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![]() Né animali feroci, né santi dal cuore nobile e puro benché bellicoso, i Vichinghi erano, soprattutto, un esempio di popolazione sviluppatasi a lungo autonomamente e che seppe modellare il proprio stile di vita sulle condizioni ambientali, non certo particolarmente favorevoli, in cui si trovò ad operare. Ovviamente, l'elemento naturale più evidentemente presente nella morfologia del territorio occupato dalle varie tribù scandinave era il mare e questo fece dei Vichingi, oltre che degli agricoltori costretti a coltivare terre ben poco produttive, dei grandi navigatori, capaci di viaggi lunghissimi alla ricerca di nuovi territori d'insediamento, materie prime e bottino. E' in questo quadro che si sviluppa l'epopea dei viaggi verso occidente di questo popolo, un'epopea che li portò ad essere colonizzatori di nuove terre, per altro notevolmente inospitali, e primi europei a toccare (si badi bene: a toccare e non a scoprire, visto che rotte e resoconti di viaggio furono a lungo tenuti ben celati a chiunque non appartenesse al popolo del nord) il continente americano. Ragioni e sviluppi di tale continuo tentativo di spostamento verso occidente meritano di essere, al termine del nostro breve resoconto sui "diavoli del nord", almeno brevemente accennati.
![]() È più probabile che le leggi in materia di successione delle aziende agricole abbiano qualcosa a che fare con l'epopea dei viaggiatori vichinghi: in Scandinavia l'usanza era che il figlio maggiore della famiglia ereditasse l'intera fattoria, cosa questa che significava che moltissime persone dovevano scegliere tra il lavorare come salariati nell'azienda dei loro fratelli maggiori azienda o il recarsi all'estero in cerca di fama e fortuna. Le voci su come fosse facile diventare ricchi in tali spedizioni, diffondendosi a macchia d'olio in tutta la penisola scandinava, fece il resto [2] ![]()
![]() Secondo il Landnámabók (il testo islandese che narra la storia dell'isola) fu uno svedese di nome Gardard Svarvarsson a scoprire l'Islanda. Il dato è dubbio, ma è certo che colui che colonizzò fu era un norvegese chiamato Folke Vilgerdsson. Folke arrivò in Islanda nel corso dell'anno di 815 come rifugiato, espulso dal re norvegese Harald Herfagre. Harald Herfagre fu il primo vero re di Norvegia ed è passato alla storia come un uomo davvero spietato, che fece di tutto per impedire a chiunque altro di prendere il potere: tra le altre cose, condannò molte centinaia di famiglie nobili all'esilio. E', dunque, possibile che Folke facesse parte di una prima ondata di esuli e che, dopo di lui, molti altri suoi consimili abbiano visto in ![]() I nuovi arrivati vivevano in piccole comunità di uomini liberi raggruppate intorno ai loro diversi capi. Già nel 982 si ha la prima riunione dell'Althing, una sorta di Parlamento e Corte di giustizia: per certi versi, l'Islanda può essere definita la più antica democrazia ancora in vita ed è proprio nell'Althing che i capi-villaggio decisero, in pieno spirito democratico (nel 1000 circa), di accettare la nuova religione cristiana [6]. ![]() Dopo aver svernato in questa pianura, la primavera seguente tornarono in Islanda per cercare di portare quanta più gente possibile con loro per popolare il paese: Erik riuscì a trovare oltre 500 nuovi coloni disposti a seguirlo e, nel 896, i "pionieri" partirono per la Groenlandia su 25 navi, ma una tempesta li sulla via e solo 14 navi sopravvissero al viaggio, ma, ben presto, altri contadini decisero di seguire il loro percorso e, nel giro di qualche mese, la popolazione in ![]() La colonia in Groenlandia passò sotto il dominio norvegese durante il XIII secolo, ma, a poco a poco, il contatto con la Norvegia divenne sempre più evanescente, mentre, nel frattempo, il clima stava sempre più cambiando in peggio. Nonostante ciò, i Vichinghi resistettero su un territorio via via sempre più inospitale per oltre 500 anni prima di doverlo abbandonare a causa del drastico peggioramento delle condizioni di vita: nel XV secolo la colonia risulta morta, ridotta ad un cumulo di rovine di poche case solitarie. Si ritiene che gli ultimi coloni siano stati uccisi dalla peste, ma nessuno sa veramente cosa si successo: è anche possibile siano stati uccisi dagli eschimesi [8].
![]() Il primo che si crede possa essere giunto così lontano a ovest da vedere il nuovo paese e possa essere tornato a raccontarlo fu un uomo di nome di Bjarni Hjerolfsson che, seconda alcune saghe islandesi, pare avesse narrato di una nuova terra e ricca terra a solo circa quattro giorni di navigazione dall'Islanda. Naturalmente, ben presto si organizzarono nuove spedizioni per esplorare le possibilità di insediamento. La prima spedizione a raggiungere con successo le coste americane fu quella guidata da un uomo chiamato Leif Eriksson (figlio di Erik Rode), che sbarcò su quella che oggi è definita "Terra di Baffin" intorno all'anno 1000. Egli battezzò il nuovo paese "Helluland" ("pietra piatta") e, trovandola arida e desolata, proseguì verso sud lungo "una spiaggia bellissima" e giunse ad una terra coperta di foreste che ha chiamato 'Skogslandet'. ![]() ![]() Un anno dopo, Leif Eriksson tornò con tre navi cariche di immigrati per la nuova terra: ritrovarono il passaggio verso sud e trascorsero l'inverno sulla costa, ma, ben presto, cominciarono a discutere su dove avrebbero dovuto stabilirsi e una delle navi restò nord, mentre le altre due continuarono verso sud. Quando queste ultime arrivarono a destinazione, però, trovaron qualcosa che non si aspettavano: nella nuova terra (che chiamarono "skrälingar") c'erano anche altre persone, per nulla amichevoli nei confronti degli invasori provenienti da nord. Ne nacque una battaglia e gli "Skrälingarna" si sbarazzarono facilmente del piccolo gruppo di Vichinghi, che tornarono nel Vinland, dove rimasero ![]() In ogni caso questa prima colonia non durò a lungo a causa di diversi tipi di difficoltà il fratello di Leif Eriksson fu colpito da una freccia indiana, e, al loro interno, i Vichinghi iniziarono a litigare per le donne. Tagliati fuori dal resto del mondo, i coloni sapevano che non aveva nessuno a cui rivolgersi per risolvere i loro problemi e, dopo alcuni anni, decisero che dovevano tornare a Groenlandia e Islanda [11]. ![]()
NOTE:
(1) P. Godfrey Foote, D. M.
Wilson, The Viking Achievement: The Society
and Culture of Early Medieval Scandinavia, Palgrave Macmillan 1990, pp.51
ss.
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©2009 Lawrence M.F. Sudbury