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Il canto delle sirene

a cura di Sante Asse


   

Santa Maria di Siponto (Fg): graffito templare del nodo di Salomone

   

Nell' azione drammatica rituale1 si fa apparire Esquieu de Florian, colui che avrebbe denunciato i Templari, il quale come sua giustificazione afferma il principio: " La Chiesa è al disopra della libertà"; contro di che il Maestro della loggia afferma: "La libertà è al disopra della Chiesa". Evidentemente, è giusta la prima proposizione, se si tratta della pretesa di libertà di un qualunque individuo, mentre è vera la seconda se si tratta di chi abbia la qualificazione richiesta per porsi di là dalle inevitabili limitazioni proprie ad una particolare forma storica di autorità spirituale.

                                                                    Julius Evola (da Il mistero del Graal, Ed. Mediterranee)

 

In toni sempre più insistenti si stanno imponendo alla disincantata attenzione pubblica di oggigiorno organizzazioni più o meno interessate a far rivivere, in qualche modo, l’antico Ordine del Tempio.

Non volendo prendere in considerazione le presunte sopravvivenze occulte dentro o fuori l’ambito ecclesiastico tra i secoli XIV–XVII, il fenomeno neo-templare propriamente detto ha comunque origine almeno dal secolo XVIII, ma con connotazioni sicuramente più elitarie sviluppatesi  in ambienti massonico-protestanti per lo più con intenti anti-cattolici.

Quello di oggi, al contrario, nasce fuori dalle dinamiche di Loggia e cerca rocambolescamente un modo per legittimarsi anche negli ambienti cattolico-romani; riverso in un crogiolo dilatato di istanze pseudo-religiose, pseudo-esoteriche, new-age, politico-sinarchiche, con finalità non sempre esplicite; o meglio, con sicure finalità di basso profilo immediato (compravendita di “titoli” e mutuo soccorso) ma oscure prospettive  di lungo periodo (tipo “nuovi ordini mondiali” e simili).

Quello che a primo acchito colpisce è la marginalità cui la maggior parte di detti consessi relegano i contenuti storico-culturali che detta “discendenza” dovrebbe di logica portarsi dietro, trattandosi di tentativi di riesumazione di un ordine cavalleresco, oltre che monastico, vissuto e prosperato in tutt’altre epoche. Si può senza remore affermare che quanto si scorge ripercorre quel che a suo tempo René Guénon descrisse a proposito della decadenza dell’impianto monarchico-feudale, conseguenza della persecuzione e successiva soppressione dell’ordine dei Templari2; ovvero un tentativo di appartenenti ad un ceto inferiore (quello borghese) di occupare in modo più o meno arbitrario un ambito sociale che non gli è proprio.

Ma fino a quando il neo-templarismo aveva solo caratteristiche salottiere e autoreferenti, la cosa poteva anche passare nell’indifferenza. Oggi insospettisce il constatare come queste associazioni si orientino disinvoltamente anche verso altro di portata più ingombrante, ovvero:

            I.  veicolare miti pseudo-esoterici di dubbia provenienza e veridicità;

            II.  ritenersi portatori di istanze di ecumenismo religioso di non chiarissima genesi.

    

§ I.  

Diciamo pseudo-esoterismo semplicemente perché ci chiediamo quale possa essere il criterio di selezione in entrata per organizzazioni che chiedono moduli di adesione via e-mail… Per quanto attiene al primo dei punti elencati, va chiarita subito la questione concernente le famigerate dottrine esoteriche dei Templari medievali: qualunque cosa esse debbano ritenersi, non potranno mai in nessun caso considerarsi come qualcosa di estraneo ai normali contesti Tradizionali, che seppur in modo discreto erano già palesemente espresse nel famoso sermone di San Bernardo di Chiaravalle De Laude Novae Militiae, quando discettava sulla duplice dimensione del combattimento dei Milites Templi: quello inferiore dello scontro armato tra soldati avversari e quello superiore del guerriero contro i limiti tenebrosi della sua anima, che si ritrova praticamente identico ad es. sia in ambito coranico (la Jihad) che induista (nel Baghavad Gita). Ogni ulteriore speculazione è da ritenersi sospetta.

A conferma di questo evidenziamo, in particolare, l’ultimo passo del primo paragrafo del testo bernardiano:

«Con quanta gloria tornano i vincitori dalla battaglia! Quanto beati muoiono martiri in combattimento!  Rallegrati o forte campione se vivi e vinci nel Signore: ma ancor più esulta e sii fiero nella tua gloria se morirai e ti riunirai al Signore. Per quanto la vita sia fruttuosa e la vittoria gloriosa a giusto diritto ad entrambe è da anteporre la morte sacra. Se, infatti, sono “beati quelli che muoiono nel Signore” (Apocalisse: 14,13), quanto più lo saranno quelli che muoiono per il Signore?».

E di seguito, poche righe più avanti all’inizio del par. 2:

« … per il cristiano, il pericolo o la vittoria vengono giudicati non dal successo delle azioni, ma dalla disposizione del cuore»3.

Frasi del genere, per chi non sia veramente evoluto in un cammino spirituale, potrebbero al massimo sottintendere un semplice precetto morale, quindi meno di quello che in effetti vogliono significare, che è appunto il piano “esoterico” propriamente detto.  

Santa Maria di Siponto (Fg): una croce patente, uno svastica rinforzato e un pentacolo

  

§ II. 

