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Verso la fine di giugno (2002) nel gruppo di discussione del nostro sito è stato proposto un test che, prendendo lo spunto dal dibattito che in quei giorni si andava sviluppando nella Mailing List del club federiciani (www.stupormundi.it) a proposito di una recente e non ancora completata indagine sulle spoglie palermitane di Federico II, si proponeva di giungere ad una prima ricognizione sull'idea (sulle idee) di Medioevo, sul concetto di storia medievale, sulle "gerarchie" su cui costruiamo le nostre interpretazioni e su cui si stratificano i nostri interessi verso quel passato. Questo il testo del messaggio:

Cari amici del gruppo di discussione, vi propongo una sorta di questionario-quiz, che ho proposto contemporaneamente anche nella ML del club federiciani (www.stupormundi.it). L'intento è quello di comprendere meglio, al di là delle dichiarazioni personali e per così dire dirette, esplicite e legittime di ognuno di noi, qual è il metro di valutazione che adoperiamo quando ci pronunciamo sui più noti personaggi dell'età medievale (in questo caso partiamo da Federico II), e in sostanza quali sono le categorie interpretative che abbiamo in mente quando ci occupiamo di storia. Ripeto che non ho altro intento che quello conoscitivo. Non intendo esprimere valutazioni di merito; mi interessa semplicemente conoscere. Dunque, il "gioco" è questo: dovendo analizzare il DNA di solo tre fra questi otto individui (tre e necessariamente tre su otto, altrimenti è troppo facile), ciascuno di noi su chi orienterebbe la propria scelta? 

1) Federico II - 2) Francesco d'Assisi - 3) Leonardo Fibonacci - 4) Bodo il contadino - 5) la moglie di Bodo, Ermentrude - 6) Giotto - 7) papa Innocenzo III - 8) Pier della Vigna.

Con tutti i limiti delle questioni "astratte" e costruite a tavolino, con tutte le tipiche inconguità del "gioco della torre", questo quesito può forse farci comprendere meglio chi siamo, e perché personaggi come Federico II oggi interessano così tanto. 

PS: non sono ammessi escamotages del tipo: "non analizzo nessuno", "li analizzo tutti" (che è quello che faremmo tutti, evidentemente), "perché escludere messer Pinco Pallino?", o anche "il giochetto è stupido". Questo lo so da me. Tant'è vero che gli individui qui considerati (ovviamente scelti non a caso) sono otto... Chiamiamolo "il gioco del DNA ottagonale". Chi vuole, risponda.

Le risposte, tutte interessanti e motivate, sono giunte da quattro differenti ambiti: gli interventi nel nostro gruppo di discussione; alcuni interventi nel gruppo di discussione del "club dei federiciani"; messaggi inviati all'indirizzo del curatore del sito; risposte verbali. Tra le osservazioni più incisive e condivisibili, non è di poco conto il rilievo dato dalla generalità degli intervenuti al fatto che non è, non può essere il DNA, a spiegare quasi a priori le scelte, i comportamenti, i caratteri dell'uomo. "L'uomo non è un'accozzaglia di materiale genetico. è ben altro", è stato scritto con grande efficacia. E ancora: più che "la carta d'identità del contadino o dell'imperatore", l'analisi del DNA può risultare strunento "di riconoscimento, di indagine genealogica o di conferma di un'identità, o di diagnosi di malattie".

Che su questa "lettura" abbiano concordato praticamente tutti coloro che si sono espressi è il primo, fondamentale dato da sottolineare. Entriamo ora nel merito. Il totale è di 41 interventi, di cui 39 hanno segnalato tre nomi, e 2 un solo nome. Nelle successive tabelle sono presentati nei particolari i risultati del test, che suggeriscono diversi spunti di riflessione, a partire dal fatto che il personaggio di gran lunga più "votato" (scelto in 33 risposte su 41) è Francesco d'Assisi; che un intellettuale "sfortunato" come Pier della Vigna è stato scelto (da solo) solo in un caso; che Federico II, punto di partenza del test, è relegato nelle scelte solo al terzo posto; che Ermentrude sopravanza Federico II l'imperatore, Innocenzo III il papa, Giotto l'artista, Fibonacci il matematico. Parrebbe il risultato di un maggior interesse verso il mondo della produzione, verso i ceti rurali: ma si rifletta anche sul fatto che Ermentrude, l'unica donna che poteva essere scelta tra gli 8 nomi proposti, sopravanza quasi per il doppio delle opzioni anche il marito, Bodo il contadino.

Tab. 1: Numero di presenze su 41 risposte

 

Francesco d'Assisi

33

Ermentrude, moglie di Bodo

26
Federico II di Svevia 20
Bodo il contadino 14
Leonardo Fibonacci

13
Giotto    7
Innocenzo III    6
Pier della Vigna    1

 

 

Tab. 2: Punteggi

Sono stati assegnati 3 punti al primo nome indicato nelle risposte, 2 punti al secondo, 1 al terzo.

 

Francesco d'Assisi

79

Ermentrude, moglie di Bodo

48

Federico II di Svevia

44

Bodo il contadino

28

Leonardo Fibonacci

24

Innocenzo III

10

Giotto

  9

Pier della Vigna

  3

 

Ancora: si guardi, nella tabella 3, quali personaggi sono stati "abbinati" a ciascuno di quelli scelti: chi ha scelto Francesco d'Assisi, in 20 casi - praticamente la metà delle risposte - ha anche scelto Ermentrude, mentre in soli 4 casi lo ha abbinato a Innocenzo III. Chi ha scelto Federico II in 18 casi lo ha abbinato a san Francesco, solo in 6 casi a Ermentrude, solo in 4 a Bodo, e in nessun caso a Giotto e Pier della Vigna. Chi ha optato per Pier della Vigna, non ha ritenuto di scegliere altri che lui. Chi si è espresso per Fibonacci, solo in un caso ha optato per Giotto (e viceversa, naturalmente). Chi ha scelto Bodo, ha scelto anche, in 8 casi, la moglie Ermentrude e in 8 casi san Francesco, mentre in nessun caso lo ha abbinato a Innocenzo III, Giotto, Pier della Vigna. Non sono anche questi dei dati su cui riflettere profondamente?

 

Tab. 3: Abbinamenti

 

Francesco Ermentr. FedII Bodo Fibonacci InnIII Giotto Pier 

Francesco 

-

20 18 8 9 4 7 0

Ermentrude

20 -   6 8 4 6 6 0
Federico II 18   6 - 4 8 2 0 0
Bodo   8   8   4 - 4 0 0 0
Fibonacci   9   4   8 4 - 0 1 0
Innoc. III   4   6   2 0 0 - 0 0
Giotto   7   6   0 0 1 0 - 0
Pier della Vigna   0   0   0 0 0 0 0 -

 

Insomma, le osservazioni possibili sono molte; ma più che presentarle qui per esteso, conviene affidarle all'intelligenza e alle capacità di analisi di chi legge. 

    

    


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