo del Comune, sito a valle lungo la strada per il Capoluogo. Probabilmente potrebbe trattarsi di un antico accesso molto utile (perché nascosto) per il rifornimento dell’acqua o solo un sotterraneo. La frazione di recente è stata oggetto di pregevoli interventi di valorizzazione architettonico/ ambientale sia pubblici che privati».

http://turismo.comune.valfabbrica.pg.it/pagine/poggio-san-dionisio


POLGETO (castello)

Dal sito www.vacanzelandia.com   Foto di Phouha, dal http://italia.indettaglio.it

«Fu costruito nel 1399 intorno a un fortino già esistente nel XII secolo che apparteneva a Biagio di Buto, fuoruscito perugino. Nel 1399 gli abitanti di Polgeto chiesero a Perugia l´autorizzazione per costruire nei dintorni alcune abitazioni e in seguito furono erette la chiesa di S. Lorenzo e quella della Madonna del Sasso. Nella guerra tra Urbano VIII e i fiorentini (1643) il castello fu occupato dai Toscani, che vi organizzarono il loro quartier generale durante i tentativi di prendere la Fratta. Nel periodo maggio-giugno 1944, prima della liberazione di Umbertide, fu requisito per ospitare, ammalato, il comandante superiore germanico maresciallo Kesselring, di non lieta memoria. È uno dei castelli meglio conservati del territorio umbertidese, perché è stato quasi sempre abitato».

http://www.comune.umbertide.pg.it/Citta-e-territorio/Castelli-e-Borghi/Castello-di-Polgeto


POMONTE (resti del castello o palazzo baronale)

Foto di Mincio, dal sito http://italia.indettaglio.it   Dal sito it.wikipedia.org

  

Le foto degli amici di Castelli medievali

Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)   Foto di Francesco Raggetti (https://www.facebook.com/francesco.raggetti)

«Sulle pendici della catena di monti che da Gualdo Cattaneo degradano fino a Bettona, Pomonte (come d'altronde i vari Piemonte, Piedimonte, Sotto il Monte), deve il suo nome alla posizione geografica, oggi più pedemontana rispetto al primitivo insediamento, sicuramente più a monte, dove fin da tempi molto antichi, si formarono le prime aggregazioni urbane. Il Poggio delle Civitelle sulla dorsale tra il comune di Gualdo Cattaneo e di Bevagna, richiama al termine latino "civitule" = cittadelle, così come i reperti archeologici rinvenuti in quella zona, attualmente esposti al Museo archeologico per l'Umbria di Perugia, sono ascrivibili all'epoca romana. Di una primitiva Pomonte "superior" parlano i resti del semidiruto Castellaccio, i cui residuali paramenti alti e stretti, perimetricamente ridotti, sono, dai cittadini del luogo, guardati con amore come una reliquia. I primi cenni storici fanno risalire la fondazione dell'attuale castello, da parte di Gualdo Cattaneo, al 1130. Nel corso dei secoli Pomonte fu teatro di lotta e di contesa fra Todi e Bettona. Nel 1415 Gregorio XII conferì al Castello il titolo nobiliare di baronia, facendovi costruire quello che a tutt'oggi si denomina Palazzo baronale. Nel 1421 fa parte del territorio sottoposto al Vicariato dei Trinci di Foligno. Nel 1451 Pomonte si sottomise ai signori Crispolti di Bettona e ne divenne feudo con Bolla di Nicolò V, dello stesso anno. I successivi pontefici non fecero che confermare questo stato di cose, finché nel 1658, sotto Alessandro VII, dopo la morte di Bonifacio Crispolti, Pomonte passò alle dirette dipendenze del Papa. Tra la fine del sec. XVIII e l'inizio del XIX il feudo passò ai baroni Baldini di Orvieto e successivamente ai conti Bennicelli di Roma».

http://www.dalcacciatore.it/dintorni/pomonte.html


PONTE PATTOLI (castello Rustichelli)

