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SORIANO NEL CIMINO, CASTELLO ORSINI
redazionale

Immagini del Castello Orsini.

(la foto sopra è di Roberta D'Amico)
 

Conservazione: più volte restaurato nel corso dei secoli, il castello ha subìto sin al Rinascimento notevoli aggiunte e trasformazioni e, in epoca più recente, varie manomissioni a causa della sua destinazione a carcere.
Come arrivarci: con l'autostrada A1 Firenze-Roma uscendo al casello di Orte; si prosegue poi in direzione Viterbo fino alla deviazione per Soriano nel Cimino: il Castello Orsini svetta al centro di Soriano nel Cimino e domina dall’alto il paese ed il territorio circostante.
(dal sito www.provincia.vt.it): «Una tra le fortezze più suggestive di tutta la Tuscia, conserva nell’insieme, pur con i rimaneggiamenti rinascimentali, i caratteri del grande e solido maniero medievale e, arroccata ai piedi dei Monti Cimini, esibisce il suo profilo inconfondibile, visibile da molti chilometri di distanza.
Durante il III secolo d.C., l’area fu interessata dal processo di 
evangelizzazione che contribuì a renderla possedimento delle abbazie benedettine 
romane di San Silvestro in Capite e di San Lorenzo Fuori le Mura. In seguito, 
passò in feudo ai Guastapane che, a causa di un’accusa di eresia, ne furono 
spogliati da papa Niccolò III Orsini il quale fece erigere, alla metà del XIII 
secolo, un castello sulla parte più alta del paese, vi stabilì la propria dimora 
estiva e lo concesse in feudo al nipote, Orso Orsini, morendovi improvvisamente 
nel 1280.
Iniziata nel 1277, la signoria degli Orsini si protrasse fino agli inizi del XV 
secolo quando papa Martino V diede il castello ai suoi familiari, i Colonna, e 
nel 1435 papa Eugenio IV affidò il feudo a Giovanni Vitelleschi. Con papa Nicolo 
V sia il castello che il feudo furono posti sotto il diretto controllo della 
chiesa e papa Innocenzo VIII diede in vicariato perpetuo la rocca a Rodrigo 
Borgia, detto il Valentino. Nel 1492 gli Orsini tornarono proprietari del 
vecchio maniero per poi cederlo ai della Rovere, ai Carafa, agli Altemps ed 
infine, dal 1715, agli Albani che lo tennero fino alla metà del XIX secolo. Alla 
morte del cardinale Giuseppe Clemente Albani la fortezza passò a Filippo Albani 
alla cui morte, nel 1852, il castello fu ceduto ai Chigi e da questi allo Stato 
della Chiesa. Nel corso del Novecento la struttura fu adibita a carcere, ruolo 
che ha mantenuto fino a pochi decenni fa e che ne ha compromesso e snaturato la 
funzione originaria.
Costruito su più antiche preesistenze, è costituito da una torre rettangolare e da alcuni corpi di fabbrica minori ed è circondato da un antemurale con merlature guelfe. Vi si accede tramite rampe che conducono all’ingresso vero e proprio, sorvegliato da una torre merlata più bassa. Attraversato un camminamento coperto si giunge al cortile circondato da arcate a tutto sesto, aggiunte probabilmente nel corso del Quattrocento, che nascondono al loro interno una sala con pregevoli volte a crociera ed un pilastro di fattura gotica. Per mezzo di una scala seicentesca si giunge alla parte superiore, trasformata in piano nobile durante la signoria degli Albani, di cui si conservano pochi elementi decorativi, tra i quali residui di decorazioni ad affresco, probabilmente appartenuti alla cappella. All’interno del castello è conservato un prezioso altare in peperino, precedentemente collocato nella chiesa della SS. Trinità del Cimino».
www.comune.sorianonelcimino.vt.it
©2011. Tranne la seconda immagine (che è di Roberta D'Amico), le altre sono tratte dai siti: www.camperlife.it e http://it.wikipedia.org. I video non sono redazionali.