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MENZINO, ROCCA MARTINENGA

a cura di Stefano Favero

scheda    cenni storici


Sopra e in basso, la rocca, eretta nel XV secolo dagli Oldofredi ed ampliata nel XVI secolo dai Martinengo.

Sotto: la rocca, eretta nel XV secolo dagli Oldofredi ed ampliata nel XVI secolo dai Martinengo; a destra, il borgo di Menzino.

 

 


Epoca: XV secolo.

Posizione geografica: Menzino è una delle frazioni di Monte Isola.

Conservazione: buona.

Come arrivarci: dall'autostrada A4 Milano-Venezia si esce a Brescia Ovest e si prende la SP510 seguendo le indicazioni per Iseo. Da qui, per raggiungere Monte Isola, occorre seguire le indicazioni stradali per il punto d'imbarco preferito: Sulzano (consigliato), Sale Marasino (consigliato), Iseo, Marone, Pisogne, Lovere, Castro, Riva di Sotto, Tavernola Bergamasca, Predore, Sarnico, Paratico e Clusane. Per gli orari dei traghetti telefonare al numero 035971483 o consultare il sito internet www.navigazionelaghi.it.

Come visitarlo: A Monte Isola non circolano automobili, fatta eccezione per taxi e mezzi di soccorso: per i turisti funziona un servizio di minibus. Circolando a piedi o in bicicletta è raccomandata sempre la massima attenzione perché le strette strade di collegamento vengono percorse dagli abitanti locali a bordo di scooter e piccoli motoveicoli agricoli.

       

Cenni storici.

Menzino è la frazione di Monte Isola che comprende nel suo territorio la Rocca Martinengo.

Fatto erigere nel Quattrocento dagli Oldofredi ed ampliato un secolo dopo dai Martinengo, il castello è tornato alla funzione di dimora signorile solo nel 1963, dopo secoli di abbandono. Nel 1497 qui vi soggiornò la regina di Cipro, Caterina Cornaro. La rocca ha pianta quadrata. Un massiccio mastio a base rotonda si collega al corpo di fabbrica regolare, siatuato a nord, con torri rotonde su ciascun angolo.

Verso sud sopravvive una balaustra, forse un tempo muro consistente, che guarda verso l'isoletta di San Paolo. Questa balaustra circonda una corte pavimentata in cotto. Vi si entra da una gradinata. Qui un rivellino è unito ad un piccolo ponte in legno al portale d'ingresso. Il portale, dai grossi contorni bugnati inquadrati di lesene, vede capeggiare sulla trabeazione la scritta “ex alto”. Questo piano conserva anche tracce di un portico ed ospita locali abitabili coperti a volta. Il mastio funge da scala per i collegamenti coi piani superiori e sottostanti.

Scendendo al piano terra si nota la testimonianza della presenza delle antiche scuderie, a loro volta collegate da una scala con la corte principale del castello. Oggi qui vi è la cucina con sala da pranzo. Al secondo piano le camere e, da qui alla sommità del mastio vi sono coperture a terrazzo.

Una leggenda racconta che un perfido proprietario del castello affondava a colpi di cannone i pescherecci che giunti dinanzi al costone di Serf non avessero ammainato la vela come simbolo di sottomissione al signore. Dopo l’affondamento di diverse imbarcazioni, il gesto dell'ammainavela divenne l’atto obbligato verso la Beata Vergine, da sempre venerata. Fu anche dipinta sullo scoglio una sua immagine che, sempre secondo la stessa leggenda, il castellano cercò di cancellare morendo annegato durante il tentativo.

         

    

©2010 Stefano Favero.

  

   


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