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           MEDIOEVO TEMPLARE

    a cura di Vito Ricci


di Vito Ricci

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Dopo aver trattato delle vicende storiche delle mansioni dei Templari nelle province pugliesi, vogliamo presentare un breve quadro di quello che oggi resta delle chiese, delle domus, dei conventi e degli ospedali in Puglia. Inutile dirlo, ma della maggior parte di questi edifici non esiste più traccia, alcuni hanno subito rifacimenti e ristrutturazioni tali da perdere completamente l’impianto originale di epoca templare.

Si vuole fare un piccolo censimento di quelle che sono le sopravvivenze di chiese templari in Puglia, fornendo al lettore delle notizie utili, come l’ubicazione e le strade da percorre per arrivare a tali monumenti.

In provincia di Foggia l’unica vestigia templare ancora esistente è la chiesa di Santa Maria della Serritella in località Volturino. Partendo da Foggia occorre prendere la SS 17 che porta a Lucera. Superata questa città, si deve proseguire ancora per 14 Km per poi girare a sinistra per Volturino; dopo un paio di chilometri di salita si scorge, sulla sinistra, a poca distanza dalla strada, la chiesa di Santa Maria della Serritella. Tale santuario sorge isolato a circa 5 Km dal paese di Volturino ed è meta di pellegrinaggio durante la festa patronale che si svolge la prima domenica di maggio.

  

Più ricca è la presenza di vestigia templari in provincia di Bari. Ad Andria si può vedere la chiesa di Sant’Agostino, in epoca teutonica San Salvatore e ancor prima San Leonardo, domus templare. Per giungervi prendere l’autostrada A14 Bari-Canosa e uscire al casello di Andria. Entrare in città da via Francesco Ferrucci. In piazza Umberto I girare a sinistra e prendere in successione via Bovio, via Ruggero Settimo e via Orsini che ripercorrono l’andamento delle mura cittadine non più esistenti. Poco prima di arrivare in piazza Ettore Carafa, svoltare a destra in una breve stradina e ancora a destra in un largo ove sorge la chiesa di Sant’Agostino. La mansione templare di San Leonardo era ubicata nella parte meridionale dell’abitato, all’interno delle mura del Duecento, adiacente alle stesse. Tale posizione viene spesso riscontrata nelle domus templari ed è dovuta al fatto che l’ala pubblica dell’insediamento doveva avere anche un’entrata esterna per l’ingresso e la sosta dei pellegrini. Dell’insediamento resta solo la chiesa che ha subito diversi rimaneggiamenti.

Essa fu costruita nel 1200 dai Cavalieri Templari, fu confiscata da Federico II e assegnata ai Cavalieri Teutonici. Nel 1358 passò agli Agostiniani. Straordinario il trecentesco portale ogivale entro timpano triangolare, con ricca decorazione a fogliame, palmette e rosoni, e una caratteristica cornice a nastro che si allarga in formelle quadrate. È sormontato da una lunetta con bassorilievo, raffigurante Gesù tra i santi Remigio e Leonardo. Ai lati degli stipiti, due splendidi leoni in pietra. Le due colonne antistanti il portale, probabilmente di origine più antica, sono sormontate da capitelli medievali. A fianco della chiesa in via Flavio Giugno, un altro portale ogivale, seguito dall’ingresso all’attuale mercato coperto, alloggiato nella sala cosiddetta Capitolare del seicentesco convento dei padri agostiniani, a navate con capitelli rinascimentali. Attualmente abbiamo appreso che è chiusa per restauri.

Come già detto in un paragrafo precedente, a Corato forse esisteva una fondazione templare presso la chiesa di San Vito de Templo. Essa si trova fuori dell’abitato medievale, ma in prossimità di una delle porte di accesso alla città e dell’importante asse viario della Traiana e ne fanno una presumibile stazione di accoglienza per viaggiatori e pellegrini. è uno tra i migliori esempi di chiese ad aula con volta a botte e cupoletta centrale.

