Sei in: Mondi medievali ® La memoria dimenticata. Microstorie

       LA MEMORIA DIMENTICATA

a cura di Teresa Maria Rauzino


 



       

      

Memorie della Chiesa di Apricena 1858 di don Pasquale Torelli, questo il volume recentemente pubblicato per i tipi delle Arti grafiche Malatesta di Apricena, curato da Gaetano Lo Zito con saggio storico introduttivo di Nazario Barone, prefato dal sacerdote don Quirino Faienza, parroco della chiesa Matrice di Apricena. (pp. 373, ill., s.i.p. Apricena 2005).

Il lavoro rappresenta un unicum di notizie trascritte e commentate sapientemente dal curatore che, nella Sua introduzione, spiega al lettore in modo esaustivo la metodologia di studio seguita.

Si tratta di un manoscritto rinvenuto tra le carte d’archivio della chiesa Matrice di Apricena, risalente al 1858, scritto dal canonico della chiesa stessa che ebbe dal Capitolo dell’Arcipretura l’incarico di inventariare i beni da essa posseduti. Tale incarico gli fu affidato in quanto egli era il componente più anziano tra i canonici.

Il documento contiene un elenco manoscritto di beni e censi su cui la chiesa aveva diritto di riscossione e di possesso. Un utile e raro documento che consente agli studiosi, e non solo, di poter approfondire aspetti sconosciuti della storia locale aprecinese.

Il periodo trattato ricopre l’arco cronologico che va dal 1731 al 1858, anno in cui viene redatto il manoscritto stesso.

Il documento, delle dimensioni di cm. 20 x 28,5 ca. con uno spessore di cm. 3,00 ca. si compone di 76 fogli per un totale di 152 pagine delle quali solo 135 sono scritte, le rimanenti sono bianche.

Esso si compone di due parti: una prima parte contiene principalmente gli atti dei notai per un numero complessivo di 8, oltre alle notizie inerenti il patrimonio della chiesa di Apricena. Atti e notizie che si riferiscono ad un periodo che ricopre gli anni Trenta del Settecento e fino a tutto detto secolo; la seconda che dà il titolo al manoscritto, riporta le descrizioni delle chiese aperte al culto, le loro priorità e gli inventari fino al 1858.

I beni trascritti ed esaminati nel documento sono identificati o identificabili con la descrizione della loro consistenza, la localizzazione con l’indicazione della via o strada con i confini e con l’orientamento della porta di accesso che offre al lettore la possibilità di individuare la vecchia toponomastica della cittadina.

Una pagina del manoscritto di don Pasquale Torelli.

   

Dalla lettura della trascrizione della prima parte del manoscritto si ha la possibilità non solo di ricostruire l’assetto urbanistico ma anche di risalire alle abitudini dei cittadini: sono evidenziati usi, costumi e quanto altro possa offrire al lettore notizie utili sulle tradizioni e sul culto aprecinese.

La seconda parte descrive dettagliatamente le chiese aperte al culto nel periodo trattato dal Torelli: egli, oltre a fornire l’elenco delle nove chiese già esistenti, fornisce un altro elenco di chiese che attualmente risultano demolite. Insomma il Torelli descrive nel manoscritto quello che poteva essere il quadro chiaro della situazione ecclesiastica dell’epoca.

L’alto valore storico del documento evidenzia anche la parte contabile con l’elencazione dei movimenti giornalieri di cassa e quanto altro. L’inventario dell’archivio Capitolare completa la prima parte del volume.

La metodologia di studio descritta da Gaetano Lo Zito nella sua introduzione ci dà un’idea delle reali difficoltà incontrate durante la trascrizione dell’opera.

Impreziosisce il volume il saggio introduttivo di Nazario Barone, noto studioso ed esperto di storia del Risorgimento. Egli tratteggia, attraverso un puntuale excursus storico, i principali avvenimenti che caratterizzarono la vita della cittadina nel XIX secolo che, con il profilo biografico di don Pasquale Torelli completato dall’espressione dei suoi maggiori componimenti poetici, proietta il lettore in uno spaccato di vita comune anche ad altre realtà presenti in tutta la Capitanata.

Per citare alcuni esempi: il calare del periodo borbonico, la legislazione ottocentesca introdotta dai francesi e più tardi adottata anche dai sovrani restaurati, l’incalzare delle epidemie causate per lo più dalle condizioni igieniche malsane, fecero sì che fossero varate nuove leggi, come quella sulla costruzione dei camposanti, o la legislazione che regolava la fornitura e la vendita delle derrate alimentari quali: carne, farina, grano, neve ecc.

Non si tralasciano, inoltre, argomenti quali: il brigantaggio, l’unità d’Italia, i trasporti, i collegamenti ed i primi movimenti operai. Tutte tematiche trattate con dovizia di particolari, che offrono al lettore spunti interessanti per ulteriori indagini.

Conclude l’opera una ricca Appendice iconografica con una carrellata di notizie varie tra passato e presente che va dalle chiese aperte al culto, ai lavori di restauro del manoscritto, all’autorizzazione della Soprintendenza al restauro dello stesso, all’indice dei luoghi e cose notevoli.

         

      

©2006 Lucia Lopriore

   


 Torna su

La memoria dimenticata: indice Home