Dal sito www.medioevoinumbria.it   Dal sito www.medioevoinumbria.it

«Percorrendo la strada che costeggia il Tevere, nelle vicinanze di Ponte Pattoli, si giunge a Prezzonchio, località in cui si trova il Castello di Rustichelli. Le prime notizie su questo castello risalgono al 1154, anno in cui ne risultava signore Raino di Rustichelli. Durante il Medioevo la famiglia Rustichelli era ben nota nella zona di Ponte Pattoli, visto che, oltre al castello, anche il vicino torrente, che da Montenero raggiunge il Tevere, ne porta il nome. Il complesso Rustichelli rappresenta un raro esempio di fortificazione medievale concepita sia per la difesa ed il controllo del territorio, sia come residenza di campagna. Come fortezza risponde ai canoni dell'architettura militare del Medioevo, mentre come modello edilizio anticipa di alcuni secoli il passaggio dalla struttura chiusa e inespugnabile del castello a quella della villa o casa di campagna, caratterizzata da un ambiente aperto, con giardino interno, chiesa accessibile dall'esterno e diverse rifiniture architettoniche. L'ingresso del castello, affiancato da una piccola chiesa, è la sua parte più antica e suggestiva. Passando sotto un arco a tutto sesto si accede ad un atrio dalle spesse mura, con feritoie e portali. Sul lato sud le mura presentano eleganti beccatelli. Attualmente il complesso è una proprietà privata».

http://www.geosearch.it/s_207/Perugia/siti-storici-culturali/Castello-Rustichelli.php


Popola (castello)

a c. di Laura Galli


PORcHIANO (torre di Porchiano o castello di Todi)

Dal sito www.pantheonimmobiliare.it   Dal sito www.pantheonimmobiliare.it   Dal sito www.abodeitaly.com

«Il castello di Todi, conosciuto storicamente come la Torre di Porchiano – uno dei torrioni di avvistamento costruiti a difesa di Todi – fu edificato sulla sua altura intorno all’anno 1000. In completa rovina fu acquistato da un inglese nel 1988 e accuratamente restaurato; trasformato in una residenza elegante e confortevole, il castello ha ospitato personalità illustri tra le quali Sua Altezza Reale la Principessa Margaret d’Inghilterra e si sviluppa oggi su una superficie di circa 500 mq dislocati su 6 livelli di cui i primi 3 collegati da un ascensore interno. Al piano terra oltre alla sala da pranzo- una bella stanza con volta di mattoni ed un antico camino toscano in pietra, vi è la funzionale cucina rustica ed un bagno di servizio ed una scalinata che conduce al primo piano; dal corridoio cucina un ascensore permette un facile accesso ai due piani superiori e una porta si apre su una grande terrazza pavimentata che offre una bela vista del Tevere; al primo piano, l’ampio salone è abbellito da un grande camino in pietra. Una doppia arcata sostenuta da colonna separa questo spazio dall’entrata principale. Una scala a chiocciola in pietra collega al corridoio del secondo piano. La sala comune del secondo piano è un’accogliente biblioteca a doppia altezza con una galleria di legno accessibile da una scala. A questo piano anche le quattro camere tutte con bagni ensuite, di cui le più caratteristiche occupano l’antica torre. La più raccolta e privata delle stanze del castello è invece raggiungibile dal cortile d’ingresso, una camera matrimoniale con bagno ensuite ottima per la meditazione. Separata dal corpo principale, si trova inoltre una dependance composta da due ampie camere e un bagno. Il Castello di Todi sorge tra splendidi giardini che si estendono su due ettari in parte recintati da alti muri di pietra. Realizzato ad arte, isolato da boschi e pini, si tratta di un giardino tradizionale all’italiana diviso in ‘stanze’, caratterizzate da pergolati, fontane, viste e siepi, allo scopo di produrre un effetto teatrale. Il castello possiede inoltre una comoda piscina ( 10×5 m) riparata ed esposta a sud-ovest che consente bagni di sole fino al tramonto. Con una vista a 360° sulla campagna umbra, la bellissima città di Todi domina a circa due kilometri di distanza in linea d’aria. ...».

http://www.pantheonimmobiliare.it/proprietà/castello-di-todi


PORETA (castello di Poreta Lunghezza)

Dal sito www.medioevoinumbria.it   Dal sito http://gentlemangourmand.typepad.com

«Di origine romane (da reperti rinvenuti sul territorio); le informazioni più antiche risalgono al 1196 quando venne organizzato il primo nucleo abitato denominato “Poreta Sicce”. Nel 1378 furono erette mura in gran parte distrutte. All’interno del Castello c’è la chiesa della Madonna della Misericordia, costruita nel 1463».

