Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Molise ® Provincia di Campobasso |
CAMPOBASSO, CASTELLO MONFORTE
a cura di M. M.
scheda cenni storici approfondimento video
Immagini del castello.
clicca sulle immagini in basso per ingrandirle
Epoca:
XV secolo? (secondo alcune fonti,
costruito dal conte Cola Monforte nel 1458).
Conservazione: parzialmente restaurato.
Come arrivarci: oltre che con le strade statali 645 e 647b, è raggiungibile dall'autostrada A14, uscita Termoli.
Amico degli Angioini, il conte Nicola (Cola) Monforte si schierò con questi nella lotta contro Ferdinando d'Aragona ma, dopo la sconfitta subita, si allontanò temendo la vendetta di Ferdinando I. Così il castello passò in mano agli Aragonesi. Il figlio di Nicola, Angiolo, riuscì a riottenerlo, ma il suo successore Nicola II, per allargare i confini, scese a sua volta in guerra contro gli Aragonesi, sempre come alleato dei Francesi. L'impresa di Carlo VIII fallì e Nicola perse il feudo che passò nelle mani delle famiglie De Capoa, Gonzaga, Carafa, finché nel 1738 i cittadini, stanchi delle angherie dei feudatari, ricomprarono con il loro danaro la signoria della terra e con essa riacquistarono la libertà.
Il castello fu edificato a m.750 di altezza sulla cima del monte che sovrasta l'odierna e moderna città estesasi in pianura, mentre le antiche case, costruite sulla viva roccia, restano abbarbicate lungo il fianco est. In tale posizione favorevole, il castello presenta una pianta prossima al rettangolo (m. 32x44) con quattro torri, una per ogni spigolo. La facciata principale si eleva massiccia e solenne, con merli, ponte levatoio, porta d'ingresso fregiata, sulla sommità dell'arco, dallo stemma dei Monforte (una croce con quattro rose). I restauri eseguiti lungo i muri perimetrali accentuano il contrasto tra questa parte, che ha ripreso la fisionomia originale, e quella interna, enorme vano vuoto e scoperto che delude l'aspettativa del visitatore. Lungo i muri sono evidenti le divisioni in piani e le tracce delle scale. Solo sulla sinistra c'è un locale chiuso da cui si accede in una delle quattro torrette ed alle terrazze merlate. Dai lati del castello alte mura di difesa scendevano a spirale fino alle falde del monte e racchiudevano l'antica città. Delle sei porte di accesso, affiancate da torri, si conservano tuttora Porta S. Antonio (con due torrioni del 1463), Porta S. Cristina, Porta S. Paolo (1347), Porta Fredda. Caratteristico era il condotto sotterraneo che metteva in comunicazione il castello con una collina ad un paio di km dalla città, in modo da poter assalire alle spalle un eventuale nemico.
Il Castello Monforte è un castello monumento nazionale e simbolo della città di Campobasso. Prende il nome dal conte Nicola II Monforte, dei Monforte-Gambatesa, che lo restaurò in seguito al terremoto del 1456 nel 1458. Un'antica pergamena risalente al 1375 conferma l'esistenza di un castello nella città già in tale data, ed è la testimonianza più antica al riguardo. Domina la città a circa 790 m s.l.m., quasi cento in più dell'altezza media del comune. L'area circostante è occupata dal parco della Via Matris, un percorso naturalistico che snodandosi lungo il pendio della collina ripercorre le tappe della Via Crucis. Il castello è inciso su una moneta d'argento da cinque euro coniata dalla Zecca dello Stato nel 2012 per la serie "Italia delle Arti" dedicata alla città di Campobasso. Posto sulla cima del monte che sovrasta Campobasso l’edificio si presenta come un massiccio quadrilatero con ingresso principale, ora non più utilizzato, rivolto verso la città sottostante. Ci sono tracce del ponte levatoio e delle torri laterali poste a difesa. Le finestre, poche e quadrate, sono piccole tanto che si confondono con le feritoie. Svetta in alto una grande torre rettangolare che attualmente ospita la Stazione meteorologica di Campobasso dell’Aeronautica Militare, questa essendo posta a 808 m s.l.m. è una delle più alte d'Italia. Alla sommità delle mura vi è una lunga sequenza di merli guelfi. Al di sopra dell’attuale ingresso, prospiciente un ampio piazzale, vi è lo stemma dei Monforte composto da una croce contornata da quattro rose. L’interno del castello è molto scarno; salendo la spoglia gradinata si arriva sulla terrazza dalla quale si ammira un panorama ampio e suggestivo: si vedono i resti delle mura osco-sannite, la struttura a ventaglio del borgo antico, la città di Campobasso e i tanti paesini intorno. Lo sguardo spazia dalle valli dei fiumi Biferno, Trigno e Fortore, ai monti dell’Abruzzo, con la splendida Majella, dalle verdi montagne dell’Alto Molise fino alle gialle colline della Puglia e perfino il mare Adriatico, distante circa 60 km. Interessanti sono i sotterranei del castello, che coprono un'area pari a quella in superficie. La destinazione dell'area dei sotterranei è sconosciuta, ma si è ipotizzato che possa essere stata un deposito di cisterne, o galera, o ancora un rifugio durante le battaglie. Attualmente ospita delle riserve d'acqua che servono l'acquedotto civico. È stata sicuramente una prigione, invece, il locale posto nelle segrete, alle quali si può accedere passando per una torretta. Leggende legate al castello. Per alcuni secoli uno dei locali delle segrete è stato considerato la stanza delle torture. Una popolare credenza dice che da qui parta un passaggio segreto, oggi murato, che scendendo lungo il fianco della collina portasse fin fuori il borgo, a Porta Sant'Antonio Abate.Un'altra credenza afferma che passando per una porticina posta sul lato nord del castello si potesse accedere ad un secondo passaggio segreto, anche questo oggi inagibile, che correndo in direzione opposta al primo raggiungesse in superficie, dopo alcuni chilometri, la collina di San Giovanni in Golfo, oggi nel quartiere Campobasso Nord, area tra l'altro identificata da alcuni studiosi come possibile sede di un perduto insediamento romano. Oggi su questa collina vi è una chiesetta consacrata a San Giovannello e circondata da una fitta pineta.
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Monforte
© M. M. Le prime tre immagini sono tratte rispettivamente da http://molisiamo.it, da www.fabisonthenet.altervista, e da http://sbap-molise.beniculturali.it. I video (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dall'autore della scheda.