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NINFA, CASTELLO CAETANI

redazionale

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I resti del castello e la torre merlata.

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Norma  Norma  Percorso da Latina a Norma

 

Norma (a destra) e il suo paesaggio  Norma  Il complesso di Ninfa visto dall'alto   Il lago e la torre  La torre merlata  La torre merlata  Scorcio del Parco


 

 

 

 


Epoca: nucleo originale precedente il secolo XIII.

Conservazione: resti.

Come arrivarci: con la strada statale 7 (Appia); al km 57 prendere la strada per Norma, attraverso Doganella di Ninfa e seguire le indicazioni; Ninfa dista una ventina di km da Latina, e una novantina da Roma.

   

Cenni storici.

Della medievale città di Ninfa, attraversata dal fiume omonimo, spopolata e abbandonata verso la fine del Trecento, sopravvive qualche resto di edificio (il municipio è stato restaurato), e del castello. Fa parte di un'oasi avifaunistica di circa 1852 ettari, che si estende nei territori dei Comuni di Cori, Cisterna, Sermoneta e Norma, comprende con il fiume anche un parco archeologico, un orto botanico ricco di piante esotiche e un laghetto (formatosi grazie ad una diga costruita nel secolo XIII), ed è gestita dall'Amministrazione Provinciale di Latina e dalla Fondazione Roffredo Caetani, sotto l'egida del dal W.W.F. e della LIPU.

Dal sito www.comunedinorma.it: «Pur segnando il confine fra tre Comuni (Norma, Sermoneta, Cisterna), il lago di Ninfa è sempre stato considerato “affettuosamente” parte della vita e della tradizione storica di Norma. Già da quando nel 741 d.C. l’imperatore di Bisanzio, Costantino Copronimo, donò le masse di Norba e Ninfa a Papa Zaccaria, i due centri hanno vissuto una storia legata da alterne vicende oltre che di avvenimenti, anche e soprattutto di vita quotidiana. Forse per il fatto che il lago di Ninfa è proprio alle pendici del monte ove sorgeva isolata Norba e, successivamente, Norma, forse anche per il fatto che il caput fluminis del fiume Ninfeo che prende origine dal lago, è dentro il territorio comunale, il normese ha sempre legato il nome di Ninfa al proprio paese. 

Proprio in virtù della presenza dell’acqua, nonché favorito dalla sua particolare collocazione geografica, il lago di Ninfa è stato abitato fin dall’antichità. Già al tempo di Roma, infatti, in questo luogo era presente un tempietto dedicato alle Ninfe. Se questo, però, da un lato favorì la prosperità di vita al suo interno, in special modo nel periodo medievale, dall’altro fu causa di mire egeminiche perpetrate nei suoi confronti dalle più influenti casate del tempo, che spesso se la contesero con il papato. Ottenuto lo status di libero comune, Ninfa vi rinunciò a favore della famiglia Caetani, alla quale cedette interamente ogni suo diritto nell’anno 1298 per 200.000 fiorini d’oro. Nel 1159, il 20 settembre, nella sua chiesa cattedrale, Santa Maria, fu consacrato papa Alessandro III, contro il volere dell’imperatore Federico Barbarossa. 

Ninfa era una cittadina splendida: aveva nove chiese, due fuori le mura San Pietro e San Clemente e sette al suo interno Santa Maria Maggiore, San Biagio, San Salvatore, San Leone, Sant’Angelo, San Martino e San Quinziano. Aveva all’incirca 150 case quasi tutte a due piani con un solaio o granaio. Sopra le case si ergevano una decina di torri snelle e robuste, indizio delle famiglie di maggiore riguardo, tra le quali spiccava, per possenza e bellezza, la torre merlata dei Caetani che ancor oggi si specchia nelle tranquille acque del lago. Tutto l’abitato era difeso da una doppia cinta di mura, interrotte da torrette di difesa. La città fu distrutta nell’anno 1380 a seguito di lotte interne alla famiglia Caetani e, a causa dell’aggravarsi del fenomeno della malaria, si spopolò definitivamente per non essere più ricostruita. Nelle sue Passeggiate per l’Italia il viaggiatore e storico tedesco Ferdinando Gregorovius, ammirandola in tutto il suo mesto e dignitoso oblìo, la definì “la Pompei del Medioevo”. 

  

Per saperne di più:

www.castellidelazio.com/castellodininfa.htm

www.lazionascosto.it/ninfa.html

www.comunedinorma.it

Ninfa 1298. Testimonianze sull’acquisizione di Ninfa da parte di Pietro II Caetani raccolte ed illustrate in occasione del settimo centenario, a c. di Cristina Carbonetti e Marco Vendittelli (Quaderni di Ninfa, 1), Roma 1998.

 

 

 

© 2005-2013. La prima immagine riquadrata è tratta dal sito http://www.partire2011.it. I video non sono refazionali.

       


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