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                                                     Lorenzo Declich
                                                    | 
                                                 
                                                
                                                  |     | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                     Sulla "storia delle civiltà": dalla "Turchia futura" di Toynbee al "tramonto della civiltà ottomana" di Bernard Lewis  | 
                                                 
                                                
                                                  |   | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                     A 45 anni dalla sua prima edizione esce in Italia
                                                     Istanbul and the civilization of the Ottoman Empire di Bernard Lewis con il titolo
                                                     La sublime porta: Istanbul e la civiltà ottomana
                                                     
                                                   | 
                                                 
                                                
                                                  | 
                                                     
                                                   | 
                                                 
                                              
                                             
                                           
                                         | 
                                       
                                    
                                   
                                  
                                 
                                    
                                  
                                Qualche
                                considerazione preliminare: Lewis, che scrive il
                                suo primo libro nel 1940, è uno degli autori più
                                pubblicati -soprattutto in Italia - a partire
                                dall'11 settembre. Ed anche uno degli autori più
                                "ri-pubblicati" ovvero un buon numero
                                di suoi libri di molto precedenti al 2001 sono
                                ora ristampati in Italia. Alcuni esempi: Gli
                                arabi nella storia, un libro del 1950 (The
                                Arabs in History), è stato pubblicato per
                                la prima volta in Italia da Laterza nel 1998.
                                Dopo una ristampa del 1999 il libro è stato
                                ristampato 2 volte nel 2001, una volta nel 2004
                                e un'altra volta nel 2006. Assassins: a
                                radical sect in Islam, un libro del 1967,
                                è stato tradotto e stampato per la prima volta
                                nel 1992 con il titolo Gli assassini: setta
                                radicale islamica, i primi terroristi della
                                storia. Nel 1996 il titolo finisce negli
                                Oscar Mondadori (Saggi) e poi, forse perché il
                                titolo in italiano era così
                                "evocativo", lo vediamo riapparire nel
                                2002. 
                                Dal
                                settembre del 2001 l'editoria italiana
                                fibrillava scompostamente alla ricerca di
                                qualcosa anche vagamente attinente al terrorismo
                                islamico da pubblicare, navigando nella quasi
                                completa ignoranza e ristampando quasi a caso
                                vecchie pubblicazioni sull'Islam. Lewis dunque,
                                spesso definito  il "maggior storico
                                dell'Islam in vita", di certo ne beneficiò.
                                Ma c'è un altro motivo, e qui veniamo alla
                                seconda considerazione, per cui, a mio modo di
                                vedere, Lewis da quel periodo ha iniziato a fare
                                scalpore in Italia: è stato scoperto dalla
                                destra italiana. E qui veniamo alla sua
                                produzione recente, tutta proiettata sul piano
                                politico/polemico. 
                                Nel
                                dicembre 2001, con le torri gemelle ancora
                                fumanti, pubblica What went wrong? Western
                                impact and Middle Eastern response (scritto
                                prima dell'attacco), ristampato nel gennaio 2002
                                con il sottotitolo più accattivante di The
                                Clash Between Islam and Modernity in the Middle
                                East; il libro esce in Italia quasi subito
                                con il titolo ancora più esplicito: Il
                                suicidio dell'Islam: in che cosa ha sbagliato la
                                civilta mediorientale. Nel 2003 l'autore si
                                produce in un The crisis of Islam: holy war
                                and unholy terror, tradotto nel 2004 in
                                Italia col titolo La crisi dell'islam: le
                                radici dell'odio verso l'Occidente e
                                ristampato nel 2005. 
                                In
                                Italia - sponsor la destra italiana - escono poi
                                3 libri di Lewis (o con Lewis protagonista) che
                                mai usciranno altrove: Islam: la guerra e la
                                speranza (2004) intervista a Bernard Lewis
                                di Fiamma Nirenstein, Il Medio Oriente un
                                anno dopo la guerra in Irak (2004) e Iraq,
                                la guerra continua (2005, prefazione di
                                Gaetano Quagliariello della Fondazione Magna
                                Carta). 
                                Con
                                questo non si vuole affermare che lo shock
                                provocato dall'11 settembre abbia portato
                                Bernard Lewis su posizioni che, per usare un
