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IVREA, CASTELLO DALLE ROSSE TORRI

a cura di Glenda Bollone e Federica Sesia

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Il castello di Ivrea.

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Ivrea  Ivrea  Ivrea: il castello nella città

 

Veduta dall'alto del castello  La poderosa mole del castello voluto da Amedeo VI di Savoia  In evidenza le alte torri angolari  La quarta torre, la Torre Mastra, usata come polveriera, è stata semidistrutta da un fulmine nel 1676

 

La grande visibilità delle torri  Una delle torri, alte 34 metri (e spesse metri 0,80)  Il castello in una foto d'epoca  Il castello in un francobollo


 


Epoca: XIV secolo.

Conservazione: buona; il castello è visitabile.

Come arrivarci: da Torino autostrada Torino-Aosta (A5), uscita Ivrea. Da Milano autostrada Milano-Torino (A4), deviazione a Santhià sulla A5 in direzione Ivrea.

  

Cenni storici

Il castrum fu costruito tra il 1358 e il 1393 per volere di Amedeo VI di Savoia, il quale affidò l'incarico del progetto all'architetto Ambrogio Cognon (1358-1394).

La costruzione di questa nuova fortificazione doveva rispondere ad alcune esigenze: difendere la città dai Monferrini, contenere le guerre tra i feudatari locali e sostenere l'espansione nel Canavese dei Savoia, che per dare un segno visibile del loro dominio, vollero che l'edificio sorgesse nella parte alta della città, in particolare sulle macerie di alcune case del Capitolo della Cattedrale e sui resti del palazzo di Giorgio de Solerio, cancelliere e ambasciatore, accusato di tradimento verso il re di Francia.

La costruzione, caratterizzata da pianta rettangolare, da cortine merlate dotate di camminamento, e da quattro torri, richiese l'impegno di numerose maestranze provenienti da Vercelli, Milano e Ginevra con conseguente vantaggio della tecnica edilizia e in generale dell'economia della zona, che trasse cospicui benefici dalla presenza di un cantiere così importante.

Il castello nel corso dei secoli fu ripetutamente sede della corte sabauda, che qui celebrò eventi importanti, come per esempio il battesimo (1522) di Adriano figlio del duca Carlo di Savoia.

Questa residenza divenne perciò un palazzo elegante con arredi preziosi adatti a soddisfare i gusti raffinati delle duchesse di casa Savoia, le quali si dedicarono allo sviluppo delle arti e della cultura nella città di Ivrea.

Tra il XVI e il XVII secolo il castello fu ristrutturato e trasformato in presidio militare, dato l'infuriare nel territorio canavesano delle lotte tra francesi e spagnoli; in questo periodo avvenne anche un terribile incendio (1676) provocato dall'esplosione del deposito di munizioni collocato nella torre posta a nord-ovest, che causò la morte di 51 persone oltre che la rovina di un centinaio abitazioni.

Nel secolo XVIII l'edificio fu adibito a carcere e mantenne questa funzione fino al 1970, anno in cui lo Stato lo riconsegnò al Comune di Ivrea, che ne promosse una campagna di restauro.

   

AMEDEO VI DI SAVOIA (Chambery 1334 - Santo Stefano di Campobasso 1383)

Detto il Conte verde per le insegne assunte durante i tornei, contribuì in maniera decisiva al rafforzamento territoriale e d'immagine della dinastia.

Dopo una serie di guerre locali contro il cugino Giacomo d'Acaia e i marchesi di Saluzzo e del Monferrato, fu sollecitato da Urbano V ad intervenire contro i turchi in favore dell'imperatore d'Oriente, Giovanni V Paleologo; in questa occasione riportò importanti vittorie.

Condusse anche una guerra contro i Visconti che si concluse con l'annessione di Cuneo e di Biella ai territori sabaudi.

Durante le guerre di successione del Napoletano, cui partecipò parteggiando per Luigi d'Angiò, si ammalò gravemente, forse di peste, e morì. 

  

La visita. Oltrepassato il primo cancello di ingresso al castello, si giunge nella zona un tempo occupata dal fossato e dall'antiporta, quindi si procede, superando un secondo cancello, nel grande cortile centrale sul quale si affacciano le numerose finestre delle celle, protette da fitte inferriate. Da questo punto si possono osservare le torri: quella in parte distrutta nell'incendio del 1676, le due torri con i merli a coda di rondine e quella priva di merlature.