A Gravina di Puglia si possono vedere i ruderi della chiesa di San Giorgio. Venendo dal capoluogo pugliese entrare nel paese percorrendo via Bari sino ad un distributore di benzina. Girare a destra in via Pistoia e subito a sinistra in via Ravenna. All’angolo con via San Giorgio sorge la chiesetta che dista circa 600 metri dall’antico centro storico, andando verso est. La chiesetta di San Giorgio è inglobata nel rione urbano che da essa prende il nome, nella zona orientale di Gravina. È a pianta rettangolare e versa in condizioni di degrado e richiede interventi di consolidamento in quanto minaccia di rovinare al suolo. Il tetto è pressoché crollato, lasciando l’edificio a cielo aperto e il pavimento colmo di detriti. In una lunetta sopra l’architrave del portale sono murati due stemmi di epoca giovannita: uno dell’Ordine e l’altro della famiglia Quarto di Adria. La chiesa doveva essere dotata di un rosone, come lascia supporre un inizio curvilineo nella facciata, andato perduto. L’abside semicircolare è rimasta illesa ed è decorata da sei lese. All’interno si può vedere quel che resta di un affresco di epoca giovannita che raffigura la Vergine con il Bambino, con ai lati San Giovanni Battista e Sant’Antonio di Padova, e nel catino, il Cristo benedicente. Sulla parte sinistra s’intravede un affresco di San Giorgio. La  chiesa, dopo la soppressione dei Templari, passò ai Giovanniti. Attualmente è di proprietà di privati.

Sicuramente in buono stato di conservazione è la chiesa di Ognissanti o dei Templari a Trani ubicata nella zona del porto vecchio, preceduta da un doppio portico e con un bel campaniletto a vela. A tale chiesa è dedicato il libro di B. Ronchi, La Chiesa di Ognissanti a Trani, edito nel 1982. Tra gli edifici sacri del XII secolo, questa chiesa merita una particolare menzione poiché, a detta del Bertaux, rientra nella categoria di quelle chiese romaniche che non mancano di originalità, pur apparendo, in confronto alle grandi cattedrali, quasi delle semplici miniature. E tale appare, infatti, al visitatore, soprattutto per quel senso di grazia che emana dal portale finemente scolpito e per il suggestivo effetto scenografico dell'interno, accentuato dal sapiente dosaggio della luce che filtra, calda e discreta, dalle aperture delle absidi.

La chiesa nel complesso è il risultato di una rielaborazione locale - che non mancò tuttavia di offrire un suo contributo di originalità - di influenze di culture diverse: la facciata principale è preceduta da un portico, di gusto romanico e di origine carolingia a tre fornici di bell'aspetto monumentale, che può considerarsi l'unico esemplare pugliese pervenutoci in perfette condizioni di conservazione. Esso è ripartito da un ordine di colonne intermedie, congiunte alle frontali e laterali per mezzo di piccole arcate rotonde in sei lacunari, ricoperte da volte a crociera, che inquadrano tre porte con relativi portali in marmo e da semicolonne. Ai lati della porta centrale si scorge una semicolonna con capitello, in cui sono scolpite, su una bordura di foglie, delle figure. Intorno alla porta centrale il muro è rivestito di marmo e, al di sopra, figurano due pannelli che contengono sculture bizantine dell'Annunciazione, come nella chiesa di San Marco a Venezia. Lo stipite è decorato con arabeschi diversi, mentre negli altri angoli vi sono colonne nascoste prive di sculture. Anche sulle porte laterali vi sono archivolti scolpiti. Una delle colonne del portico, alla destra di chi entra, è stata completamente sostituita da un pilastro mentre le laterali sono rimaste, quasi del tutto, incorporate in fabbriche che si sono aggiunte più tardi.

L'interno è a pianta rettangolare divisa in tre navate senza transetto. La centrale, la più ampia, è separata dalle laterali da due file di colonne che ripetono il motivo di quelle del portico. Queste poggiano su basi di varia forma e dimensione e sono coronate da capitelli su schema classicheggiante e bizantino. Esse sorreggono archi a pieno centro che dividono la navata mediana, ricoperta da un tetto a capriate, dalle due laterali sormontate da volta a crociera. La navata centrale è delimitata, su ogni lato, da quattro arcatelle semicircolari poggianti su colonne isolate, i cui capitelli sono adorni di acanto e di foglie ad uncini, con abachi sagomati che svolgono la funzione di pulvini. Le colonne sono di granito africano, mentre i capitelli di pietra calcarea. L'interno riceve luce dalle monofore che si aprono sul fianco sinistro, da quelle che si trovano al di sopra delle arcatelle della navata centrale, e dalle tre monofore absidali. Il pacato diffondersi della luce contribuisce ad evidenziare le strutture portanti della chiesa.

