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PUNTA PENNE, TORRE COSTIERA

a cura di Sergio Ialacci

scheda    cenni storici


 Punta Penna: la torre costiera.

 

 

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Punta Penna  Punta Penna  Punta Penna


Epoca: XVI secolo.

Conservazione: restaurata.

Come arrivarci

    

Cenni storici.

In Abruzzo, insieme ai castelli, edificati quasi sempre sui promontori, anche le torri, alcune delle quali si possono osservare ancora oggi lungo la costa adriatica, avevano compiti di protezione.

Bisogna pensare infatti ad un periodo in cui molto spesso la minaccia relativa alle invasioni o alle semplici scorrerie veniva dal mare, e quindi diventava essenziale riuscire a controllare ogni possibile attacco proveniente dalla costa.

Ogni punto di avvistamento poteva così controllare numerosi chilometri di costa; il limite del campo visivo era a sua volta garantito da una torre successiva posta in posizione tale da costituire un proseguimento lineare della stessa ispezione costiera.

Una testimonianza in questo senso proviene dalla Torre di Punta Penna che, originariamente, comunicava a Nord con l’area del Sinello e a Sud con la torre di Petacciato.

Risale al periodo del viceré Parafan De Ribeira, ha pianta quadra (mt.12 x 12) e mura in mattoni e, per ogni suo lato, una finestra centrale.

Purtroppo il restauro del 1977 ha pregiudicato gli speroni delle caditoie e sostituito l’intera copertura esistente a falde, rivestendo d’intonaco i muri perimetrali.

A differenza dei castelli veri e propri, polifunzionali (oltre alle mansioni d’avvistamento e di difesa infatti avevano destinazioni residenziali) le torri costiere erano destinate ad un incarico più finalizzato, e cioè circoscritto al controllo ed alla protezione.

Nonostante siano passati diversi secoli, questa mansione, in un certo senso, è mantenuta ancora oggi dalla torre di Punta Penna: l’attività di monitoraggio è infatti organizzata dalla Marina Militare Italiana, non più a vista, ma con l’ausilio di moderni sistemi radar.

Tuttavia, i tempi attuali potrebbero essere maturi per restituire il fortilizio ad attività turistico-culturali.
   
   

 
   

 
©2004 Sergio Ialacci

    


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