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MANFREDONIA, CASTELLO

a cura di Luigi Bressan

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Immagini del castello.

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Manfredonia  Manfredonia

 

Piante del castello  Pianta del castello  Il castello

 

Spigolo del puntone ottagonale, lato nord-ovest, XVI secolo  Fossato, lato nord  Lato sud-est: torrione francese (sec. XVI)  in primo piano, e torre angioina (XIII-XIV sec.) sullo sfondo  Lato nord-est: torrioni francesi; sullo sfondo la torre angioina  Lato nord-est: torrione francese in primo piano, e torre angioina sullo sfondo  Torre circolare angioina di nord-est

 

Particolari ornamentali e feritoie della torre angioina di nord-est  Lato nord-ovest: ingresso  Lato ovest, ingresso al cortile interno (età manfrediana)  Camminamento e spalti della torre francese di nord-ovest  Lato sud-est: camminamento con torre angioina quadrangolare

 

Lato sud-est: doppia cortina di mura con torre angioina  Lato sud-est: camminamenti con ingressi di vani del corpo di guardia e officine  Feritoia e caditoia  Caditoia  Lato sud: torre angioina  Lato sud: torre angioina e scavi  Lato sud: scavi sotto la torre angioina  Scavi sotto la torre circolare del lato sud

 

Lato sud-ovest: scavi   Lato sud-est: cortile  Cortile, lato nord-ovest  Cortile, lato nord-ovest  Particolare dell'ingresso del cortile, lato ovest  Torre di guardia

Interno del castello: il testo dell'iscrizione mutila della lapide dell'immagine seguente

Interno del castello, iscrizione su una lapide mutila

«[...] PREDICTUS REV(ERENDUS) PRESBITER CARDIN[...] ARCHIPRESULATUS SUI ANNUS [...]»


 


Epoca: seconda metà del XIII secolo.

Conservazione: discreta a seguito di restauri.

Come arrivarci: dalla strada statale 16 nord, svincolo per Margherita di Savoia sulla strada statale 159 per Manfredonia; dalla circonvallazione di  Foggia, seguendo le indicazioni.

     

Cenni storici.

Il castello fu costruito da Manfredi nel 1256 unitamente alla nuova città che da lui prese il nome e che doveva accogliere i profughi di Siponto, distrutta da un terremoto nel 1223. L’opera, artefice Giordano da Montesantangelo, fu terminata nel 1264. Carlo I d’Angiò nel 1273 vi aggiunse all’interno una nuova fortificazione parallela alla prima, ed esternamente un profondo fossato. In seguito Aragonesi e Francesi apportarono altre modifiche. Successivamente il castello cambiò diversi "inquilini" fino a quando, solo in anni recenti, si sono avviati restauri tesi a liberare la costruzione dalle aggiunte borboniche.


Approfondimento (2011)

«Il castello di Manfredonia non è il frutto di un progetto unitario concepito fin dalla sua origine così come oggi ci appare, ma è il risultato di trasformazioni, ampliamenti e rifacimenti avvenuti in epoche diverse. In origine tutta la struttura consisteva in uno spazio quadrilatero racchiuso da una cinta muraria raccordata da cinque torri a pianta quadrata, di cui quattro poste agli angoli e la quinta ubicata presumibilmente nei pressi della porta principale di Nord-est. Tale primitivo impianto non corrisponde più alla realtà attuale in quanto della quinta torre restano solo poche tracce, mentre le altre, ad eccezione di quella posta a Sud-est, hanno cambiato la loro struttura formale. Infatti, un'opera di inglobamento avvenuta in epoca successiva, ha trasformato le precedenti strutture quadrangolari in torrioni a pianta cilindrica.