La facciata absidale, posta ad oriente, si riflette nelle acque placide del porto e sembra una riproduzione in piccolo di quella della cattedrale. Assai interessanti la finestra che abbellisce l'abside maggiore e il portale di accesso, dotato di un archivolto lunato con bassorilievi di ottima fattura. Nell'interno è custodito un dipinto su tavola, che riproduce la Madonna col Bambino, attribuito al madonnaro neobizantino Rico da Candia che operò nel secolo XVI. Il portico anteriore della chiesa si affaccia su via Ognissanti, una delle vie più caratteristiche del centro storico. Nei fabbricati adiacenti alla chiesa, probabilmente si trovavano altri ambienti della domus templare. La chiesa può essere visitata la domenica mattina, quando è aperta al pubblico. Una lapide murata in prossimità dell'accesso secondario destro del Tempio, contiene la seguente iscrizione: "HIC REQUIESCIT COSTANTINUS ABBAS ET MEDICUS ORATE PRO ANIMA EIUS", relativa a Costantino, un Templare appartenente alla classe dei canonici, Medico e Abate-Rettore della casa tranese.

In Terra d'Otranto, a Brindisi si suole identificare in piazza Duomo, vicino al  Museo, il cosiddetto “Portico dei Templari”, consistente in due arcate gotiche, realizzate in tufo di carparo, con i resti della domus templare di San Giorgio del Tempio. Tuttavia, come già detto trattando della presenza dei Templari a Brindisi, tale ipotesi appare errata e forse il portico è il resto di un insediamento giovannita. Seppure appare alquanto improbabile un’appartenenza ai Templari della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, ne riportiamo qualche notizia. è una costruzione a forma circolare edificata dal normanno Boemondo alla fine dell' XI secolo. Per diversi secoli appartenne all'ordine dei Canonici del Santo Sepolcro, confluiti poi nell'ordine degli Ospedalieri nel XV secolo. Di notevole interesse artistico è il portale principale, con un architrave marmoreo sormontato da un protiro cuspidato, sorretto da due colonne poggianti su leoni stilofori. L'interno è sostenuto da otto colonne con pregevoli capitelli, il tetto originale a volta è stato sostituito da quello attuale in legno. Ha consistenti tracce di affreschi lungo le pareti. è stato adibito a museo dalla civica amministrazione dal 1850 al 1955 e fu sede di incontri culturali alle quali parteciparono illustre personalità, come il Mahatma Gandhi e il poeta indiano Tagore.

Ad Oria della domus templare resta solo la chiesetta di Santa Maria al Tempio nella sua ristrutturazione secentesca. Partendo da Brindisi occorre prendere la SS 7 “Appia” sino a Latiano. Alla fine del paese bisogna deviare a sinistra per Oria (per una decina di chilometri). Nel centro storico da piazza del Seminario andare a destra in via Santa Maria al Tempio. La chiesa si trova in un piccolo slargo a sinistra. Essa presenta una pianta quadrata, orientata, con il tetto piano e un grazioso campanile a vela. La facciata, impreziosita da una finestrina quadribora sopra la porta, è stata parzialmente inglobata nella struttura di una casa nel lato a destra. L’abside rasentava le antiche mura oratane che oggi non esistono più. All’interno si può vedere un quadro raffigurante la presentazione di Maria al Tempio, dal quale il titolo attuale della chiesa. Con il trascorrere dei secoli, cancellata la memoria dei Templari, l’originale genitivo “del Tempio” è stato mutato in complemento di luogo “al Tempio” per ricordare l’episodio della vita della Vergine. Purtroppo dell’originale mansione non si riscontra più traccia alcuna: il groviglio edilizio accumulatosi nel corso dei secoli ha trasformato la configurazione originale del posto. S’ignora, quindi, se la domus sorgeva fuori o dentro le mura del centro abitato.

In provincia di Taranto a Maruggio si trova la chiesa di Santa Maria al Tempio, detta anche Madonna del Verde. In epoca templare era chiamata Santa Maria del Tempio, mentre in epoca giovannita era nota come San Giovanni Battista. Partendo da Taranto occorre prendere la SS 7 fino a San Giorgio Jonico e poi la SS 7 ter fino a Sava; girare a destra e proseguire per circa 11 Km sino a Maruggio. In alternativa da Taranto si può percorre la litoranea sino a Campomarino, voltare a sinistra per Maruggio ove si arriva dopo 2 Km. La chiesa di Santa Maria al Tempio sorge a 700 metri dall’abitato ed è la cappella del cimitero di Mareggio. Fu ricostruita dalle fondamenta nel 1585 e subì due restauri alla fine del Ottocento e nel Novecento. Probabilmente, durante la prima e più radicale ristrutturazione, fu cambiato l’originale orientamento della chiesa: la facciata non è più rivolta ad ovest, ma a mezzogiorno, laddove si trova la strada. In piazza del Popolo sorge il castello dei Cavalieri di Malta costruito verso la fine del XV secolo, forse nel luogo ove si trovava un insediamento templare.

   

   

©2005 Vito Ricci

    


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