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MARCO BRANDO

  

Castel del Monte: come liberarsi dall'«ossessione dell'8» e vivere felici

  

 

UNA LETTERA AL «CORRIERE DEL MEZZOGIORNO».

Sono uno studente di sedici anni. Nei giorni scorsi ho cercato con internet informazioni su Castel del Monte, il castello voluto da Federico II e tanto caro a noi pugliesi. Ebbene, mi sono un po' meravigliato per le tante informazioni che ho trovato sugli aspetti quasi magici della costruzione; assai meno ne ho trovate sulle sue origini storiche. In particolare mi ha colpito ciò che viene raccontando nel sito della trasmissione televisiva Rai «Voyager». Tra l'altro ho letto queste informazioni: «È un vero e proprio monumento al numero Otto. La pianta del castello è ottagonale, ci sono otto torri a loro volta a pianta ottogonale. Su ciascuno dei due piani sono disposte otto sale le cui finestre danno sul cortile interno ottagonale al cui centro, in origine, era una vasca anch'essa ottagonale. Sul portale d'ingresso poi e all'ingresso della varie sale diversi tipi di fiori sono raffigurati in gruppi di otto: quadrifogli, vite, girasoli, acanto, fico... Petali a gruppi di otto sono anche sui capitelli delle sale e altri particolari della costruzione, ripresentano in modo ossessivo il numero otto. Per la tradizione esoterica e simbolica la figura geometrica dell'ottagono ha il carattere della mediazione tra terra e cielo». Sono piuttosto confuso. È storia, fantascienza o cosa? 

Matteo F.,Bari

  
  
LA RISPOSTA 
di Marco Brando 

Caro Matteo, Castel del Monte è stupendo. Ma la sua storia è una cosa; le fantasie a sfondo esoterico sono un'altra cosa. Gli storici concordano sulla sua bellezza straordinaria, sulla sua monumentale imponenza e sul suo fascino. Però tutti gli studiosi che si che basano su metodi scientifici di ricerca lo considerano pur sempre un castello, con tanti saluti alla numerologia, all'esoterismo e a varie ipotesi fantasiose: ad esempio, quella secondo la quale sarebbe stato costruito per custodire il Sacro Graal ( a sua volta mai esistito); quella sugli allineamenti con la cattedrale di Chartres e con Gerusalemme; e quella che lo lega alla tomba del faraone Cheope.

In realtà Castel del Monte faceva parte di un sistema organico di castelli voluto da Federico II per fi ni militari e politici. Il professor Raffaele Licinio docente di Storia medievale a Bari e direttore del Centro studi normanno svevi ne scrive ampiamente nei libri Castel del Monte e il sistema castellare nella Puglia di Federico II (Edizioni dal Sud, Bari 2001), e Castel del Monte. Un castello medievale (Mario Adda, Bari 2002).

Per quel che riguarda la paranoia del «numero otto» potremmo sempre ricorrere a Licinio, che si diverte molto a polemizzare, con sarcasmo. In un articolo ha scritto, a proposito dell'ottomania: «Difficile non sentirsi scorrere un brivido lungo la schiena, un brivido che freddo risale su su sino al cervello, quando si entri, con Federico II, nella misteriosa dimensione, simbolica e politica, dell'otto continuo: lo Svevo nasce, com'è noto, il giorno 26, cioè 2 più 6 = otto. Giorno, mese e anno di nascita: 26.12.1194: 26+ 12+ 1194 = 1232; sommiamo 1, 2, 3, 2 = otto. La battaglia di Bouvines (otto lettere!), che gli spiana la strada verso il trono, è del 1214: sommiamo 1, 2, 1, 4 = otto... Il 29.9.1227 papa Gregorio IX scomunica Federico per la prima volta: 20 (29 - 9) meno 12 (1+ 2+ 2 + 7) = otto. Lo scomunica poi per la seconda volta il 20.3.1239: 23 (20+ 3) meno 15 (1+ 2+ 3+ 9) = otto. La terza scomunica viene lanciata da Innocenzo IV il giorno 17 (1+ 7: otto!); più esattamente, il 17.7.1245: e dunque 6 (1 - 7) più 7 = 13; 1245 meno 13 = 1232, ovvero (1+ 2+ 3+ 2) ancora otto. Non basta? Federico è sconfitto dai Comuni presso Parma il 18.2.1248: 1248 meno 16 (18 - 2) = 1232, dunque otto». «L'"ossessione" dell'otto - sorride Licinio - può continuare sino alla paranoia». Ma al giorno d'oggi, con tutte le ossessioni che la realtà quotidiana già ci propina gratis, non è il caso di cercarcene altre «artificiali». Meglio leggere qualche buon libro di storia.

 

 

Marco Brando

 

 

dal "Corriere della Sera-Corriere del Mezzogiorno" del 10/01/2007

 

  

 

 

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