                                eufemismo, chiamerò "retrograde".
                                Anzi, su quelle posizioni, come dimostrano i
                                suoi scritti e i suoi critici (fra cui proprio
                                Edward Said in Orientalismo), ci è
                                sempre stato. Il suo è un discorso
                                completamente interno alla cornice teorica degli
                                "storici delle civiltà" che da Oswald
                                Spengler (m. 1936) - Der Untergang des
                                Abendlandes - passa per Arnold J. Toynbee
                                (m. 1975) -A Study of History e Civilization
                                on trial e in particolar modo tutta la
                                produzione di questo storico sulla Turchia e
                                anche sulla Grecia prima e dopo la firma del
                                trattato di Sèvres (10 agosto 1920) (1) (1)
                                The Armenian Atrocities: The Murder of a
                                Nation, with a speech delivered by Lord Bryce in
                                the House of Lords (Hodder & Stoughton
                                1915), Turkey: A Past and a Future (Hodder
                                & Stoughton 1917), The Western Question
                                in Greece and Turkey: A Study in the Contact of
                                Civilizations (Constable 1922), Greek
                                Civilization and Character: The Self-Revelation
                                of Ancient Greek Society (Dent 1924), Greek
                                Historical Thought from Homer to the Age of
                                Heraclius, with two pieces newly translated by
                                Gilbert Murray (Dent 1924) -
                                influenzando il mondo anglosassone ed europeo
                                (si veda ad esempio anche in Ernst Robert
                                Curtius in Europäische Literatur und
                                Lateinisches Mittelalter) fino a oggi. Le
                                idee sulle "civiltà" di Lewis - poi
                                "coniugate" da Bush in chiave politica
                                contemporanea - sono comuni alla sua generazione
                                e contengono idee assai semplicistiche, che
                                definirei addirittura rozze, su quelle che
                                vengono definite "le civiltà". 
                                Così
                                come l'accoglimento di Bernard Lewis nell'olimpo
                                dei più influenti pensatori di destra sembra
                                oggi tardivo e fazioso (perché funzionale alle
                                esigenze del momento, soprattutto in Italia), la
                                critica ai suoi scritti è divenuta
                                eccessivamente aggressiva. Ridurre il problema
                                di questi tipi di approccio teorico a vicende
                                legate alle contingenze politiche del momento è,
                                a mio modo di vedere, un modo assai efficace per
                                mescolare le carte e confondere le acque.
                                Ricordo quindi che Bernard Lewis ha oggi 91
                                anni, essendo nato nel 1916, e questo dovrebbe
                                già bastare ad illustrare la
                                "freschezza" delle sue riflessioni
                                (che, messe posto giusto nella storia della
                                letteratura islamistica, hanno una certa
                                rilevanza). Per il resto, rimando a un articolo
                                di Michael Hirsch che, invece, trovo
                                equilibrato, e che - fra le altre cose -
                                sottolinea altri importanti aspetti della
                                parabola accademica di Lewis - come il fatto di
                                essere stato un sostenitore di Ataturk ("Bernard
                                Lewis Revisited"). 
                                Quanto
                                a La sublime porta: Istanbul e la civiltà
                                ottomana, il libro non viene ristampato, ma
                                tradotto in italiano e stampato ex-novo con una
                                piccola introduzione all'edizione italiana
                                dell'autore che non contiene alcun riferimento
                                al presente (anzi un interessante citazione
                                riguardante i "levantini", si veda
                                l'articolo di Cossuto). Il testo uscì dopo The
                                Emergence of Modern Turkey (1961), che
                                invece parte dalla crisi dell'impero ottomano
                                per arrivare al presente. Si tratta dunque del
                                primo libro di Lewis - il primo occidentale ad
                                entrare negli archivi imperiali ottomani di
                                Istanbul - sugli ottomani. Proprio per questo, e
                                anche in quanto contiene in sé tutti i limiti
                                di cui sono stato qui a parlare finora (ad
                                esempio ha un'impostazione "alla Toynbee":
                                nascita, ascesa, apogeo e declino degli ottomani
                                sono raccontati nel primo capitolo, tralascio i
                                commenti su alcuni aggettivi
                                "tendenziosi" usati da Lewis in tutto
                                il libro) questo libro è molto interessante.
                                Ovviamente per chi si interessi di orientalismo.
                                Certo, dal mio punto di vista questa è una
                                lettura a dir poco di nicchia... e di quale sia
                                l'operazione editoriale che Lindau aveva in
                                mente con la sua edizione davvero non so
                                pronunciarmi. 
                                  
                                FLorenzo
                                Declich 
                  
                                       
                  
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