http://www.cuoreverdeditalia.it/downloads/trekkingtour/RB-Percorso1-verde.pdf


POSTIGNANO (borgo fortificato, castello)

Dal sito www.umbriacity.it   Dal sito http://foto.ilsole24ore.com

«Situato strategicamente lungo le importanti vie di comunicazione che collegavano Spoleto a Foligno, Norcia e Assisi, Postignano rappresenta uno degli esempi meglio conservati di castelli di pendio e di villaggi turriti e fortificati dell’Umbria. Sorto tra il IX e il XIII secolo, è caratterizzato da un impianto triangolare compatto, che domina la Valle del Vigi con il profilo imponente delle sue abitazioni turrite e della torre di difesa e avvistamento; il Castello fu a lungo conteso tra Foligno e Spoleto e prese parte alle accese guerre tra guelfi e ghibellini fino al 1429. Fin dal XIII secolo il borgo fu caratterizzato da una fiorente economia – basata su agricoltura, attività forestali e artigianato del ferro e della canapa – che assicurò a Postignano un periodo di massimo splendore tra il XIV e il XV secolo. Già a partire dal XVI secolo la popolazione del borgo cominciò a diminuire, ma è solo nel corso del ’900 che si avvia il progressivo fenomeno di spopolamento che condurrà all’abbandono del borgo nel 1963, quando, a seguito di un piccolo cedimento del terreno e di alcune strutture edilizie, l’abitato fu dichiarato inagibile e le famiglie furono evacuate. Lo stato di abbandono si protrasse a lungo, provocando il deterioramento del borgo, aggravato dagli episodi sismici dell’autunno del 1997. Il borgo fu poi inserito nell’elenco dei monumenti di interesse storico artistico dal Ministero dei Beni Culturali. Nel 2007 ha avuto inizio l’attività di recupero degli edifici e di restauro degli affreschi, con il contributo della Regione Umbria e il sostegno della nuova Amministrazione di Sellano. Il completamento dei lavori è previsto entro la fine del 2011».

http://www.borgodipostignano.com/il-borgo/storia-2/


POZZO (castello)

Dal sito www.allwebitaly.it   Dal sito www.oes-scarselli.it

«Castello che dirimpetto a Pomonte sovrasta la valla del Puglia, immerso nel verde degli ulivi, trae dalla tradizione oleicola fama e ricchezza. La quantità d'olio, cui fa riscontro la fiorente attività molitoria (ben tre frantoi operanti) dev'essere stata tanta e tale, fin dai tempi più lontani, da non potersi contenere in un pozzo. Da qui, forse, il nome di questo castello, antico scenario di lotta tra le fazioni di Bevagna e Todi, città, quest'ultima, che segnò di più e per lungo tempo la sua presenza in territorio putuense. Da ammirare l'impianto architettonico del borgo fortificato e certi scorci medievali di grande efficacia».

http://www.dalcacciatore.it/dintorni/pozzo.html


PRECI (castello, cinta muraria)

Dal sito www.medioevoinumbria.it   Dal sito www.sibilliniweb.it

«Il primo documento dal quale si rileva il nome dell'abitato di Preci risale al 1232. Era costituito da un piccolo insediamento non distante da un oratorio benedettino da cui probabilmente assunse il nome (preces = preghiera). Nella seconda metà del XIII secolo, a protezione del villaggio, sorse il castello. Inizialmente fece parte dei possedimenti di Spoleto per poi passare, nel 1276, sotto l'autorità comunale di Norcia che in quegli anni era in piena fase di espansione territoriale. Dopo alterne vicende legate principalmente a lotte di potere tra l'autorità pontificia e le signorie di potenti famiglie, anche Preci venne coinvolta tristemente in questi conflitti. Per essersi ribellata a Norcia ed aver dato rifugio ai signori di Camerino, Rodolfo da Varano e Beatrice Colonna, nel 1528 dovette subire la distruzione, per opera dell'esercito nursino. I fautori della ribellione vennero banditi e relegati nell'impervia Castelluccio (da cui derivò l'antico nome di Castel Precino). Nel 1533 il pontefice Paolo III acconsentì alla ricostruzione di Preci a condizione di una definitiva riconciliazione con Norcia. La riedificazione del Castello coincide con l'accrescere della fama dei medici preciani in tutta Europa. Dentro le mura del nuovo castello le facoltose e ricche famiglie dei medici fecero costruire da maestranze lombarde operanti nella zona, eleganti palazzi. Anche l'edilizia minore venne edificata non tralasciando l'utilizzo di elementi architettonici di discreto interesse. Possiamo dire che, sostanzialmente, l'abitato di Preci, ha mantenuto il suo aspetto cinquecentesco, tipico dei villaggi fortificati costruiti sulle alture. L'abitato, molto raccolto, è attraversato da una ragnatela di stradine che, tortuosamente, si inerpicano e confluiscono nella piazza principale sulla quale s'erge la chiesa la Pieve di Santa Maria, edificata nel XIII secolo dai monaci di Sant'Eutizio» - «Testimonia l'esistenza in passato di una cinta muraria della quale oggi resta in piedi l'arco dei Finocchioli che si apre su un belvedere che domina il fiume Campiano e l'omonima valle».

