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                                                     GIULIA
                                                    NOTARANGELO  | 
                                                 
                                                
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                                                     Da
                                                    monaca a regina e mamma: Costanza d'Altavilla 
                                                   | 
                                                 
                                                
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                                                     Sensazioni
                                                    sul libro La Sposa Normanna di Carla Maria Russo 
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                                Da monaca, suor Maria Veronica, a regina e mamma: Costanza d'Altavilla. Nel nome un destino! Sbiadita e feroce la figura di Enrico VI,
                                «la matta bestialità», direbbe padre Dante. 
                                è
                                una delicata, tenera, appassionata ricostruzione di un come e di un quando. Le vicende della Storia, che giacciono polverose e spesso coperte di oblio nei documenti, si animano, prendono vita dalla linfa della scrittura del romanzo "storico" che ricrea, come per magia, ambienti di corti, conventi, scenari di intrighi, strade di antiche città, cattedrali, borghi sperduti tra gli
                                Appennini... un caleidoscopio multietnico, precursore di moderni, ahimé, modi di essere. 
                                Qualche medievista potrebbe approfondire la questione del rapporto tra "verità storica" ed invenzione, e porre in evidenza quel sesto senso che conduce chi scrive romanzi con la Storia (o ne fa del cinema) a raggiungere ipotesi di realtà, assai probabili.
                                è
                                un po' quello che, secondo il medievista Raffaele Licinio dell'Università di Bari, succede con il film
                                L'armata Brancaleone che appare
                                ricostruzione molto vicina a ciò che realmente potrebbe essere stato il
                                Medioevo "dal basso". 
                                Attraverso la scrittura, avvincente ed ammaliante, mi sono continuamente chiesta, e mi piacerebbe che l'autrice me lo  confidasse, quanto e cosa di ciò che dice appartiene alla Storia e quanto e cosa al suo magico intuito di scrittrice al femminile. 
                                Avevo incontrato fugacemente nei miei studi storico-letterari Costanza d'Altavilla, avendo approfondito solamente quella di
                                Federico- Costantino. Ora, grazie a Carla Maria Russo, è divenuta una icona, una madonna del Sud, e mi risulta una piacevole ed imprevedibile scoperta. Ho pianto leggendo le pagine del suo "volo-dipartita" e di come lo fa vivere al suo piccolo grande Costantino di appena tre anni! 
                                Che forza-coraggio nell'imperatore-bambino, un Altavilla non un
                                Hohenstaufen, un italiano non un tedesco! Ringrazio l'autrice per il tempo piacevole che ho trascorso in sua
                                compagnia. 
                                  
                                  
                                Giulia
                                Notarangelo 
                                
                  
                                     
                  
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