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ROMETTA, CASTELLO

a cura di Giuseppe Tropea

scheda    cenni storici    architettura e topografia  bibliografia


I resti del castello di Rometta.

 

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Localizzazione di Rometta


Epoca: di epoca sveva (XIII secolo), secondo l'opinione di Agnello.

Unità di paesaggio: estrema sommità della rocca ove sorge l'abitato di Rometta. Attualmente i ruderi sono inseriti all'interno del parco "Federico II".

  

Cenni storici.

Lunga e affascinante si presenta la storia di Rometta. L'abitato fu ultima roccaforte bizantina, ultimo baluardo prima della definitiva conquista araba. I musulmani conquistarono l'abitato nel 965 d.C. Non con grande stupore si apprende che il paese fu una delle prime conquiste normanne (Falcando, 1061 d.C.) e dopo un ventennio entrò a far parte della diocesi di Troina. Il geografo arabo Edrisi, nella sua opera Il libro di Ruggero, parla dell'abitato nella stregua di rocca (qal'a). Nel 1165 il cronista Falcando riporta la notizia secondo la quale «Rimetulam, castellum fortissimum» venne occupato dai messinesi, corrompendone il castellano. Durante l'epoca sveva il castello di Rometta, annoverato fra i castra exempta, è demaniale e partecipa alla riorganizzazione dei piani difensivi che interessano la Sicilia di Federico II. La fortezza di Rometta rimane demaniale per lungo tempo.

Poco prima del 1337 vi soggiorna Federico III d'Aragona. Nel 1543 l'ingegnere militare bergamasco Antonio Ferramolino propone di rafforzare le difese dell'urbe per mezzo di un potenziamento della cinta urbana, abbattendo le case che ad essa si appoggiano, al fine di creare un corridoio di servizio largo 40 palmi, nonché costruire grossi merli per resistere ai colpi dell'artiglieria. I secoli successivi al XVI vedono fortezza ed abitato coinvolto in varie operazioni militari, una volta è coinvolto (1674) nelle operazioni militari legate alla rivolta antispagnola di Messina. Nel 1684 la fortezza entra a fare parte delle operazioni militari contro le truppe francesi. Durante la campagna di riconquista spagnola dell'isola (1718-1719) il castello funziona da base operativa. Nel 1735, ancora una volta, entra a fare parte delle operazioni militari contro le truppe spagnole. Nel 1757 l'abate Vito Amico definisce il castello di Rometta «fortezza molto ampia».

  
Architettura e topografia

La fortezza sorge sulla sommità ultima della grande rocca che ospita l'abitato di Rometta. Occupa dunque una posizione dominante sia rispetto al paese, sia rispetto al territorio circostante. è possibile, secondo la complessa orografie dei luoghi, che il castello fosse servito da una serie di fortezze secondarie, edificate su alcuni promontori, esistenti nei pressi della rocca principale. Attualmente il castello consta di pochi ruderi, sebbene i resti continuino a presentarsi imponenti nella loro mole. I ruderi più cospicuio sono ad oriente; quivi trova posto presumibilmente il mastio, nominato tradizionalmente palatium

Il palatium si compone di due corpi quadrangolari adiacenti e dei due, il maggiore si presenta suddiviso in due ambienti da un muro di spina, ancora oggi esistente. La torre occidentale si presenta manifestamente più piccola (metri 7,50 per 6,50) nelle proporzioni e dimensioni, sebbene anch'essa presenti una tecnica edilizia pressoché identica, composta da pietrame di calcare leggermente o non sbozzato, inzeppato da laterizi, nonché cantonali, per quel che rimane, rinforzati e composti di bei conci squadrati. In ultima analisi tra i due grandi corpi di fabbrica si possono ancora osservare gli ultimi resti della cinta muraria del castello, nella forma di un basso muro di cinta, che collega le due grandi torri sia a nord, che a sud.

  

Bibliografia

Agnello G., L'architettura civile e religiosa in Sicilia in età sveva, Roma 1961; Amari M., Biblioteca arabo-sicula, vol. I, 1880, pp. 117, 425-428, 669; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; Bruschi - Miarelli Mariani, Architettura sveva nell'Italia meridionale. Repertorio dei castelli federiciani, Firenze 1975; Mozzarella S., Le case di Marte, in Messina e la sua provincia, «Kalòs - Luoghi di Sicilia», 7, dic. 1993; Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992; Pirri R., Sicilia sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, 2 voll., Palermo 1733; Sthamer E., Die Verwaltung der Pastelle in Konigreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II, und Karl I von Anjou, Leipzig 1914, trad. ital. Bari 1995; Terranova C., I Castelli Peloritani del versante tirrenico, Milazzo (ME) 1991

    
 

©Copyright 2007 Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito medioevosicilia.tk, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

     


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