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a cura di Ludovico Centola

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I ruderi del convento di San Nicola.

 

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San Marco in Lamis  San Marco in Lamis

 

Verbale del 22 agosto 2004       

 

         

    

  

     

LA SCHEDA

Il convento di San Nicola (ormai un rudere) è poco conosciuto nella zona, data l'ubicazione e l'età di costruzione. Attualmente non si possiede alcun documento attendibile che possa fornirci delle testimonianze certe, tranne un riferimento dello storico Matteo Fraccacreta di San Severo.

Sicuramente è precedente al convento di San Giovanni de Lama, oggi santuario di San Matteo, quindi anteriore di qualche secolo al 1007, ovvero prima data certa che testimonia la presenza del convento di San Matteo.

Ubicato in una faggeta su di un monte a 720 metri d'altitudine, è notevolmente vicino al convento di San Matteo, in linea d'aria meno di un chilometro. Secondo la testimonianza di un frate, fino a 15 anni fa dal convento si potevano osservare le rovine dal convento, ma oggi il monte è stato ricoperto da una folta vegetazione. Probabilmente nacque come eremo-dormitorio; in quel periodo il promontorio garganico ne era pieno.

Un unico riferimento potrebbe essere quello di Santa Maria di Pulsano, dove in documento del VIII secolo si afferma che i pellegrini, prima di arrivare a Monte Sant'Angelo, trovavano alloggio in un convento sulla via Sacra, nelle immediate vicinanze della valle di San Marco. Potrebbe trattarsi dell'attuale convento di San Matteo, ma si può benissimo pensare al convento di San Nicola. Di questa costruzione abbastanza rilevante non ci è pervenuto alcun documento, quindi si può dedurre che fu abbandonato prima dell'anno Mille, altrimenti anche un minimo riferimento lo si doveva trovare negli atti del monastero di San Giovanni de Lama; in quel periodo, di atti e concessioni a quest'ultimo se ne fecero molti, data la sua importanza. 

Lo stile di costruzione è identico ai resti del monastero di San Gregorio a Pulsano, XI secolo, e anche al casale di Sant'Egidio di Pantano, nei pressi di San Giovanni Rotondo. Anzi in quest'ultimo oltre allo stile di costruzione che presenta delle affinità (solo nella parte precedente ai restauri ed alle aggiunte dei secoli passati) abbiamo anche le misure che testimoniano la costruzione di strutture abbastanza imponenti per quell'epoca.

Purtroppo, i resti consistono in poche mura perimetrali, i resti di un abside, una cisterna, ed un muro ancora in piedi alto più di 3 metri (doveva essere un po’ più alto, se consideriamo i crolli) contenente una serie di finestre. I crolli hanno coperto tutto, tanto che non si riesce a capire molto bene la struttura; inoltre la presenza di una folta di vegetazione ha letteralmente distrutto i perimetri interni.

Nonostante la mancanza di perizie ufficiali, abbiamo una approssimativa, ma molto attendibile, mappa della costruzione. Ribadiamo che le misure non sono precisissime, ma la struttura doveva essere simile a questa, con all'interno una serie di stanze abbastanza piccole ma ben delineate, dove forse erano dei dormitori come quelli di altri oratori ed edicole presenti sul Gargano, all'epoca. Forse nella stanza più piccola doveva esserci un'altra cisterna, ormai scomparsa sotto le macerie. Qualche muro interno ha lo spessore di un metro. 

Si presume che la struttura non dovesse trovarsi tutta sullo stesso piano; con certezza la parte absidale è rialzata rispetto al resto della struttura e quindi doveva necessariamente avere delle scale, oggi probabilmente sotto le pietre del crollo e sotto la vegetazione, tesi avvalorata da un frate che afferma di averle viste quasi una quindicina di anni fa, quando la natura ed il tempo lo permettevano.

Accanto al muro ancora esistente vi è quasi sicuramente un ingresso di circa 80 cm dato che ai due lati le mura sono perfettamente allineate ed anche intonacate; l'unico inconveniente è che l'ingresso è stato ostruito da un crollo, così come gli altri corridoi tra le rovine della struttura. 

Sul muro quasi intatto vi è una serie di finestre all'altezza di 1,90 metri, più precisamente la prima verso destra a 70 cm dall' inizio del muro, la seconda a 1,40 metri dalla finestra precedente e la terza a 1,10 metri dalla seconda, infine a 35 cm il muro termina ed inizia un crollo abbastanza imponente, dove quasi sicuramente la serie di finestre doveva continuare.

La seconda finestra è la più grande, è alta 35 cm e larga 23 cm. Purtroppo, ogni inverno che arriva arreca un nuovo danno alla struttura; il ghiaccio allarga le crepe dei muri che crollano inesorabilmente, anno dopo anno.

                            

       

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©2006 Ludovico Centola, testo e immagini. L'articolo è presente anche nel sito http://digilander.libero.it/gargano85/home.htm

   


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