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CARCERI, BORGO, ABBAZIA

a cura di Stefano Favero

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La porta d'ingresso al borgo e la torre. In basso: a sinistra il chiostro dell'abbazia e il pozzo al centro del chiostro; a destra, la porta d'ingresso.

   

 

 

Il chiostro dell'abbazia e il pozzo al centro del chiostro  Un’immagine del chiostro di Carceri  Il chiostro di Carceri  Un’altra veduta del chiostro di Carceri  Immagine dell’interno del chiostro  Veduta del chiostro Interno di Carceri

 

Un’immagine del chiostro interno  La porta d'ingresso al borgo e la torre  Un’altra immagine della porta e della torre  La chiesa di Carceri e l'esterno dell'abbazia  La chiesa di Carceri e l'esterno dell'abbazia


       


Epoca: inizi dell'XI secolo.

Posizione geografica: Carceri è un piccolissimo comune della bassa padovana, nei pressi di Este, al confine con la bassa veronese.

Conservazione: buona.

Come arrivarci: borgo ed abbazia sono raggiungibili in auto uscendo dall'autostrada A13 Bologna-Padova al casello di Monselice. Da qui seguire le indicazioni per Este (SR10) e quindi per Carceri (SP91).

Come visitarlo: a piedi.

    

Cenni storici.

L'abbazia di Carceri fu fondata nel 1001 da uno sparuto gruppo di monaci seguaci di Sant'Agostino. Nel 1189 gli stessi consacrarono la chiesa sorta su un'analoga preesistente struttura. L'abbazia, per l'intero periodo medioevale, subì danni a causa delle reiterate incursioni barbariche, ma anche da parte di bande di briganti. A rafforzare l'opera distruttiva concorsero anche eventi calamitosi, come lo straripamento dei canali d'acqua e dei fiumi del circondario.

Nel 1407 papa Gregorio XII trasferì la proprietà della chiesa e del monastero ai monaci Camaldolesi, che ne furono rettori fino al 1690. In questo arco di tempo l'abbazia conobbe i suoi splendori massimi, complice anche l'aggiunta di due chiostri e la realizzazione di una ricca biblioteca, che all'epoca divenne centro culturale dell'intero Veneto. Questa situazione di benessere contribuì anche a dare slancio alle opere di bonifica della zona.

Nel 1643, tuttavia, un incendio distrusse tre navate della chiesa, prontamente ricostruite in stile barocco. Ma fu nel 1690 che papa Alessandro VII decise di sopprimere l'abbazia di Carceri mettendo all'asta i territori di sua proprietà, per dare consistenza alle casse della Repubblica di Venezia, allora impegnata nella guerra contro i Turchi. L'abbazia fu acquistata dalla nobile famiglia dei Carminati e trasformata in fattoria. Una parte dei chiostri e delle celle dei monaci furono eliminate. Molte opere d'arte furono vendute ed i libri conservati nella biblioteca vennero dispersi, regalati o venduti.

Nel 1951 i conti Carminati donarono l'intero complesso abbaziale alla chiesa del paese, fatta eccezione per la foresteria.

Il visitatore che oggi mettesse piede a Carceri può ammirare soltanto la metà di quello che fu l'abbazia nel momento del suo massimo fulgore. Rimangono l'ingresso con torre del 1450, la foresteria ad uso alberghiero con un pozzo del 1300, la chiesa che conserva il battistero ed il presbiterio, tutti risalenti al periodo agostiniano (intorno al 1200). Notevoli anche il campanile realizzato in due riprese fra quattordicesimo e sedicesimo secolo, un chiostrino del 1200 con fontana del secolo successivo, la sala degli affreschi (ex-biblioteca) ed il chiostro con pozzo ottagonale del 1500.  

        

    

 

©2011 Stefano Favero. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

    


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