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Il canto delle sirene |
a cura di Sante Asse |
Nei manuali guenoniani, oltre a certe "istruzioni per l'uso" a disposizione di una ipotetica classe di addetti ai lavori, si può riscontrare, potremmo dire ad un livello più basso, una serie di visioni prospettiche atte a valutare appieno gli accadimenti nel suo secolo, culmine di quella che egli chiama età oscura, in diretto rapporto col termine induista Kali-yuga; cultura questa che oltretutto ne definisce in maniera meglio netta di altre inizio e durata.
Oggi più di allora è quindi possibile delineare i contorni entro i quali maturò la sua scelta, nel 1929, di abbandonare la Francia per stabilirsi al Cairo e farsi musulmano col nome di Yahya Wahid Yahya (Yahya in arabo sta per il nostro Giovanni).
Se infatti vediamo in prospettiva il mezzo secolo e più che ci separa dalla sua morte (il 7
gennaio 1951) osserviamo accadimenti che Guénon in qualche modo si orientò a prevedere, e mi riferisco:
a) La rinascita di conflitti di religione, oggi pesantemente protesi verso oriente interessando Iraq, Iran, Afghanistan e Pakistan (si veda ad es. in
Oriente e
Occidente, in cui sottolinea un certo "apporto dall'Oriente" come elemento chiave nella ridefinizione del futuro della civiltà europea).
b) La contemporanea affermazione (per lui ovviamente considerata nefasta) del modello economico liberista alla base delle dinamiche storiche e sociali (riscontrabile in
La crisi del mondo moderno e Il regno della quantità e il segno dei tempi).
Un elemento di sintesi, tra queste due direttrici, si è provocato nei fatti accaduti l'11 settembre 2001, e questi ci portano direttamente al capitolo 18
dell'Apocalisse di Giovanni.
Nelle immediatezze di quei fatti, dall'evidente portata di valore storico assoluto, venne in mente la sibillina frase che Giovanni Paolo II ebbe a pronunciare anni prima, riguardo al mondo che stava vivendo ciò che era descritto nel Cap. 17 dell'Apocalisse. In quel momento un ulteriore salto della storia era evidente.
Ecco perché il Cap. 18.
è opportuno riflettere sul fatto che la parola profetica, ci si creda o meno, specie quando viene trasmessa per iscritto, e quindi verificabile in differita, acquisisce una dimensione ulteriore, come se fosse un copione simbolico in cui gli attori, più o meno coscienti, vengano forzati ad operare conformemente ad esso. Questo credo si sia modellato nelle torbide menti che hanno concepito ed attuato quegli eventi newyorkesi.
18 Caduta di Babilonia
1 Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore.
2 Gridò a gran voce: "è caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demòni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d`ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
3 Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato".
4 Poi udii un'altra voce dal cielo: "Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli.
5 Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
6 Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
7 Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò;
8 per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l`ha condannata".
9 I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, |
10 tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno: "Guai, guai, immensa città, Babilonia, possente città; in un'ora sola è giunta la tua condanna!".
11 Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci:
12 carichi d`oro, d`argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; 13 cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane. |
14 "I frutti che ti piacevano tanto, tutto quel lusso e quello splendore sono perduti per te, mai più potranno trovarli".
15 I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno: |
16 "Guai, guai, immensa città, tutta ammantata di bisso, di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! 17 In un'ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza!". Tutti i comandanti di navi e l`intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, |
18 e gridano guardando il fumo del suo incendio: "Quale città fu mai somigliante all'immensa città?".
19 Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono: "Guai, guai, immensa città, del cui lusso arricchirono quanti avevano navi sul mare! In un'ora sola fu ridotta a un deserto!
20 Esulta, o cielo, su di essa, e voi, santi, apostoli, profeti, perché condannando Babilonia Dio vi ha reso giustizia!".
21 Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando: "Con la stessa violenza sarà precipitata Babilonia, la grande città e più non riapparirà. |
22 Il suono degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei suonatori di tromba, non si udrà più in te; ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; e la voce della mola non si udrà più in te;
23 e la luce della lampada non brillerà più in te; e la voce dello sposo e della sposa non si udrà più in te. Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra; perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte. |
24 In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra".
In conclusione, è arduo eppure doveroso dover ammettere che certe dinamiche, nei fatti storici che accadono sulla Terra, siano appannaggio di forze oscure delle quali non si saprà mai, agli occhi dei più, con chiarezza verificare verso e direzione. Purtuttavia certe coincidenze, almeno quelle riscontrabili nei libri sacri, sono davvero curiose.
©2004 Sante Asse