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           MEDIOEVO FILATELICO

    a cura di Ruggero Gormelli


I CASTELLI NEI FRANCOBOLLI

ITALIA: la Puglia

pag. 2

 

 

              Si rende necessario ora, a nostro avviso, un breve “excursus” di Storia della Filatelia

Le grandi serie di Posta Ordinaria e la loro funzione storica nell’Italia repubblicana.

Oltre alla loro precipua funzione di “colonna portante” del sistema postale, che abbiamo già precedentemente illustrato, le grandi serie di Posta Ordinaria hanno sempre offerto la possibilità alla Nazione che le emette ( e, sia chiaro, ciò non vale solo per l’Italia …) uno spunto insieme storico e politico.

Vorremmo essere chiari in proposito, per evitare equivoci e malintesi :

il francobollo dà sempre un “messaggio”; e la sua capillare diffusione, in milioni di pezzi, è sempre stata, specie nel passato quando le forme di comunicazione non erano molteplici, variegate ed alla portata di tutti come invece oggidì , formidabile “arma di propaganda” per la Nazione stessa e per il suo Governo. Casomai, il “distinguo” va fatto sull’uso, più o meno tendenzioso, che se ne poteva fare, e che in alcuni casi se ne è fatto …

Venendo più propriamente all’Italia, abbiamo già indirettamente visto uno di questi casi, che all’amico lettore più attento non sarà certamente sfuggito … ci stiamo riferendo alle tre serie della “Milizia”, ove, la ripetizione ossessiva dei medesimi soggetti nelle successive emissioni ed anche in quelle dedicate alle Colonie (noi abbiamo infatti visto solo i francobolli di Castel Sant’Angelo in Roma, perché questo è l’oggetto della nostra rubrica, ma ogni serie era composta da quattro francobolli sempre a tema “Antica Roma”), altro non era che un continuo e nemmeno velato “bombardamento propagandistico” sulle coscienze, per l’affermazione dei successi del Regime e sul “futuro millenario” …

Anche la neonata Repubblica Italiana utilizza questa “arma di propaganda”, sebbene con altri – ben diversi – scopi rispetto al passato. …Ma perché proprio i francobolli ??

La risposta è immediatamente comprensibile. Il francobollo è un mezzo :

-         semplice ed economico (Lo Stato deve comunque fornire francobolli per l’attività postale e quindi non è necessario stanziare fondi appositi specifici per l’informazione e la propaganda).

-         capillare (Tutti, prima o poi, hanno bisogno di un francobollo …)

-         memorizzabile (chi, anche il più distratto, non ricorda un francobollo dei “Castelli” o, per restare ad oggi, de “La donna nell’Arte” ? Magari non si sa che la serie si chiama proprio così, ma “quel francobollo” … – prima da “£. 800”, e poi  da  £. 800 e €. 0,41”, e poi ancora da soli “€. 0,41” ed oggi da “€. 0,45” – con su una “faccia di donna”, veramente c’è ancora qualcuno che non l’ha mai usato e non se lo ricorda ?? ).

-         diffusissimo (Eh, arriva proprio dappertutto! Dove c’è chi scrive una lettera e dove c’è chi riceve una lettera, lì c’è anche un francobollo … Dite la verità, qualcuno di voi non ha pensato a chi “riceve”, vero ?! E così, il francobollo ha due funzioni di messaggio; infatti prima “parte”, ma poi “arriva”, pure … e nel frattempo “passa”, anche … - eh sì, perché c’è il tabaccaio che li vende, e l’ufficio postale che li timbra, e il portinaio e l’impiegato della ditta che distribuiscono la posta, ecc. ecc. … Credeteci: di più potente del francobollo, come “pubblicità” c’è solo, forse, la televisione … oggi!).

E ce ne sarebbero ancora tanti altri, di motivi altrettanto validi …

E allora, perché l’Italia Repubblicana, Paese sconfitto, ma – non dimentichiamo – anche “aggressore”, non avrebbe dovuto servirsi dei francobolli per propagandarsi ?

Vediamo qui di seguito, brevemente, come lo fece …

   

 

  

   

    

©2005 Ruggero Gormelli

  


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