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Un intervento

di Franco Mercurio

 

Quando ero giovane laureato di belle speranze mi ritrovai nel progetto nazionale per la prequalificazione dei siti nucleari. Il mio compito era quello del ricercatore in sismicità storica, la mia area era la Puglia. L'obiettivo era quello di aggiornare la carta sismica dell'Italia. In particolare le mie ricerche contribuirono a capire meglio gli effetti di terremoto grave del 1627, detto di San Severo (quello a cui hanno fatto riferimento in tanti in questi giorni), di quello del 1731, detto di Foggia e di quello del 1743, detto di Nardò. Prima del 1984 questi tre terremoti non erano tenuti in considerazione dalla carta nazionale dei terremoti. Le informazioni ci sono state ed i dati sono stati aggiornati; nella carta attuale i tre terremoti hanno ottenuto la giusta enfasi.

Ma il problema non è l'aggiornamento della carta sismica. Se anche si fosse fatto nel '98 o perfino nell'80 nulla e nessuno avrebbe potuto modificare ciò che è avvenuto in Molise. Le leggi valgono per ciò che si costruisce dopo, non per ciò che è costruito prima. E a San Giuliano sono rovinati edifici costruiti prima, scuola compresa.

Abbiamo, invece, di fronte a noi solo due consapevolezze:

a) governi seri (di centro, di destra o di sinistra che siano) nel dubbio o nell'incertezza estendessero le norme costruttive antisismiche all'intera Italia, senza correre dietro alla lobby dei costruttori che non vuole gatte da pelare; governi seri cominciassero a riflettere su come vivere nei centri storici, perché il problema vero è solo questo: come far conciliare le vecchie costruzioni con i terremoti. Al riguardo tutti tacciono. Al riguardo non vi è alcun progetto nazionale, regionale o locale di riqualificazione antisismica dei siti storici. Invece occorre correre di più e fare autostrade e ferrovie e ponti sugli stretti di Messina. Non importa se, dopo la tua corsa, l'Etna ti ferma a metà strada per giorni o se, appena arrivi vittorioso per la grande corsa, la chiesa o la casa ti si sbriciola davanti agli occhi per una scossetta di terremoto.

b) gli uomini hanno ricordi brevi che durano al massimo tre generazioni. Il terremoto in area appenninica è storicamente un dato ricorrente e costante. Il terremoto non è un evento eccezionale; è molto più crudamente e semplicemente un dato corrente che si presenta con una sua ciclicità; il terremoto è, parlando sulla lunga durata, normalità. Ma di questo non vogliamo rendercene conto. Da questo punto di vista siamo proprio come gli animali che, scampato il pericolo, dimenticano il pericolo. In realtà quanto più si allontana un terremoto disastroso, tanto più se ne avvicina un altro. Durante la propria vita una persona che vive in Italia centro-meridionale ha buone probabilità di "sentire" dagli otto ai dieci terremoti che "fanno paura". Per questo credo che tocchi proprio agli storici, se hanno intenzione di essere dentro il "mercato", ricordare e ricordare ancora il rapporto millenario fra uomo e terremoto in Italia. Se tacciamo noi, restano le sofferenze, le rivendicazioni e i rimpianti: resta la labile memoria di una generazione. Abbiamo magari risposte sempre più efficienti dalla protezione civile, ma non avremo un'opinione pubblica che "controlli" i governi centrali e locali nell'uso del territorio e delle città, dopo che il "risentimento culturale" di un terremoto disastroso sarà passato. 
Vi ricordate il terremoto dell'Irpinia dell'80? Nell'opinione pubblica oggi significa soltanto ruberie e sperperi. I fautori del neoliberismo italopagnottista lo eressero a monumento dello sperpero delle risorse pubbliche. La Lega ne ha fatto un cavallo di battaglia. Ha perduto nell'opinione pubblica nazionale la sua valenza distruttiva, di dolore e di povertà per assumere solo una funzione politica nel teatrino dei politicanti italiani. Il terremoto dell'Irpinia è diventato un non-terremoto.

