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a cura di Felice Moretti


di Felice Moretti

Cattedrale di Bitonto, portale centrale: il coccodrillo dalla ferocia mandibolare


L’arte in genere, in particolare quella figurativa, che per i Greci e i Romani fu spesso strumento di propaganda, costituì per le comunità cristiane un valido strumento didattico, ereditato dal Medioevo i cui artifices si sforzarono di comporre un linguaggio figurato rispondente ai bisogni spirituali della collettività. Attraverso il linguaggio dell’arte, gli artifices concorsero alla formazione di quel sistema ideologico di interpretazione simbolica che la società medievale ha applicato alla maggior parte delle sue attività.

La zoologia, ad esempio, pur imprecisa come scienza sino alla fine del secolo XI, e perciò non libera dai vincoli della teologia, risponde al tema che l’ideologia dominante ha voluto che essa rappresentasse, cioè allegorie, che si vestono di curiosità anatomiche più strane e dalle origini più disparate, quali antiche fonti letterarie di provenienze diverse che fanno capo al genere medievale del Bestiario: testi che risalgono tutti al Physiologus greco.

Il celebre opuscolo, composto presumibilmente ad Alessandria d’Egitto nel II o III secolo d.C., messo assieme per scopi didattici, è più un manuale di dottrina cristiana che una sintesi di conoscenze scientifiche, continuamente ripreso dalla vasta letteratura dei bestiari di epoche successive, abbellita in versi o in prosa, in latino o in volgare e poi metamorfosizzata dall’arte.

Il Medioevo molto ha creduto ai Mostri dipinti o miniati su mappe o su libri pergamenacei, prodotti da monaci in preda al delirio e ad impulsi di varia natura. Questi monaci solitari si sono abbandonati a sognare e a produrre animali e mostri, alla cui reale esistenza hanno finito per crederci essi stessi, lasciandoli poi sciamare per l’Europa lacerata, nidificando sui pinnacoli e sui cornicioni delle cattedrali, a guardia, loro, simboli dell’Anticristo, del mistero della divinità e dell’umanità di Cristo.

Così, in un monastero britannico zeppo di silenzio si coagula in solitudine, fra VIII e IX secolo, il Liber Monstrorum de diversis generibus. Approdato sulle plaghe del continente europeo, il Liber è dominato dal segno della Difformità e dell’ambiguità come, ad esempio, il coccodrillo raffigurato in scultura sull’arco del portale centrale della cattedrale di Bitonto. Così come è raffigurato non si riesce a capire a quale regno animale l’anonimo scultore abbia voluto assegnarlo: se a quello alato, a quello strisciante, o a quello acquatico, o forse a tutti e tre, dal momento che il coccodrillo è una bestia ipocrita che si adatta a tutte le situazioni ambigue. Il suo stesso nome è d’altronde squartato, straziato e ricucito nei manoscritti. Si trasforma in Corcodri(l)lus, Crocodillus, Cocrodillus e in mille altre fogge ogni volta aprendo spazi semantici inediti.

Un copista folle e favolista inventò il Coc codrile, un miscuglio di gallo (dal francese coq) e di serpente, così come si legge nel Bestiario di Pierre di Beauvais  (ms. Paris, B. N. Nouv. acq. fr. 13521, fol. 25v.)

I disegni che illustrano i bestiari manoscritti non mancano di rappresentarlo con la testa al rovescio, con gli occhi e le orecchie situati nella mascella inferiore fissa al suolo, mentre quella superiore è articolata e mobile. Le sue fauci spalancate sono simili alla gola dell’inferno e pronte ad inghiottire i dannati prima di essere scuoiato per rivestire con la sua pelle i soldati di Alessandro (Ep.ad Ar., ed. Boer, p. 19, 1-2).

è così che l’iconografia delle nostre cattedrali perpetua nei doccioni, sugli stipiti o sugli architravi dei portali la ferocia mandibolare. E non solo sulle nostre cattedrali. Il coccodrillo lo troviamo anche in quelle d’oltralpe. A Saint-Bertrand de Comminges un coccodrillo è sospeso all’ingresso del portale della cattedrale, vero museo di storia naturale come quello bitontino.

    

Da leggere:

F. Porsia (a cura di), Liber monstrorum, Ed. Dedalo, Bari 1976.

C. Bologna, Liber monstrorum de diversis generibus. Il libro delle mirabili difformità, ed. Bompiani, Milano 1977.

J. Baltrusaitis, Il Medioevo fantastico, ed. gli Adelphi, Milano 1993.

F. Moretti, Specchio del mondo. I ‘Bestiari fantastici’ delle cattedrali. La cattedrale di Bitonto, pref. di F. Cardini, ed. Schena, Fasano 1995 (da cui è tratta l'immagine di questa pagina).

L. Morini (a cura di), Bestiari medievali, ed. Einaudi, Torino 1996.

     

        

©2002 Felice Moretti

    


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