Sei in: Mondi medievali ® Il canto delle sirene |
Il canto delle sirene |
a cura di Sante Asse |
Fig. 1: Cattedrale di Lucera: Il cavaliere “addormentato”.
La bella città di Lucera, quasi unica nella
provincia dauna a mantenere in tal quantità i fasti delle passate epoche,
possiede una Cattedrale, ovviamente dedicata all’Assunta come in quasi tutto
il meridione d’Italia, che è forse l’unico esempio di Cattedrale
interamente gotica di tutta
Ad ogni buon conto, quello che a noi ha in special modo interessato di tutto il complesso è rappresentato da un notevole esempio di altorilievo, a grandezza naturale in marmo bianco databile fra XIV e XVI secolo, oggi collocato appena all’ingresso sul laterale destro a circa due metri dal pavimento. Il fatto che non vi siano iscrizioni o si estendano sarcofagi o altro alla sua base, non permette di riferire né chi fosse rappresentato, né se parte di un monumento o sepolcro funebre. Troneggia quindi, in sembiante un po’ fuori contesto, su una parete enorme e come detto spoglia di particolari decorazioni ridondanti di alcun tipo.
è presumibile si tratti di un “cavaliere”, cioè di un aristocratico, seppur privo di armi o stemmi di riconoscimento del casato; dai cui lineamenti si arguisce l’età matura.
Queste valutazioni di primo impatto, unite a
quelle che stiamo per dire, ne rendono però uno splendido esempio di scultura
dai richiami esoterici.
In premessa, la particolarità dell’assenza
di stemmi e iscrizioni testimoniano che il probabile intento della committenza
non era apologetico quanto proprio di lasciare una serie di segni e simboli
riservati alle future “occasioni”.
Questi i particolari: anzitutto la cintura di stoffa annodata in vita col classico nodo denominato “nodo di Iside”. In età angioina si attesta la presenza di un ordine nobiliare denominato proprio “Ordine del Nodo” o del Santo Spirito, istituito da re Luigi di Taranto nel 1352. Grazie ad Internet veniamo a conoscenza di un casato partenopeo dei Costanzo cui appartennero un ALESSANDRO giustiziere della provincia di Capitanata e capitano generale di casa d’Angiò ed un CRISTOFORO cavaliere del detto ordine; al casato dei del Balzo (de Baux), tanto presente in Puglia, appartennero anche membri dell’ordine e un Giustiziere di Capitanata in medesima epoca angioina.
Fig.
2: Cattedrale di Lucera: particolare del nodo di Iside e del libro chiuso tra le quattro dita.
Nell’iconografia
egizia il nodo di Iside era simbolo di immortalità e dell'amore divino; lo
si raffigurava in genere nella mano o appunto alla cintura, come è anche
visibile ad esempio nel bassorilievo di figura femminile alla sommità della
facciata della chiesa settecentesca di San Giovanni di Dio a Foggia.
A
proposito del simbolismo dei nodi, nelle Upanishad
viene utilizzata l'espressione "nodo
(granthi) del cuore” e disfare
questo nodo significa raggiungere l'immortalità.
Buddha insegna che
'disfare i nodi del cuore' è il processo che porta alla liberazione, alla elevazione
dell'essere, il passaggio ad uno
stato superiore, e i nodi fatti in un certo ordine possono essere sciolti
solo nell'ordine inverso, con un metodo rigoroso che è una regola del Tantrismo (ho tratto queste due ultime annotazioni dai lavori dell’amica
Marisa Uberti).
Il
nostro personaggio, inoltre, adotta una postura alquanto particolare: egli è
poggiato sul fianco destro col braccio a sorreggere il capo, proprio come se
fosse un dormiente, nell’atto di rinascere dalla morte; di cui al significato
del nodo in vita in precedenza sottolineato. Fu egli un Iniziato che ha scoperto
il segreto dell’immortalità e si mostra nell’atto proprio del rigenerarsi a
nuova vita dopo una morte – passaggio di stato – accesso ad una dimensione
ulteriore di perfezione?