Se, però, riusciamo a capire che il terremoto non è un evento eccezionale, ma è una faccia della "normalità" della nostra penisola avremo forse da recriminare meno nei confronti del tecnico o del politico corrotto o nei confronti di una natura, che offesa, si vendica o nei confronti di un inesistente dio che consente la morte di bambini innocenti.

Deve essere proprio quella luce che brilla negli occhi di Ulisse medievale, non a caso messo all'inferno ("fatti non foste per vivere come bruti...") a studiare e sperimentare, a vigilare e a controllare perché le nostre case siano meno vulnerabili, a diffondere germi di convivenza con un mostro che non si può sconfiggere, ma si può indebolire. Si indebolisce creando edifici più sicuri e diffondendo una cultura della convivenza con il terremoto.

Il nostro medioevo è nel non capire che il terremoto è una sfida da affrontare con i soli strumenti in nostro possesso: quelli della conoscenza e della tecnica, della ragione. Il nostro medioevo è nel latente ritenere il terremoto ancora una sorta di punizione di Dio o della Natura. Il nostro medioevo è nel ritenere il terremoto un evento insolito. Il nostro medioevo è nel considerare i nostri politici né più e né meno che dignitari investiti da Dio del potere  temporale, che non possono essere chiamati a rispondere della loro insipienza. Il nostro medioevo è nella dimenticanza collettiva.

Abbiamo il diritto di chiedere città e territori più sicuri. Scienza, tecnica e politica devono assicurare questo perché si sta già preparando il prossimo terremoto distruttivo e non sappiamo di preciso dove si scatenerà, ma sicuramente sarà vicino a noi. Non si tratta di essere un inutile profeta di sventure. è così, perché così avviene da millenni.

Ma noi non siamo animali che non hanno il senso della memoria, della storia; noi non dovremmo essere i "bruti" danteschi.

(intervento nel Forum di Storia medievale, novembre 2002)

  

La Scala Mercalli Cancani Sieberg

 

 

I Grado Impercettibile: rilevato soltanto da sismografi.

II Grado Molto leggero: recepito soltanto da rari soggetti nervosi oppure estremamente sensibili se in perfetta quiete e quasi sempre nei piani superiori dei caseggiati.

III Grado Leggero: anche in zone densamente abitate viene percepito come tremolio soltanto da una piccola parte degli abitanti nell’interno delle case, come nel caso del passaggio di un’automobile a velocità elevata, da alcuni viene riconosciuto quale fenomeno sismico soltanto dopo averne ragionato.

IV Grado Moderato: delle persone che si trovano all’esterno degli abitati ben poche percepiscono il terremoto. All’interno viene identificato da molte, ma non da tutte le persone in seguito al tremore, oppure a oscillazioni leggere di mobili. Cristallerie e vasellame, posti a breve distanza, urtano come al passaggio di un pesante autocarro su pavimentazione irregolare. Finestre tintinnano, porte, travi e assi scricchiolano, cricchiano i soffitti. In recipienti aperti, i liquidi vengono leggermente mossi. Si ha la sensazione che in casa un oggetto pesante (un sacco o un mobile) si rovesci, oppure di oscillare con tutta la sedia o il letto come su una nave con mare mosso. In generale questi movimenti non provocano paura a meno che le persone non si siano innervosite o spaventate a causa di terremoti precedenti. In rari casi i dormienti si svegliano.

V Grado Abbastanza forte: perfino nel pieno delle attività giornaliere, il sisma viene percepito da numerose persone sulle strade e se sensibili anche in campo aperto. Nell’appartamento si avverte in seguito allo scuotere dell’intero edificio. Piante e rami deboli di cespugli ed alberi si muovono con evidenza., come se ci fosse un vento moderato. Oggetti pendenti entrano in oscillazione, per esempio: tendaggi, semafori e lampadari non troppo pesanti; campanelli suonano, orologi a pendolo si fermano od oscillano con maggior periodo, dipendentemente dalla direzione della scossa se perpendicolare o normale al moto di oscillazione; a volte orologi a pendolo fermi possono rifunzionare; molle dell’orologio risuonano; la luce elettrica guizza o cade in seguito a movimenti della linea; quadri urtano battendo contro le pareti oppure si spostano; vengono versate piccole quantità liquide da recipienti colmi aperti; ninnoli ed oggetti del genere si possono rovesciare, oppure oggetti addossati alle pareti, arredi leggeri possono essere spostati di poco; mobili rintronano; porte ed imposte sbattono; i vetri delle finestre si infrangono. Quasi tutti i dormienti si svegliano. Sporadici gruppi di persone fuggono all’aperto

