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MESSINA, FORTE DI SAN SALVATORE

a cura di Giuseppe Tropea

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Forte del S. Salvatore. In alto: il baluardo semicircolare che ingloba la torre di S. Anna; in basso: panoramica.

 

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Messina  Messina


       


Epoca: XI secolo, edificazione della torre intitolata a S. Anna; XII secolo, edificazione del monastero del S. Salvatore in linguae phari; XVI (1537), edificazione del forte spagnolo, su ordine di Carlo V.

Unità di paesaggio: resti di fortificazioni insistono sull'estrema punta della lingua del porto di Messina.

   

Cenni storici.

Risale all'XI secolo la edificazione o la ristrutturazione di una torre, posta all'estremità della punta del porto, nonché dedicata a S. Anna. Si ipotizza, infatti, che la suddetta torre venisse eretta nel 1081, all'interno di un preciso progetto per rafforzare la difese di Messina, almeno secondo quanto rivelato da Goffredo Malaterra. Come è noto, intorno alla metà del XII, basandosi però su di una volontà manifestatasi almeno alla fine del secolo precedente, in questi luoghi sorge il famoso monastero basiliano del S. Salvatore di Messina linguae phari. Nel 1282 la torre normanna resiste all'assedio degli angioini.

Solo durante il XVI secolo avviene, per volontà del governo spagnolo (Carlo V), un notevole stravolgimento dell'intero complesso. Nel 1537 si erige un impianto fortificato di nuova concezione, che ingloba le vecchie fabbriche medievali della torre di S. Anna e del monastero del SS. Salvatore. Nel 1549 l'esplosione della polveriera del forte cinquecentesco causa seri danni all'intero castello. Intorno al primo decennio del XVII secolo vengono ultimate fortificazioni aggiuntive. Nei secoli successivi due terremoti, nel 1783 e nel 1908, abbattendosi sulle fabbriche del castello con inaudita violenza, causano danni irreparabili. Soprattutto il terremoto del 1908, seguito da relativo maremoto, decreta il definitivo abbattimento delle mura interne al porto nell'anno successivo, 1909.

    

Descrizione unità topografica

Si consideri che quanto rimane dell'intero complesso è di proprietà del Ministero della Difesa, Demanio Militare. La fortezza si distende attraverso una pianta poligonale, che si adatta alla conformazione naturale della penisola di San Ranieri, culminando in bastione semicilindrico noto con il nome di "Forte Campana". Si accede a questo bastione per mezzo di un portale bugnato, il quale immette in un salone coperto da volta a botte. In fondo a questo salone è possibile visionare quanto rimane dell'antica torre di S. Anna, che venne per l'appunto inglobata all'interno delle fortificazioni cinquecentesche.

Dal citato salone si diparte una rampa di scale che si biforca poco dopo in altrettante rampe, che conducono in due vani mediani. Proseguendo verso l'alto si giunge presso un terrazzamento, sul quale si impostano a semicerchio delle casematte strombate, che un tempo ospitavano considerevoli bocche di fuoco. Al di sopra di queste casematte si trova un secondo terrazzamento, un tempo attrezzato al medesimo modo del terrazzamento sottostante, cioè con bocche di fuoco e camminamenti di ronda. Tutto l'insieme è stato costruito in pietrame, blocchi di calcare, frammenti di laterizi, il tutto tenuto insieme da malta in notevole quantità. 

Si accede alle fortificazioni cinquecentesche da un portale del XVII secolo (bugnato, con stemma asburgico e iscrizione attestante i lavori ultimati nel 1614), che si innesta su due contrafforti scarpati, addossati alla vecchia bastionatura, a sua volta caratterizzata da saettiere per i moschetti. Proteso verso la parte esterna del porto, un ulteriore baluardo assicura la difesa dell'ingresso, oltrepassato il quale sulla destra si svolge il muro perimetrale (si tratta della cortina muraria esterna, quella interna è andata perduta nel terremoto del 1908), nel quale si osservano ambienti coperti a volta e sopraelevati rispetto al piano di campagna. Questo lungo bastione collega il baluardo triangolare che difende l'ingresso con il baluardo semicilindrico, che occupa l'estremità della penisola. Inoltre le lunghe cortine murarie un tempo ospitavano due ulteriori bastioni di forma pentagonale, dei quali oggi sopravvive solo quello che si addossa al muro perimetrale esterno.

   

Bibliografia

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© Copyright 2005-2012 Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

        


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