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SAN MARTINO VALLE CAUDINA, CASTELLO LONGOBARDO

a cura di Domenico Pisano

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Il castello nel paesaggio.

 

A sinistra, la torre; a destra, l'ingresso del castello. In basso, immagini della località.

 

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la mappa della località


      


Epoca: prima metà del secolo IX?

Conservazione: buona.

Come arrivarci: da Napoli: in treno, con la linea Metro Nord-Est Campania (binari 2, 3, 4 della Stazione Centrale), fermata di San Martino Valle Caudina; in auto: con l'autostrada A1 Roma-Napoli, uscita Caserta Sud, poi 25 km circa in direzione Benevento sulla strada statale 7 Appia.

   

Cenni storici.

Dal 1200 in poi le vicende del paese si confondono con la storia feudale della famiglia della Lagonessa. Il cognome fu man mano trasformato da della Lagonière (la famiglia venne in Italia al seguito di Carlo d'Angiò) a della Lagonessa e infine in della Leonessa. La discendenza della famiglia della Leonessa continuò fino al 1797 con Giuseppe Maria, Principe di Sepino e duca di San Martino. Estinto il ramo maschile all'inizio del XIX secolo, il titolo passò per filiazione femminile ai Ruffo e con Carolina Ruffo ai Pignatelli di Monteroduni, Alfonso Pignatelli della Leonessa (1825-1929). Si tratta dello stesso titolo conservato fino ad oggi dal Duca Giovanni Pignatelli della Leonessa attuale proprietario dell'imponente castello intorno al quale si formò  il borgo medioevale.

Il Castello Pignatelli della Leonessa fu edificato su di un colle di particolare importanza strategica, in epoca longobarda, probabilmente nella prima metà del IX secolo, vista l'esistenza di un documento risalente all'anno 837 in cui si accenna alla presenza in San Martino di un fortilizio e di un monastero. Nel 1347 Caterina de Baucio vende il castello a Giovanni Cantelmo. Giovanni Cantelmo in realtà  era Giovanni della Leonessa.

Ristrutturato più volte durante il periodo di dominazione normanno-sveva, il Castello conserva ancora oggi l'originaria fisionomia di fortezza medievale. Sono evidenti gran parte delle opere difensive quali le mura merlate, le torrette di guardia ed i camminamenti; ed ancora sulla seconda porta ballatoio coperto e protetto sul davanti per il lancio di pietre e dardi, sulla terza vuoto per la saracinesca. 

Si conservano a tutt'oggi la cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, le prigioni, le garitte e l'oratorio interno. Abbandonato nell'800, ridotto quasi a un rudere con la demolizione nel 1908 del piano superiore del "Mastio", nonché dell'ala sud per "pericolo incombente", è stato restaurato e reso di nuovo abitabile dagli attuali proprietari ed in particolare dalla Duchessa Carmela (Melina) Pignatelli della Leonessa.

Il Castello, situato ad una quota di circa 400m, è raggiungibile da una ripida stradina che si diparte da Piazza del Gaudio per raggiungere la prima porta. Una strada lastricata in pietre conduce al secondo ingresso del complesso fortificato, costituito da un portale realizzato in blocchi lapidei con sistema archivoltato. Attraverso il portale si giunge in un suggestivo cortile d'armi. Sulla destra è invece l'entrata della cappella gentilizia riconsacrata il 18 ottobre 1706 dal cardinale Orsini (futuro papa Benedetto XIII). 

La costruzione ha pianta quasi rettangolare e mostra nelle pareti esterne un lieve basamento scarpato. A pochi metri dalla cappella un breve androne, porta, attraverso una tipica scala a gradoni in pietra atti al percorrimento a cavallo, al cortile centrale della dimora Pignatelli, a pianta quadrilatera, dominato da un'ampia scala esterna in pietra a doppia rampa, da cui si raggiungono le stanze residenziali del piano superiore tuttora abitate e provviste di camini. Sul lato Nord-Est del cortile si affacciano gli ambienti del "palazzo" a due piani interni.

Al piano superiore troviamo il salone più grande del castello con pavimentazione lignea e con soffitto a volte ogivali e a crociera. La grande sala è ricca di decorazioni e affreschi parietali dei secoli XVII-XVIII raffiguranti scene relative ad episodi storici rilevanti per la casata della Leonessa. Sulla porta orientale sono rappresentati Carlo III di Durazzo ed il capitano Carlo della Leonessa; sulla parete Ovest re Carlo d'Angiò e Guglielmo della Marra e sulla parete Nord il maresciallo del regno  Giovanni della Leonessa. Le volte sono invece decorate da affreschi con fregi, armi d'epoca, stendardi e motivi fitoformi. Detto salone comunica con un'interessante sala cassettonata, attualmente sala da pranzo, la cui copertura rivela negli angoli l'antica struttura muraria a crociera. Il ribassamento delle antiche volte, effettuato nel 700, serviva a rendere più abitabili gli ambienti e a raddoppiare gli spazi. 

La Corte Ducale, come si apprende da una Platea dell'epoca, era, infatti, composta oltre che dalla famiglia, da ben 46 persone tra precettori, religiosi, segretari, paggi, cuochi, lacché, armigeri, cocchieri, damigelle e lavandaie. Attigua al cortile è infine la torre-mastio dell'antica fortezza, in parte demolita nella seconda metà del secolo scorso. La torre, a pianta quadrata, è a tre piani interni sovrapposti. Sotto il livello del primo piano si apre un ambiente, a cui si accede attraverso una porta lignea con grata in ferro, privo di finestre ed adibito a prigione. Interessante è la costruzione del muro esterno che raggiunge i cinque metri di spessore. Collegato al cortile c'è il giardino delimitato dalla poderosa cinta fortificata che circonda l'intera sommità dell'altura; tuttora coltivato, esso contiene numerose piante ornamentali, fioriere ed alberi da frutta. 

Una leggenda vuole che, costruito il castello, le donne del paese, per rendere devoto omaggio alla loro castellana, pensarono di donarle un giardino, trasformando lo spazio antistante il maniero, allora coperto di pietre e calcinacci. Per giorni e giorni si vide una lunga teoria di donne salire l'erta rampa che mena al castello, ciascuna portando in bilico sulla testa un grosso cesto traboccante di terra: la pietraia fu così trasformata in un prato verdeggiante e fiorito.

   

Per saperne di più: sito non ufficiale di San Martino Valle Caudina

  

    

©2006 Domenico Pisano, foto e testo (dal sito http://digilander.libero.it/sanmartinovallecaudi/index.html); pagina pubblicata con il consenso dell'autore). I video (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dall'autore della scheda

   


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