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ALBERETO, CASTELLO (CASTRUM ALBARETI)

a cura di Renzo Bassetti

scheda    cenni storici


 

Immagini del castello di Albereto, nel territorio di Montescudo.

 

In basso, la torre campanaria.

 

  

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Epoca: secolo XIII?

Posizione: N 44° 55' 38 " E 12°31' 02". Il castello si trova a mezza costa della Cima di Montescudo, sulla destra orografica del torrente Marano che da secoli segna il confine con la Repubblica di San Marino.

Come arrivarci: dall'autostrada A14 uscita casello di Riccione, procedere seguendo le indicazioni prima per Coriano, poi per Montescudo.
Giunti a Montescudo seguire le indicazioni per San Marino oppure le indicazioni turistiche specifiche "castello di Albereto". Complessivamente dal casello autostradale sono 18,3 Km (2,6 da Montescudo).

    

Cenni storici.

L'antico nome «Castrum Albareti» deriva sicuramente dalla presenza di una folta foresta di querce, tigli, pioppi e pini che nell'antichità ricoprivano tutta l'area pedemontana.

Probabilmente già urbanizzata ai tempi del dominio Romano, la località viene citata per la prima volta nel famoso diploma imperiale del 962 (documento però ormai riconosciuto come un falso storico) col quale l'imperatore Ottone avrebbe investito Ulderico di Carpegna di una serie di castelli, fra cui appunto anche Albereto.

Le prime notizie certe risalgono al 1227 quando Albereto stipulò un patto federativo con i Malatesta. Le continue lotte fra le due famiglie dei Malatesta e dei Carpegna influenzarono anche la storia di Albereto, che passò di mano più volte fra le due famiglie, fino al 1336 anno che decretò la definitiva conquista del castello da parte di Pandolfo Malatesta. Da questa data a parte qualche piccola parentesi, saranno sempre i Malatesta a controllare il castello dotandolo circa a metà del XV secolo delle alte mura difensive ancora oggi visibili.

Anche con la definitiva scomparsa della dinastia dei Malatesta con Pandolfo (1475 - 1534), Albereto rimase comunque legato alla città di Rimini almeno fino al 1700.

Durante la dominazione napoleonica nel 1797 con la costituzione della Repubblica Cisalpina venne inserita nel cantone di Montescudo, per tornare poi quando Napoleone dovette lasciare la Romagna sotto la dominazione del governo pontificio. Fu annessa con l'unità d'Italia nella provincia di Forlì distretto di Rimini.

L'impianto del castello a forma rettangolare è costituito da un alto muro a scarpata tipico dello stile Malatestiano. I lati più lunghi del quadrilatero sviluppano circa 63 metri, mentre i due lati corti misurano circa 45 metri.

Tre torrioni circolari, senza feritoie, di cui due posti agli angoli del lato Nord e uno ai tre quarti del muro rivolto a Sud.

Un unico varco sul lato Est dà accesso al borgo fortificato, costruito su terrapieno all'altezza del camminamento di ronda Anticamente il complesso era circondato da un fossato e vi si accedeva tramite ponte levatoio in legno.

Gli edifici all'interno del castello sono disposti su un isolato centrale formato da tre edifici, e da un abitato lungo le mura a Nord, mentre sul lato a Ovest si affaccia la piazza del castello, ampio balcone panoramico rivolto verso San Marino.

Sulla sinistra del piazzale si può notare la slanciata torre campanaria alta 12,5 metri, unico particolare superstite di un più ampio complesso che comprendeva anche una chiesa con annessa canonica andate completamente distrutte durante la seconda guerra mondiale.

Il castello ha subito pesanti danni durante i due conflitti mondiali, ed in particolare nel settembre del 1944 con la distruzione del complesso (chiesa e oratorio) di San Bernardino. è stato oggetto di un sommario restauro nel 1953, e di un più approfondito intervento di risanamento nel 2003.

Le abitazioni del borgo sono di proprietà privata, in piccola parte abitate, alcune in corso di ristrutturazione, e un ampio fabbricato con accesso dal piazzale è sede di un ristorante tipico.

   

   

  

© Copyright 2011 Renzo Bassetti; pagina pubblicata nel sito appenninoromagnolo.it, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

    


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