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MOLA DI BARI, CASTELLO ANGIOINO

a cura di Luigi Bressan

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Il castello (nella foto tratta dal sito apuliaturistica.it); sotto, il castello visto dal mare.

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Mola di Bari  Mola di Bari

 

Veduta del castello dal mare  Veduta del castello dal mare  La facciata nord  La facciata nord  Tracce di finestre e porte lato nord

 

Lato ovest: l'ingresso attuale con arco a tutto sesto  Lato ovest con cannoniere e caditoie  Lato ovest con cannoniere e caditoie  Lato ovest: fossato con cannoniera  Puntone di nord-ovest  Particolare di caditoia e cannoniera del puntone di nord-ovest  

 

Spigolo di nord-est  Cortina e puntoni lato est  Lato est con i puntoni di nord-est e sud-est  Puntone di sud-est

 

Il castello prima dei restauri  L'interno del castello prima dei restauri  Il castello visto dall'alto (prima dei restauri)  Il castello in una foto del 1900


       


Epoca: XIII sec.

Conservazione: discreta dopo i recenti restauri.

Come arrivarci: percorrendo la statale 16 sud; Mola è a circa 22 km. da Bari.

    

Cenni storici.

Il castello fu costruito per ordine di Carlo I d’Angiò tra il 1278 ed il 1281 per difendere la costa sud-barese dalle frequenti incursioni dei pirati. Avendo subito notevoli danni a seguito dell’assedio veneziano del 1508, la struttura fu restaurata secondo le moderne tecniche di guerra. Tra il XV ed XVI secolo l’edificio passò attraverso le mani di diverse dominazioni fino a quando, regnante Carlo V, ad opera dell’architetto militare Evangelista Menga da Copertino il castello assunse la forma attuale, e fu perfettamente attrezzato a sostenere attacchi anche con armi da fuoco.


Approfondimento (2011)

«Sentinella inespugnabile sulla costa adriatica, la fortezza, ornata di carparo ambrato, protesa sul porto e contigua al centro antico, è il fiore all’occhiello della suggestiva Mola di Bari. Il castello ha vissuto da protagonista le vicende storiche susseguitesi nella città e l’avvicendarsi delle signorie feudali soprattutto a partire dal XV secolo. All’aspetto apparentemente omogeneo corrispondono invece varie stratificazioni architettoniche basate sulle progressive fortificazioni attuate nei secoli per adeguare la struttura alle tecniche militari in evoluzione. Per volere del re Carlo I d’Angiò, la fortezza sorge sul finire del XIII secolo per garantire protezione da incursioni di pirati e aragonesi al tratto di costa tra Bari e Polignano. Fu costruito dapprima il palazzo regio, odierna ala sud-est, e poi il castello vero e proprio, con la collaborazione di progettisti francesi e costruttori baresi, di cui si legge un’attenta documentazione a dimostrazione dell’accuratezza dell’opera. Per questo il castello di Mola appare invincibile, dotato di ottima fabbrica, feritoie, merli, caditoie, cannoniere, quindi eccellenti sistemi di difesa. L’assetto attuale a poligono stellato, che fu assunto con la sistemazione cinquecentesca, vede incorporato il nucleo angioino, in origine una fortificazione quadra, rafforzata da torrioni cilindrici angolari. Avendo perso lo status di città regia tra XV-XVI sec. per indebitamento della Corona, Mola vede l’avvicendarsi di una notevole serie di feudatari, fino al momento in cui cade nelle mani del mercante ebreo portoghese, conte Michele Vaaz, che per i suoi modi dispotici non fu mai gradito ai molesi che cercarono di riscattarsi con una causa portata avanti fino a metà XVIII secolo. Delle modifiche del XVI secolo, con l’edificazione di una nuova cinta muraria a scarpa e altri interventi, riconosciamo oggi il rivestimento tufaceo dell’intero prospetto. Dopo scrupolosi restauri portati egregiamente a termine, il castello appare oggi splendido e fiero, segno della potente identità di Mola di Bari. Sono stati recuperati l’originario accesso est ad arco ribassato, percorsi ipogei, un suggestivo terrazzo panoramico, la cortina ovest. Alcune delle sale al pianterreno e al primo piano sono oggi affascinanti location per conferenze e altri importanti eventi culturali e artistici».

http://www.apuliaturistica.it/Itinerari/tabid/72/agentType/View/PropertyID/40/Default.aspx


   

   

    

  

©2002 Luigi Bressan; aggiornamento 2012. . I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

   


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