Fig. 3. Chiesa di San Francesco, Lucera: affresco sul lato absidale destro, rappresentante un santo di fattezze orientaleggianti. il particolare e anomalo posizionarsi della mano sinistra sul bastone fa pensare ad un segno dal significato recondito; potrebbe rappresentare una raffigurazione del caduceo di Hermes (il serpente avvolto all’Axis Mundi). Fig. 4. Particolare dell’Axis Mundi del santo e del libro chiuso. |
Fig. 5. Chiesa di San Francesco: acquasantiera sul laterale destro dell’ingresso; si notino la croce patente con peduncolo, tipica delle iconografie dei Cavalieri Templari e la notoria rappresentazione francescana del braccio destro del Cristo incrociato col braccio sinistro del Santo. Curiosamente, anche in questa raffigurazione, il mignolo della mano sinistra, come abbiamo già visto nell’affresco absidale, assume una posizione innaturale e per noi di conseguenza dai significati reconditi.
Le dottrine raccomandano la segretezza, ed infatti non sarà per caso che il nostro cavaliere tiene nella mano sinistra un libro chiuso; egli quindi detiene il suo segreto, ma benevolmente lascia i suoi criptici segni ai posteri, in primo luogo la posizione delle quattro dita della mano ben tese a reggere il libretto, chiaro riferimento alchemico assimilabile anche al più noto segno del “Quatre de chiffre” di cui avemmo già modo in altri scritti di parlare (vedi quanto riportato a proposito dell’obelisco templare di Lesina).
Da
dove provenivano le sue conoscenze? Sapendo che l’abitudine dei cavalieri
crociati era quella di farsi raffigurare sulle lastre o nei bassorilievi
sepolcrali con le gambe incrociate, le gambe incrociate del nostro farebbero
arguire che anche lui, in qualche modo, ripercorse il tracciato ereditato delle
conoscenze sapienzali portate illo tempore dalla Terra Santa, e
probabilmente patrimonio tramandato nel casato cui appartenne, anche se,
ripetiamo, non evidenziato e quindi per noi del tutto oscuro e insondabile. Per inciso segnaliamo un altro favoloso bassorilievo su marmo verde presente nella vicina chiesa coeva di San Francesco, anch’esso raffigurante un cavaliere “dormiente” col braccio destro sotto il capo e le gambe incrociate (sempre la sinistra sulla destra). |
||
Fig. 6. Chiesa di San Francesco, Lucera: bassorilievo di cavaliere “addormentato” con spada ed armatura completa. |
Appendice
Tyet - Nodo di Iside: Il tyet o tet, tit o Nodo di Iside … È comparato con il nodo nella cintura che talvolta gli Dei portano ed è stato collegato ad Iside nel tardo periodo. Tuttavia il significato originale del simbolo è andato perso nel tempo. (il talismano) …È fatto di una pietra rossa e semipreziosa ed è anche chiamato il Sangue di Iside. Frequentemente usato come un potente amuleto, si credeva che assicurasse protezione. Si usava per decorare le tombe, assieme al pilastro djed connesso con Osiride: le due potenti forze, Iside ed Osiride erano poste insieme, simboleggiando così l'unione delle forze opposte del mondo e indicando con ciò la natura indomabile della vita.
Il geroglifico Tyet, legaccio o cinghia in particolare dei sandali, è analogo al geroglifico , il " simbolo della vita" conosciuto come ankh, azione che invisibilmente vaglia.
Ciò indica che la trasformazione della quadruplicità si riassume nella Quintessenza del processo fisiologico-alchemico che è la formazione del seme.
P.S. Informazioni supplementari grazie ai siti www.similiaspagiriaomeopatia.it e www.deaisis.com; un particolare ringraziamento per le fotografie al sig. Luca Merolla di Foggia).
©2007 Sante Asse