http://www.comune.preci.pg.it/page.asp?c=4&r=&tipor=0 - http://www.sibillini.net/il_parco/Cultura_Territorio/Castelli/preci.htm


PREGGIO (borgo, resti della rocca)

Dal sito it.wikipedia.it   Dal sito www.vacanzelandia.com

«Antico borgo a 638 m. di altezza circondato da una ricca vegetazione e da boschi che ne fanno un luogo di villeggiatura per chi ama un ambiente naturale incontaminato e la quiete della collina umbra. La Rocca di Preggio, per la sua posizione dominante, era considerata tra le più importanti del territorio Perugino e dell'Alta valle del Tevere. Esisteva già nel 917, anno in cui l'imperatore Berengario I confermò la signoria di Preggio al marchese Uguccione II dei Bourbon. Oltre ai resti della rocca sono da vedere la chiesa della S.S. Trinità in San Francesco (1223) che conserva un reliquario d'argento dorato che custodisce una “Sacra Spina” esposta il martedì di Pasqua e la chiesa della Madonna delle Grazie (1400) che racchiude un delizioso altare di stile rinascimentale e un affresco attributo al Pinturicchio. Da Preggio si può proseguire per il lago Trasimeno che si scopre dalla pineta di Col di Campana in uno scenario di suggestiva bellezza».

http://www.netemedia.net/gaat/dintorni.htm


Pretola (torre medievale)

Foto di Claudioas, dal sito https://commons.wikimedia.org   Dal sito www.cittadeltevere.it

«La Torre di Pretola costituisce il vanto e il simbolo del paese. Costruita nel tardo Medioevo a difesa del mulino e del palazzo dei feudatari del luogo, essa fu teatro della lotta fra le due fazioni che si contendevano il potere in città (i Beccherini e i Raspanti). La Torre fu presa d’assalto da Braccio Fortebraccio da Montone, e passò più tardi con i suoi annessi dalla proprietà della famiglia Boccoli a quella dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia. La sua importanza, come è stato giustamente notato, risiedette nella duplice funzione assolta, di fortificazione strategica e di organismo economico. Tutto il complesso versa oggi in uno stato di pietoso e immeritato abbandono. La storia.  (…) Che la villa di Pretola sia stata in antiche età molto popolosa lo dimostra il fatto delle numerosissime tracce di mura che s’incontrano scavando il terreno. V’è una tradizione fra gli abitanti, secondo la quale, a più di migliaia di persone sarebbe ascesa un tempo la popolazione del luogo, che sarebbe stato perciò una piccola città, la quale da ripetuti incendi sarebbe poi stata distrutta. (…) La città di Perugia, governata dai popolari, durante le controversie gravissime che ebbe dal 1365 al 1370 con papa Urbano V da una parte, e coi Baglioni che tentavano di riprendere il governo dall’altra, fece fortificare anche la villa di Pretola, dove con molta spesa fece ridurre a ben difesa fortezza il palazzo che ivi possedeva la nobile famiglia Boccoli, la quale nel 1371, conclusa la pace e la sottomissione della città al pontefice, ne rientrò in possesso. (…) è certo che a quel palazzo erano fin d’allora annessi i molini e la torre, i quali fabbricati fra il 1375 e il 1379 passarono in proprietà della città di Perugia, che in quest’anno ne ordinò ampi e durevoli restauri. (…) Però nel 1439 la torre ed il molino erano già proprietà dell’Ospedale, perché in tale anno questo fa domanda ai Priori della città di poter costruire un forte sopra il suo molino di Pretola. (…) Si legge che Braccio Fortebraccio dopo aver preso nel 1410 il Ponte Pattoli e dato il guasto a tutte le case e ville di quei dintorni, venne a Pretola, l’incendiò e ne rovinò tutti i molini».