VI Grado Forte: il terremoto viene notato da tutti con paura, molti fuggono all’aperto, alcuni hanno la sensazione d’instabilità. Liquidi si muovono fortemente; quadri, libri e cose simili cadono dalle pareti e dagli scaffali; porcellane si frantumano; suppellettili assai stabili, perfino isolati pezzi di arredo vengono spostati se non rovesciati; campane minori in cappelle e chiese, orologi di campanili battono. Case isolate solidamente costruite subiscono danni leggeri; spaccature all’intonaco, caduta del rinzaffo di soffitti e di pareti. Danni più forti, ma non ancora perniciosi, si hanno sugli edifici mal costruiti. Qualche tegola o pietra di camino cade.

VII Grado Molto forte: lesioni notevoli vengono provocate ad oggetti di arredamento anche di grande peso, rovesciandoli e frantumandoli. Grandi campane rintoccano. Corsi d’acqua, stagni e laghi si agitano e intorbidiscono a causa della melma smossa. Qua e là, consolidamenti delle sponde di sabbia e ghiaia scompaiono. Variazione del livello dell’acqua nelle fontane. Danni moderati a numerosi edifici di forte struttura: piccole spaccature nei muri, cadono toppe piuttosto grandi dell’incalcinatura e dello stucco, a volte mattoni; le case vengono scoperchiate. Molti fumaioli vengono lesi da incrinature, da caduta di tegole, da fuoriuscita di pietre; camini già rovinati si rovesciano sopra il tetto danneggiandolo. Da torri e costruzioni alte cadono decorazioni mal fissate. Qundo la casa è a pareti intelaiate, i danni all’incalcinatura e all’intelaiatura sono più gravi. Case mal costruite opure riattate a volte crollano.

VIII Grado Rovinoso: interi tronchi d’albero pendono inanimi o perfino si staccano. Anche i mobili più pesanti vengono spostati e a volte rovesciati. Statue, pietre miliari in chiese, in cimiteri e parchi pubblici ruotano sul proprio piedistallo oppure si rovesciano. Solidi muri di cinta in pietra sono aperti ed atterrati. Un quarto circa delle case è gravemente leso; alcune crollano; molte divengono inabitabili. Negli edifici ad intelaiatura gran parte delle intelaiature cadono. Case in legno vengono schiacciate e rovesciate. Si sente spesso che campanili di chiese e di fabbriche dopo la loro caduta provocano a edifici vicini spesso lesioni più gravi di quanto non avrebbe fatto da solo il terremoto. In pendii e terreni aquitrinosi si formano crepe. Dalle paludi si ha l’espulsione di sabbia e melma.

IX Grado Distruttivo: circa la metà delle case in pietra sono distrutte; parecchie crollano; la maggior parte diviene inabitabile. Case ad intelaiatura sono divelte dalle proprie fondamenta, e crollano; travi strappate dipendentemente dalle circostanze contribuiscono assai alla rovina.

X Grado Completamente distruttivo: gravissima distruzione di circa 3/4 degli edifici, la maggior parte crolla. Perfino costruzioni solide di legno e ponti subiscono gravi lesioni, alcuni vengono distrutti. Argini e dighe ecc. sono danneggiati notevolmente, binari leggermente piegati e tubature (gas, acqua e scarichi) vengono troncate rotte e schiacciate. Nelle strade lastricate e asfaltate si formano crepe e per pressione sporgono larghe pieghe ondose. In terre meno dense e più umide si creano spaccature fino alla larghezza di più decimetri; si notano parallelamente ai corsi d’acqua crepature che raggiungono larghezze fino ad un metro. Non soltanto scivolano pezzi di terra dai pendii, ma interi macigni rotolano a valle. Grossi massi si staccano dagli argini dei fiumi e di coste scoscese, riviere basse subiscono spostamenti di masse sabbiose e fangose, per cui il livello del terreno viene notevolmente variato. Varia di frequente il livello dell’acqua nelle fontane. Da fiumi, canali e laghi ecc. le acque vengono gettate contro le sponde.

