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Il canto delle sirene

a cura di Sante Asse


 

 

Ci soffermeremo qui su quanto attiene o viene forzosamente fatto includere nel vocabolo esoterismo.

Sollecitato da varie parti, diventa opportuno spendere qualche parola per cercare di intenderci su un vocabolo che la disinformazione corrente sta relegando al ruolo di feticcio per gli illusi, quando non anche di trastullo per gli imbroglioni.

Una definizione semantica "ufficiale" da sola non è sufficiente. Il Dizionario Garzanti, 14a  edizione (del 1976), riporta:

Esoterismo: concezione tipica di alcune sette religiose (es. gnosticismo, teosofia) secondo cui la verità viene rivelata soltanto a pochi iniziati e non è il risultato di una ricerca (deriv. da esoterico)

Esoterico: si diceva, presso i filosofi greci, delle dottrine riservate a una cerchia ristretta di iniziarti. Fig: segreto, oscuro, misterioso; deriv. Eso “dentro”.

Occorre  precisare anzitutto che oggi il termine viene largamente abusato, in accordo con una certa  sviluppata propensione editoriale ad occupare uno spazio ben particolare del mercato: quello dei testi riservati ad una frangia di esclusi dal dibattito intellettuale, perché inadeguati quanto a titoli o per eccentricità di idee o per propensione emotiva mal soddisfatta. In questa terra di nessuno, in cui i modelli socio-comportamentali indotti dalla modernità hanno relegato parte delle società post-industriali, la "monnezza" occultista o pseudo-occultista e la consolazione spiritista o reincarnazionista hanno prodotto un disordinato quanto pervicace revival di materie che già nel secolo XIX si erano imposte, ma per altri canali e forse per diverse motivazioni.

Credo oggi sia rilevante come il fenomeno pseudo-esoterico occidentale parta da almeno tre diverse componenti  ispiratrici:

1)    La malcelata volontà di ambienti per lo più di area protestante ad imporre una rilettura storica del "Sacro" in chiave politica, la tendenza a vederne i protagonisti (in special modo la Chiesa Cattolica romana) come forze sopraffattrici e persecutrici verso eterodossie inopportunamente inquadrate in un complesso di idee che col termine esoterismo si vorrebbe portatrici di un messaggio celato dal contesto per autodifesa (es. eresie medioevali, arcaicità politeiste);

2)    Il malvezzo di alcuni di poter dare risposte, con metodo arbitrario, a certi enigmi proposti, es. da certe vestigia del passato per le quali, non essendo pronte valide risposte documentali, si debba per difetto rimandare a qualche "verità nascosta", volutamente occultata dallo status-quo politico religioso e per le quali si crede di aver intuito il bandolo attraverso un processo logico-deduttivo cui solo a posteriori segue un adattamento su pretesi atti documentali (es. le presunte dottrine degli ordini cavallereschi medievali o dell' Egitto dei Faraoni);

3)    L'affatto moderno melting-pot costituito da apporti di matrice geografica eterogenea i quali, affrontati con spirito consono più a personali attitudini di comodo (per vanità intellettuale per lo più), cercano di darsi dignità storica non nel merito della dottrina proposta, ma unicamente agganciandola ad una qualche mitologia dalle radici oscure, donde fatte ritenere esoteriche (es. la cosiddetta new age).

In effetti, è arduo, oggi come allora, proporre una definizione di cosa debba rettamente intendersi col termine esoterismo, rimanendo ancorati a categorie di pensiero quali quelle che oggi propone la nostra cultura. Si  potrebbe forse solo delineare un excursus che tracci come il vero esoterismo sia stato, nei secoli, prima ridotto a dottrina filosofica eretica (gnosticismo in primo luogo) ed infine, come la base  accidentale ma solida cui  poggiava ( le religioni ufficiali prima, poi l'ordine sociale inteso come gerarchia legittima perché sacralizzata e comunemente accettata) sia stata prima combattuta e poi sconfitta sotto il segno di un progresso emancipativo del consorzio umano.

Quello che si può dire, è che il vero esoterismo dovrebbe essere  inteso come alieno dalla realtà sensoriale ma al tempo stesso impianto di una coscienza universale.

è questo suo basarsi su presupposti completamente scollegati col senso della storia umana, a farne qualcosa di pericoloso e da contrastare.

Definito da una filosofia dell'Uomo inteso come insieme di "stati molteplici dell'Essere",  quella prescinde dagli assalti sia dei detrattori razionalisti puri che dei semplici millantatori.

E resta collocata in una ciclica opera di rivisitazione in un tempo e successiva svalutazione, che ricalca pedissequo lo svolgersi delle epoche umane.

   

   

©2003 Sante Asse; fotografie a cura dell' autore, rispettivamente località Fossacesia (Ch) e Castelfrentano (Ch).

   


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