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       LA MEMORIA DIMENTICATA

a cura di Teresa Maria Rauzino


 


Benvenuti nella terza città pugliese d'Italia. La presenza dei nostri emigrati nel capoluogo lombardo è forte e organizzata. E molto interessante è la storia del loro associazionismo.

Milano, inverno 2001: la Grande Orchestra di Fiati «Ligonzo» di Conversano, forse la più prestigiosa delle «bande» tradizionali pugliesi oggi in attività, si esibisce sul sagrato di piazza Duomo.

         

«Sapessi come non è strano incontrare un pugliese a Milano». Viene proprio voglia di parafrasare Innamorarsi a Milano, famosa canzone di Memo Remigi. Perché 14 iscritti all'anagrafe meneghina su 100 hanno radici in Puglia. La foltissima rappresentanza pervade la metropoli lombarda senza «apparire» troppo, al contrario di altre comunità più vistose. Però c'è, eccome.

Da un sacco di tempo. Quanto? Tanto.

L'Associazione pugliese di Milano è nata 86 anni fa, nel 1921. Oggi si chiama Associazione regionale pugliesi, ha un bella sede del cuore della città, in via Calvi. La presidente onoraria è la nota avvocata Annamaria Bernardini De Pace, salentina; dal 2002 il presidente è il cavalier Dino Abbascià, giunto da Bisceglie nel 1955, quando aveva appena 13 anni, per fare il garzone di bottega nel negozio di frutta e verdura di un parente; ora è leader di un gruppo impreditoriale da oltre 20 milioni di euro: è la maggiore azienda di distribuzione di frutta, verdure e primizie della Lombardia. Abbascià ricorda così l'arrivo a Milano negli anni Cinquanta: «Un freddo. Una paura. Tutto diverso. Il primo dramma fu quello gastronomico. Ero abituato ai ricci di mare, alla orecchiette, ai pomodori freschi, ai nostri sapori. Ma la moglie di quel fruttivendolo era di Sesto San Giovanni, cucinava solo minestroni, riso e zucca, riso e spinaci». Poi dopo tanta fatica anche per lui arrivò il successo.

Oggi all'associazione sono legati oltre 400 nuclei familiari. Nel 1921 la vecchia Associazione pugliese di Milano era nata grazie alla tenacia di un gruppo di professionisti e di commercianti. Nel giugno 1929 l'assemblea generale affidò la guida a Leonardo Dragonetti e ad Alfredo Violante, avvocato e giornalista (fondò e diresse «il Quotidiano» e «il Rinnovamento», fu chiamato da Matilde Serao a dirigere la pagina meridionale del «Giorno»; in seguito contribuì alla fondazione della «Gazzetta del Mezzogiorno»). Fu inaugurata la nuova sede sociale, fu organizzata la «I Mostra di artisti pugliesi » (alla vernice parlò Romolo Caggese), con 28 pittori e scultori. Nel 1929 si svolse anche il concerto vocale e strumentale dei «Musicisti pugliesi viventi», tenutosi sotto la direzione del maestro Pasquale Di Cagno, nel Regio Conservatorio «Giuseppe Verdi». Nel 1930 l'assemblea elesse l'avvocato Marco Cioffrese alla carica di presidente. S'era calcolato nel 1930 che i pugliesi di Milano fossero ben 45.000.

«è una città di Puglia – scrisse un redattore di «Terre di Puglia» – che si stabiliva a Milano. E se è pur vero che la grande maggioranza dei pugliesi esercita mestieri umili e che un gruppo numerosissimo ha quasi il monopolio dei locali per la vendita del vino, che i milanesi chiamano "Trani", è vero pure che a Milano la Puglia è degnamente ed altamente rappresentata».

L'emigrazione pugliese riprese assai sostenuta nei primi anni del secondo dopoguerra. Così nel 1964 nacque il «Cenacolo pugliese» (costituito da Peppino Strippoli e Gustavo Montanari), che precedette di qualche mese la costituzione del «Comitato dei tranesi». Nel 1976 vide la luce il «Circolo Pugliese». Nel 1980 su iniziativa del cavalier Francesco Carriera fu fondato il «Circolo dei biscegliesi». Nel 1982 Stefano De Feo, l'avvocato Guido Spizzico e lo stesso Carriera dettero vita ad un'altra associazione dei pugliesi, il «Ponte Lama». Il 20 settembre 1983, i soci del «Circolo Pugliese» deliberarono di accogliere un gruppo di pugliesi non ancora formalmente costituito e di mutare pertanto la denominazione del Circolo in «Associazione Regionale Pugliesi». Nel 1988 vi confluì l'associazione culturale pugliesi «Amici del Dolmen».

