Sei in: Mondi medievali ® Medioevo e Medicina ® Per una storia della medicina antica e medievale ® La medicina nell'alto Medioevo ® 6. Approfondimenti e curiosità


     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo



    Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. EPIDEMIE  -  6. Approfondimenti e curiosità

Altre informazioni...

  

Il più famoso riferimento ai Blemmi è in La tragedia di Otello il Moro di Venezia di William Shakespeare, atto 3, scena 1.

Otello: «... men whose heads / Do grow beneath their shoulders».

(Otello: «... uomini la cui testa / cresce sotto le loro spalle»).

Una più specifica descrizione nel tempo di pace o di guerra, delle differenze fra uomini e donne e dei costumi può essere ritrovata in La Storia Romana, XIV, I, vv. 1-7, di Ammiano Marcellino (c. 380 d. C.), ove viene ricordato che «I Blemmi sono stati ritenuti da alcuni aver avuto origine dalla credenza che gli Etiopi tenessero la testa (abbassata, N.d.T.) per vergogna quando sconfitti in battaglia ed in errore sono stati creduti di avere la testa sotto le spalle».

La gente del nord, secondo Plinio, comprendeva persone con un occhio al centro della testa ed altri che correvano con un piede volto all'indietro, attraverso le foreste come animali selvatici, e gli abitanti di Irene (Irlanda), secondo Strabone, erano gli esseri più selvaggi del mondo antico, più dei Britanni. Non era infatti il colore della pelle il fattore determinante per questi abitanti dei confini del mondo conosciuto, ma proprio la distanza dalla società centrale.

   

Inghilterra [Winchester?] XI secolo

Al contrario di alcuni Etiopi dei confini meridionali del mondo (conosciuto) la concezione complessiva dei Greco-Romani era positiva nei riguardi delle popolazioni nere.

L'antica Nubia, gli Etiopi ed i guerrieri Blemii erano rispettati per il potenziale militare che a volte giocarono un ruolo rilevante nella politica internazionale. C'era un gran rispetto per quelle popolazioni e per il loro stile di vita. Per giustificare il fatto che nessuno era mai riuscito ad incontrare gli uomini senza testa, dei quali, però, si riteneva valida l'esistenza, iniziò anche a circolare il concetto che "Non si poteva conoscere tutto il mondo" e che "Certamente gli uomini con la testa sotto le spalle vivevano in un paese non ancora visitato".

Così tali mostri vissero e fiorirono fino a che il mondo fu conosciuto, ma vi sarà sempre spazio per dei e spiriti, per paradisi ed inferni fondati sull'immaginazione.

Gli Acefali sono conosciuti in quasi tutte le culture e sono per lo più temuti come dèmoni maligni. Fra le credenze popolari dell'antichità troviamo già la convinzione che i criminali giustiziati diventassero degli Acefali, condannati a vagare senza testa. Nella letteratura magico-sincretistica dell'area greco-egiziana, l'Acefalo viene adorato come un dio al quale tutto è rivelato mentre, nella tradizione popolare greca, è ritenuto spirito diabolico e dèmone omicida. Nel XV secolo, e fino al XVIII, esso viene ancora invocato a scopi magici nelle pratiche di medicina popolare.

Nella tradizione cinese, T'ai P'ing Kuang Chi menziona lo hsing-t'ien, un essere acefalo che, avendo combattuto con gli dei, fu decapitato e restò per sempre senza testa. Salta e balla per le campagne brandendo il suo scudo e l'ascia.

Nella Svarfdoela Saga islandese è narrata invece la storia di Klaufi il quale, dopo la sua morte, appariva alla moglie Ingvild che lo aveva fatto uccidere. Dopo che i fratelli di lei ebbero decapitato il cadavere, lo spettro, senza testa, vagò sotto forma di spirito maligno, trascinandosi il capo sotto il braccio. Quando il suo corpo fu infine cremato e le ceneri, chiuse in una cassetta di piombo, furono gettate in una sorgente, lo spettro non apparve più.

Anche nelle saghe e nelle credenze popolari dei paesi di lingua tedesca compaiono dèmoni senza testa, cioè spiriti di defunti che non trovano pace (morti viventi) e la cui vita è stata interrotta da una fine prematura, violenta o comunque innaturale. Si tratta soprattutto di persone uccise in seguito a un crimine e che non hanno espiato la loro colpa in vita. Secondo le credenze popolari, un fantasma senza testa preannuncia una morte imminente a colui che lo vede. In area germanica, XVI secolo, Geiler von Kaisersberg parla, nel suo Emeis (1515), di spettri senza testa che fanno parte dell'esercito selvaggio.

Ewaiponoma/Blemmyae, Hulsius, Levinus, Norimberga, 1599

   

Anche la tradizione popolare ribadisce che si tratta di persone che hanno perso la vita in modo prematuro e violento e che sono condannate a vagare fino al raggiungimento dell'età che Dio aveva prima stabilito.

Le leggende popolari del XVIII e XIX secolo testimoniano la grande diffusione delle rappresentazioni dell'Acefalo, che viene menzionato in quasi tutte le raccolte. L'esempio più noto di spirito acefalo è quello di Anna Bolena, una delle mogli di Enrico VIII d'Inghilterra, fatta giustiziare dal re nella Torre di Londra. Pare che il suo spettro abbia vagato per secoli nella Torre, all'interno delle mura di cinta, in abiti sfarzosi e con la testa sotto il braccio destro.

Nella tradizione popolare, anche gli animali compaiono sotto forma di dèmoni senza testa e di figure spettrali: si tratta in particolare di cavalli, cani, vitelli e gatti acefali, che sono talvolta ritenuti incarnazioni di un morto vivente.

   

Confronto tra immagine di foglio a stampa del tardo 1500, Italia (a sinistra), e l'mmagine riprodotta su GEA, giugno 1999, Sergio Bonelli Editore

 

Per le credenze relative a spettri diabolici acefali sono possibili diverse interpretazioni. A un primo sguardo, l'identificazione fra criminali cui è stata tagliata la testa e spiriti acefali vaganti sembrerebbe ovvia. Ma bisogna tener presente che, in base ai riti germanici, coloro che depredavano i campi altrui o rimuovevano le pietre di confine venivano decapitati con l'aratro: anche questa consuetudine potrebbe dunque aver generato, nel mondo contadino, l'immagine dell'Acefalo condannato a vagare per espiare le sue colpe.

Sono da ricordare infine le usanze funerarie precristiane, in base alle quali la testa veniva staccata dal corpo e seppellita separatamente, cosa che succedeva soprattutto quando un uomo importante moriva durante un viaggio. Più tardi, per esempio al tempo delle Crociate, si soleva estrarre il cuore dal corpo per seppellirlo in patria.

 

   

©2007 Raimondo G. Russo

         


indietro

Torna su

Medioevo e medicina: indice Home avanti