http://www.cittadeltevere.it/tesori/la-torre-di-pretola


Prisciano (palazzo Scagliae)

Dal sito www.palazzoscagliae.com   Dal sito www.palazzoscagliae.com   Dal sito www.palazzoscagliae.com

«Palazzo Scaglia (Palatium Scaglie) è un fortilizio del XIII-XIV secolo posto in località Pisciano; era un edificio in evidente stato di abbandono, perché utilizzato per molto tempo come rifugio per le pecore. è un complesso edliizio di notevoli dimensioni che ha subito notevoli manomissioni essendo stato usato come edificio colonico, infatti era compreso nelle proprietà dell'azienda agraria dell'Astenotrofio Mosca (casa di Riposo Mosca). Nel 1700 era di proprietà della nobile famiglia Gambocci del Quartiere di S. Martino. Attualmente è stato restaurato e recuperato a civile abitazione da un proprietario privato» - «Palazzo Scagliae is a fort situated in the vicinity of Gubbio that dates back to the XIII century. It has recently been listed by the Italian government as a ‘Palazzo-Fortilizio’ of historical relevance.​ Over the centuries it has been modified, extended and adapted as both its use and ownership changed. Given its strategic position and 360 degree views over the surrounding Gubbio valleys, the Knights Templar decided to use it as a lookout tower and residence. From the top of the mountain they could control what was going on in the valleys below and relay this information to other towers on nearby mountain tops. They modified the building by adding stables to the lower floors and left their mark on the Palazzo by carving a stone over the main entrance into the shape of the Star of Malta. This stone still greets you today as you walk in. During the 1700 it belonged to the noble family Gamboccio of the Quartiere di S. Martino, Gubbio; and later formed part of the properties owned by the Mosca nursing home in Gubbio. Unfortunately Palazzo Scagliae then fell into a state of abandon and was used as a shelter for sheep until the Rossetto family purchased it in the late 1970’s. By this time it was nearly in ruins, had no roof, and was falling to pieces. ...».

http://umbriacuriosa.altervista.org/pagina-368227.html - http://www.palazzoscagliae.com/#!history/c1jxv


PUPAGGI (castello)

Dal sito www.castellodipupaggi.it   Dal sito www.agriturismiumbria.net/

«L’antico paesino di Pupaggi si era insediato nel XI secolo attorno alla chiesa di S. Sebastiano. Si tratta di una tipica villa sorta sull’omonimo altopiano, composta da un ampio piazzale interno su cui si affacciano sia la chiesa che il nostro complesso agrituristico dominato da una torre colombara. Questa ha la particolarità di essere munita, agli angoli, di vasi in cotto rovesciati con la funzione di impedire la scalata agli animali predatori fino alla piccionaia. Furono costruite, durante il medioevo nella montagna di Spoleto varie fortificazioni, tra cui il castello di Pupaggi, che si modificò urbanisticamente nei secoli a seguire come una sorte di borgo fortificato per la sua collocazione geografica. Si possono notare i caratteristici seminterrati risalenti al secolo XI, pienamente recuperati con le loro volte in pietra non squadrate. Ebbe importanza anche in epoca recente come residenza di caccia alle battute di Palombe, per la sua importanza storica e architettonica, è divenuto oggetto di vincolo dal Ministero per i Beni e Attività Culturali».

http://www.parcogeominerario.eu/index.php?id=344


Ramazzano (castello di Ramazzano)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.theweddingitalia.com   Dal sito www.facebook.com/sposiaperugia/?fref=photo

