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MIGGIANELLA DEI MARCHESI, CASTELLO

a cura di Daniele Amoni

scheda    cenni storici


L'aspetto attuale della struttura.

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Epoca: prima metà del secolo XIII.

Conservazione: struttura ben restaurata.

Come arrivarci: da Umbertide si prende la strada per Niccone-Città di Castello e dopo pochi chilometri si trova la deviazione per Migianella dei Marchesi.

       

Cenni storici.

La costruzione della fortezza, munita di torri e bastioni, si fa risalire alla prima metà del XIII secolo ad opera dei marchesi del Monte anche se un arcone di grosse pietre, rimasto a testimonianza del suo antico passato, potrebbe far risalire la località a tempi ancora più antichi.

La posizione confinante con la Toscana ne fece una base strategica di controllo esponendola, però, alle ritorsioni nemiche tanto da essere più volte devastata.

Nel Liber impositionis bladi del 1260 appare come castrum, mentre nel censimento del 1282 è detto villa, probabilmente a causa di gravi danni subiti da attacchi nemici.

Considerato di grande importanza militare da parte di Perugia - dipendente dal contado di porta S. Angelo - nel 1350 fu cinto di mura e fortificato.

Nel Quattrocento era un importante nodo viario che dalle Romagne permetteva un flusso commerciale di bestiame, derrate alimentari, lana e zafferano verso l’Umbria, tanto che in un atto notarile figurava tra le comunità soggette al mantenimento delle strade.

Nel 1408, 1415 e 1444, Perugia concesse contributi ed esenzioni fiscali agli abitanti impegnati a ricostruire e a consolidare le strutture difensive del castello. Ciò comportò un incremento demografico notevole che passò dalle 29 famiglie - tra armati e contadini - del 1438 alle 35 del 1456.

Nel 1426 il castello apparteneva a Ruggero d’Antognolla († 1433), luogotenente di Niccolò Fortebracci, che per i servizi resi al papato era stato investito di vasti possedimenti compresi tra Umbertide e Città di Castello tra cui Antognolla, Canneto, Capocavallo, Umbertide, Migianella, Monte Corona, Pantano, Santa Maria di Cenerente, San Martino in Campo e Valenzina, tanto per citare quelli più estesi.

Nel 1469 il castello versava in grave degrado tanto da essere definito semplicemente locus. Nel 1478 subì l’incursione delle milizie di Lorenzo de’ Medici decise a vendicare, a causa della “congiura dei Pazzi” l’uccisione di Giuliano de’ Medici, voluta da Sisto IV. I fiorentini saccheggiarono i territori papali di confine e Migianella fu diroccata, «i suoi abitanti fatti prigionieri trucidati barbaramente vecchi inermi e venerandi e sgozzati persino i teneri lattanti nelle misere loro cune!» (Bruno Porrozzi).

Nel 1482 Perugia intervenne con ulteriori stanziamenti per ricostruirlo ed i lavori furono portati a termine prima del 1495 poiché nel censimento era definito castrum abitato da ben 43 famiglie, pari a circa 215 abitanti.

Nei pressi del castello esistevano diverse chiese più volte citate nei documenti notarili. S. Andrea posta in distructu Megianelle Marchionum (1489), accatastata per 26 libre e 5 soldi; S. Angelo, costruita nel Trecento, dipendente nel 1493 dalla pieve di Marciano, posta in castro Megianelle Marchionum; S. Lorenzo, citata nel 1489 de castro Megiane Marchionum, e S. Stefano districtus Megiane Marchionum.

La località ospitava anche un convento abitato dai Padri di San Bernardo o Cistercensi che fungeva da casa madre, con annesso un molino da olio, simile a quello che i monaci avevano nell’altro convento ubicato nei pressi delle civiche mura.

Nel 1643 si accamparono nei pressi del castello 500 fanti toscani durante la Guerra Barberina (1641-1644); le cronache riportano che «i soldati fiorentini, arrivati improvvisamente a Migianella... giunsero al sacrilego ardimento di tagliare la Sacra Pisside e, trovatola, di rame dorato, la scagliarono rapidamente per la Chiesa, disperdendone così le Sacre Particole» (Bruno Porrozzi).

In effetti le forze messe in campo dal granduca di Toscana contro Urbano VIII (1623-1644) erano ingenti, circa 8.000 uomini, i quali attraversando il territorio umbro abbatterono ogni forma di resistenza, lasciandosi andare a saccheggi e torture.

Nella zone gravitavano diversi molini. Il molino dei Cistercensi nel 1757 fu affittato, tramite rogito del notaio romano Placido Gaudenzi, ai fratelli Antonio e don Romualdo Agostini di Fratta ma a fine secolo fu affidato in gestione a Ubaldo Cambiotti il quale, insieme alla famiglia, gestiva anche gli altri molini di Monte Migiano e Serra Partucci.

Nel 1822, oltre alle guardie pubbliche, i ricchi possidenti della zona assoldarono dei propri “sgherri” allo scopo di tenete sotto controllo le tenute e il bestiame. A Migianella fu assunto tale Antonio Tofi.

Nel 1889 la località fu dotata di un proprio cimitero.

Da Migianella presero origine le famiglie Cattaponi e Milleri.

Dalla fine dell’Ottocento il castello e tutta la proprietà di 150 ettari è appartenuta a Carlo Viglino, originario di Alba, industriale del tabacco, proprietario di possedimenti anche nel viterbese. Oggi ne è proprietaria la figlia che ne ha curato amorevolmente il restauro.

        

      

©2004 Daniele Amoni

      


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