Il castello di Manfredonia si connota sotto il profilo architettonico per un'impronta di chiara marca sveva caratterizzata dalla estrema regolarità geometrica e dalla linearità delle strutture, elementi questi che lo accomunano ad analoghi modelli difensivi realizzati dagli Svevi. Ma se sul piano comparativo il Castello di Manfredonia, denuncia una evidente "facies sveva", a livello documentario esso e da attribuire a Carlo I d'Angio. Infatti i primi documenti che parlano del Castello di Manfredonia provengono proprio dalla Cancelleria angioina e risalgono all'aprile del 1279. In essi si fa riferimento al reclutamento di manodopera specializzata per l'inizio dei lavori. Certo non e da escludere l'ipotesi che gli angioini abbiano usufruito di strutture preesistenti, riferibili a Manfredi, e che le abbiano poi inserite in un progetto più organico e definitivo. Con il governo della casa d'Aragona, (1442), si assiste ad un ulteriore processo di visibile trasformazione del Castello. Negli ultimi anni del XV secolo, infatti, gli Aragonesi, all'interno di un complessivo progetto di fortificazione delle strutture difensive delle più importanti città costiere, dispongono per il Castello di Manfredonia la costruzione di una nuova cortina muraria inglobante la struttura primitiva. A queste mura viene data una leggera inclinazione a scarpa tale da renderle più rispondenti alle mutate esigenze dell'arte difensiva conseguenti all'uso dell'artiglieria.

Agli angoli di questa nuova cortina muraria vengono posti quattro torrioni cilindrici casamattati, questa volta più bassi di quelli del recinto interno, più idonei alle nuove tecniche di difesa. La costruzione del grosso bastione posto ad Ovest del Castello, denominato dell'"Avanzata" o dell'"Annunziata", segna per l'edificio un'altra tappa nella storia della sua edificazione. Con esso l'immagine del Castello risulta finalmente essere rispondente alla realtà attuale. Il bastione, realizzato attraverso l'inglobamento della precedente torre circolare, probabilmente all'indomani dell'assedio messo in atto nel 1528 dal maresciallo Lautrec, doveva servire come elemento di difesa per attacchi nemici provenienti dalla città. Il programma di inglobamento, che avrebbe dovuto interessare anche gli altri torrioni della cinta muraria esterna, non fu portato a termine. Non ci è dato conoscere i motivi che sospesero questo programma, ma certamente su tale decisione dovette influire la convinzione che il proseguimento dell'opera di trasformazione non avrebbe comunque impedito la capitolazione del Castello di fronte ad un nemico ben armato. Nel 1620, infatti, sotto il fuoco dei tiratori turchi appostati sugli edifici più alti della città, il Castello dovette capitolare a causa anche della esiguità dei pezzi di artiglieria e perché privo di parapetti protettivi sufficientemente alti a garantire l'incolumità dei difensori.

Perso oramai il suo originario significato di fortezza difensiva, il Castello assume nel corso del XVIII secolo la funzione di comune caserma mentre il torrione Ovest del circuito interno viene adibito a prigione. Gli interventi operati in tale periodo sono diretti a rendere più funzionale la struttura per i nuovi scopi a cui è destinata. Durante il regno dei Borboni e in epoca successiva fino al 1884 il Castello viene tenuto in efficienza in quanto Manfredonia viene qualificata "Piazza Forte". Dal 1888 fino al 1901, anno in cui l'edificio fu acquistato dal Comune di Manfredonia, appartenne all'Orfanotrofio Militare di Napoli. Nel 1968, con D.P.R. del 21 giugno n. 952, il Castello viene donato dal Comune allo Stato con l'impegno, da parte di quest'ultimo, di istituire al suo interno un Museo Archeologico per conservare i reperti provenienti dal territorio circostante» (a cura di Ginevra D'Onofrio - Elvira Saccotelli, Museo Nazionale Manfredonia).

http://www.comune.manfredonia.fg.it/aast/castello.htm


  

Manfredonia: mura, torri e porte

 

   

   

   

©2002 Luigi Bressan; aggiornamento redazionale 2012. La prima immagine riquadrata (2016) è tratta da http://notizie.comuni-italiani.it. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

    


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