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                                                     Andrea
                                                    MonetI  | 
                                                 
                                                
                                                  |   | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                     Il Regio Liceo Lanza, spaccato emblematico dell’Italia nel Ventennio fascista 
                                                   | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                       
                                                   | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                     Con la trascrizione di documenti provenienti dagli archivi di Stato di Foggia e del Comune 
                                                   | 
                                                 
                                              
                                             
                                           
                                         | 
                                       
                                    
                                   
                                  
                                 
                                  
                                  
                                   
                                      
                                Quando ho
                                ricevuto il libro di Teresa Rauzino (Il
                                Regio Liceo Lanza dalle scuole pie agli anni del
                                regime, Edizioni Parnaso, Foggia 2004), da
                                Aretino e Toscano quale sono, avevo alcune
                                perplessità nel leggerlo, vista la natura degli
                                argomenti trattati. Invece mi sono dovuto
                                ricredere. E non poco. Teresa, infatti, la
                                conoscevo per il suo impegno nel recupero della
                                storia e delle tradizioni della sua città
                                d'origine e del Gargano. Sapevo che aveva
                                scritto altre fatiche editoriali, alcune
                                presenti nel sito www.storiamedievale.net,
                                a cui anche io collaboro. Ma non la conoscevo
                                sotto la veste della saggista. 
                                In
                                estrema sintesi, il volume (ben 400 pagine) è
                                frutto di una ricerca accurata che vuole
                                raccontare la storia del Liceo "Vincenzo
                                Lanza" di Foggia dalle sue origini del 1868
                                fino agli anni successivi al regime fascista.
                                Che si tratti di uno studio meticoloso lo si
                                evince sin dalle prime battute, ma non è
                                questo, o meglio non solo questo, l'aspetto più
                                interessante. Ciò che maggiormente colpisce è
                                la fruibilità dello stile e del linguaggio
                                adottati, che invitano a proseguire nella
                                lettura e il viaggio indietro nel tempo, dove,
                                accanto alle vicende della scuola, trovano posto
                                ampi squarci di vita sociale, politica e
                                culturale dei vari anni considerati. 
                                Nella
                                parte centrale del volume, la Rauzino si occupa
                                di varie tematiche comuni con le tante e
                                variegate realtà scolastiche del nostro paese,
                                dagli anni postunitari, al sorgere della scuola
                                come Liceo, fino agli anni del Ventennio
                                Fascista, quando la didattica era funzionale
                                alla cosiddetta "fabbrica del
                                consenso", finendo per adeguandosi alle
                                direttive del governo dittatoriale per forgiare
                                il "nuovo italiano di Mussolini".
                                Questa, forse, è la parte più degna di
                                attenzione poiché emerge uno spaccato della
                                società di quegli anni così diversa da quella
                                di oggi, in particolare per  due aspetti:
                                il rapporto intellettuali-fascismo, e, quindi,
                                il controllo politico che passava anche
                                attraverso il controllo culturale, e il ruolo
                                della donna, relegata alla parte di madre,
                                moglie, o massaia, e quasi esclusivamente votata
                                al compito di educare i figli per la
                                "Patria". Queste idee, durante gli
                                anni del regime, fecero breccia nella scuola e i
                                "presidi-duce", convinti sostenitori
                                dell'ideologia fascista, si impegnarono a fondo
                                per portarle avanti, discriminando, o limitando,
                                l'attività femminile presente nella scuola, a
                                partire dalle insegnanti. 
                                L'autrice
                                ha fatto bene a impreziosire il volume con la
                                trascrizione di alcuni documenti provenienti
                                dagli archivi di Stato di Foggia e del Comune.
                                Sono un elemento importante e, soprattutto, vivo
                                per chi ama la storia. È indubbio che le
                                immagini d'epoca siano di grande impatto
                                evocativo, non solo perché permettono di
                                ricostruire, attraverso i volti delle persone,
                                la vita di quegli anni, ma anche perché ci fa
                                sentire più vicini a quelle classi ginnasiali e
                                liceali che ci hanno preceduto, giovani, in fin
                                dei conti, rappresentanti di ogni epoca e luogo.
                                Di spiccato interesse sociologico sono anche le
                                interviste dei protagonisti di quegli anni, gli
                                ex alunni. E fra le testimonianze emergono
                                senz'altro quelle di Renzo Arbore e Mario
                                Sarcinelli, ex allievi che hanno ormai raggiunto
                                una notorietà a livello internazionale. 
                                Questo
                                in sintesi è Il Regio Liceo Lanza dalle
                                Scuole Pie agli anni del Regime. Un libro
                                degno della maggiore attenzione perché
                                ripropone tematiche non solo locali, ma comuni
                                alle tante altre città italiane, compresa la
                                mia.
                                
                                
                                
                                
                                 
                                  
                                Andrea
                                Moneti 
                  
                                   | 
                                  
                                    
                                  
                  
                                      
                  
                                     
                  
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