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FOSSANO, CASTELLO DEGLI ACAJA

a cura di Glenda Bollone e Federica Sesia

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Immagini del castello.

 

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Fossano  Fossano

 

La pianta: un quadrato regolare  Caratterizzano la struttura le torri quadrangolari  Le torri quadrangolari sono poste agli spigoli e ruotate di 45 gradi  Nel XIX secolo il castello divenne una caserma militare, poi la sede di una scuola di veterinaria  restaurato nella seconda metà del secolo scorso, attualmente il castello ospita la Biblioteca civica e l'Archivio di Stato  Il cortile interno


    

 

    


Epoca: 1324.

Conservazione: restaurato, il castello ospita la Biblioteca civica e l'Archivio di Stato.

Come arrivarci: con l'autostrada A6 Torino-Savona: uscita casello di Fossano; con l'autostrada Torino-Piacenza, uscita Asti, si prosegue per Alba-Bra.

  

Cenni storici

Nel 1314 Filippo d'Acaja decise di costruire una fortezza in seguito all'atto di sottomissione dei Fossanesi. Questa nuova costruzione rientrava in un preciso programma teso a migliorare alcune strutture edilizie presenti nei suoi domini. La costruzione della fortezza iniziò nel 1324 e la maggior parte delle notizie relative alla sua edificazione si possono trarre dai conti della tesoreria dei principi, che dimostrano quanto furono ingenti le spese e come procedettero alacremente i lavori a causa dell'incombente minaccia della guerra scoppiata nel 1327 tra Roberto d'Angiò, Filippo, il Monferrato e Saluzzo. Le parti essenziali del castello furono terminate nel 1332 e la struttura si presentava con pianta quadrata perfettamente regolare e con torri quadrangolari agli spigoli ruotate di quarantacinque gradi. 

Con l'estinzione della famiglia degli Acaja, il castello passò ai Savoia e fu trasformato dal duca Amedeo d'Aosta in residenza signorile destinata, quindi, ad ospitare la corte e il governo ducale. Nel Cinquecento furono realizzati ulteriori ristrutturazioni dell'edificio al fine di renderlo sempre più elegante e confortevole; tra questi interventi bisogna sottolineare le decorazioni di Giovanni Carraca. Successivi ampliamenti si ebbero nel Seicento quando il castello fu trasformato in carcere: e qui 1.800 valdesi, a causa delle persecuzioni che divampavano nella zona, furono rinchiusi nel 1689 e morirono di stenti. Nell'Ottocento il castello divenne una caserma militare e in seguito sede di una scuola di veterinaria. Nella seconda metà del Novecento furono avviati i lavori di recupero e restauro delle strutture e l'antica fortezza degli Acaja fu adibita a sede della Biblioteca civica e dell'Archivio di Stato.

Come ogni castello medievale che si rispetti anche quello di Fossano può vantare la sua leggenda, infatti le cronache raccontano che il 17 novembre del 1503 morì in questo palazzo Bona di Savoia, duchessa di Milano. La salma venne trasportata fuori dal castello, di notte, da due soli nobili, ma non venne sepolta, perciò il fantasma della duchessa si aggira inquieto tra i camminamenti di ronda e le stanze del palazzo.

  

I VALDESI

Il movimento religioso sorto per opera di Valdo (1140-1217) costituì per l'Inquisizione medievale una nuova eresia in quanto contestava il sacerdozio come istituzione e privilegio di una classe. Per questo rifiutava l'obbedienza all'autorità del Papa e dei prelati ritenendo che tutti hanno diritto di predicare.

La predicazione dei valdesi portò alla costituzione di numerose comunità che dalla Francia si diffusero in Italia settentrionale, nelle Fiandre, nell'Est Europa.

I valdesi ebbero i primi contatti con esponenti della riforma nel 1526, ma solo con il sinodo di Chanforan decisero una formale adesione alla Riforma. La chiesa valdese fu organizzata secondo il modello delle chiese riformate svizzere. Dopo alterne vicende la libertà di culto per le comunità valdesi in Piemonte venne sancita da Carlo Alberto con l'editto del febbraio 1848.

   

Per saperne di più:

www.comune.fossano.cn.it - www.bibliotecafossano.it

 

    

   

©2002 Glenda Bollone e Federica Sesia. Le prime due immagini (inserite nel 2015) sono tratte rispettivamente dai siti www.castelliaperti.it e www.benebanca.it. I video (inseriti nel 2015) non sono stati realizzati dagli autori della scheda.

  


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