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GALLIPOLI, CASTELLO

a cura di Lucia Angelica Buquicchio

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pag. 1  -  pag. 2    scheda    cenni storici     video


Immagini del castello.

 

Il castello visto dall'alto.

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Gallipoli  Gallipoli  Gallipoli

 

La penisoletta di Gallipoli vista dal Bacino di S. Giorgio  Imbocco della penisoletta lì dove in passato veniva usato il ponte levatoio per collegare l'isola alla terraferma  Veduta frontale del Rivellino alle cui spalle emergono il torrione poligonale e una delle torri circolari  Attività ittica sullo sfondo del Rivellino ; in secondo piano torre poligonale e torre circolare  Ancora veduta aerea del Rivellino che avanza nel mare, simile a prua di nave

 

Reti da pesca e barche di fronte al Rivellino  Imbocco della penisoletta  Particolare del Rivellino visto dall'alto  Particolare della facciata posteriore del torrione poligonale  Profilo poligonale e merloni della torre modificata in epoca angioina


       

 

http://www.viaggiareinpuglia.it/multimedia/718/it/Castello-e-Rivellino---Gallipoli


Epoca: secoli XI-XVI.

Conservazione: buon livello di manutenzione.

Come arrivarci: da Bari si segue la S.S. 16 fino a Lecce. Proseguendo in direzione Lequile (S.P. 101) per altri 30 km si giunge a Galatone; di qui ancora 15 km per arrivare a Gallipoli.

  

Cenni storici.  

La “bella città”, definizione che si evince dall’etimo di Gallipoli, si affaccia sullo Ionio e presenta un originale sviluppo urbanistico: il borgo antico del paese occupa l’area di una penisoletta, collegata alla terraferma da un lembo di terra.

La penisola, luogo di concentrazione dell’antico insediamento, mostra ancora oggi, lungo il suo perimetro, le testimonianze di passate fortificazioni, soprattutto torri e mura. A partire da Piazza Castello, procedendo da sud verso nord e seguendo il profilo del territorio, incontriamo prima la Torre di S. Lucia, poi il Baluardo delle Anime (dal nome della chiesa delle anime del Purgatorio), ancora la Torre del Fosso, il Baluardo di S. Domenico; sul lato sud-ovest della penisola si scorge il Fortino della Madonna degli Angeli, il Baluardo di S. Francesco d’Assisi e la Torre di Sant’Agata o delle Saponere, quest’ultima intitolata alla protettrice della città. Esiste ancora oggi Via delle Saponere in ricordo delle antiche fabbriche di sapone.

Proseguendo sul lato occidentale della fascia costiera della penisola ci imbattiamo nel Fortino di S. Benedetto, mentre la Torre della Purità è scomparsa a seguito dei lavori di allargamento del lungomare. A nord in corrispondenza del Bacino di S. Giorgio si erge il Fortino omonimo. Infine la Torre di S. Francesco da Paola è stata cancellata dalla costruzione della scarpata di discesa alla banchina del porto. Simile destino è toccato alla Torre di S. Giuseppe, sostituita dagli Uffici della Dogana.

Oggi il castello si colloca all’ingresso della penisola in corrispondenza del raccordo con la terraferma; un tempo invece la struttura fortificata doveva avere completa autonomia dal territorio circostante. Lambito dal mare su tutti i suoi lati, il castello aveva l’ingresso orientato verso la città antica, ossia verso l’isola, alla quale si congiungeva mediante un ponte levatoio. I lavori di realizzazione del mercato coperto hanno occultato la facciata originaria dell’ingresso al castello.

L’antica disposizione della struttura dunque fa ipotizzare una volontà di difesa soprattutto nei confronti dell’entroterra e poi dalle incursioni provenienti da mare. Il nucleo più antico risale ad epoca bizantina, ma il castello subì continui rimaneggiamenti fino al XVI secolo.

L’edificio si sviluppa su una pianta a base quadrata con quattro torri in corrispondenza degli angoli. In epoca angioina uno dei torrioni assunse un profilo poligonale, coronato da merloni. Le altre torri, a base scarpata, sono avvolte da un cordone marcapiano, a circa metà della loro altezza, e alla sommità sono ornate da archetti. Nel corso del XVI secolo fu costruito il “Rivellino”, un quinto torrione circolare, staccato dalla cinta muraria, più basso e caratterizzato da una base più larga, che avanzando a cuneo verso il nemico doveva svolgere il ruolo di punta di difesa più avanzata della città.

Per quanto riguarda le condizioni del castello in epoca svevo-angioina, sappiamo che «Castrum Galipuli debet reparari per barones Neritoni abbatem, Neritone cum feudo Soleti et Ogenti ecclesie Ogenti habentes feuda et casalia  eiusdem terre. et homines Galipuli possunt reparare castrum cum predictis» (Statutum de reparatione castrorum). La manutenzione del castello di Gallipoli era dunque affidata a barones e a chiese di centri relativamente lontani. Appare evidente, peraltro, che Nardò, Soleto e Ugento possedevano interessi reali (“feuda et casalia”) nel territorio di Gallipoli. La testimonianza citata lascia supporre un ruolo di primo piano del castello.

 

  

  

   

©2002 ss. Lucia A. Buquicchio. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda. La prima foto riquadrata è tratta dal sito http://eventi.tenutamonacelli.com, la seconda dal sito www.visual-italy.it.

  


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