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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO

pag. 232

Jurgis BALTRUSAITIS

Il Medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell'arte gotica

Adelphi, 1973

 

“Questo libro, comparso per la prima volta nel 1955, è diventato rapidamente un’opera di riferimento indispensabile, e ciò sia come summa di una ricerca capillare, condotta per decenni da uno dei maestri della storia dell’arte, sia come indicazione metodologica per lavori futuri, che di fatto poi si sono moltiplicati su questa linea negli ultimi quindici anni. Il tema che Baltrušaitis ha scelto è insieme enorme e sfuggente: studiando il fiorire dell’arte gotica, egli ha osservato come vi confluisse un enorme materiale di temi iconografici dell’antichità classica e dell’Oriente anche estremo. A questo punto si imponeva innanzitutto di rintracciare, entro un’area geografica ‘esplosa’ rispetto alle consuetudini della storiografia occidentale, le varie apparizioni di certi temi, nei contesti più diversi: su un capitello, su un manoscritto, su un sigillo, in un particolare nascosto di un quadro. Non solo, ma di valutare tutte le variazioni che questi temi hanno subìto passando dall’una all’altra civiltà, o anche dall’uno all’altro livello culturale di una stessa civiltà.

Con sapiente eleganza, con perspicacia formale e acrobatica capacità di stabilire rapporti fra termini in apparenza lontanissimi, Baltrušaitis è riuscito a catturare fermamente il suo imprendibile tema, arrivando così a darci la traccia di una fenomenologia dell’arte gotica che illumina dall’interno le categorie entro cui si presentava, allora, ciò che noi chiamiamo il ‘mostruoso’, il ‘macabro’, il ‘fantastico’, il ‘demoniaco’. Richiami tutti a una realtà non dominata ma riconosciuta nella sua interezza, senza censure razionali, e che affluisce dalle origini più remote verso le grandi opere dell’arte gotica – e fin nei suoi prolungamenti ideali, per esempio in Bosch. Seguendo Baltrušaitis, ci apparirà così perfettamente chiaro come il Medioevo gotico non si è sviluppato 'soltanto verso l’ordine della vita, il realismo, l’Occidente'. Al contrario, esso ha convogliato una carica enorme di mostri e prodigi, cresciuti su quel terreno fertilissimo di soprannaturalità che fu proprio dell’epoca, e li ha lasciati in eredità ai tempi moderni come una delle sue massime ricchezze.

Questa opera di Baltrušaitis, come già le più importanti di Warburg, Saxl, Panofsky, Wind, ci offre dunque una chiave per capire, non solo nei termini della tradizionale storia dell’arte, ma entro una sorta di morfologia delle civiltà, uno dei periodi più appassionanti e misteriosi della nostra arte”.

    

 

 


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