«Il castello di Ramazzano, a qualche chilometro da Perugia, è situato in collina e sovrasta una fertile estensione agricola. In discreto stato di conservazione, è cinto da alte mura merlate alla guelfa su cui si eleva una torre a base quadrata. Negli spazi interni si possono ammirare alcune sale affrescate e la cappella castellana che funse da Chiesa parrocchiale fino al 1600, in cui sin dal 1113 venivano officiate messe dai monaci della vicina abbazia di Montelabate. Nel cortile si trova inoltre un pozzo profondo 40 metri che comunica con le segrete e i sotterranei. Il castello, edificato nell’XI secolo, fu dal 1097 fino all’ultimo decennio del Cinquecento di proprietà dei Ramazzani, ma compare solo nel 1258 nell’elenco dei castelli perugini come ”Castrum Ramaçani“ e tale rimase fino alla morte dell’ultimo di essi, Alessandro (1637), passò quindi agli Oddi (1594), ai Coppoli, ai Pecci, ai Presutti. Rifugio dei politici banditi da Perugia, sede di scontri tra le fazioni degli Oddi e dei Baglioni, il Castello fu demolito nel 1411 per ordine del Comune di Perugia. Restaurato nel tempo, il Castello, sebbene sia stato più volte rimaneggiato e adattato ai gusti abitativi, si presenta ancora in discreto stato di conservazione. Nel 1931 era di proprietà del conte Bennicelli, che vi ospitò il re Vittorio Emanuele III».

http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-ramazzano


Ramazzano (ruderi del castello di Montelabate o Castellaccio)

Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it   Dal sito www.iluoghidelsilenzio.it

«Il castello di Montelabate o Castellaccio conserva buona parte della cinta muraria; il suo interno, accessibile attraverso l’unica porta, è completamente colonizzato da alberi ad alto fusto. Il castello, a breve distanza dall’Abbazia, nasce nell’età di mezzo come ricovero per i contadini. La sua fama è legata alla ben più famosa Abbazia di S. Maria di Valdiponte più conosciuta con il nome di Abbazia di Montelabate che cambiò nel 1749 proprio in funzione del castello di proprietà dell’abbazia, dove era una dipendenza laica del convento, ora scomparsa insieme al castello. Abbraccia una vasta area frequentata solo da animali selvatici. Sulla collina soprastante rimangono i ruderi di Castiglion Fidatto».

http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-montelabate-o-castellaccio-ramazzano/


Rasiglia (borgo, resti del castello dei Trinci)

a c. di Stefano Favero


RESCHIO (castello)

Dal sito it.wikipedia.org   Foto di man_giu, dal sito http://italia.indettaglio.it

  

«Il Castello di Reschio (altezza s.l.m. m 345, distanza: da Umbertide Km 16, da Lisciano Niccone Km 4) è ubicato al confine regionale umbro-toscano, nel comune di Lisciano Niccone, su una collina a circa 3 Km dalla Statale della Valle del Niccone. Fu costruito intorno all’anno 1050 e appartenne nel 1200 ai marchesi del Monte Uguccione I e Guido I figli del marchese Raniero. Come è immaginabile da quel momento numerose sono le vicissitudini che lo riguardano. Nel Medioevo fu a lungo conteso dai signori di Perugia, Firenze e Città di Castello per la sua posizione strategica. Inoltre da una iscrizione sopra la gran porta che è l’unica d’ingresso, risulta che questo castello nel 1601 era di proprietà della famiglia Cesi Romana, perché dal vescovo di Todi Angelo Cesi fu donato al pronipote Chiappino, ma non si sa se la donazione fosse contemporanea alla compera o se la compera era stata fatta anni antecedenti. L’iscrizione è la seguente: ”ANGELUS CAESIS ROMANUS EPISCOPUS - CASTRUM HOC RESCHII AERE SUO EMPTUM - COMITI CHIAPPINI FEDERICI CAESI F. - EIUSQUE PRONEPOTI DONAVIT. - ANNO SALUTIS 1601″. Il castello è in uno stato di buona conservazione e presenta ancora le sue caratteristiche rinascimentali, nonostante i ripetuti rifacimenti di cui è stato oggetto; è cinto da alte mura: all’interno di queste si trovano il palazzo signorile e le torri. Sotto la torre principale si vedono ancora le carceri e la chiesa parrocchiale di Reschio dedicata a San Michele Arcangelo che dal secolo XIV dipende dalla chiesa».

http://www.bottegadelleidee.eu/?page_id=1440


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