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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO

pag. 180

AA. VV.

Il contratto di mezzadria nella Toscana medievale
I: Contado di Siena (sec. XIII-1348)

a c. di Giuliano Pinto, Paolo Pirillo

Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria», Studi, 87

Olschki 1987

 

“A partire dalla metà del XIII secolo, prima nelle zone interne della Toscana, intorno alle due grandi città di Firenze e di Siena, poi in altre parti della regione, si diffuse una nuova forma di conduzione della terra, la cosiddetta mezzadria poderale, che successivamente conobbe notevole fortuna nelle regioni vicine, a nord e a sud dell’Appennino: Romagna ed Emilia; Umbria e Marche. Questa la natura del contratto: un contadino (il mezzadro), in genere nullatenente, ovvero privo di terra e di casa, riceveva in affidamento una unità fondiaria compatta (il cosiddetto podere) e di una certa ampiezza (da 2-3 ettari sino a 8-10 a seconda delle colture praticate) in cambio della divisione a metà con il proprietario di tutto ciò che si ricavava dalla terra, e della ripartizione, sempre tendenzialmente a metà, delle spese necessarie per la gestione del fondo (acquisto di attrezzi, di bestiame da lavoro e da ingrasso, di concime, di sementi, ecc.). Il podere tipo disponeva di una casa, dove abitava la famiglia contadina, e di tutta una serie di infrastrutture agricole: aia, fienile, pozzo, capanna, ecc. Una struttura fondiaria (il podere) e una forma di conduzione (la mezzadria) che è arrivata sostanzialmente invariata sino agli anni Sessanta del secolo scorso” … (Giuliano Pinto).

    

 

 


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