L'attività associativa oggi è coordinata e promossa da Giuseppe Selvaggi e da Agostino Picicco. Picicco, responsabile delle attività culturali, nel dicembre 2005 ha rappresentato l'associazione milanese alla conferenza dei pugliesi nel mondo, svoltasi a Basilea. Proprio qualche giorno prima, durante la ricorrenza di san Nicola, il sodalizio aveva ottenuto il decreto di iscrizione all'albo delle «Associazioni dei Pugliesi nel mondo» riconosciute dalla Regione Puglia. «Le attività svolte da noi - spiega Picicco - sono sostanzialmente di due tipi: ricreative e culturali. Le attività ricreative vedono protagonista la nostra sede sia in riunioni che in incontri amichevoli che si svolgono maggiormente il sabato pomeriggio, riproponendo in qualche modo la piazza del paese, per usare una felice espressione di Giuseppe Selvaggi. Non mancano poi i consueti veglioni e pranzi».

Ma, aggiunge Picicco, «l'attività caratterizzante è quella culturale variamente costituita dal sostegno ad attività teatrali, rassegne cinematografiche e in particolare alla presentazione di libri, che sono occasione di dibattito e di conoscenza della Puglia e dei suoi valori e tradizioni». Gli obiettivi futuri? «Se nei decenni scorsi - risponde - l'associazione si proponeva di rendere un mutuo aiuto ai nuovi arrivati, di fornire occasioni di aggregazione e condivisione di amicizia, oggi, fermi restando tali intenti, fa un passo avanti: non è più un luogo di nostalgici o di gente sterilmente legata al campanile di appartenenza, ma si propone come laboratorio culturale e di orientamento». In bocca al lupo, pugliesi di Milano…

    

L'ATTIVITà CULTURALE 

La collaborazione con Sonzogno, le riviste e la «propaganda».

Nel 1930 l'Associazione Pugliese elesse come presidente l'avvocato Marco Cioffrese; alla gestione del sodalizio collaboravano Leonardo Dragonetti, Alfredo Violante e il consigliere di Corte d'Appello Giuseppe De Napoli. Quest'ultimo sostenne l'adesione all'iniziativa editoriale della casa editrice Sonzogno: in quegli anni andava pubblicando con successo la collana «Le cento città d'Italia illustrate». Tre membri dell'Associazione scrissero sette monografie: Giuseppe De Napoli si occupò di Altamura, di Bitonto e di Trani; Vincenzo Azzariti di Molfetta; Alfredo Violante di Manfredonia, di Andria e di Barletta. Nello stesso anno l'opera dell'Associazione fu affiancata dalla rivista mensile «Terre di Puglia» che, sorta col dichiarato proposito di «coadiuvare il lavoro di propaganda» per la Fiera del Levante, ebbe come direttore Violante e come segretario De Palma. « Terre di Puglia» divenne l'espressione viva della cultura pugliese a Milano, annoverando tra i suoi collaboratori il poeta Umberto Fraccacreta, Pasquale Di Cagno per la sezione musicale, Giuseppe De Napoli, Araldo di Crollalanza, Filippo Surico, Innocenzo Cappa e lo storiografo Gennaro Serena di Lapigio.

 

Un po' di nomi

Dal vicesindaco De Corato a Muti quanti milanesi illustri nati in Puglia.

«Sono il vicesindaco della terza città pugliese: Milano». La terza dopo Bari e Taranto. Un'eresia? Macché. Lo ama dire e ripetere Riccardo De Corato: prima missino e ora di An, senatore, consigliere comunale dal 1985, vicesindaco (prima di Gabriele Albertini e ora di Letizia Moratti), occupa la poltrona numero 2 di Palazzo Marino. Aggiunge: «Tempo fa ho provato a far realizzare una piccola ricerca all'anagrafe. Ebbene, qui vivono almeno 180.000 pugliesi, su un milione e trecentomila abitanti. Per non parlare di coloro che sono nati qui ma hanno i genitori, o uno dei genitori, con radici nella mia regione d'origine. E non considerando il vasto hinterland, abitato da altri due milioni di persone». In effetti la comunità meneghina targata «Puglia» è la seconda, per numero, dopo quella «milanese doc». E quindi De Corato, nato 57 anni fa ad Andria, i gradi di vice se li merita pure per questioni « etniche», forte di un cognome così andriese che più andriese non si può. Alle sue spalle ci sono tantissimi pugliesi, o figli di pugliesi, celebri in vari campi: tanto per citarne alcuni (senza volere far torto a nessuno), si va dal maestro Riccardo Muti al capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano Armando Spataro, dalla sua collega gip Clementina Forleo all'attore Diego Abatantuono, dalla famosa avvocata matrimonialista Bernardini De Pace ad Adriano Celentano, dalla presidente del tribunale per i minori Livia Pomodoro al prorettore dell'Università Cattolica Maria Luisa De Natale, da Enzo Jannacci fino all'ex prefetto Bruno Ferrante.  

   


       
        

   

©2007 Marco Brando; articolo pubblicato su «Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno» del 18/2/2007.

      


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