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DRENA, castello

a cura di Marta Tinor

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In alto: la cinta muraria di Castel Drena vista dall'interno. In basso, il mastio del XII secolo.

 

In basso, a sinistra: un'altra veduta dal mastio; a destra: il castello visto dal sentiero.

 

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Epoca: già menzionato nel XII secolo in un documento che attesta il passaggio di proprietà dalla famiglia dei Seyano a quella degli Arco.

Posizione geografica: castel Drena si trova sulla sommità di un colle calcareo (465 m slm), a pochi passi dall’abitato di Drena, ridente comune non distante da Arco e dal Lago di Garda.

Conservazione: ottimo, visto come qualche decennio fa era ridotto. Si occupa della sua “salute” l’amministrazione comunale e i cittadini di Drena.

Come arrivare: dall'autostrada del Brennero A22 si esce a Trento Centro, per proseguire per Riva del Garda utilizzando la SS 45bis Gardesana occidentale. Dopo il paese di Vezzano, circa 15 km dall’uscita autostradale, si prosegue sulla SP 84 per la Valle di Cavedine, oltrepassando i paesi di Calavino, Castel Madruzzo, Lasino, Stravino, Cavedine, Brusino, Vigo Cavedine, proseguendo sempre sulla strada principale. Giunti a Drena si può parcheggiare ai piedi del castello, dove inizia un facile e breve sentiero che conduce alla fortificazione..

Come visitarlo: in linea generale da marzo a ottobre è visitabile tutti i giorni escluso il lunedì dalle 10:00 alle 18:00.

   

Cenni storici.

L’imperatore Lotario aveva concesso il controllo viario della Bassa Valle del Sarca ai signori di Seyano. Il colle di Drena, grazie alle sue caratteristiche geomorfologiche, induce a pensare che si sia avviata la costruzione per esercitare il controllo dell’antica via romana. Ma Bartolomeo di Seyano, quando lo cedette ad Odorico d’Arco, non dev’essere stato sicuro della decisione, dato che tra le due famiglie inizia una serie di lotte per il predominio sulla zona, che si poteva realizzare solo col possesso del castello. In questa storia compare anche Ezzelino da Romano insieme ad altri noti personaggi storici.

La faida tra le due famiglie continua facendosi più cruenta 1266, quando Cubitosa d’Arco con un lascito testamentario cede alla famiglia del marito il castello e relativi allodi, per la precisione ai fratelli Odorico e Ducinancio di Seyano.

Nel XIII secolo, tanto per ristabilire i diritti feudali del Principato, il principe-vescovo Filippo Buonaccolsi, postosi a capo di truppe veronesi e mantovane, attacca e conquista il castello.

Nel 1339 i d’Arco sono investiti dal vescovo Nicolò da Brno della completa proprietà del castello e dopo il 1399, con la firma della pace tra il principe Vescovo Giorgio I di Lichtenstein e Vinciguerra d’Arco, il castello divenne un presidio munito, sia pur con pochi soldati di stanza comandati da un capitano.

Ma pare che il castello non dovesse conoscere la pace. Infatti nel 1703, durante la guerra di successione spagnola, le truppe franco-ispaniche del per così dire “mitico” duca di Vendòme, ma in ritirata, distrussero il castello trafugando elementi lapidei e lignei. Da quel momento il cortile si ritrovò utilizzato per anni e anni come terreno a pascolo, e intanto le erbe infestanti crescevano.

Nel 1910 il suo proprietario si mise all’opera per attenuare i danni del degrado. Negli ultimi anni Ottanta il castello è di proprietà della Fondazione Arco con sede a Mantova. A essa la marchesa di Bagno, già contessa di Arco e ultima erede del ramo italiano del casato, lascia tutti i suoi beni, compreso il palazzo di Mantova, il Castello di Arco e i ruderi di Castel Drena.

Nel 1981 la Fondazione vende il Castello il castello all’amministrazione civica di Drena, la quale con l’aiuto del Ministero dei Beni culturali e della Provincia di Trento, esegue importanti opere di restauro. Così, ora, si può riassaporare il gusto e lo stile delle antiche vestigia del castello.

 

    

 

©2009 Marta Tinor. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

     


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