XI Grado Catastrofico: crollo di tutti gli edifici in muratura, soltanto costruzioni e capanne di legno ad incastro di grande elasticità ancora reggono. Anche i più grandi e i più sicuri ponti crollano a causa della caduta di pilastri in pietra o del cedimento di quelli in ferro. Binari si piegano fortemente e si spezzano. Tubature vengono spaccate e lese in modo irrimediabile. Nel terreno si manifestano vari mutamenti di notevole estensione, dipendentemente dalla natura del suolo: grandi crepe e spaccature si aprono; e soprattutto in terreni morbidi e acquitrinosi il dissesto è considerevole sia orizzontalmente che verticalmente. Ne segue il trabocco di sabbia e melma con le diverse manifestazioni. Sfaldamento di terreni e caduta di massi sono frequenti.

XII Grado Grandemente catastrofico: non regge alcuna opera d’uomo. Lo scombussolio del paesaggio assume aspetti grandiosi. Flussi d’acqua sotterranei in superficie subiscono i mutamenti più vari: si formano cascate, laghi scompaiono, fiumi deviano.

Le scale macrosismiche, Monografia n. 2 ING, Roma 1977


  

Vedi anche, nel sito: I terremoti nell'immaginario medievale, di Felice Moretti

  

Servizio Sismico Nazionale

I terremoti in Italia - Le dimensioni del problema - Il rischio sismico - La classificazione sismica e la normativa - Le strategie di prevenzione - Le mappe


I.T.A.S. "G. Saffi"

Cosa fare se arriva un terremoto     Scheda informativa per alunni e genitori


Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli     dell'Emilia-Romagna

INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

GNDT - Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti


ING-GNDT, Catalogo strumentale dei terremoti italiani dal 1981 al 1996

versione 1.0 CD-ROM, 2001


Database storico-macrosismico online

Consultazione per località - Consultazione per terremoto


 

BREVE BIBLIOGRAFIA SUI TERREMOTI (sino al 2002)

 

M. Bonito, Terra tremante overo continuatione de' terremoti dalla creatione del mondo sino al tempo presente, Napoli 1691.

M. Baratta, I terremoti d'Italia. Saggio di storia geografia e bibliografia sismica italiana, Torino 1901 (ristampa anastatica Forni, Sala Bolognese).

M. T. Carrozzo - G. De Visintini - F. Giorgetti - E. Iaccarino, General catalogue of Italian earthquakes, CNEN, Roma 1973.

ENEL, Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1975, compilato da Geotecneco Spa, Roma 1977 (riservato).

D. Postpischl, Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980, Quaderni della Ricerca Scientifica, 114, 2B, Bologna 1985.

GNDT e ITD del CNR, Che cosa sono i terremoti e come possiamo difenderci. Dispense e parti audiovisive di corso per le Scuole medie superiori, SEI, Torino 1985.

B. A. Bolt, I terremoti, Zanichelli, 1986.

B. Figliuolo, Il terremoto del 1456, 2 voll., Altavilla Silentina 1988 (e bibliografia ivi contenuta).

R. Camassi - M. Stucchi, Un catalogo parametrico di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno, GNDT, Milano 1997.

G. Monachesi - M. Stucchi, Un database di osservazioni macrosismiche di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno, GNDT, Milano-Macerata 1997.

E. Boschi - E. Guidoboni - G. Ferrari - P. Gasperini - G. Valensise, Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1990, ING, Roma 1997. http://80.117.141.2/cft/

Gruppo di Lavoro CPTI, Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, ING, GNDT, SGA, SSN, Bologna 1999. http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/home.html


   

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