Allo stato, le organizzazioni sedicenti templari si sono moltiplicate a dismisura, tutte più o meno nate da una serie di secessioni interne successive da organismi anteriori.

Una catalogazione rimarchevole tra i diversi gruppuscoli è quella che tiene conto del riferimento religioso. Se infatti alcuni fanno esplicito l’obiettivo di recuperare un qualche spazio legittimo all’interno del cattolicesimo (con conseguente ma arduo tentativo di riabilitare in termini di diritto canonico quell’Ordine da quegli atti di soppressione ad oggi vecchi di quasi sette secoli), altri se ne tengono volontariamente alla larga; vuoi per interessi confessionali di altra matrice, vuoi per il tentativo di imporre un preteso quanto indeterminato ecumenismo monoteista (legato cioè formalmente ad istanze cristiane, islamiche ed ebraiche in simultanea). Teniamo ovviamente fuori da questo novero quelli indifferenti a tensioni teologiche che pur tuttavia vedrebbero nella mitologia templare una qualche istanza progressiva se non verso una nuova religione (con tutti i rischi che detto atteggiamento sincretistico implicherebbe) almeno di tipo socio-politica (cosa che, in tempi di mondializzazione avanzata, può pur fare la sua figura…). Mettendo insieme tutte queste spinte ispiratrici, risulta evidente che ne scaturisca qualcosa non troppo differente da ciò che tanti altri enti più o meno internazionalisti operino da varie epoche e su vari piani.

   

§ CONCLUSIONI

Navigare nel sottobosco dell’editoria o della cronaca di costume che oggi supporta questo revival neo-templare sta divenendo sempre più arduo e complesso. Sino a pochi anni fa la pubblicistica si concentrava quasi esclusivamente su quei Templari o sugli aspetti massonici che ne perpetuavano il ricordo (specie in chiave anticlericale). Da poco siamo entrati in una nuova fase, in cui anche le problematiche dei movimenti neo-templari cominciano a produrre fiumi di pagine, chi per giustificarne l’esistenza (Haimovici, Venceslai), chi per contrapporvisi (Introvigne, Iannaccone).

Sarebbe troppo facile legare questa situazione alla recrudescenza dei conflitti israelo-palestinesi o arabo-americani di questi primi anni di millennio, con conseguente riesumazione di un qualche mito di “Crociata”. è evidente comunque un tentativo di percorrere tentativi di aggregazione su materie la cui indeterminatezza permette meglio di far presa sull’immaginazione sovresposta della disincantata attenzione pubblica di cui all’inizio del presente scritto.

Non è quindi fuori contesto riportare a conclusione questi due brevi passi della Scrittura:

«Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. [2] Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; [3] ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell`anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo» (1a Lett. Giovanni: 4,1)

 

«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; [14] quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! [15] Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci» (Matteo: 7,13)

Gadget templare venduto su internet

 

§ APPENDICE

(estratto da: XVI Convegno di ricerche Templari, a cura della L.A.R.T.I.; Treviso – 12/13 settembre 1998, Edizioni Penne&Papiri, Latina, 1998, pag. 139)

Il 14 gennaio 1998 la trasmissione La macchina del tempo, di Rete 4, ha presentato un servizio dal titolo “L’oro dei Templari”, in cui veniva riproposto tutto l’elenco delle menzogne, delle falsità e delle inesattezze sull’Ordine, che ormai credevamo appartenessero ad un passato da dimenticare. Molti soci hanno creduto giustamente opportuno reclamare contro tale fatto; pubblichiamo qui di seguito l’estratto di alcune di queste lettere di reclamo:

« …sono rimasta allibita nel constatare che, malgrado la pubblicazione dei nostri testi basati su documenti d’archivio, malgrado gli sforzi della nostra Associazione… la televisione commerciale trasmetta con morbosa insistenza tutta la gamma delle turpitudini più abbiette, confessate negli iniqui processi pur che le atroci torture avessero fine. Il fatto è molto grave perché non si tratta di menzogne riscontrate in libelli denigratori, che solo un esiguo numero di persone può leggere, ma di vergognose falsità divulgate su larga scala e date in pasto a migliaia di telespettatori. Certo, è preferibile sollecitare la loro curiosità con racconti di cerimonie sataniche svolte nell’oscurità di grotte misteriose, di stupri e massacri di vergini innocenti, di oscenità sessuali, di atti di sodomia fra i due cavalieri montanti un unico cavallo, di pentacoli rovesciati inscritti nei rosoni delle chiese templari, piuttosto di informarli che i Cavalieri del Tempio ad ogni crociata hanno pagato un alto contributo di sangue e molti Gran Maestri hanno perso la vita sul campo di battaglia delle aride terre della Palestina. Ma il loro eroismo non fa notizia… Noi, da quindici anni… ci battiamo e continueremo a batterci perché sui Cavalieri del Tempio non continui ad aleggiare l’ombra inquietante e perversa del Baphomet!» (B. Capone)

   


1  Rituale del XXX grado del Supremo Consiglio del Belgio del rito scozzese antico ed accettato, Bruxelles s. d., pp. 49-50 (N. d. A.).

2  Cfr. il par. 1 nel nostro studio L’Ordine dei Templari visto da René Guénon.

3  L’Elogio della nuova cavalleria, a cura di Mario Polia, ed. il Cerchio, 1988

  

   

©2005 Sante Asse

    


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