Al centro del cortile vi sono una grande cisterna di sei metri di diametro ed un pozzo. La prima veniva utilizzata come ghiacciaia, il secondo per l'approvvigionamento idrico del castello. L'interno del castello, costituito quasi interamente dalle prigioni dei detenuti, è visitabile solo in parte al piano terreno; in una delle celle è esposto un plastico che riproduce il castello in miniatura.

Accanto alla manica di nord-ovest è possibile vedere uno spazio, cinto da mura, che veniva utilizzato per far trascorrere "l'ora d'aria" ai detenuti.

  

Per saperne di più. 

www.comune.ivrea.to.it; www.eponet.it/scuola/arduino

  


AGGIORNAMENTI (2014)

http://12alle12.it/castello-di-ivrea-2-79126: «La costruzione iniziò nel 1358 per volere di Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde con incarico affidato all’architetto Ambrogio Cognon; si concluse tra il 1393 e 1395 impegnando una grande quantità di manodopera: si ritiene che in certe giornate vi lavorassero più di mille persone (si consideri che a quei tempi Ivrea aveva circa 3500 abitanti) con maestranze qualificate provenienti da Vercelli, Milano e Ginevra. Con la scelta del sito Amedeo VI volle che il castello si ergesse a fianco delle sedi principali del potere politico e religioso medioevale: il Palazzo Vescovile ed il Comune (Palazzo della Credenza). Per far posto al nuovo edificio fu necessario abbattere diverse case e le mura della città verso nord. Situato in posizione strategica dalla quale è possibile dominare la strada che conduce in Val d’Aosta, il castello fu costruito soprattutto con funzione difensive. Il castello fu concepito come costruzione massiccia a pianta quadrangolare, con torri cilindriche che si innalzano direttamente dal terreno; i locali e le stanze del castello si sviluppano su tre maniche, alte verosimilmente tre piani, che si affacciano sul cortile interno. L’accesso avviene attraverso un’antiporta ed un successivo ponte levatoio sospeso sopra un fossato. Lungo il perimetro delle mura con merlatura a coda di rondine corre il camminamento di ronda, sorretto da beccatelli aventi scopo difensivo. Nel cortile si notano ancora il pozzo ed la ghiacciaia (diametro di 6 m. e profondità di 4m).

Cessate le tensioni belliche che ne avevano determinato la costruzione, nella seconda metà del XV secolo il castello funse soprattutto da raffinata dimora dei Savoia, assistendo allo sviluppo della cultura e delle arti che fu promosso in particolare dalla duchessa Iolanda di Valois, figlia di Carlo VII re di Francia e di Maria d’Angiò. Uno scritto del 1522 redatto in occasione della celebrazione di un battesimo, ci informa sugli arredi delle sale, gli addobbi, i balli e le feste che animavano la vita di corte. Conosciamo anche il nome di un pittore francese tardogotico, Nicolas Robert, che affrescò nel castello l’oratorio di Iolanda di Valois (a dispetto delle testimonianze scritte, delle sue opere non è rimasta traccia). Del gusto cortese di tale periodo rimane traccia in una elegante bifora ad archi trilobati sormontata da stemmi della casa Savoia che si apre in alto sulla parete sud. Tra il XVI e il XVII secolo, con l’infuriare nel territorio canavesano delle lotte tra francesi e spagnoli, il castello fu ristrutturato e riprese la sua funzione di presidio militare. Nel 1676 un fulmine provocò l’esplosione del deposito di munizioni collocato nella torre di nord-ovest (la torre mastra), esplosione che causò, assieme al crollo delle torre, innumerevoli morti e la distruzione di molteplici case edificate a ridosso del castello. La torre non venne ricostruita, ed oggi si presenta mozza, con una copertura conica in lastre di ardesia. Dal 1700 l’edificio venne adibito a carcere mantenendo poi tale funzione fino al 1970. In questo periodo intervennero significative ristrutturazioni legate ad esigenze carcerarie: così probabilmente la originaria struttura a tre piani fu modificata in quattro, ricavando un maggior numero di vani di minore altezza. Dopo il 1970, il castello rimase abbandonato e chiuso al pubblico per nove anni. Successivi restauri comportarono la eliminazione di corpi di fabbrica che erano stati aggiunti nel cortile, la revisione di tutte le coperture ed il restauro delle torri merlate. Il castello, proprietà dello Stato, è oggi in concessione al Comune che in specifiche occasioni ha garantito la sua apertura al pubblico».

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Ivrea

http://www.pavonerisorse.it/castello_divrea.htm

  

   

 

©2001 Glenda Bollone e Federica Sesia (aggiornamenti 2014). I video (2014) non sono stati realizzati dagli autori della scheda.

  


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