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CANDELO, RICETTO  -  GAGLIANICO, CASTELLO

a cura di Glenda Bollone e Federica Sesia

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Il Ricetto di Candelo

 

 

Il ricetto e le torri.

 

Il castello di Gaglianico

 

 

 

Immagini del castello di Gaglianico.

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Candelo e Gaglianico  Come arrivare a Candelo  Come arrivare a Gaglianico


 


Epoca: XIV secolo, su precedenti strutture.

Conservazione: buona.

Come arrivarci: Il Ricetto di Candelo è 5 Km a sud-est di Biella; il castello di Gaglianico è nei dintorni a sud di Biella.

  

Cenni storici.

Il Biellese, quando si parla di Medioevo, si distingue per una particolarità, ovvero i suoi numerosi Ricetti.

I Ricetti erano complessi fortificati costruiti originariamente come depositi per le derrate alimentari, ma che spesso all'occorrenza in caso di attacchi diventavano cittadelle difensive.

Tra i Ricetti meglio conservati spicca quello di Candelo, che fu edificato su iniziativa popolare. Probabilmente questo Ricetto fu costruito prima del 1374: le fonti documentarie attestano che il periodo di maggior sviluppo fu durante il vescovato di Lombardo della Torre.

Il complesso si presenta a pianta quadrata con torri angolari e una fortificazione che cinge tutto il perimetro fino al lato sud, dove ora sorge il Palazzo Comunale.

L'ingresso è protetto da una imponente torre quadrata con ponte levatoio; all'interno domina sulle piccole abitazioni a due piani il Palazzo del principe fatto edificare da Sebastiano Ferrero nel 1496.

Il Ricetto perse la sua funzione difensiva nel corso del Seicento ma mantenne per questa comunità un ruolo simbolico importante.

Oggigiorno a Candelo si svolgono interessanti manifestazioni come quella promossa dai fiorai biellesi che fanno rivivere per alcuni giorni tra aprile e maggio le antiche "rue" adornando gli angoli più caratteristici.

Passando dalla popolazione rurale del Biellese ai suoi signori si distingue come esempio di incastellamento di quest'area del Piemonte il castello di Gaglianico, che è stato oggetto di alcuni studi sia storici che architettonici.

Le prime notizie storiche relative a Gaglianico risalgono al X secolo. Il luogo viene infatti ricordato nel diploma del 22 ottobre del 988, col quale l'imperatore Ottone III conferma a Manfredo, figlio del conte di Vercelli Aimone, le precedenti donazioni imperiali.

All'inizio dell' XI secolo passò sotto il controllo della Chiesa di Vercelli e vi rimase per ben tre secoli nonostante le numerose infeudazioni da parte delle nobili famiglie locali.

Passato di mano in mano attraverso complicate vicende di eredità e compravendita il castello diventò proprietà nel XIV secolo della famiglia Ferrero-Fieschi, come attesta un documento redatto il 1° novembre del 1577 col quale il duca di Savoia unì i luoghi di Candelo, Gaglianico e Benna per costituire Candelo in contea a favore dei Ferrero-Fieschi, ormai unici signori di Gaglianico.

Il castello rimase proprietà di questo casato fino al 1833, anno in cui la famiglia si estinse.

Dopo alterne vicende il castello fu acquistato dall'industriale biellese Carlo Manabrea e successivamente dai conti Trossi che iniziarono lunghi e delicati interventi di restauro.

  

Le fasi costruttive. Gli studiosi individuano per quanto concerne le fasi costruttive due distinti momenti: «la torre interna, oggi di spigolo ad uno dei torrioni angolari, che fu probabilmente il primo nucleo fortificato, ... e la fabbrica del d'Amboise, a impianto quadrilatero, con quattro torri angolari che sporgono quasi totalmente dalle cortine, più una torre sull'ingresso, più alta ma più piccola delle altre».

Il nucleo primitivo del castello dovette svilupparsi attorno alla torre più antica che viene ricordata nei documenti come elemento fondamentale delle opere difensive di Gaglianico.

Le fonti inoltre ricordano l'esistenza di un ricetto annesso al castrum.

Il castello, divenuto proprietà dei Challant, una delle nobili famiglie che per un certo periodo furono anche signori di Gaglianico, subì certamente trasformazioni e aggiunte, delle quali rimangono ancora tracce soprattutto in alcuni degli interni e nei motivi decorativi.

La ricostruzione definitiva del fortilizio avvenne, però, durante la signoria di Sebastiano Ferrero, il quale ne affidò l'esecuzione a Charles d'Amboise e si devono certamente all'opera di quest'ultimo gli evidenti caratteri transalpini riscontrabili nella costruzione soprattutto del cortile interno.

In conclusione il parco fu progettato dal celebre architetto e disegnatore di giardini francese André Le Nótre (1613-1700), ma venne rifatto durante i restauri eseguiti fra il 1933 e il 1935 dall'architetto Luigi Daneri.

  

Per saperne di più: Da Vercelli Da Biella Tutto intorno, edizioni Milvia, Torino 1980, testi originali di Luigi Avonto.

 

  

   

©2002 Glenda Bollone e Federica Sesia. Il video, inserito nel 2014, non è stato realizzato dagli autori della scheda.

  


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